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Candida auris, allarme negli Usa per il fungo: boom di casi
La Candida auris, un fungo descritto per la prima volta nel 2009, si sta diffondendo a livelli allarmanti negli Stati Uniti, dove rappresenta “una minaccia urgente” per la sua antibiotico-resistenza. Secondo i dati dei Cdc (Centers for Disease Control and Prevention), pubblicati sugli ‘Annals of Internal Medicine’, negli anni della pandemia 2020-2021 le infezioni sono aumentate notevolmente nelle strutture sanitarie statunitensi: nel 2021, in particolare, sono triplicati i casi resistenti al farmaco più raccomandato e utilizzato per il trattamento delle infezioni da Candida auris, le echinocandine. Un dato preoccupante, evidenziano i Cdc. Anche questa nuova famiglia di antimicotici comincia a essere un’arma spuntata.
“Il rapido aumento e la diffusione geografica dei casi è preoccupante e sottolinea la necessità di una sorveglianza continua, capacità di laboratorio ampliata, test diagnostici più rapidi e rispetto delle misure che si sono dimostrate efficaci per la prevenzione e il controllo delle infezioni”, ha spiegato l’epidemiologa dei Cdc, Meghan Lyman, prima autrice dell’articolo.
Dal 2016 a fine 2021, quando è stato segnalato per la prima volta, negli Usa si sono registrati 3.270 casi clinici (in cui è presente l’infezione) e 7.413 in cui il fungo viene rilevato ma non si sviluppa infezione. I casi clinici sono aumentati ogni anno dal 2016, con la crescita maggiore nel periodo 2020-2021. A livello nazionale, i casi clinici sono passati da 476 nel 2019 a 1.471 nel 2021. I casi di screening sono triplicati dal 2020 al 2021, per un totale di 4.041. Secondo i Cdc, questo aumento è visibile anche nel 2022. Per gli esperti, la diffusione di Candida auris potrebbe essere peggiorata a causa del sovraccarico sui sistemi sanitari durante la pandemia di Covid-19.
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Omar Favaro, violenze a ex moglie: nuove accuse 22 anni dopo delitto Novi Ligure

Insieme alla fidanzata Erika nel 2001 massacrò la madre e il fratellino di lei. Ora è indagato per abusi e maltrattamenti in famiglia

Nuove accuse per Omar Favaro, a 22 anni dalla strage di Novi Ligure. L’uomo, oggi 40enne, è accusato di violenze nei confronti della ex moglie e maltrattamenti in famiglia. Era il 2001 quando Omar aiutò la fidanzata dell’epoca, Erika De Nardo, ad uccidere con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il piccolo Gianluca, il fratellino che aveva solo 11 anni. Adesso, Favaro potrebbe dover tornare davanti ai giudici, riporta Repubblica, che specifica come i fatti contestati sarebbero avvenuti tutti prima del 2022, in particolare durante il periodo del Covid-19.
“Minacce di morte, botte, soprusi fisici e psicologici. ‘Ti sfregio la faccia con l’acido’, ‘ti mando su una sedia a rotelle’, ‘ti faccio la festa’. La testa di lei presa per i capelli e avvicinata pericolosamente a un fornello acceso. E un clima di costante paura, controllo, insulti: ‘Fai schifo’, ‘non esci viva da qui’. Oggetti scagliati addosso – riporta ancora il quotidiano – cellulari rotti, il divieto di chiamare i carabinieri. La donna ha taciuto a lungo per paura. E il tempo le è diventato nemico. La procura di Ivrea ha provato a fermare Omar, chiedendo una misura cautelare: il divieto di avvicinamento per quelle ripetute minacce di morte. Ma il giudice ha detto di no. La coppia, infatti, nel frattempo si è separata e, secondo il magistrato, non c’è più l’attualità del pericolo”.
“Il suo passato non c’entra ma continua a perseguitarlo e non deve essere strumentalizzato come invece si sta cercando di fare in una vicenda che guarda caso nasce proprio durante una causa di separazione dove è in discussione l’affidamento della figlia”, spiega l’avvocato Lorenzo Repetti che è tornato ad assistere Omar. La pm Valentina Bossi e la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione hanno fatto appello contro il rifiuto della misura. Il fascicolo è arrivato ora al tribunale del Riesame di Torino che dovrà rivalutare la situazione effettiva di rischio che stanno correndo le vittime.
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Covid Italia, casi e morti in calo nell’ultima settimana

Registrati 13.208 contagi e 125 vittime. Tasso di positività più o meno stabile al 5,4%, diminuiscono i tamponi effettuati

Scendono i contagi e i morti Covid in Italia nell’ultima settimana. Dal 26 maggio all’1 giugno si sono registrati 13.208 nuovi casi, in calo del 9,6% rispetto ai 7 giorni precedenti (quando erano 14.619). Sono stati 125 i decessi in 7 giorni, -16,7% rispetto alla settimana precedente (quando erano 150). Sono i dati del bollettino settimanale del ministero della Salute, che fotografano l’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19. E’ più o meno stabile il tasso di positività, che scende di 0,2 punti percentuali dal 5,6% al 5,4%. I test eseguiti sono stati 246.019, -5,1% rispetto ai 259.227 dei 7 giorni precedenti.
“L’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da Sars-CoV-2 in Italia è circa 25 casi ogni 100mila abitanti, stabile rispetto alla settimana precedente. E’ complessivamente basso l’impatto sugli ospedali, con un tasso di occupazione dei posti letto in lieve diminuzione sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive”.
“Si ribadisce l’opportunità, in particolare per le persone a maggior rischio – si legge – di sviluppare una malattia grave in seguito all’infezione da Sars-CoV-2, di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali previste e/o raccomandate, l’uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani, ponendo attenzione alle situazioni di assembramento. L’elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione e il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali come gli anziani e i gruppi di popolazione più fragili – ribadiscono gli esperti – rappresentano strumenti importanti per mitigare l’impatto clinico dell’epidemia”.
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Le ciclovie più belle d’Italia premiate con l’Oscar del cicloturismo 2023


E’ in Toscana la numero uno delle ciclovie d’Italia: quest’anno l’Oscar italiano del cicloturismo va alla Ciclopedonale Puccini che raccoglie il patrimonio culturale e naturale presente tra Lucca e la Versilia raccontando la vita e i luoghi del compositore, di cui si celebrerà il centenario della morte nel 2024. Nata nel 2011 su un sentiero lungo il fiume Serchio, la Ciclopedonale Puccini si estende per 58 km da Lucca a Torre del Lago Puccini, attraversando Corte Parda, Filettole, Massaciuccoli, Massarosa, Viareggio, un percorso pianeggiante e adatto a tutti, con un fondo misto, prevalentemente sentiero in sede protetta su terra battuta con alternanza di asfalto in tratti condivisi su strade a bassissima percorrenza. È una Ciclovia musicata perché una segnaletica dedicata consente di accedere, tramite QR code, a un accompagnamento musicale durante la pedalata e di ascoltare le sinfonie suggerite in punti selezionati. Nei bike-point presenti lungo il tracciato, inoltre, dal prossimo settembre saranno disponibili anche podcast che raccontano gli aspetti naturali del luogo ed episodi della vita di Puccini, includendo la storia e le lettere da cui si evince quanto fosse appassionato di biciclette e ciclista lui stesso.
La Ciclopedonale Puccini è dotata di tre tipologie di segnali permanenti e sono inoltre presenti servizi di noleggio bici, punti di assistenza e di ricarica per le e-bike, fontanelle d’acqua potabile, punti ristoro, bar e ristorante, guide per tour guidato. Ottima l’intermodalità con le stazioni ferroviarie con la possibilità di percorrere tratti in bici e ritornare in treno. Nel primo tratto la ciclovia corre sull’argine sinistro del fiume Serchio, con i rilievi preappenninici sulla sinistra e vigne, oliveti e boschi sulla destra. Arrivando presso l’Oasi Lipu l’unicità̀ dello scenario e le oltre 300 specie di uccelli che vivono in questa riserva naturale in ogni stagione lasciano senza fiato. Imperdibile, per tutti i melomani, la visita al museo allestito nella Villa Puccini, l’abitazione in cui il compositore trascorse molti anni della sua vita.
La Giuria ha premiato la capacità di coniugare la tradizione con l’innovazione, restituendo appieno l’ariosa sensazione di pedalare cantando in bicicletta. La Ciclovia musicata è un vero inedito, presentato da una regione particolarmente ospitale verso i cicloturisti e che investe da anni in infrastrutture e servizi a beneficio del turismo lento. Un omaggio, ancora, a un grande compositore appassionato della bicicletta, molto legato alla sua terra e al contempo molto moderno, che ha portato l’opera italiana nel mondo.
Si posiziona al secondo posto, nell’ambito dell’Italian Green Road Award, la Regione Sicilia con Sicily Divide. Si tratta di un itinerario ciclabile di 457 km da Trapani a Catania – su strade secondarie e rurali ma anche ex ferrovie, percorsi sterrati sugli argini di fiumi e canali – che attraversa ben 48 centri abitati fra borghi e città. Lungo l’intero percorso si trovano bike hotels, fontane, punti di ristoro, assistenza, noleggio bici, ricarica bici e i check-point dove gli utenti possono collezionare i timbri per ricevere l’attestato di percorrenza della ciclovia sul Divider’s Pass, che permette inoltre di usufruire di condizione agevolate negli hotel convenzionati. Frutto di un progetto del 2020, Sicily Divide è nata con l’obiettivo di aiutare le comunità delle aree interne dell’isola tramite la diffusione di buone pratiche nell’accoglienta dei turisti su due ruote, con la creazione di una rete di bike hotels, ciclo-officine e altri servizi in grado di stimolare nelle popolazioni locali la volontà di generare un indotto economico per i loro territori legato al cicloturismo. Si tratta, infatti, di un percorso cicloturistico d’avventura che attraversa orizzontalmente la Sicilia centrale più sconosciuta, quella lontana da spiagge affollate e dalle località più note, che da Trapani passa per Salemi, Gibellina, Santa Margherita di Belice, Sambuca, Villafranca Sicula, S.S. Quisquina, Mussomeli, Montedoro, Caltanissetta, Borgo Cascino, Enna, Leonforte, Agira, Regalbuto, Centuripe, Paternò per terminare a Catania.
La Giuria ha premiato un progetto nato “dal basso” durante il Covid grazie all’iniziativa di un gruppo di giovani dell’Associazione Ciclabili Siciliane, che si sono autofinanziati per generare nella loro terra nuove economie localizzate in grado di portare valore e di invertire la tendenza all’emigrazione dei giovani. Il percorso individuato, che percorre l’entroterra siciliano e province poco battute dal turismo, è stato accolto con entusiasmo da parte delle comunità locali e degli operatori economici e continua a crescere grazie al sostegno della Regione che ne ha sposato le finalità inserendolo in un più ampio piano di promozione del cicloturismo: un esempio di come il turismo sostenibile possa valorizzare borghi e territori bellissimi e sconosciuti ai più.
Terzo posto per la Regione Veneto con la Ciclabile Treviso-Ostiglia. Una ciclovia green ricavata dal recupero di una ex ferrovia realizzata negli anni Trenta per ragioni militari e commerciali tra la città di Treviso e Ostiglia, in provincia di Mantova. L’itinerario ciclabile di 70 km di facile percorrenza si estende lungo una fascia boschiva che attraversa campi, paesi di campagna, oasi naturalistiche, corsi d’acqua e ville venete, nelle province di Treviso, Padova e Vicenza, dal Sile al Po, con un tracciato per il 90% in sede propria e per il 10% su strade poco trafficate è una ciclabile.
La Treviso-Ostiglia, realizzata a partire dal 2009 con i primi tratti inaugurati 20 anni fa, è tra le maggiori arterie del cicloturismo in Veneto e facilita i collegamenti con altre piste ciclabili della regione come la ciclabile del Sile, il Sentieri degli Ezzelini, il Cammino di S. Antonio, la ciclovia del Brenta, quella del Bacchiglione, la Riviera Berica, la via del Tergola oltre a intercettare la Dolomiti-Venezia e la Aida (Alta Italia da Attraversare,) un grande itinerario nazionale di 900 km. Interamente dotato di segnaletica, il percorso è attrezzato con fontane d’acqua, bicigrill, aree ristoro, assistenza, servizio meccanico, noleggio bici e numerose possibilità di alloggio.
La Giuria ha premiato l’idea di una “ciclovia per tutti”, una realizzazione da manuale a partire da un sedime ferroviario dismesso, oggi una grande arteria del cicloturismo veneto interconnessa con altri percorsi tra aree naturalistiche e di pregio culturale. Importante anche il recupero dei vecchi caselli come punti di ristoro e officine che agevolano i cicloturisti nella scoperta “dolce” del territorio.
Tra gli altri premi assegnati nell’ambito dell’Oscar italiano del cicloturismo 2023, il Premio Stampa e Comunicazione va alla Regione Emilia Romagna per la Ciclovia della Food Valley. Un itinerario ciclopedonale di 80 chilometri che unisce Parma a Busseto pensato per valorizzare la forte vocazione all’enogastronomia del territorio, che vanta produzioni di eccellenza e numerosi locali per la ristorazione: un importante richiamo per turisti italiani e stranieri. Completamente segnalato, il percorso è largo dai 2,5 ai 5 metri e ha un fondo misto, prevalentemente cemento, asfalto e strade bianche; in parte ricavato da precedenti ciclabili lungo gli argini del Po e dell’Enza – passa per aree naturalistiche di pregio come l’area Mab Unesco Po Grande – è attrezzato con fontane, bicigrill, punti di assistenza, segnaletica fosforescente per le uscite notturne e colonnine per la ricarica di e-bike.
Nel 2022 si è svolta la prima edizione de “l’Ingorda-la pedalata assistita dal buon cibo”, manifestazione non competitiva con sosta in ogni comune del percorso per gustare le specialità locali. L’evento si inserisce nel Festival della Food Valley, che coniuga sport, gastronomia, cultura e musica. I Comuni della Ciclovia della Food Valley sono: Parma, Sorbolo Mezzani, Brescello, Colorno, Sissa Trecasali, Roccabianca, Polesine Zibello, Busseto, tutti in provincia di Parma ad eccezione di Brescello, in provincia di Reggio Emilia. I giornalisti della Giuria hanno premiato un progetto nato per opera dei sindaci illuminati rappresentanti dei Comuni lungo la ciclovia, che hanno investito per valorizzare l’eccellenza delle produzioni locali, legandole al turismo sostenibile. Apprezzata anche la forte attenzione alla comunicazione e la singolare segnaletica che sottolinea la valenza enogastronomica del percorso.
Secondo Andrea Corsini, assessore a mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo e commercio della Regione Emilia-Romagna: “Ricevere oggi questo premio ha una valenza particolare, perché la nostra terra è devastata da un’alluvione senza precedenti e molti percorsi cicloturistici, soprattutto in Romagna, dovranno essere al più presto ripristinati. Nello stesso tempo però dobbiamo guardare avanti, rimboccarci le maniche, e questo riconoscimento, di cui ringrazio giuria e organizzatori, testimonia la nostra capacità di investire nella mobilità sostenibile e il forte legame tra l’Emilia-Romagna e le due ruote. Ci impegneremo sempre di più per valorizzare, insieme ai territori, i 9mila chilometri di piste ciclabili, ciclovie e sterrati per promuovere il turismo lento e in armonia con la natura”.
La menzione speciale di Legambiente va alla Regione Abruzzo per il cammino d’Abruzzo: un tour ad anello di 700 km nel cuore della regione, da percorrere a piedi o in bicicletta, alla scoperta delle ricchezze storiche e culturali e delle eccellenze eno-gastronomiche. Il percorso tocca 71 comuni oltre ai parchi nazionali e regionali, riserve e oasi naturalistiche, ed è suddiviso in 38 tappe: prende il via da Pescara, risale lungo la costa e nell’entroterra teramano, per poi rientrare, attraverso un sentiero boschivo di una bellezza straordinaria, sui paesi dell’area Vestina. Varcate le alte colline di Forca di Penne si immerge nel territorio aquilano e in tutta la vallata subequana per poi, attraverso sentieri e tratturi, concludere il viaggio sul territorio chietino e portare viandanti e ciclisti sulla suggestiva Costa dei Trabocchi prima di rientrare a Pescara. Sul percorso sono presenti fontane d’acqua, ciclofficine, punti di ricarica e-bike, punti di ristoro, possibilità di alloggio. Il Cammino d’Abruzzo è completamente segnalato e sono disponibili le tracce gpx dell’intero percorso.
La menzione va a un progetto che attraversa comuni, parchi e aree protette di tutta la Regione e che ricalca bene lo spirito che Legambiente ricerca nei nuovi prodotti cicloturistici: poca infrastrutturazione, ma buona capacità di integrazione nel territorio per agire come lievito delle migliori energie locali e valorizzare così il patrimonio di autenticità delle aree interne del Paese.
Per la prima volta dell’Oscar Italiano del Cicloturismo va all’estero: l’Italian Green Road Award 2023 viene assegnato all’Isola di Gran Canaria, destinazione bike friendly che ha reso accessibile la bicicletta per chiunque. Da anni mèta privilegiata di ciclisti e cicloturisti grazie alle ottime condizioni climatiche e alla sua particolare orografia, Gran Canaria ha organizzato la mobilità urbana con un sistema di bike sharing efficace e capillare mentre ha dedicato servizi di qualità e infrastrutture dedicate al cicloturismo, con percorsi in tutta l’isola.
Sono state premiate sul primo gradino del podio delle sette passate edizioni dell’Oscar del Cicloturismo: nel 2015, l’Umbria con la ciclovia ‘Assisi-Spoleto-Norcia’; nel 2016, il Friuli Venezia Giulia con ‘L’Alpe Adria’: nel 2017, il Veneto con ‘La Ciclovia dell’Amicizia’; nel 2018 la Lombardia con ‘La Ciclovia del Fiume Oglio’; nel 2020, è stata la volta dell’Abruzzo con la ‘Bike to Coast’, nel 2021, al primo posto ex aequo della Provincia Autonoma di Trento con la ‘Green Road dell’Acqua’ e della Calabria con la ‘Ciclovia dei Parchi’. Nel 2022 l’Emilia Romagna si è aggiudicata il primo premio con il ‘Grand Tour della Valle del Savio’.
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2 giugno, Meloni brinda con Mattarella: “Alla Repubblica”

Il presidente della Repubblica rompe gli schemi del ricevimento, sostando con la premier e le più alte cariche dello Stato sulla terrazza del Quirinale anziché nella coffee house

Un brindisi “alla Repubblica”. Giorgia Meloni brinda con il capo dello Stato Sergio Mattarella, che la riceve rompendo gli schemi del ricevimento per la festa del 2 giugno, sostando con lei e con le più alte cariche dello Stato sulla terrazza del Quirinale anziché nella coffee house come da tradizione. E’ Mattarella che porge un bicchiere di prosecco alla premier, che intitola il brindisi “alla Repubblica”.
Il presidente della Repubblica accoglie il presidente del Consiglio al ricevimento al Quirinale mostrandole la vista su una bellissima Roma al tramonto dalla terrazza. La premier, accompagnata dal consorte Andrea Giambruno, riconosce dal Colle il suo ufficio alla Camera, e lo indica al capo dello Stato che le ha mostrato dall’alto del Quirinale Montecitorio. Con loro, sulla terrazza, anche i due presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra. Un formato inedito per questo evento – il primo dopo la lunga pausa legata al Covid – visto che solitamente il presidente della Repubblica rimaneva nella coffee house ad attendere il saluto degli ospiti al ‘padrone di casa’.
Stamani in Moldova, nel pomeriggio a Roma. Eppure la premier sembra non avvertire stanchezza e scherza con tutti al ricevimento per la festa della Repubblica. ‘Tampinata’ dai cronisti che non si staccano da lei nemmeno per un attimo, dopo aver concesso loro un selfie di gruppo scherza: “Banda di origliatori seriali”.
Poi incrocia il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che le presenta la moglie Laura. “Ma sei proprio sicura?”, si presenta lei subito pronta alla battuta. Dunque si imbatte nel presidente del Cnel, Renato Brunetta: “Ti vedo carico, combattivo”. E i complimenti arrivano anche per il regista Enrico Vanzina: “E’ da tanto che non ti vedo, ma ti vedo proprio bene”.
I giornalisti sono sempre lì, al suo seguito. “Che stai a scrive?”, ride a uno del gruppo chiedendo di vedere il taccuino. Arriva la fedelissima Patrizia Scurti per portarla dal vicepremier Antonio Tajani, che l’attende per un colloquio riservato. “Ecco, m’ha salvato – dice Meloni ai cronisti congedandosi – che io sono una chiacchierona…”. Meloni lascia poi il Quirinale, dopo essersi intrattenuta a lungo, riservatamente, con il ministro degli Esteri, che la ‘scorta’ fino all’auto che l’attende nel cortile.
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Salute, Pregliasco: “Enterovirus killer? ‘Rischio generale basso ma sorvegliare”

“Il rischio complessivo di sanità pubblica per questo enterovirus lo vedo molto limitato, così come precisa anche l’Organizzazione mondiale della sanità, pur nella gravità dei casi descritti e nella necessità di fare attenzione e di sorvegliare”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, dopo l’alert lanciato dall’Oms a seguito di 9 casi di sepsi neonatale, con 7 morti, registrati in Francia e associati a un tipo enterovirus detto E-11, e in particolare a un lignaggio ricombinante in precedenza non rilevato nel Paese d’Oltralpe.
L’esperto invita a cogliere “anche l’aspetto positivo” di avvisi come questo, così come quello diffuso dall’Oms nelle scorse settimane e relativo a un rialzo di miocarditi gravi (2 decessi su 15 casi) nei lattanti in Uk, sempre associate a degli enterovirus. La faccia buona della medaglia è proprio il monitoraggio di questi nemici invisibili, un approccio “che per certi versi – osserva Pregliasco – è anche un po’ figlio della lezione appresa con Covid: una riorganizzazione e un potenziamento dei sistemi di sorveglianza epidemiologica, di individuazione e di segnalazione di situazioni anomale, in un’ottica proattiva” di guardia alta e preparazione.
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Gori: “Orgoglioso del riconoscimento di Centro studi Grande Milano”

Il primo cittadino di Bergamo ha ricevuto il premio per il qualificato impegno nella candidatura della sua città quale capitale della cultura 2023, dopo il periodo drammatico della pandemia
“Ricevere il premio ‘Ambasciatori Grande Milano nel mondo’ è importante perché il Centro studi Grande Milano è molto prestigioso ed ha riunito un parterre veramente di altissimo livello, ero infatti emozionato di incontrare molte delle persone presenti in sala”. Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori a margine dell’evento ‘Grandi sindaci: creare città sostenibili’, organizzato da Centro studi Grande Milano e di cui Bper Banca è sponsor. In questa occasione, il primo cittadino di Bergamo ha ricevuto il premio ‘Ambasciatori Grande Milano nel mondo’ per il qualificato impegno nella candidatura della sua città quale capitale della cultura 2023, dopo il periodo drammatico della pandemia.
“Penso che sia un riconoscimento in parte dovuto al mio lavoro ma in larga parte dovuto alla mia città, che ha il vero merito di quello che è successo – ha aggiunto Gori – siamo infatti passati dal momento complicato del Covid nel 2020, ad un momento di grande crescita e successo della città, sia dal punto di vista turistico che culturale. Continuiamo quindi a lavorare per una grande area metropolitana milanese di cui, penso, Bergamo faccia parte a tutti gli effetti”.
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Export, Allianz Trade: “Imprese ottimiste per il 2023, ma restano forti incertezze globali”

Pubblicata oggi la seconda edizione del Global Survey

Gli sconvolgimenti degli ultimi anni, dalla pandemia di Covid-19 all’invasione dell’Ucraina, sembrano condurre verso un ripensamento delle catene di approvvigionamento globali. In che modo questi eventi stanno influenzando le imprese, la loro volontà di commerciare e le modalità con cui operano all’estero? Allianz Trade pubblica oggi la seconda edizione del suo Global Survey. Il leader mondiale dell’assicurazione credito ha intervistato quasi 3.000 esportatori di Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti, chiedendo alle aziende quali sono le loro aspettative per quanto riguarda le esportazioni nel 2023, le loro esperienze in merito alle interruzioni delle catene di approvvigionamento, i piani per rendere le catene di approvvigionamento più resilienti e le loro strategie esg.
Sebbene le aziende siano relativamente ottimiste rispetto alle prospettive per le esportazioni nel 2023, l’incertezza economica resta forte. Per il 2023, circa il 70% delle aziende prevede un aumento del fatturato generato dalle esportazioni rispetto all’anno precedente, in calo se confrontato all’80% dell’edizione 2022. Ciò riflette il panorama meno favorevole per il commercio globale nel 2023: Allianz Trade prevede che il commercio globale crescerà lentamente in termini di volumi (+0,7% contro il +3,8% del 2022) e avrà una contrazione in termini di valore (-0,1% contro il +9,7% del 2022).
Le aziende sembrano inoltre avere un minore interesse per i nuovi mercati, propendendo per il consolidamento di quelli esistenti. Il 63% degli intervistati preferisce incrementare gli investimenti nei Paesi in cui è già presente, mentre il 47% prevede di investire in nuovi mercati. Per quanto riguarda le esportazioni, oltre il 55% delle aziende prevede di acquisire ulteriori quote di mercato nei paesi in cui è attualmente presente, mentre il 52% vuole diversificare e puntare su nuovi paesi. Rispetto allo scorso anno, un numero maggiore di intervistati prevede un aumento della durata dei termini di pagamento delle esportazioni (42% contro 31%), con una quota che quest’anno ha raggiunto livelli vicini al 50% sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito.
La percentuale di intervistati che si aspetta un aumento del rischio di mancato pagamento delle esportazioni è aumentata rispetto al nostro sondaggio di inizio 2022, con un incremento di 11 punti percentuali per un complessivo 40%. L’aumento è diffuso in tutti i paesi, ma risulta particolarmente evidente nel Regno Unito e in Germania (entrambi +16 punti percentuali), mentre è di solo +6 punti percentuali in Italia.
“Poiché le banche centrali continuano ad aumentare i tassi di interesse per ridurre l’inflazione, le aziende si trovano ad affrontare un mix di calo della domanda, ulteriori pressioni sulla redditività e condizioni di credito restrittive. In questo contesto, si stanno chiaramente preparando ad un allungamento dei termini di pagamento delle esportazioni e ad un aumento del rischio di mancato pagamento nel 2023. Ciò è in linea con le nostre previsioni rispetto alle insolvenze globali, che dovrebbero crescere del +21% nel 2023 (dopo il +2% del 2022)”, afferma Aylin Somersan Coqui, ceo di Allianz Trade.
Nonostante i miglioramenti, le aziende sono ancora preoccupate per le interruzioni delle catene di approvvigionamento. Quasi il 75% degli intervistati ritiene che gli ostacoli logistici e gli elevati costi di trasporto abbiano un impatto da moderato a significativo sull’attività di esportazione nel 2023, costituendo la sfida principale in Germania, Italia e Polonia. Per le aziende statunitensi e spagnole, la difficoltà maggiore è rappresentata dal costo e dalla disponibilità di finanziamenti. Per le aziende del Regno Unito, invece, i prezzi elevati dell’energia restano l’ostacolo più grande da superare quest’anno. Mentre, in Francia, le aziende sono preoccupate soprattutto per il rischio di mancato pagamento.
“Per mitigare le interruzioni delle catene di approvvigionamento, le tre strategie principali sono il monitoraggio, la gestione del rischio e la due diligence esg sui fornitori. Tuttavia, nonostante i timori che si verifichino crisi coincidenti tali da innescare la deglobalizzazione, la ricostruzione ex novo delle catene di approvvigionamento o la delocalizzazione dei siti produttivi sono le opzioni meno favorite. Le aziende più colpite dalla crisi energetica si stanno orientando comunque verso una maggiore diversificazione delle catene di approvvigionamento. Quelle che segnalano un’interruzione da discreta a grave delle loro catene di approvvigionamento a causa della crisi energetica sembrano essere più interessate ad apportare cambiamenti, con il 35% che prevede di delocalizzare fornitori e siti produttivi nel medio-lungo termine (contro l’11% delle aziende meno colpite)”, spiega Ana Boata, global head of economic research di Allianz Trade.
La liquidità domina ancora nel settore del finanziamento delle esportazioni. Per finanziare i piani di sviluppo delle esportazioni, le imprese prevedono di continuare a fare affidamento su liquidità, prestiti bancari e condizioni di pagamento. Le prime due opzioni sono risultate quelle con il maggior numero di preferenze anche nel sondaggio della scorsa edizione, anche se quest’anno, in un contesto di riduzione delle riserve di liquidità a disposizione delle imprese e di inasprimento delle condizioni dei prestiti bancari, il margine rispetto agli altri mezzi è chiaramente diminuito.
“È interessante notare che, oltre alle fonti di finanziamento tradizionali, le aziende optano sempre più spesso per sistemi Buy Now Pay Later per finanziare le loro esportazioni. Per le imprese del Regno Unito e della Francia, questi costituiscono la terza fonte di finanziamento dopo la liquidità e i prestiti bancari. Tale crescente interesse potrebbe sbloccare i finanziamenti per il commercio anche per le piccole e medie imprese che in passato si sono allontanate dal commercio globale”, afferma Ano Kuhanathan, head of corporate research di Allianz Trade.
Anche sul fronte delle politiche pubbliche, le imprese chiedono soprattutto un sostegno finanziario. Le politiche attive del lavoro per la riqualificazione della manodopera si classificano al secondo posto dopo i prestiti e le sovvenzioni garantiti dallo Stato, a riprova dell’importanza di una garanzia dei finanziamenti nel contesto attuale. Considerando che la terza misura di politica pubblica preferita è la riduzione delle barriere al commercio, compresa l’eliminazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, il controllo dei costi sembra essere la priorità numero uno.
Per quanto riguarda i criteri esg, le imprese privilegiano per ora i piccoli passi e la continuità aziendale. La crisi energetica sta accelerando la transizione verde. In un contesto di rallentamento economico e di vincoli finanziari, oltre l’80% degli intervistati dichiara che nel 2023 darà priorità alla continuità aziendale rispetto agli impegni esg. Tuttavia, le aziende non hanno rinunciato del tutto agli obiettivi esg: la maggior parte degli intervistati (85%) sta intensificando gli sforzi per passare a fonti energetiche verdi nel lungo periodo, soprattutto in Spagna, Stati Uniti e Francia.
“Le principali priorità in termini di misure esg ruotano ancora intorno ad azioni a breve termine, come la scelta di utilizzare mezzi di trasporto compatibili con l’ambiente, l’aumento degli standard esg che i fornitori sono chiamati a rispettare o il miglioramento degli standard di salute e sicurezza all’interno della catena di approvvigionamento. Ma si sta dando priorità anche a misure più strutturali, come lo sviluppo di prodotti e servizi sostenibili e innovativi e la riduzione dell’esposizione alle attività non eco-compatibili (brown activities)”, conclude Aylin Somersan Coqui.
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Boldi: “Io non facevo ridere in ‘In Vacanza su Marte’, non De Sica”

L'attore chiarisce: ''Non stavo bene, abbiamo lavorato in condizioni di disagio, c'era il Covid''

”Non ha mai detto che in ‘In Vacanza su Marte’ Christian (De Sica, ndr) non facesse ridere o che non facesse ridere il film ma ho detto che ero io che non facevo ridere. Mi è stato chiesto quale è stato il film che hai detestato di più e io ho risposto: ‘In Vacanze su Marte”’. Così Massimo Boldi all’Adnkronos chiarisce il senso delle sue parole rilasciate recentemente nel corso di un’intervista sul film che vedeva il ritorno in coppia con Christian De Sica dopo i tanti Cinepanettoni fatti insieme. ”Io non facevo ridere – ribadisce Boldi – si vede che non stavo bene. C’era il Covid, abbiamo lavorato con la mascherina in faccia in un contesto di disagio totale. Può succedere che in una carriera fatta di oltre ottanta film un attore possa dire di non essere soddisfatto di come ha lavorato in uno di questi film. Come fai a far ridere la gente in un contesto di disagio totale? – conclude – Mi è dispiaciuto per Neri Parenti che è l’autore e il regista del film e con cui abbiamo fatto la storia del cinema italiano”.
(di Alisa Toaff)
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Boldi: ”in ‘In Vacanze su Marte’ ero io che non facevo ridere, non De Sica”

L'attore chiarisce: ''Non stavo bene, abbiamo lavorato in condizioni di disagio, c'era il Covid''

”Non ha mai detto che in ‘In Vacanze su Marte’ Christian (De Sica, ndr) non facesse ridere o che non facesse ridere il film ma ho detto che ero io che non facevo ridere. Mi è stato chiesto quale è stato il film che hai detestato di più e io ho risposto: ‘In Vacanze su Marte”’. Così Massimo Boldi all’Adnkronos chiarisce il senso delle sue parole rilasciate recentemente nel corso di un’intervista sul film che vedeva il ritorno in coppia con Christian De Sica dopo i tanti Cinepanettoni fatti insieme. ”Io non facevo ridere – ribadisce Boldi – si vede che non stavo bene. C’era il Covid, abbiamo lavorato con la mascherina in faccia in un contesto di disagio totale. Può succedere che in una carriera fatta di oltre ottanta film un attore possa dire di non essere soddisfatto di come ha lavorato in uno di questi film. Come fai a far ridere la gente in un contesto di disagio totale? – conclude – Mi è dispiaciuto per Neri Parenti che è l’autore e il regista del film e con cui abbiamo fatto la storia del cinema italiano”.
(di Alisa Toaff)
Coronavirus
Dal post Covid all’ambiente, la pneumologia del futuro al Congresso Aipo

Dal 9 all’11 giugno a Bari l’appuntamento per circa 2mila pneumologi italiani e stranieri

Quanto è importante la qualità dell’aria che respiriamo, la qualità del nostro sonno e degli spazi che abitiamo per la salute del nostro organismo? Come è cambiata la pneumologia dopo il Covid-19? Sono alcune delle domande a cui esperti provenienti da tutta Italia e dall’estero cercheranno di rispondere in occasione del XXIV congresso nazionale della pneumologia italiana che si terrà a Bari, alla Fiera del Levante, dal 9 all’11 giugno. Un’occasione per fare il punto sulle malattie dell’apparato respiratorio e sulle novità più rilevanti che riguardano i trattamenti disponibili. Circa 2000 specialisti – si legge in una nota – si confronteranno su patologie che presentano un alto tasso di crescita dal punto di demografico ed epidemiologico, con un grande impatto emotivo e una ricaduta altrettanto significativa da un punto di vista sociale e della sostenibilità.
Al centro del congresso le malattie respiratorie, quali asma e Bpco, tumori polmonari, disturbi respiratori del sonno, ma anche temi di politica sanitaria legata all’attuazione del Pnrr, pneumologia interventistica e trapianti. Durante l’evento, inoltre, verrà presentata un’iniziativa realizzata dalla Federazione italiana della pneumologia (Fip), insieme alle società scientifiche che si occupano di patologie dell’apparato respiratorio: Associazione italiana pneumologi ospedalieri – Italian thoracic society (Aipo-Its) e la Società italiana di pneumologia – Italian respiratory society (Sip/Irs) in collaborazione con Legambiente. Sono stati infatti piantati 300 alberi, 150 in provincia di Catania lo scorso novembre e altrettanti nella pineta del Parco San Francesco di Bari.
Questa iniziativa – prosegue la nota – si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza del binomio salute dell’ambiente – salute respiratoria, nonché rendere consapevole la cittadinanza circa l’importanza di respirare aria pulita, di vivere in un contesto verde e non inquinato. Gli pneumologi vogliono ricordare che la vegetazione svolge un importantissimo ruolo: rappresenta un filtro biologico capace di assorbire gli inquinanti gassosi attraverso le foglie e i metalli pesanti attraverso le radici.
“Per questa edizione abbiamo pensato al termine ‘PneumoLogica’ – spiega Mauro Carone, direttore Uoc Pneumologia e riabilitazione respiratoria Irccs Maugeri Bari e presidente del congresso – perché viviamo in un’epoca nella quale stiamo fondendo le capacità tecnologiche e-bioinformatiche con le attuali conoscenze mediche. Una fusione tra ragione, logica, umanesimo e tecnologia che deve portare al miglioramento delle cure per i nostri pazienti. Quello che abbiamo definito ‘l’Illuminismo della pneumologia’”.
Durante i lavori “parleremo della riorganizzazione della pneumologia – sottolinea Carone – soprattutto dopo il Covid-19 e dell’istituzione di sezioni di terapia semi-intensiva respiratoria; dei nuovi Lea, del Pnrr e dello stato di attuazione degli interventi in sanità con la necessità di una corretta integrazione ospedale-territorio. Al centro dei lavori anche la tele-pneumologia e la tele-riabilitazione; il Piano nazionale di riabilitazione; l’impatto dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sulla salute respiratoria; la medicina di precisione e le nuove terapie. Spazio anche alla Certificazione delle competenze, progetto che sta a cuore ad Aipo-Its per avere professionisti sempre più competenti e certificati”.
In Italia si registrano ogni anno 400.000 nuovi casi di tumori e 180.000 morti premature a causa del cancro – riporta la nota – Questo dato non è distribuito sul territorio in modo uniforme e casuale; si registra una concentrazione nei territori soggetti a inquinamento ambientale.
“Il rapporto fra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici è duplice – evidenzia Giovanni Viegi, già dirigente di ricerca Cnr Istituto di Fisiologia linica di Pisa – Molti inquinanti atmosferici, prodotti in larga misura dall’uso dei combustibili fossili, contribuiscono all’effetto serra. D’altra parte, i cambiamenti climatici possono amplificare gli impatti sanitari dell’inquinamento atmosferico, ad esempio influenzando da un punto di vista fisico-chimico le condizioni meteorologiche e quindi la formazione e la persistenza degli inquinanti in atmosfera; inoltre, i cambiamenti climatici possono aumentare in alcune regioni il rischio e la gravità degli incendi boschivi ed il rilascio dei pollini in atmosfera, contribuendo all’inquinamento atmosferico”.
I medici di famiglia e gli specialisti in pneumologia, immunologia e allergologia “hanno un ruolo cruciale nel sensibilizzare i pazienti e le loro famiglie – aggiunge Viegi – per proteggerli dagli effetti dell’inquinamento atmosferico e raccomandare uno stile di vita sostenibile”. Secondo gli esperti, la pandemia ha evidenziato l’importanza della salute respiratoria e sensibilizzato l’opinione pubblica circa il ruolo dello pneumologo e della cura delle malattie respiratorie. “La lezione positiva che possiamo trarre dalla pandemia riguarda il monitoraggio a domicilio di molti pazienti – sottolinea Claudio Micheletto, direttore Uoc Pneumologia Aou Verona e presidente eletto Aipo-Its – in particolare per quelli più gravi che hanno bisogno di ossigeno-terapia o di ventilazione meccanica non invasiva. La telemedicina si è dimostrata fondamentale e può consentire un attento monitoraggio delle condizioni dei pazienti evitando, allo stesso tempo, inutili accessi nelle strutture ospedaliere”.
Come “specialisti stiamo”, inoltre, “costruendo un nuovo rapporto con il territorio, visto che la normativa che istituisce le Case della Salute, prevede che nei centri hub (ogni 50.000 abitanti) vi sia lo spirometro tra le dotazioni tecnologiche e la possibile consulenza dello specialista pneumologo. Questo permetterebbe, in particolare per i casi di minore complessità, una gestione territoriale con strumenti adeguati. Se si pensa che solo le malattie croniche ostruttive riguardano più del 10% della popolazione e a queste si aggiungono poi le neoplasie, le interstiziopatie e le malattie infettive si comprende quanto sia importante una gestione territoriale integrata con i centri specialistici”, conclude.
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