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Spettacolo

Pippo Franco: “Uno scempio non nominare il Bagaglino...

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Pippo Franco: “Uno scempio non nominare il Bagaglino nel programma Rai per i 70 anni della tv”

L’artista ripercorre la sua lunga carriera artistica, dalla televisione al cinema, e sui programma di oggi dice, “si fa ridere senza contenuti”

Pippo Franco (Fotogramma)

Il Bagaglino è stato punto di riferimento dell'intrattenimento italiano e non nominarlo nel programma 'La Tv fa 70' dedicato dalla Rai ai 70 anni della televisione "è stato un scempio". La satira di una volta non esiste più: "Oggi si cerca di far ridere senza contenuti". Non usa mezzi termini Pippo Franco, classe 1940, icona del panorama artistico italiano che, con la sua ironia e il suo umorismo, ha saputo intrattenere generazioni di spettatori attraversando diverse epoche della televisione e del cinema italiano. Pippo Franco oggi ha 84 anni e, in un'intervista all'Adnkronos dove ripercorre la sua lunga carriera artistica, non nasconde il suo disappunto per la mancata citazione dei programmi del Bagaglino nella trasmissione condotta da Massimo Giletti lo scorso 28 febbraio, scelta criticata anche da Pier Francesco Pingitore, fondatore della compagnia.

"Non nominare un programma che ha fatto 14 milioni di ascolti per 23 anni è stato – torno a dire – uno scempio", dice l'artista secondo cui c'è stata una scelta precisa "da parte della redazione del programma: una sorta di damnatio memoriae (condanna della memoria, ndr)". Il Bagaglino in tv ha portato satira e spettacolo ma "evidentemente non era abbastanza per coloro che hanno deciso di mettere una pietra tombale su un avvenimento e un evento che invece tuttora è vivo".

"Quello che noi abbiamo iniziato a fare con il Bagaglino all'epoca ancora non si definiva cabaret", racconta Pippo Franco ricordando la compagnia di varietà fondata nel 1965 da Pier Francesco Pingitore e Mario Castellacci: "abbiamo iniziato da una sorta di cantina e poi siamo cresciuti molto, approdando al Salone Margherita. Nella sostanza non facevamo altro che interpretare il nostro tempo, tirando fuori i paradossi, le assurdità del periodo storico senza però avere mai una configurazione politica". E questo ha determinato il grande seguito di spettatori: "Il pubblico ci seguiva per i contenuti, perché allora la nazione era poetica e l'ironia, quella che abbiamo sempre usato, serviva ad esorcizzare il dramma. La nostra era una risata salvifica".

Poi è arrivata la televisione: "23 anni con 14 milioni di ascolti, come media, oggi sono inimmaginabili". Ogni anno il programma cambiava nome: Biberon, Crème caramel, Saluti e baci e tanti altri ma che non si dica che era solo cabaret. "C'era musica, coreografie e tanto altro. Con noi hanno debuttato molte star, come Pamela Prati e Valeria Marini. Il lunedì c'era il copione e si andava in diretta il sabato interpretando il nostro tempo". Il pubblico, racconta l'artista, "ci ha amato e tuttora, anche i giovani, mi fermano per strada", testimoniando un affetto che non è tramontato.

Ma oggi la televisione non è più quella di una volta. "Non vedo le stesse realtà, il linguaggio è cambiato e spesso faccio fatica a trovare contenuti. Il senso del divertimento è un altro: non si fa ridere soltanto per far ridere ma si fa ridere tirando fuori i paradossi e le assurdità. Oggi però non è così". Eppure, sottolinea l'artista, "viviamo in un'epoca dove la vita è diventata quasi esclusivamente esteriore e c'è bisogno di più vita interiore che fa parte proprio dell'esistenza. Le persone hanno bisogno di contenuti altrimenti la piazza dopo un quarto d'ora si svuota".

E un nuovo Bagaglino in tv oggi sarebbe pensabile? "Certo. Anzi, perché no? Sarebbe bello poterlo proporre e si potrebbe fare un bel lavoro". E ai giovani artisti che vogliono intraprendere la via dello spettacolo, il consiglio di Pippo Franco è di rispondere sempre a due domande: "chi sono e che cosa ho da dire. Bisogna conoscersi per sapere chi si è da un punto di vista artistico. Massimo Troisi è stato un grandissimo artista che ha parlato sempre esclusivamente napoletano. Eppure lo hanno capito tutti perché sapeva perfettamente chi era".

E poi c'è il 'che cosa ho da dire': "Tirare fuori quell'assurdità in cui tutti si riconoscono e che può far fare una risata". Esattamente quello che Pippo Franco ha fatto nei suoi mille ruoli, da comico ad attore, da conduttore televisivo a sceneggiatore, commediografo e regista teatrale: "ciascun linguaggio è una cosa a sé ma ho sempre cercato di tirare fuori quel me stesso nella speranza di essere utile agli altri". L'umorismo per l'artista 84enne non fa parte solo dello spettacolo: "E' una realtà necessaria e indispensabile nella vita di tutti i giorni. Anche Padre Pio amava raccontare storielle e far ridere i frati con cui viveva. Questo basta per capire quant'è importante il senso della felicità perché comunque la vita è la più grande opera d'arte che sia mai stata realizzata".

di Loredana Errico

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Spettacolo

Fedez in lacrime a ‘Belve’, il rapper smentisce...

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A quanto apprende l'Adnkronos il rapper si è commosso fino alle lacrime parlando di moglie e figli

Fotogramma /Ipa

Fedez in lacrime durante la registrazione della puntata di 'Belve'. A quanto apprende l'Adnkronos, il rapper si sarebbe commosso fino alle lacrime durante l'intervista con Francesca Fagnani, registrata ieri negli studi del centro Rai Nomentano intitolato a Fabrizio Frizzi. Fedez avrebbe parlato della crisi della relazione con la moglie e dell'amore per i figli Leo e Vittoria.

Il rapper avrebbe spiegato che proteggerli è la sua priorità di questa fase e che la decisione di non mostrarne più il volto sui social sarebbe stata concordata con la moglie. Il rapper avrebbe inoltre smentito ogni illazione su suoi presunti flirt e tradimenti. L'intervista andrà in onda nella puntata del 9 aprile, in onda in prima serata su Rai2 e non, come inizialmente previsto, nella puntata d'esordio della nuova edizione di 'Belve' il 2 aprile, che ospiterà invece Matteo Salvini, Carla Bruni e Loredana Bertè.

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Spettacolo

Arnold Schwarzenegger dopo l’intervento al cuore:...

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L'attore 76enne rassicura i fan sul suo stato di salute e anche sulla serie Tv di Netflix

Arnold Schwarzenegger - Fotogramma

Nonostante il recente intervento chirurgico al cuore, Arnold Schwarzenegger, è "pronto a girare" la seconda stagione di 'Fubar' già da aprile. All'inizio del mese l'attore ha subito un intervento al cuore per mettere un pacemaker e, intervenendo al podcast 'Arnold's Pump Club', aveva scherzato: "Sono diventato un po' più una macchina".

La star di Terminator, 76 anni, su Instragram ha, quindi, rassicurato i fan sul suo stato di salute e anche sulla produzione della serie targata Netflix che non subirà interruzioni: "Ho ricevuto tanti messaggi gentili da tutto il mondo, ma molte persone mi hanno chiesto se il mio pacemaker causerà problemi con la seconda stagione di Fubar". E aggiunge: "Assolutamente no".

"Sarò pronto per girare già ad aprile", assicura. L'attore di Hollywood nella serie ‘Fubar’, disponibile su Netflix, interpreta il ruolo di Luke Brunner, un agente della Cia prossimo al pensionamento, che a causa di un segreto di famiglia, è costretto a tornare sul campo per un ultimo lavoro.

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Spettacolo

Depeche Mode a Milano, notte grandiosa che attraversa...

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Al Forum di Assago la band britannica regala due ore di show con pezzi del nuovo album come 'Ghosts again' e 'Wagging Tongue' ed evergreen come 'Enjoy the Silence', 'Stripped' e 'Just Can't Get Enough'

I Depeche Mode in concerto a Milano (AdnKronos)

I Depeche Mode tornano a Milano e il Forum di Assago si trasforma in un santuario per gli appassionati di musica quando la leggendaria band elettronica onora il palco per un concerto che celebra una carriera di oltre quattro decenni. A differenza di altre band coeve ancora in attività, il duo inglese non ha mai imboccato la via del revival nostalgico, con il pubblico in costante attesa delle hit del periodo d'oro ma in tutti questi anni ha saputo essere ancora rilevante. L’ultimo album ‘Memento Mori’ è qui a testimoniarlo, degno capitolo di una discografia a dir poco eccezionale, che è entrata in risonanza con un pubblico multigenerazionale di ogni latitudine nel mondo, come i biglietti inceneriti in poche ore dell’intero tour italiano dimostrano.

L'atmosfera all'interno del Forum di Assago è quella delle grandi occasioni quando le luci si abbassano e le note solenni di ‘My Cosmos Is Mine’ iniziano a risuonare. Non fa in tempo a salire sul palco, accolto da un boato di applausi, che Dave Gahan, osannato frontman, ancheggia e seduce gli spalti, con presenza e movenze ormai iconiche, come l'aura mistica del più defilato (ma non per questo meno presente) Martin Gore, unici superstiti della formazione originale dopo l’improvvisa scomparsa del compianto Andy Fletcher, avvenuta nel 2022, quando il profetico titolo dell’album, in quel momento non ancora uscito, era già stato deciso.

Il duo sembra più affiatato che mai, con un’intesa ormai cementata dal secondo anno consecutivo di tour mondiale che aveva già toccato l’Italia con le date negli stadi del 2023. Intesa sul palco che scaccia definitivamente i timori di chi li dava per spacciati e temeva il loro scioglimento dopo la scomparsa di 'Fletch', da sempre discreto collante e paciere tra le ingombranti personalità del frontman Dave e dell’autore Martin. Sui ritmi pulsanti di ‘Wagging Tongue’ eccoli intonare la loro 'musica per le masse'. Anche stavolta basta poco alla band di Basildon per infiammare il Forum, alternando pezzi del nuovo lavoro discografico a brani evergreen. In oltre due ore di concerto, i pionieri dell’elettronica restituiscono al popolo milanese la stessa energia dell’estate scorsa. Stavolta però l'enfasi è triplicata.

Ogni brano della scaletta risuona profondamente con il pubblico, suscitando ora applausi ora cori. I Depeche Mode, con la loro ormai fedele e ultra-rodata formazione dal vivo, dominano il palco su cui troneggia una enorme ‘M’ e le video installazioni supervisionate dall’inseparabile e geniale fotografo-regista-amico-di-sempre, Anton Corbijn. La platea apprezza e ringrazia. Hit come ‘It's No Good’, ‘In Your Room’ e ‘Walking in My Shoes’ mostrano la caratteristica miscela della band di paesaggi sonori oscuri e atmosferici e groove contagiosi; seguono le classiche ‘Policy of Truth’ ed ‘Everything Counts’, che trasportano i fan indietro nel tempo. E poi ‘Precious’ e l’ultimo singolo 'Before We Drown’, a testimoniare l’evoluzione sonora e stilistica della band, dalle hit pop alle sonorità più complesse e dark di fine anni 90’ e degli anni 2000.

Segue un'affascinante performance acustica di ‘Strangelove’, cantata da Martin Gore, la cui tenera voce e l'arrangiamento essenziale aggiungono una nuova dimensione all'amato classico. Man mano che il concerto si sviluppa, la band si tuffa nel suo sterminato catalogo, spaziando dalla malinconica ‘Ghosts Again’ primo singolo dall’ultimo album, alla ipnotica ‘I Feel You’, fino alla minacciosa ‘A Pain That I'm Used To’ e alla pulsante ‘Behind the Wheel’, dedicata a Fletcher. Ciascuna canzone a dimostrare l'impareggiabile visione artistica della band, fatta di suoni sintetici e linee vocali che rimangono addosso per sempre, impreziosite dalle chitarre bluesy e minimaliste e dalle armonie vocali di Martin Gore.

Dave Gahan è in gran spolvero, tiene il palco come nessun altro e non sembra possibile stia per festeggiare 62 anni, con i suoi ormai iconici gilet, portati rigorosamente a petto nudo, le movenze sinuose e i tatuaggi che gli coprono braccia e petto. Lo show è un susseguirsi di inni anni ‘80 come ‘Black Celebration’ e ‘Stripped’, sempre cantate a squarciagola dai presenti, come in un rito liberatorio collettivo che culmina inevitabilmente con il capolavoro ‘Enjoy The Silence’ a chiudere la scaletta.

Ma è durante il bis che la magia raggiunge il suo apice, quando la band rientra con ‘Waiting for the Night’, seguita dai brani-monumento che tutti conoscono come ‘Just Can't Get Enough’ e poi l’ondata travolgente di braccia e mani che si piega, come da rito, al ritmo di 'Never let me down again'. E sembra davvero che non ci siano versi più adatti per congedare il pubblico. "Non voglio più tornare giù, non voglio più mettere i piedi a terra" urlano gli spettatori.

Sembra finita ma è solo un'illusione. La degna conclusione è sulle note dell'iconica ‘Personal Jesus’, il cui incedere contagioso e il ritornello-inno cantato all’unisono dal Forum sono il finale perfetto per una serata indimenticabile di musica eccezionale e ricordi che inevitabilmente ciascuno di noi ha legato a queste canzoni. La festa è rimandata a sabato, quando il duo farà il bis al Forum di Assago.

Ora le luci si accendono e la band saluta con un inchino. Resta un senso di euforia per le anime fortunate che hanno assistito alla trascendente performance della band britannica, portando con sé un’altra notte da custodire. Raramente si troverà infatti un fan del gruppo che ha visto solamente un concerto, anzi non è raro scovare persone che seguono ogni data per interi tour, sobbarcandosi spesso trasferte oltre i confini nazionali. Un’ulteriore testimonianza del potere duraturo della musica e dell'esperienza live dei Depeche Mode. (di Federica Mochi)

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