

Politica
Brunetta a Salvini: “Poltrona? In 8 mesi parlamentari al lavoro per il Paese”
“Dalla mia esperienza di questi otto mesi di governo non posso che dare un giudizio straordinariamente positivo del lavoro dei parlamentari tutti, sia di maggioranza che di opposizione”. Non è piaciuto a Renato Brunetta il j’accuse lanciato da Matteo Salvini contro ”la stragrande maggioranza dei parlamentari” che pensa solo alla propria ricandidatura e non agli interessi del Paese. Il ministro della Funzione pubblica non ci sta e dice all’Adnkronos: ”Tutti i decreti legge, tutta l’attività del governo è stata dal Parlamento recepita e valorizzata con grande senso di responsabilità e con grande qualità. Posso tranquillamente dire che tutti i provvedimenti, senza esclusione alcuna, in questi 8 mesi – e sono stati tanti – sono stati tutti migliorati ampliati, completati, sostanzialmente resi più giusti ed efficaci”. ”Tutto ciò -assicura Brunetta- grazie al lavoro, lo ripeto ancora una volta, di tutti i parlamentari, che, evidentemente, si preoccupano più della loro responsabilità nei confronti del Paese, che del loro seggio e di questo ne va dato atto”.
Salvini oggi ha difeso a spada tratta il maggioritario, scagliandosi contro la voglia di proporzionale e di centro che c’è nel centrodestra, a cominciare da Forza Italia. Brunetta non vuol polemizzare su questo, ma ci tiene a precisare che quando era alla guida del gruppo di Fi alla Camera, lui fu tra i principali sostenitori dell’attuale legge elettorale di tipo maggioritario. ”Io, da presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera -ricorda- ho voluto fermamente il Rosatellum. Dichiaro in ogni caso, però, che le leggi elettorali sono figlie del momento storico e del momento politico in cui vengono decise”.
Politica
Unimarconi ospita ‘La Giovane Politica’, partecipazione e impegno giovanile


Si è tenuto nell’aula Magna dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi con grande successo l’evento “La Giovane Politica”, con la partecipazione di numerosi ragazzi e giovani leader under 30 dei principali partiti politici. L’evento, promosso da Pietro Tramontano, studente dell’ateneo e fondatore di Politicare, ha evidenziato il desiderio delle nuove generazioni di unire le forze e far valere le proprie opinioni su questioni di rilevanza nazionale. Tra gli ospiti anche il giornalista Giovanni Floris.
Il presidente Alessio Acomanni ha commentato: “L’università è il luogo in cui i giovani si formano e crescono, ma è altrettanto importante che abbiano la possibilità di esprimere il loro impegno e la loro visione per il futuro. La partecipazione e la passione dimostrate dai presenti a questo evento rappresentano un segnale che la nuova generazione è pronta a dare il proprio contributo e a definire il cammino futuro”. Per Pietro Tramontano, studente di Unimarconi, “l’evento testimonia l’esistenza di una nuova generazione altamente preparata che vuole incidere sulle decisioni del futuro. Questi incontri mettono in evidenza l’importanza di unire la nostra generazione per poter dare un significativo contributo”.
L’Università degli Studi Guglielmo Marconi, è la prima Università digitale italiana riconosciuta dal Miur con D.M. 1 marzo 2004, che unisce metodologie di formazione on line con attività di formazione in presenza attraverso lezioni, seminari, laboratori, sessioni tematiche di approfondimento al fine di raggiungere i migliori risultati di apprendimento e di formazione umana e culturale per lo studente. L’Università ha realizzato un modello formativo di eccellenza grazie all’impiego di strumenti tecnologici innovativi, all’orientamento internazionale, all’approccio multidisciplinare e vanta ad oggi oltre 80.000 studenti suddivisi in 21 corsi di laurea e 60 corsi Post-Laurea, una Scuola di Specializzazione per le professioni legali, i 24 Cfu per l’insegnamento e un parterre di docenti unico ed esclusivo.
Politica
Conte: “Nordio alimenta scontro tra politica e magistratura”

"Da governo attacco ad alcuni pilastri della Costituzione"

“C’è una postura sbagliata del ministro Nordio nei confronti della magistratura, mi sembra che di tutto l’Italia ha bisogno tranne che di alimentare un nuovo scontro tra politica e magistratura”. Sono le parole di Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle al congresso di Area Giustizia Democratica di Palermo. “Questa nuova stagione di tensione è fondata su un falso concettuale – dice ancora – che dobbiamo rispedire al mittente. C’è un fronte politico che con molta astuzia e furbizia vuole alimentare una falsa dicotomia, del tutto fuorviante, un presunto schieramento garantista e giustizialista. A questo fronte politico ben organizzato, bisogna rispondere che esiste un solo fronte che garantisce il funzionamento del sistema giustizia nel rispetto dei principi costituzionali”.
“In tema di giustizia questa legislatura si sta caratterizzando per una direzione intrapresa che considero pericolosa e profondamente dannosa per il nostro Paese. Il filo rosso delle misure è un attacco chiaro, complessivo, ad alcuni pilastri della nostra Costituzione” attacca. Da parte del Governo “c’è un fondo di quasi intimidazione nei confronti dei magistrati” sul tema della giustizia. Si tratta, fa notare, di “interventi sofisticati che puntano a obiettivi precisi”, “delegittimando anche simboli di legalità”. Poi aggiunge: “Siamo determinati a contrastare questa visione della giustizia. Quel che è certo è che mancano le risorse, gli investimenti e gli organici, mancano 1500 magistrati. E’ su questo che dobbiamo intervenire”. “Noi intravediamo un filo rosso, un attacco chiaro e complessivo ad alcuni pilastri della nostra architettura costituzionale, si vuole indebolire l’equilibrio fra i poteri dello Stato” sottolinea.
“Nel vietare le trascrizioni non rilevanti delle intercettazioni si finisce per intaccare materiale utile alla linea difensiva” dice Conte. “Ci si dimentica spesso che anche nei processi per mafia conversazioni che la polizia giudiziaria considera irrilevanti potrebbero rivelarsi decisive”.
“Sulla separazione delle carriere c’è una robusta dose di ideologia. Il tema tocca l’obbligatorietà dell’azione penale e della separazione dei poteri. Delicatissimi equilibri costituzionali che non possono essere smantellati dalla toga ideologica. Allontanare i giudici significa allontanarli dalle guarentigie costituzionali a garanzia dei cittadini e porli in soggezione rispetto al potere politico di turno”. “Perché tutte queste discussioni? Il vero obiettivo è colpire l’articolo 112 della Costituzione, l’obbligatorietà dell’azione penale. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze” assicura Conte.
“Perché mettere di nuovo mano alla prescrizione? Quale diritto vogliono tutelare? La ragionevole durata dei processi a noi sta a cuore ma la vogliamo perseguire grazie a migliori investimenti nella giustizia, in modo da rafforzare l’efficienza tutta della macchina della giustizia” dice il leader del Movimento Cinque Stelle. “Dire per questa volta non se ne fa nulla, è passato troppo tempo, significa schiaffeggiare i diritti delle vittime del reato. Se mortifichi la volontà di avere giustizia non solo non c’è processo ma non c’è diritto”, conclude l’ex premier Conte.
“Perché si vuole abolire l’abuso d’ufficio? Qual è il motivo? Se coniughiamo questo intervento con il ritorno dei subappalti a cascata capiamo che l’obiettivo è quello di alterare le maglie dei controlli” sottolinea Conte. “Siamo assolutamente determinati a contrastare la visione censitaria della giustizia di questo governo”.
“Nessuno ha mai pensato né penserà mai che vi possa essere un domani una soggezione della magistratura, sia giudicante che requirente, al potere esecutivo né di qualsiasi altra forma di controllo estranea alla indipendenza della magistratura”, ha assicurato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Ho fatto il magistrato e lo rifarei e mi sento con la toga addosso. Perciò – sottolinea – mi preme dire che, quali che siano le riforme, per me sarebbe un’eresia pensare che la magistratura possa finire sotto il controllo dell’esecutivo”.
“Ho scelto questa professione perché è la più libera e importante nell’attuazione del dettato costituzionale, vincolata come è solo alla legge. Mai l’avrei scelta se avessi pensato che da pm avrei avuto sopra di me un potere gerarchico rappresentato da un partito” conclude.
Politica
Ucraina, Conte: “Se fossi al governo, stop armi a Kiev”

Il leader del M5S: "Realistico essere a Palazzo Chigi ora e dire non inviamo più armi"

Se Giuseppe Conte fosse a Palazzo Chigi al posto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni fermerebbe l’invio di armi all’Ucraina. “È realistico essere a Palazzo Chigi ora e dire non inviamo più armi? Assolutamente sì. Sì, sarebbe realista”, dice il leader del M5S a Accordi&Disaccordi in onda stasera sul Nove. “Sarebbe stato realistico sin dal primo momento dire a tutti gli alleati: ‘Signori, l’Italia per la sua tradizione, per la sua capacità di dialogo, aiuterà tutta la coalizione. Saremo il frontman, il ‘front country’ per la svolta negoziale. Io mi sarei posto sin dall’inizio alla guida di quel negoziato con la nostra capacità, la nostra tradizione di dialogo, che abbiamo anche con la Russia”, continua Conte che, alla domanda “Se fosse a Palazzo Chigi direbbe no all’invio di nuove armi?”, risponde: “Assolutamente”.
Tra i temi di attualità, i migranti. “Nei miei governi non è mai successo che Francia e Germania non abbiano collaborato alla redistribuzione. Perché, mentre Salvini stava a parlare in tv e faceva esibizioni muscolari sui migranti, io lavoravo”, dice Conte.
“Ho dimostrato sin dall’inizio una certa coerenza e credibilità nel perseguire una politica migratoria, che non era quella degli slogan di Salvini. In Europa bisogna essere coerenti: non puoi dire che i polacchi e gli ungheresi fanno bene quando si oppongono alla redistribuzione – continua – Ieri c’è stata una riunione sulla gestione dei flussi migratori tra i ministri degli Interni su un regolamento che prevedeva una redistribuzione automatica dei migranti. Il nostro ministro Piantedosi è rimasto lì imbambolato, perché c’erano gli ungheresi e i polacchi che l’avevano bocciato”.
“Mi ricorda tanto Salvini che, durante il mio governo, non ha partecipato quasi mai ai Comitati degli affari interni. I risultati arrivavano per il lavoro che veniva fatto, non facendo dichiarazioni davanti alle telecamere”, conclude.
Politica
Berlusconi, lettera dei figli: “Il suo sogno politico sia cuore pulsante di Forza Italia”

La lettera è stata letta dal segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, sul palco di Paestum

”Carissimi, Silvio Berlusconi per noi è stato il padre migliore che si potesse desiderare. Per voi il fondatore, la guida politica. Per tanti un grande imprenditore. Per moltissimi, semplicemente, Silvio…”. Questo l’incipit della lettera scritta dai figli di Berlusconi letta dal segretario nazionale di Fi, Antonio Tajani, sul palco di Paestum.
”C’è un denominatore comune – sottolineano – in tutto quello che Berlusconi è stato nella sua vita: l’amore. Amore per la sua famiglia. Amore per le sue imprese. Amore per l’Italia. Amore per la libertà. Fi ha incarnato proprio la sua viscerale spinta per la libertà. Oggi spetta a voi tenere viva questa passione, proseguendo lungo la linea ideale che lui ha indicato e tracciato. Con la stessa coerenza…”.
“La nostra famiglia – assicurano gli eredi dell’ex premier – è al vostro fianco, in nome dell’amore che per sempre ci legherà al nostro papà e del rispetto per tutto ciò per cui ha combattuto e in cui ha impegnato tutto se stesso. Ora il suo sogno politico deve essere il cuore pulsante di Fi e di tutti coloro che credono in un Paese più democratico, più moderno, più libero”. Un ”grazie sincero, quindi, – concludono – e in bocca al lupo per questo appuntamento, che avrà sicuramente il successo che merita. Se fosse lì con voi, se potesse sentire il calore della vostra vicinanza, che peraltro conosceva bene, pensiamo che nostro Padre considererebbe questo il regalo più bello per il suo compleanno”.
Politica
Salvini, minacce di morte sui social: “Paura no, querela sì”

Il leader della Lega pubblica le immagini del messaggio

Minacce di morte a Matteo Salvini, che annuncia querela all’autore del messaggio via social. “Insulti e minacce di morte su Instagram. Paura? No. Querela? Sì”, scrive il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, postando uno screenshot delle minacce ricevute, con tanto di profilo dell’autore che, tra gli insulti, apostrofa il leader della Lega come un ”pezzo di m….”, dicendosi convinto che “prima o poi salterai in aria”.
“Condanno fermamente le gravi minacce di morte indirizzate al senatore e vicepremier Matteo Salvini. A lui giunga la mia sincera vicinanza”, dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Ogni volta che un rappresentante del popolo subisce una minaccia di morte è una sconfitta per tutti, in primis per le istituzioni rappresentate. Spiace anche oggi dover commentare l’ennesima minaccia di morte, plurima in questo caso, indirizzata al vicepremier e ministro Matteo Salvini, con tanto di specifica ‘so dove è casa tua’. Esprimo una doppia solidarietà e vicinanza, una istituzionale a Salvini da ministro a ministro, e una personale, da amico e da leghista che conosce e stima Matteo da tre decenni”, dice il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.
“L’ho già detto e mi ripeto: stiamo assistendo -aggiunge- ad un escalation pericolosa, inquietante, che spero non sia sottovalutata da nessuno”.
“Vergognose e inaccettabili le ennesime minacce di morte rivolte a Matteo Salvini, da troppo tempo bersaglio di insulti e diffamazioni. Ci aspettiamo una ferma condanna di questa nuova violenza verbale da parte di tutte le forze politiche, e un atto di responsabilità da parte di chi, anche tra i commentatori o gli oppositori, si sente libero di poter passare il segno con vergognosi attacchi personali alzando il tiro dello scontro”, dichiarano i capigruppo di Camera e Senato della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Politica
Giorgia Meloni: “Sinistra ha già lista ministri per governo tecnico”‘

La presidente del Consiglio: "Temo che questa speranza non si tradurrà una realtà"

“I soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Malta per il vertice Med9, risponde così alle domande sulla situazione interna in Italia. “Lo spread che sale? Questa preoccupazione la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto che sta facendo il suo lavoro che ha stabilità e una maggioranza forte, debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto”, dice. “A me diverte molto il dibattito – ironizza- già si fanno i nomi dei ministri e dei governi tecnici”. “I soliti noti vorrebbero il governo tecnico e la sinistra ha già la lista ministri”.
“Temo che questa speranza non si tradurrà una realtà – avverte- l’Italia rimane solida ha una previsione di crescita superiore alla media europea anche per il prossimo anno, superiore alla Francia e alla Germania”. “Ma dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche la Nadef, che racconta dei numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”.
“Ma il governo tecnico da chi dovrebbe essere sostenuto, da quelli del superbonus? – si chiede Meloni- . E’ lì che vedo un problema per i conti pubblici italiani, non in chi le poche risorse che ha le spende per metterle sui redditi più bassi senza lasciare voragini per chi viene dopo”.
“Voglio tranquillizzare – aggiunge il premier italiano-: il governo sta bene, la situazione è complessa: l’abbiamo maneggiata con serietà l’anno scorso e quest’anno. Lo spread, che oggi lanciate come se fosse la fine del governo Meloni, stava adesso a 192 punti… Ad ottobre scorso era a 250, durante l’anno precedente al nuovo governo è stato più alto e i titoli dei giornali non li ho visti. So leggere la politica e so leggere la realtà: la sinistra continui a fare la lista dei ministri del governo tecnico che noi intanto governiamo”.
Politica
Ponte Messina, la controproposta Avs per l’istituzione del Parco dello Stretto

Bonelli: "Come le Cinque Terre in Liguria"

“La nostra proposta nasce dall’esigenza di fornire alle popolazione dello Stretto e della Costa Viola un’alternativa alla proposta destino che incombe sullo Stretto di Messina e in tutta l’area da decenni, ma che negli ultimi tempi ha assunto ulteriore importanza. La proposta tende a creare un parco nazionale che comprende più regioni, ma molto simile a quello delle Cinque Terre in Liguria”. Così Gerardo Pontecorvo, co-portavoce Europa Verde città metropolitana Reggio Calabria, ha cominciato, alla Camera, la presentazione della proposta di legge, che vede come primo firmatario Angelo Bonelli, ma che è sottoscritta da tutta l’Alleanza Verdi e Sinistra, per l’istituzione, appunto, di un parco nazionale dello Stretto e della Costa Viola, una sorta di controproposta rispetto a quella della costruzione del ponte sullo Stretto di iniziativa governativa.
L’idea degli esponenti rossoverdi, come ha sottolineato lo stesso Pontecorvo, si basa sulla legge nazionale delle aree protette, per cui il parco che si dovrebbe creare risponde alle esigenze di un’area naturale di livello nazionale, e questo perché le caratteristiche degli ambienti e habitat diversi hanno acquisito nel corso degli anni un’identità etnica e storica, con importanza fondamentale anche dal punto di vista paesaggistico, perché avrebbe sullo sfondo l’Etna e le isole Eolie.
Anche le norme vigenti in Sicilia e in Calabria, peraltro, ha spiegato ancora il co-portavoce di Europa Verde di Reggio Calabria, andrebbero già a tutelare l’area in esame. Per quanto riguarda la regione siciliana, la zona interessata è stata oggetto di provvedimenti di protezione nazionale (e non solo) con la zona di protezione nazionale, la Zps, dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello Stretto di Messina. La scelta di proteggerla è dovuta soprattutto all’importanza dei flussi migratori dei volatili, in particolar modo del falco pecchiaiolo, ma serve anche a preservare la Laguna di Capo Peloro, che nel 2001 è stata riconosciuta come riserva naturale, e sarebbe la più danneggiata dalla costruzione del ponte sullo Stretto. In Calabria, poi, in particolare con la Costa Viola, che è una zona di conservazione speciale, la Zcs, ci si imbatte in un territorio ricchissimo di siti di interesse, per esempio le grotte marine, che (anche loro) andrebbero a perdere di rilevanza con la costruzione del ponte.
Politica
Migranti, Mollicone: “Gli esseri umani vanno salvati, a Piazzapulita mio pensiero distorto”

"Non rilascerò più interviste alla trasmissione"
“I salvataggi di esseri umani vanno fatti sempre e comunque, come prevede la legge del mare”. Lo dichiara il deputato Federico Mollicone (FdI). “Specifico che intendevo dire che i salvataggi dei naufraghi e di chi è in pericolo è un dovere umano prima che legale. Mi riferivo ovviamente all’attività di favoreggiamento dell’immigrazione illegale fatta da alcune Ong con il pretesto di salvataggi che in realtà non sono avvenuti. Il 95% dei salvataggi è stato fatto dagli apparati dello Stato italiano, a dimostrazione del ruolo residuale delle Ong. Il servizio, come al solito, di Piazzapulita riporta estrapolando dal contesto una mia frase. Sono contenuti parziali rispetto un ragionamento più ampio sul ruolo delle Ong come pull factor e dell’immigrazione clandestina come fattore geopolitico. Non rilascerò più interviste a Piazzapulita, dove non viene permesso di spiegare il proprio pensiero e viene artatamente montato per mostrare contenuti parziali e distorti rispetto il proprio pensiero con veri e propri ‘agguati'”.
Politica
Migranti, incontro Meloni-Macron-von der Leyen su 10 punti

Le parole della presidente del Consiglio a Malta. Incontro con Macron e von der Leyen

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, si apprende da fonti italiane, si incontreranno a margine del vertice Med9 di Malta, per discutere l’attuazione del piano in dieci punti presentato dal Presidente della Commissione Europea per consentire alla Ue di affrontare la sfida della migrazione.
Il primo punto prevede il sostegno della Commissione europea, dell’Agenzia per l’asilo europea e Frontex, a gestire il grande numero di sbarchi, anche con l’aiuto nella registrazione degli arrivi e delle identificazioni.
Il secondo punto prevede l’aumento del sostegno al trasferimento dei migranti fuori da Lampedusa, sollecitando gli altri Paesi europei a contribuire.
Il terzo punto riguarda invece il supporto di Frontex per incoraggiare e facilitare un veloce ritorno dei migranti nei loro Paesi di origine, laddove non sono qualificati per l’asilo.
Il quarto punto spiega l’intenzione di rafforzare lo sforzo contro i trafficanti, insieme ai Paesi di origine e transito e usare “il pugno duro” nei confronti di questo business così brutale. Devono a questo scopo migliorare anche le leggi contro i trafficanti.
Bisogna, poi, ed è il punto 5 del Piano europeo, rafforzare la sorveglianza aerea e di mare ed esplorare opzioni per espandere missioni navali esistenti o lavorare a istituirne nuove, nel Mediterraneo.
Il sesto punto sottolinea la necessità di adottare azioni contro la logistica dei trafficanti. L’Ue intende quindi lavorare con le autorità italiane per la rimozione e la distruzione di imbarcazioni e canotti.
Il settimo punto prevede che l’Agenzia per l’asilo europeo fornisca sostegno all’Italia per una veloce risposta alle richiesta di asilo e rimpatriare chi presenta richieste non fondate.
L’ottavo prevede di aprire corridoi umanitari e percorsi di arrivo legali per offrire ai migranti vere alternative e spezzare il circolo della narrativa.
Il nono punto del Piano prevede il coinvolgimento dell’Unhcr per la protezione dei migranti sui loro percorsi e per poter aumentare i rimpatri volontari assistiti.
Infine, l’Ue si impegna a lavorare con la Tunisia per l’attuazione del Memorandum di Intesa e per accelerare la conclusione di nuovi progetti e l’esborso di nuovi fondi diretti alla Tunisia.
“A Malta per il summit Med9 che affronta sfide importanti per l’Ue e la regione”. Lo dice il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in un video sui social, nel quale elenca i diversi temi in discussione fra i leader dei 9 Paesi Ue che si affacciano sul Mediterraneo. “A Malta affronteremo diversi temi, specialmente quello delle relazioni con i Paesi del Nordafrica. Il Mediterraneo deve essere uno spazio di prosperità, stabilità e sicurezza. Ciò richiede più partnership. Al Med 9 affronteremo il dossier migrazione, che è una sfida seria per tutti noi. Noi vedremo anche come possiamo migliorare i legami economici, in particolare nel campo dell’energia”.
Germania, Polonia e Repubblica Ceca vogliono intraprendere azioni più forti contro l’immigrazione irregolare alle loro frontiere. Lo ha annunciato la ministra degli Interni tedesca Nancy Faeser, aggiungendo che i tre Stati hanno concordato che la polizia tedesca possa pattugliare anche il territorio dei due Paesi confinanti. L’obiettivo è combattere più efficacemente i trafficanti e individuare e prevenire gli ingressi non autorizzati.
La Faeser aveva precedentemente presentato piani per maggiori controlli a campione alle frontiere dei due Paesi vicini e ora non esclude categoricamente controlli alle frontiere fissi, che devono essere richiesti alla Commissione europea. Anche l’opposizione tedesca chiede controlli alle frontiere. “Vogliamo lavorare insieme per distruggere il business crudele delle bande di trafficanti che traggono profitto dalla difficile situazione delle persone e le portano clandestinamente oltre i confini a rischio della loro vita”, ha detto Faeser. “Allo stesso tempo dobbiamo individuare e prevenire tempestivamente gli ingressi non autorizzati”.
Politica
Berlusconi day, statuine e foto a Paestum ma niente ologramma

Una sorta di memoriale del Cavaliere alla convention di Forza Italia

A metà tra un memoriale e una convention. Si presenta così la scenografia del Silvio Berlusconi-Day a Paestum, in Campania. Una sorta di monumento in ricordo del leader di Forza Italia che oggi avrebbe compiuto 87 anni. Appena si entra all’hotel Ariston, location scelta per la tre giorni promossa dall’eurodeputato Fulvio Martusciello, coordinatore regionale in Campania, il protagonista assoluto è Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno scorso.
C’è un maxi murales di foto con il presidente forzista sorridente inviate da militanti e simpatizzanti. Sui tavolini in bella mostra culture del Cav di varie dimensioni, per lo più statuette (della grandezza di un pastore presiepiale) realizzate in diversi materiali dall’artista bolognese Eugenio Lenzi. E ancora: disegni, quadri, manifesti elettorali, bandiere di Forza Italia con il tricolore, in stile ’94. Manca l’ologramma del ‘Dottore’, come lo chiamavano i suoi più stretti collaboratori: annunciato, smentito, alla fine tramontato, pare perché non gradito ai figli del leader.
”Dov’è l’ologramma?”. ”E’ all’ingresso? No, non c’è più,l’hanno tolto…”. ”La verità è che non c’è mai stato…”, si chiedono in tanti, entrando nell’hotel. La sagoma con il volto fluttuante di Berlusconi, però, non c’è. Annunciata prima delle kermesse, raccontano che l’idea del leader di Forza Italia tridimensionale, che subito ha avuto un forte impatto mediatico, sia stata alla fine accantonata, perché non gradita ai figli, oggi a Milano per ricordare il padre. Dal team ‘Crisalide’, una rete di imprese del napoletano incaricata dagli organizzatori della manifestazione forzista della realizzazione grafica del Cavaliere in 3D, fanno sapere che ”l’idea dell’ologramma, annunciata in un primo momento, è stata messa da parte”. “Nessuno dei dirigenti di Forza Italia ha potuto vederla prima -assicurano- perchè si trattava solo di un semilavorato, ancora da completare. E appena abbiamo saputo che il progetto non aveva avuto il via libera, è stato accantonato”.
Si trattava, spiega chi ha lavorato al manufatto di tecnologia digitale che riproduce in 3D, di una ventola olografica, di circa 60 cm, (la grandezza di un normale ventilatore a piantana) capace di proiettare l’immagine tridimensionale di Berlusconi. Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, taglia corto. ”L’ipotesi dell’ologramma non è mai stata presa in considerazione”. Non c’è Silvio in 3D ma il protagonista resta l’ex premier, che compare su manifesti, dipinti, sculture, maxi collate di foto ricordo.
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