Cronaca
E’ morta Barbara Balzerani, l’ex Br del...
E’ morta Barbara Balzerani, l’ex Br del sequestro Moro aveva 75 anni
Con Mario Moretti occupò la base operativa di via Gradoli. "Non provo odio", "bellissima notizia": i commenti dei familiari delle vittime
E' morta, dopo una lunga malattia, l'ex Br Barbara Balzerani. Aveva 75 anni. Entrata nella frangia estrema del terrorismo di sinistra appena ventiseienne, partecipò di lì a poco al sequestro di Aldo Moro occupando insieme al compagno di allora, Mario Moretti, la base operativa di via Gradoli.
"Primula rossa" delle Brigate rosse, Barbara Balzerani venne arrestata nel 1985, a distanza di quattro anni dal tentativo fallito di gestire la scissione dell'organizzazione, guidando la fazione delle "Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente".
Dal carcere rivendicò l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, compiuto dalle Br, e venne condannata all'ergastolo. Non si è mai tecnicamente pentita né dissociata, ma nel 1993 dichiarò di provare "un profondo rammarico per quanti sono stati colpiti nei loro affetti a causa di quegli avvenimenti e che continuano a sentirsi offesi ad ogni apparizione pubblica di chi, come me, se ne è reso e dichiarato responsabile".
Il 12 dicembre 2006 le venne stata concessa la libertà condizionale per tornare definitivamente in libertà nel 2011.
"Non provo odio", "bellissima notizia": i commenti dei familiari delle vittime
"Di fronte alla morte non ci sono parole, solo il rammarico perché è venuta a mancare una vita umana, che ha avuto i suoi errori, i suoi sbagli, il suo passato terribile, soprattutto per la società. Ma di fronte alla vita umana c'é solo da farle una preghiera. Ha sbagliato, ha creato dolore ma io non provo odio, perché l'odio distrugge. Pregherò per lei, perché ovunque sarà possa essere accolta". Così all'Adnkronos Giovanni Ricci, figlio di Domenico, carabiniere ucciso nell'agguato di via Fani, commentando la morte dell'ex Br
"La notizia della morte di Barbara Balzerani mi ha scombussolato. La giustizia vera è quella del Signore e adesso deve rispondere a Dio, a noi non lo ha fatto" Così Adriana Zizzi, sorella di Francesco il poliziotto della scorta di Aldo Moro ucciso in via Fani.
"La morte di Barbara Balzerani è una bellissima notizia. Un orrendo individuo se ne è andato via definitivamente". A parlare all'Adnkronos è Lorenzo Conti, figlio di Lando ex sindaco di Firenze ucciso da un commando brigatista il 10 febbraio 1986. "Non provo nulla", dice commentando la morte dell'ex primula rossa che, ormai in carcere, rivendicò l'omicidio del primo cittadino toscano, freddato mentre andava in consiglio comunale con diciassette colpi di pistola. Lorenzo Conti, che quando il padre venne ammazzato aveva appena 20 anni, non ha mezzi termini parlando dell'ex brigatista: "Lei ha continuato a rivendicare, a fare di tutto e di più. Non è stata punita dallo Stato come sarebbe dovuta essere punita, sempre 'benedetta' da qualcuno, e ora se n'è andata via. Bene, giustissimo, ora pagherà quello che dovrà pagare, con tutti i morti che ha fatto. Se c'è il Signore, speriamo ci sia una giustizia divina".
"L'essere umano che si spegne è sempre una sconfitta. C'è il dispiacere per una vita spezzata, però il giudizio umano e 'politico' non cambia". Così Roberto Della Rocca, presidente dell’Aiviter, l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo, colpito dalle Brigate Rosse nel 1980, commenta all'Adnkronos. "Ho avuto molto da discutere con Barbara Balzerani. Non ho mai condiviso e nemmeno compreso ciò che faceva: alcuni aspetti erano indifendibili e contrari al mio principio elementare di giustizia e libertà. Mi dispiace che non ci sia più, ma il giudizio 'politico' di quello che ha rappresentato resta", sottolinea Della Rocca ricordando alcuni scambi accesi, avvenuti a distanza, con la brigatista. "Ho sempre cercato di tutelare le vittime di terrorismo, chi ha versato il sangue per lo Stato, oltretutto causato anche da gente come lei. La morte in se stessa comunque non potrà mai essere un momento di gioia", conclude.
Cronaca
Briatore e il tumore al cuore: malattia rara, spesso...
Queste neoplasie rappresentano lo 0,02% di tutti i tumori dell'uomo
Il tumore benigno al cuore che ha colpito Flavio Briatore, operato all'ospedale San Raffaele di Milano, è una patologia rara (queste neoplasie rappresentano lo 0,02% di tutti i tumori dell'uomo), spesso individuata per caso. E' lo stesso Briatore a sottolineare in un video su Instagram come la scoperta sia avvenuta grazie a un controllo di routine, evidenziando l'importanza della "prevenzione" e dei "check-up al cuore". Il manager è stato operato il 19 marzo da Francesco Maisano, cardiochirurgo del San Raffaele. Si è trattato di un intervento mini-invasivo, eseguito in toracotomia endoscopica, con circolazione extracorporea.
Una caratteristica tipica dei tumori benigni è che possono crescere, ma non invadere i tessuti circostanti e gli altri organi. I tumori maligni, invece, hanno esattamente questa capacità. Inoltre, queste cellule tumorali possono diffondersi in altre regioni del corpo e formare metastasi.
"Tra le forme benigne - spiegano gli specialisti del Centro cardiologico Monzino di Milano sul sito dell'Irccs - il mixoma è il più diffuso e rappresenta da solo più della metà dei tumori benigni che possono colpire il muscolo cardiaco. Localizzata in genere nell'atrio sinistro del cuore, la massa tumorale non è destinata a generare metastasi. La presenza del mixoma può manifestarsi con affanno, vertigini, sincopi o improvvise alterazioni dello stato di coscienza, ma molto più spesso il mixoma è asintomatico. Capita così, non di rado, di scoprirlo in maniera occasionale durante una visita medica sportiva o effettuata dal medico del lavoro. In ogni caso, una volta fatta la diagnosi, la soluzione terapeutica è unica e corrisponde all'asportazione chirurgica della massa tumorale".
Cronaca
Scontro tra tre auto sulla Pontina Vecchia: morta una bimba...
Feriti altri tre bambini. In codice rosso anche un uomo coinvolto nell'incidente
Una bambina di 8 anni è morta in un incidente avvenuto fra tre macchine alle 15.45 in via Pontina Vecchia all'incrocio con via della Pescarella, ad Ardea. Altri tre bimbi tra gli 8 e i 10 anni sono rimasti feriti e trasportati in ospedale. Un adulto è stato elitrasportato, invece, al San Camillo in codice rosso. Sul posto i vigili del fuoco di Pomezia, gli agenti della Polizia Locale e il 118.
Cronaca
Zuncheddu risarcito con 30mila euro: detenuto da innocente...
Il difensore all'Adnkronos: "Beniamino è stato per oltre 10 anni in due metri quadri con un bagno senza porta né acqua calda". L'ex allevatore è ancora in attesa, però, dell'indennizzo per l'ingiusta detenzione
Il tribunale di Sorveglianza di Cagliari ha riconosciuto un risarcimento da parte dello Stato di circa 30mila euro a favore dell’ex ergastolano Beniamino Zuncheddu, l'ex allevatore che dopo aver trascorso 33 anni in carcere è stato assolto e rimesso in libertà lo scorso gennaio al termine del processo di revisione che si è tenuto a Roma. Zuncheddu, che si era sempre proclamato innocente, era accusato di essere l'autore della strage di Sinnai dell'8 gennaio del 1991 in cui furono uccisi tre pastori. L'ex allevatore sarà risarcito in particolare per aver trascorso oltre dieci anni di detenzione in celle piccole e sovraffollate, dopo la richiesta fatta dal suo difensore, l'avvocato Mauro Trogu, nel 2016.
"Il dato sconcertante è che con questo provvedimento si riconosce che Beniamino è stato per 10 anni in celle con circa due metri quadri a disposizione, con il bagno non separato da porte e senza acqua calda, con compagni di cella che dormivano in terra" afferma all'Adnkronos l'avvocato Trogu. Quanto al risarcimento per l’ingiusta detenzione, durata 33 anni, il legale di Zuncheddu sta aspettando il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione per poter inoltrare la richiesta.