Economia
Ue, Cfi: con ‘Small2Big’ 14 coop finanziate per...
Ue, Cfi: con ‘Small2Big’ 14 coop finanziate per 3,7 mln, salvaguardati quasi 1000 posti di lavoro
I risultati di un anno di 'Small2Big', il progetto dell’Unione Europea promosso e sviluppato da Cfi- Cooperazione Finanza Impresa per favorire lo sviluppo del mercato finanziario delle imprese sociali
Quattordici cooperative finanziate per un totale di 3 milioni e settecentomila euro e la salvaguardia di quasi mille posti di lavoro. Questi i risultati di un anno di 'Small2Big', il progetto dell’Unione Europea promosso e sviluppato da Cfi- Cooperazione Finanza Impresa per favorire lo sviluppo del mercato finanziario delle imprese sociali riducendo, al contempo, i costi di transazione nell’accesso al capitale di rischio per le realtà di piccola e media dimensione. Un’iniziativa- unica in Italia- che a un anno di distanza ha raggiunto importanti risultati.
“Nel 2023 – commenta Alessandro Viola, responsabile area istruttoria e sviluppo di Cfi – abbiamo finanziato grazie al progetto 14 cooperative sociali, garantendo loro l’apporto di 1,9 milioni di euro a titolo di capitale sociale e di prestiti subordinati, oltre a 1,8 milioni di finanziamenti a lungo termine a tasso zero. 3,7 milioni di finanza di qualità e a costi molto bassi, grazie all’importante sostegno all’iniziativa garantito dal progetto finanziato dall’Unione Europea”.
I destinatari del progetto possono essere cooperative attive in settori molto diversi tra loro: dal lavoro agricolo per la valorizzazione di imprese confiscate alla criminalità organizzata o per il reinserimento sociale e lavorativo di detenuti, all’erogazione di servizi sanitari e ospedalieri, dalla progettazione di servizi di riqualificazione urbana e efficientamento energetico alla realizzazione di contenuti digitali educativi per le scuole, dal sostegno alla disabilità attraverso l’erogazione di servizi socio sanitari all’inserimento lavorativo di persone diversamente abili attraverso la gestione di attività commerciali e di ristorazione.
L’accesso a 'Small2Big' ha consentito anche a imprese cooperative di piccole dimensioni di poter beneficiare di una rilevante riduzione nei costi di transazione normalmente richiesti per accedere agli investimenti di capitale e di finanza a lungo termine di investitori istituzionali e, nel contempo, di poter beneficiare di un supporto professionale specializzato e personalizzato per la definizione e la realizzazione dei propri progetti di investimento e di crescita. Il progetto continuerà anche per tutto il 2024 con l’obiettivo di raggiungere complessivamente almeno 50 imprese cooperative.
“Nei primi tre mesi del 2024 – continua Viola - abbiamo ultimato l’istruttoria di altre 5 imprese cooperative, garantendo ulteriori interventi in capitale e finanziamento agevolato per 1,4 milioni di euro. Ma il dato più interessante è che ad oggi stiamo lavorando su altri 10 nuovi progetti. È un segnale di quanto il progetto stia incontrando un bisogno diffuso tra le cooperative e le imprese dell’economia sociale e rappresenti una risposta di qualità capace di sostenerne lo sviluppo”. 'Small2Big' mette a disposizione delle cooperative destinatarie capitale sociale e prestiti subordinati sino a un valore massimo di 200 mila euro e ad un costo massimo del 2% annuo. Cfi diventa socio finanziatore dell’impresa e assicura oltre all’istruttoria iniziale un supporto e monitoraggio costante del progetto di sviluppo, garantendo, inoltre, finanziamenti a tasso zero a supporto dei progetti di investimento.
“E’ una straordinaria opportunità -aggiunge Mauro Frangi, presidente di Cfi- che, grazie al sostegno garantito dall’Unione Europea, riusciamo a rendere disponibile per sostenere investimenti e percorsi di crescita e modernizzazione competitiva di imprese cooperative di piccole dimensioni ma in grado di generare uno straordinario impatto in termini di occupazione, inclusione sociale, sostenibilità ambientale. Imprese la cui attività rappresenta un fattore decisivo per la generazione di buona occupazione, uno sviluppo sostenibile ed inclusivo, una maggiore coesione sociale. La rete che abbiamo costruito con le associazioni cooperative, i loro fondi mutualistici, importanti fondazioni erogative italiane ci sta consentendo di moltiplicare l’impatto del progetto sia in termini di risorse finanziarie complessivamente investite che di diffusione delle possibilità di accesso al progetto”, conclude.
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Pa, Pucci (Telecomunicazioni): “Sistemi di...
Il report durante gli Stati generali, i dati emersi dall’indagine
“Abbiamo fatto un'indagine per capire livelli di adozioni livelli Iot all'interno delle amministrazioni e per fornire nostro supporto nel superare difficoltà incontrate”. Si parla di questo nella relazione ‘Indagine adozione IoT: primi riscontri e valutazioni’, di Mario Pucci, Commissione telecomunicazioni. Il tutto durante gli "Stati generali delle ingegnerie digitali" in corso di svolgimento a Milano, su iniziativa dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. "Una questione è la gestione dei dati legata al fattore sicurezza, che non deve essere fatta a posteriori, ma deve essere prevista in prima fase progettazione di servizi. C'è anche preoccupazione rispetto delle regole e alle finalità dei trattamenti dei dati raccolti da sistemi di sensoristica". Pucci aggiunge: "Abbiamo diviso l'indagine in due parti, proponendo monitoraggi possibili: abbiamo chiesto quale fosse l'interesse per i sistemi di monitoraggio e a mani piene ha riscosso molta importanza la valutazione della qualità dell'aria e dell'acqua potabile. Così come poi la questione della manutenzione preventiva di strutture come ponti e terreni, la sicurezza urbana, la videosorveglianza e la mobilità".
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Innovazione, Iannicelli (Ordine Ingegneri): “Digital...
Il presidente della Commissione Tlc durante gli Stati generali: 'Portare la fibra alle nostre imprese'
“Nelle digital skill degli individui tra i 16 e i 74 e siamo quart’ultimi, un paio di anni fa eravamo ultimi: le nostre competenze digitali sono inferiori in tutta Europa. Sono e rimarranno tali”. Questa la fotografia scattata da Carmelo Iannicelli, presidente Commissione Telecomunicazioni agli "Stati generali delle ingegnerie digitali" a Milano, evento dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. “L'Europa sta iniziando a crescere di più negli ultimi anni rispetto a noi. Abbiamo un limite di competenze limitato e un trend ancora più basso. È vero che è importante il tema infrastrutture e lo stiamo affrontando, ma questi sono i veri problemi da approcciare”, prosegue Iannicelli. A differenziare la situazione italiana rispetto all’Europa è anche il tessuto industriale specifico dell’Italia, con la maggior parte delle imprese che conta fino a 10 dipendenti e che rende le strutture più deboli. “Dobbiamo cercare di aiutare le nostre aziende perché effettivamente la fibra venga fornita loro”, aggiunge. “Il nostro sistema-Paese si basa sulle piccole medie imprese ed è giunto il momento perché si vada in maniera mirata verso di loro, facendo piani congiunti in ambito nazionale. Dobbiamo strutturarci, partendo con una convenzione con i Comuni per indirizzare correttamente gli investimenti”.
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Peste suina: Canada blocca export prosciutti Parma,...
Il grido d'allarme del Consorzio del Prosciutto di Parma e Assica, interpellati dall'Adnkronos, alla luce della nuova zona II in Italia nel parmense e per le conseguenze sull'export extra Ue.
"C'è tanta, tanta preoccupazione. Da oggi il Canada è un mercato chiuso per tutti i prosciutti e salumi che provengono dalla zona di restrizione II che comprende tra gli altri i comuni di Collecchio, Felino, Fornovo, Varano, in provincia di Parma, ad alta vocazione suinicola mentre gli Stati Uniti hanno una misura simile ma solo per i prodotti a breve stagionature e quindi sono salvi i prosciutti crudi stagionati, quindi il prosciutto di Parma è salvo per gli Usa". E' quanto afferma Davide Calderone, direttore di Assica, l'Associazione industriali delle carni e dei salumi di Confindustria, interpellato dall'Adnkronos sulla questione della peste suina africana e sulla sua diffusione in Italia tra i cinghiali.
"Ci raggiungono ulteriori limitazioni a quelle già in atto e questo preoccupa molto. -afferma Calderone - Il problema diventa più urgente ora perché le zone sottoposte a restrizione cominciano ad essere quelle dove ci sono tanti salumifici, inizialmente riguardavano l'Alta Liguria e il Piemonte dove ci sono pochissimi salumifici e pochi allevamenti, ora invece sono coinvolte anche le zone ad altissima vocazione di prosciuttifici e salumifici (Parma)". "Riteniamo sia ancora possibile intervenire e chiediamo che il governo e la struttura commissariale decidano di intervenire ponendo recinzioni per salvaguardare le zone ad alta vocazione suinicola e produttiva. E' fondamentale recintare. Chiediamo dunque che ci sia un cambio di passo, dopo il peggioramento della situazione con le nuove zone di restrizione che si stanno allargando. E' una situazione economica molto problematica".
Forte preoccupazione anche dal Consorzio del Prosciutto di Parma. "Segnaliamo che le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per le nostre esportazioni come gli Stati Uniti e l’Australia. L’unico cambiamento di rilievo riguarda il Canada, Paese che rappresenta il 2,5% del nostro export, verso il quale le aziende produttrici di Prosciutto di Parma situate in zona di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non possono spedire il loro prodotto". E' quanto afferma Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. "Il nostro auspicio è che tutte le iniziative intraprese dal Ministero della Salute, dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dalle Regioni competenti portino al contenimento ed eradicazione del virus, e a tutti va l’invito a compiere un ulteriore sforzo per raggiungere al più presto questo fondamentale obiettivo" conclude Utini.