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Bollette luce, arriva il mercato libero per tutti: vantaggi e rischi

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Dal 10 gennaio anche i privati dopo le microimprese cambiano regime, c'è un passaggio transitorio

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Mercato libero per tutti, senza ulteriori proroghe. La scelta sulle bollette della luce, e del gas ma con modalità diverse, è stata fatta. Addio al mercato tutelato, quello che prevedeva un aggiornamento periodico delle tariffe da parte dell’Arera, senza ulteriori proroghe: dal 10 gennaio 2024 anche i privati, dopo le microimprese, dovranno fare il passaggio. Un’apertura alla concorrenza più volte rimandata, e chiesta anche dalla Ue, che invece il governo Meloni ha deciso di assecondare. Un decreto del ministero per l’Ambiente ha fissato i criteri per gestire la transizione.

Il ‘servizio di maggior tutela’ sarà disponibile fino al 10 gennaio 2024. Il passaggio sarà accompagnato gradualmente con una fase di transizione. Alle famiglie che non avranno scelto un fornitore del libero mercato entro gennaio 2024 verrà assegnato il ‘servizio a tutele graduali’, con una fornitura a tariffe calmierate erogata da venditori selezionati dall’Arera sulla base di aste condotte su base territoriale.

Per le microimprese la transizione è già partita il 1 aprile, con le comunicazioni arrivate direttamente dai nuovi gestori incaricati. La lettera inviata ai titolari di microimprese spiega il passaggio: “Il servizio a tutele graduali è stato introdotto dall’Autorità di regolazione (Arera) per accompagnare il passaggio al mercato libero delle forniture non domestiche dopo la rimozione del servizio di maggior tutela. Il servizio viene erogato, in ogni area del territorio nazionale, da fornitori individuati in seguito ad apposite procedure concorsuali e la società XXX risulta aggiudicataria per il suo Comune. Per tali motivi non vi è la necessità di sottoscrivere un nuovo contratto”.

Sul piano dei vantaggi, ci sono tutti gli aspetti positivi della concorrenza. Se il mercato funziona, la libera determinazione del prezzo porta a un vantaggio per il consumatore finale che viene messo nelle condizioni di poter, e dover, scegliersi l’operatore più conveniente. I rischi ci sono quando il mercato funziona male. Tra modifiche unilaterali dei contratti, promozioni poco chiare e previsioni incerte, gli italiani finiscono sempre più spesso a dover fare i conti con call center aggressivi, agenzie che spingono un fornitore piuttosto che un altro e le difficoltà con cui anche l’Antitrust è costretta a muoversi. Il risultato è che si possa finire troppo spesso con il pagare bollette più alte di quanto sarebbe giusto, soprattutto quando le condizioni di mercato sono rese difficili dagli choc esterni, come è stato con le conseguenze della guerra in Ucraina.

Il Consiglio di Stato, a dicembre 2022, ha sospeso i provvedimenti dell’Antitrust contro gli incrementi, considerati eccessivi dall’Autorità. Poi, il decreto Milleproroghe ha dato il via libera agli adeguamenti, purché alla scadenza delle condizioni economiche previste dal contratto. Per questo, gli italiani hanno iniziato a ricevere le comunicazioni con i relativi aumenti.

Nel 2022 chi aveva un contratto di libero mercato ha risparmiato, e molto, rispetto a chi era ancora nel mercato tutelato. Hanno speso in media quasi la metà, grazie soprattutto agli accordi a prezzo fisso. Ora, però, con le condizioni economiche che stanno andando a scadenza, devono fronteggiare aumenti fino a 3 o 4 volte superiori. E questo vuol dire inevitabilmente bollette improvvisamente triplicate.

Le aziende principali si stanno muovendo in direzioni diverse. L’Enel, Iren, A2a e altri stanno continuando con i contratti a prezzo fisso, alzando notevolmente gli importi; Eni e Acea hanno sospeso i contratti a prezzo fisso, facendo solo contratti a prezzo variabile. Evidentemente vanno calcolati i rischi di un contratto variabile, perché se oggi le quotazioni sono in discesa, non è detto che il mercato non possa scontare nuove fiammate.

L’altalena di interventi sul piano delle regole, prima il decreto aiuti bis e l’Antitrust, sostanzialmente contro le modifiche unilaterali, poi la decisione del Consiglio di Stato e il decreto Milleproroghe, sostanzialmente in direzione opposta, ha suggerito alle aziende di muoversi con grande cautela, limitando al massimo o addirittura sospendendo la ricerca nuovi clienti. E dato che il mercato libero si fonda sulla possibilità di trovare alternative, l’assenza di concorrenza sul prezzo è un problema cruciale. (Di Fabio Insenga)

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Politica

Ucraina, Draghi: “Russia va sconfitta o Europa sarà demolita”

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L'ex premier al Mit di Boston: "Unità Ue cruciale"

Europa e Stati Uniti devono “garantire la sconfitta della Russia”, “non ci sono alternative”, perché una vittoria della Russia “demolirebbe l’Unione europea”. E’ l’allarme lanciato dall’ex premier Mario Draghi, che ha parlato al Mit di Boston, dove ha ricevuto il premio Miriam Pozen. “La guerra in Ucraina, come mai prima d’ora, ha dimostrato l’unità dell’Ue nella difesa dei suoi valori fondanti, andando oltre le priorità nazionali dei singoli Paesi. Questa unità sarà cruciale negli anni a venire”, rimarca l’ex numero uno della Bce nel suo intervento.

Secondo Draghi bisogna ”ridisegnare” l’Ue, accogliendo Paesi come l’Ucraina, i Paesi balcanici e dell’est Europa. Non solo, serve uno sforzo per arrivare a un sistema di difesa comune europeo. Gli effetti del conflitto si faranno sentire a lungo: “Dobbiamo prepararci a un periodo prolungato in cui l’economia globale si comporterà in modo molto diverso rispetto al recente passato”, ci saranno cioè “sempre deficit più alti”, perché non si potranno finanziare solo con gli aumenti di tasse le sfide che gli Stati hanno davanti, come l’emergenza climatica.

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Esteri

Guerra Ucraina-Russia, Kiev: “Controffensiva non è ancora iniziata”

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Danilov: "Quando sarà, se ne accorgeranno tutti". Zelensky: "Scioccato da mancati aiuti Onu e Cri dopo disastro diga Kakhovka"

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“Quando la controffensiva inizierà, se ne accorgeranno tutti”. L’Ucraina non ha ancora lanciato l’attacco contro la Russia nella guerra iniziata oltre 15 mesi fa. Lo ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Oleksiy Danilov citato da Ukrinform, precisando che le forze di difesa di Kiev non hanno avviato ad oggi la prevista controffensiva per liberare i territori temporaneamente occupati dalla Russia. “Quando tutto questo inizierà lo decideranno i nostri militari. E tutti lo sapranno e lo vedranno”, ha aggiunto Danilov, sottolineando che i russi hanno erroneamente considerato l’avanzata dell’esercito ucraino in alcuni punti come l’inizio di una grande operazione.

Almeno tre persone sono morte a causa delle inondazioni dopo la distruzione della diga di Kakhovka nell’Ucraina meridionale. Lo riferiscono i media ucraini. Secondo il Kiev Independent, le vittime sono annegate.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto ”scioccato” da quello che ha definito il ”fallimento” delle Nazioni Unite e della Croce Rossa Internazionale che, ha dichiarato, non hanno inviato aiuti alla popolazione colpita dal disastro conseguente all’attacco contro la diga di Kakhovka, nella regione di Kherson nel sud dell’Ucraina. Sebbene la catastrofe sia avvenuta molte ore fa, ”loro non sono qui”, ha detto Zelensky ai giornali tedeschi Bild e Die Welt oltre che a Politico. ”Non abbiamo avuto risposta. Sono scioccato”, ha aggiunto Zelensky.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha scritto su Twitter di aver “espresso al presidente Zelensky” la sua “solidarietà al popolo ucraino dopo l’attacco alla diga di Kakhovka. La Francia condanna questo atto atroce, che mette in pericolo le popolazioni. Nelle prossime ore invieremo aiuti per far fronte ai bisogni immediati”.

L’ordine di far saltare la diga di Kakhovka è venuto direttamente dal presidente russo Vladimir Putin. E il livello dell’acqua del bacino è stato appositamente alzato “per fare più danni”, ha affermato Oleksiy Danilov. “I terroristi russi hanno fatto saltare la diga, usando esplosivi che avevano piazzato da tempo, settembre o ottobre dell’anno scorso”, ha detto Danilov a radio Svoboda. E’ stato “il Cremlino, più precisamente l’ufficio di Putin, a ordinare questo atto terroristico”.

Secondo Danilov, le forze russe hanno appositamente alzato il livello dell’acqua nel bacino della diga, per massimizzare i danni, in un’operazione per ostacolare la controffensiva ucraina. “Si aspettano la controffensiva, hanno alzato l’acqua al massimo livello possibile. Era a 18,6 metri e l’hanno alzata oltre 19. Hanno deliberatamente accumulato acqua perché l’esplosione potesse causare più danni”, ha dichiarato. La diga è stata occupata dai russi il 24 febbraio 2022, primo giorno dell’invasione.

La viceministra della Difesa ucraina Hanna Maliar ha affermato che con il crollo della diga di Nova Kakhovka “i russi hanno effettivamente causato più danni a sé stessi e alle loro forze armate”, avendo, l’attacco, danneggiato le fortificazioni e le postazioni militari di Mosca.

Parlando alla tv nazionale, Maliar ha detto che “in pratica, il territorio che ora è sotto il controllo dell’aggressore è quello più colpito. Anche i territori delle loro unità militari sono allagati. E adesso c’è un problema con le mine, perché le mine sono volate via. La situazione è assolutamente incontrollabile ora”.

Per Putin “la barbara distruzione” della centrale idroelettrica di Kakhovka è un buon esempio della pericolosa scommessa sull’escalation da parte delle autorità ucraine. Il presidente russo ne ha parlato in questi termini nella conversazione telefonica che ha avuto con Recep Tayyip Erdogan, come riferisce l’agenzia Ria Novosti, sottolineando che è il primo commento di Putin sull’esplosione della diga.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak durante una visita negli Stati Uniti ha spiegato che la Gran Bretagna ”non può ancora dire con certezza” se sia stata la Russia a colpire la diga di Nova Kakhovka, aggiungendo che ”i servizi di sicurezza e militari ci stanno lavorando”. In ogni caso ”se è vero, se si dimostra un atto intenzionale” da parte dell’esercito di Mosca ”rappresenterà un nuovo terribile atto di barbarie da parte della Russia”.

Intanto sul fronte di Bakhmut le forze di Kiev sono avanzate fra i 200 e i 1.100 metri in diverse aree. Lo ha detto ieri la viceministra della Difesa Maliar, citata da Ukrinform. A Bakhmut siamo passati “dalla difesa all’offensiva, siamo al terzo giorno. Il nemico è costretto a cercare di tenere le posizioni, ma non ci riesce. Non hanno abbastanza forze”, ha affermato Maliar.

Il presidente della Cei, Matteo Zuppi, rientrato dall’Ucraina, ieri ha precisato che la sua “non è una mediazione”, la missione di pace “è una manifestazione di interesse, vicinanza, ascolto affinché il conflitto possa trovare percorsi di pace. Tutto il resto sono attese che la guerra finisca o speculazioni che hanno alcuni”. Mosca valuta positivamente gli sforzi fatti dal Vaticano anche se ha detto che non sono stati fatti passi concreti. Zuppi ha fatto capire che resta tutto in stand by: “Come ha detto Parolin dobbiamo riflettere, dobbiamo parlare col Papa. Aspettiamo stia meglio”.

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Sport

Fiorentina-West Ham 1-2, viola k.o. in finale Conference League

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Gli inglesi trionfano con un gol al 90esimo

Il West Ham batte la Fiorentina per 2-1 nella finale di Conference League e si aggiudica il trofeo. Gli inglesi sbloccano il risultato al 62′ con il rigore trasformato da Benrahma, dopo un fallo di mano di Biraghi rilevato dal Var. La Fiorentina pareggia al 67′ con uno splendido diagonale di Bonaventura. Quando i supplementari sembrano inevitabili, il West Ham trova il 2-1 con Bowen: imbucata di Paqueta, la difesa viola non riesce a far scattare il fuorigioco e al 90′ Bowen davanti a Terracciano non sbaglia.

La Fiorentina, alla seconda finale persa in pochi giorni dopo la sconfitta in Coppa Italia, recrimina per il gol annullato allo scadere del primo tempo per il millimetrico fuorigioco di Jovic. Da segnalare, nella prima frazione, il lancio di un oggetto che colpisce Biraghi alla testa: il capitano viola, ferito al capo, rimane in campo con una vistosa fasciatura.

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Sport

E’ morto Iron Sheik, il cattivo del wrestling e avversario di Hulk Hogan

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L'ex lottatore aveva 81 anni

E’ morto The Iron Sheik, addio al ‘nemico’ storico di Hulk Hogan nel wrestling degli anni ’80. Hossein Khosrow Ali Vaziri, wrestler di origine iraniana, è morto all’età di 81 anni. Lo ‘sceicco di ferro’ per anni è stato uno dei personaggi di spicco della Wwf, la federazione da cui è nata l’attuale Wwe, conquistando anche il titolo di campione del mondo.

The Iron Sheik, in un quadro internazionale caratterizzato dai rapporti tesi tra Usa e Iran, rappresentava uno dei ‘cattivi’ dello show che lo contrapponeva spesso a Hulk Hogan. I due si affrontarono in particolare all’inizio del 1984 al Madison Square Garden di New York: Hogan si impose davanti a 20mila spettatori conquistando per la prima volta il titolo di campione del mondo. Prima di sbarcare negli Usa, Waziri aveva fatto parte del servizio di sicurezza dell’ex scià Mohammad Reza Pahlavi e aveva sfiorato la partecipazioni alle Olimpiadi 1968 nella lotta libera. Ai Giochi sarebbe arrivato nel 1972 come assistente allenatore della nazionale Usa. Nel 2005 la Wwe lo ha omaggiato inserendolo nella Hall of Fame del wrestling.

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Concorsi pubblici, arrivano nuove regole

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Via libera del Consiglio dei ministri a nuove norme. Lo schema di decreto fissa il limite massimo di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale

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Via libera del Consiglio dei ministri a nuove norme e regole per i concorsi pubblici. La nuova disciplina dei concorsi si inserisce tra gli interventi del Pnrr per la semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative. “Con il provvedimento approvato oggi – commenta il ministro Paolo Zangrillo – tracciamo la strada per un nuovo modo di selezionare il personale pubblico, imprimendo una decisiva accelerazione ai tempi di conclusione delle procedure e puntando su digitalizzazione e trasparenza. Un intervento che ci permette di affrontare le oltre 170mila assunzioni previste per il 2023 con maggiore forza, fiducia e consapevolezza di aver messo a sistema un meccanismo innovativo e all’avanguardia. La certezza dei tempi è un importante stimolo per i candidati, una garanzia per le amministrazioni”.

Lo schema di decreto fissa il limite massimo di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale. La pubblicazione dei bandi avviene attraverso il portale del reclutamento inPa e sul sito istituzionale dell’ente che bandisce il concorso. Particolare attenzione alla rappresentatività di genere, con l’obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione. Previste tutele nei confronti delle donne in gravidanza o allattamento.

“Mettiamo a terra importanti passi sulla digitalizzazione dei nostri processi per una pubblica amministrazione attrattiva ed efficiente”, conclude il ministro Zangrillo.

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Cronaca

L’Arcivescovo di Palermo Lorefice ricorda don Puglisi

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A 30 anni dall’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, l’arcivesdovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, ricorderà la figura del religioso nel corso di un incontro a ‘Una Marina di libri’, a Villa Filippina a Palermo. Nel corso di un colloquio con la giornalista Adnkronos Elvira Terranova, che si terrà a partire dalle 18.30 nello spazio Elenk’art, l’arcivescovo Lorefice parlerà della figura di don Puglisi, che nel 2013 è stato proclamato Beato. Si discuterà della Palermo di quegli anni e della lotta alla mafia condotta da don Puglisi, ucciso nel giorno del suo 56esimo compleanno.

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Politica

Violenza sulle donne, dal cartellino giallo al braccialetto elettronico: le nuove misure

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl. C'è l'obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima

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Rafforzamento delle misure cautelari, e quindi l’ammonimento, braccialetto elettronico applicato di norma, obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido. Sono alcune delle misure contenute nel ddl contro la violenza sulle donne approvato dal Consiglio dei ministri che tra gli obiettivi ha anche quello di velocizzare i tempi per l’applicazione delle misure cautelari, con termini stringenti per pubblici ministeri e giudici, e di dare priorità alla trattazione di processi in materia di violenza di genere e domestica e di rendere specializzati i pm cercando di assegnare sempre agli stessi i fascicoli riguardanti la violenza sulle donne.

Il ddl, composto da 15 articoli, punta soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosidetti ‘reati spia’ possano poi degenerare in fatti più gravi. Si tratta di imporre il cosiddetto cartellino giallo all’uomo violento, come lo ha definito la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. E infatti l’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.

All’articolo 1 il ddl prevede un ”rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime”. In particolare le pene per i reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate ”se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito…anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.

L’articolo 5, che contiene le disposizioni in materia di attribuzioni del procuratore della Repubblica, prevede che ”in caso di delega, l’individuazione avviene specificamente sempre per la cura degli affari in materia di violenza di genere e domestica” proprio per ”favorire la specializzazione nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica”.

In caso di omicidio o tentato omicidio e di altri reati ”commessi in danno del coniuge, anche separato o divorziato, della parte dell’unione civile o del convivente o di persona che è legata o è stata legata da relazione affettiva ovvero di prossimi congiunti”, secondo quanto previsto dall’articolo 6, il pm valuta, ”senza ritardo e comunque entro 30 giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari”. Anche i giudici avranno termini stringenti per la decisione sulle misure cautelari.

L’articolo 9 disciplina l’arresto in flagranza differita prevedendo che anche i video e le foto possano essere utilizzati per far scattare l’arresto in flagranza differita nei casi di maltrattamenti in famiglia, reato disciplinato dall’articolo 572 del codice penale, o dello stalking (612 bis).

”Si considera comunque in stato di flagranza – si legge all’articolo 9 del ddl – colui il quale, sulla base di documentazione video fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.

Nell’articolo 10 è trattato il rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Mentre prima il braccialetto elettronico veniva applicato solo su richiesta del magistrato ora sarà applicato di norma salvo che il magistrato dica che non ce n’è bisogno, e comunque con il consenso della persona interessata. In particolare si prevede l’utilizzo del braccialetto elettronico con la prescrizione di ”mantenere una determinata distanza comunque non inferiore a 500 metri dalla casa familiare e da altri luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro”.

In questo caso il giudice ”prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni”. Inoltre ”con lo stesso provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prevede l’applicazione, anche congiunta, di una misura più grave qualora l’imputato neghi il consenso all’adozione” del braccialetto elettronico.

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Sport

Il premio Pietro Calabrese a Luigi Carraro

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“Serietà, professionalità e competenza ma anche determinazione, coraggio e inventiva sono i principi che hanno guidato il grande giornalista Pietro Calabrese nel corso della sua straordinaria carriera e che hanno contraddistinto i percorsi di ognuno dei personaggi che mercoledì 7 giugno a Soriano nel Cimino hanno ricevuto l’ambito premio, giunto alla XII edizione, intitolato proprio al maestro di giornalismo e non solo”. Lo scrive la Federpadel internazionale in una nota. “Donne e uomini che hanno collezionato successi e record nel mondo dei media, della cultura, dello spettacolo e dello sport, guadagnandosi un posto nel cuore degli italiani e scrivendo pagine importanti della storia del nostro Paese. Tra questi, il presidente della Fip Luigi Carraro, premiato per l’impegno con il quale lavora per diffondere lo sport e in particolare il padel nel mondo, con un occhio particolarmente attento ai più giovani e alla pratica amatoriale”.

Emozionato il numero uno della Fip, che ha ricevuto il Premio Calabrese da Jacopo Volpi, direttore di Raisport: “innanzitutto voglio ricordare Pietro Calabrese, che oltre ad essere stato un grande giornalista, aveva la straordinaria caratteristica di credere nei giovani e nel loro entusiasmo. Li stimolava, dedicava loro del tempo e lo ha fatto anche con me. E non si può certo dimenticare come abbia ‘allenato’ una vera e propria squadra di giovani talenti che oggi rappresentano l’élite del giornalismo italiano. Pietro Calabrese aveva un sorriso meraviglioso, contagioso come il padel, uno sport divertente e pieno di passione”.

Jacopo Volpi ha poi ripercorso il momento di straordinaria crescita del nostro sport: “abbiamo fatto tanta strada, una squadra di persone piene di entusiasmo e questo premio ha un valore enorme, perché indica che siamo nella giusta direzione e rappresenta uno stimolo a fare meglio”.

Infine, uno sguardo al futuro per un appuntamento storico: “tra dieci giorni saremo per la prima volta e con grande orgoglio tra i protagonisti degli European Games 2023, i Giochi olimpici europei, dove saranno in palio le medaglie nel maschile, femminile e misto, quest’ultimo evento davvero straordinario. Poi a metà luglio – prosegue Carraro – organizzeremo al Foro Italico, con la Fitp, la seconda edizione del Bnl Italy Major Premier Padel, appuntamento storico e più ricco perchè per la prima volta sarà un torneo ‘combined’ e cioè con tabellone sia maschile che femminile”. Premiati, tra gli altri, il produttore e regista Enrico Vanzina, l’attrice Serena Autieri, il direttore sportivo del Napoli dello scudetto Cristiano Giuntoli, i giornalisti Luca Valdiserri, Gaia Tortora, Alessandro Antinelli, Gabriella Simoni, inviata di guerra, e premio alla memoria per Giampiero Galeazzi.

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Cultura

Premio Strega, Rosella Postorino guida la Cinquina dei finalisti

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La scrittrice prima con 217 voti, seguono Ada d'Adamo (199), Maria Grazia Calandrone (183), Andrea Canobbio (175) e Romana Petri (167)

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Una Cinquina quasi tutta al femminile per il Premio Strega 2023, con un’autrice che parte favorita: è Rosella Postorino, in gara con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli), presentata da Nicola Lagioia, forte di 217 voti e del successo conquistato cinque anni fa con il romanzo “Le assaggiatrici” con cui ha vinto il Campiello e sette altri premi e traduzioni in una trentina di lingue. Al secondo posto Ada D’Adamo con “Come d’aria” (Elliot), presentata da Elena Stancanelli, con 199 voti, libro che può già vantare la conquista del Premio Strega Giovani, che è stato il più votato da una giuria di ragazzi tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero: l’autrice è morta lo scorso 1° aprile a 55 anni, subito dopo aver saputo di essere nella dozzina dei finalisti, ma come da regolamento, l’opera è rimasta in gara. Lo Strega vanta già due precedenti in tal senso e tutte e due fortunati perchè risultati vincitori postumi: Giuseppe Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo” nel 1959 e Maria Teresa Di Lascia con “Passaggio in ombra” nel 1995.

La cinquina della LXXVII edizione si completa con Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), con 183 voti, presentata da Franco Buffoni; Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), con 175 voti, presentato da Elisabetta Rasy; Romana Petri con “Rubare la notte “(Mondadori), presentata da Teresa Ciabatti, con 167 voti.

La proclamazione è avvenuta questa sera al Teatro Romano di Benevento, durante un evento condotto da Stefano Coletta, che ha intervistato i dodici candidati e candidate in diretta streaming su RaiPlay e seguito lo spoglio dei voti. Mario Desiati, presidente di seggio e vincitore della precedente edizione, ha proclamato i cinque finalisti.

L’elezione del libro vincitore si svolgerà̀ giovedì̀ 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Geppi Cucciari.

Hanno espresso le proprie preferenze, tra voti singoli e voti collettivi, 596 votanti su 660 (pari al 90,3% degli aventi diritto): a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono come di consueto 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.

Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara: Igiaba Scego, “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani), 158 voti; Silvia Ballestra, “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Laterza), 145 voti; Andrea Tarabbia, “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri) 136 voti; Gian Marco Griffi, “Ferrovie del Messico” (Laurana Editore), 135 voti; Maddalena Vaglio Tanet, “Tornare dal bosco” (Marsilio), 117 voti; Carmen Verde, “Una minima infelicità” (Neri Pozza), 89 voti; Vincenzo Latronico, “Le perfezioni” (Bompiani), 67 voti.

La cinquina della LXXVII edizione incontrerà il pubblico in 16 tappe in tutta Italia, di cui come sempre una all’estero presso un Istituto Italiano di Cultura, il 20 giugno a Berlino. Le tappe dello Strega Tour, di Napoli, Benevento, Firenze, Modena, Salò, Parma e Rimini saranno seguite dal camper di ‘Ticket to Read’, che realizzerà una nuova serie podcast a cura di Margherita Schirmacher ed Enrico Orlandi per raccontare il viaggio dei finalisti, in progetto in collaborazione con Chausson Italia.

La serata di Benevento è stata organizzata dalla Città di Benevento con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, che promuovono il Premio con il contributo di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Bper Banca e Tirreno Power, media partner Rai, sponsor tecnici IBS.it e Sygla.

(di Paolo Martini)

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Cultura

Premio Strega 2023, Rosella Postorino guida la Cinquina dei finalisti

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La scrittrice prima con 217 voti, seguono Ada d'Adamo (199), Maria Grazia Calandrone (183), Andrea Canobbio (175) e Romana Petri (167). L'elezione del libro vincitore si svolgerà̀ il 6 luglio

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Una Cinquina quasi tutta al femminile per il Premio Strega 2023, con un’autrice che parte favorita: è Rosella Postorino, in gara con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli), presentata da Nicola Lagioia, forte di 217 voti e del successo conquistato cinque anni fa con il romanzo “Le assaggiatrici” con cui ha vinto il Campiello e sette altri premi e traduzioni in una trentina di lingue. Al secondo posto Ada D’Adamo con “Come d’aria” (Elliot), presentata da Elena Stancanelli, con 199 voti, libro che può già vantare la conquista del Premio Strega Giovani, che è stato il più votato da una giuria di ragazzi tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole secondarie superiori in Italia e all’estero: l’autrice è morta lo scorso 1° aprile a 55 anni, subito dopo aver saputo di essere nella dozzina dei finalisti, ma come da regolamento, l’opera è rimasta in gara. Lo Strega vanta già due precedenti in tal senso e tutte e due fortunati perché risultati vincitori postumi: Giuseppe Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo” nel 1959 e Maria Teresa Di Lascia con “Passaggio in ombra” nel 1995.

La cinquina della LXXVII edizione si completa con Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), con 183 voti, presentata da Franco Buffoni; Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), con 175 voti, presentato da Elisabetta Rasy; Romana Petri con “Rubare la notte “(Mondadori), presentata da Teresa Ciabatti, con 167 voti.

La proclamazione è avvenuta questa sera al Teatro Romano di Benevento, durante un evento condotto da Stefano Coletta, che ha intervistato i dodici candidati e candidate in diretta streaming su RaiPlay e seguito lo spoglio dei voti. Mario Desiati, presidente di seggio e vincitore della precedente edizione, ha proclamato i cinque finalisti.

L’elezione del libro vincitore si svolgerà̀ giovedì 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e sarà̀ trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Geppi Cucciari.

Hanno espresso le proprie preferenze, tra voti singoli e voti collettivi, 596 votanti su 660 (pari al 90,3% degli aventi diritto): a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono come di consueto 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.

Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara: Igiaba Scego, “Cassandra a Mogadiscio” (Bompiani), 158 voti; Silvia Ballestra, “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Laterza), 145 voti; Andrea Tarabbia, “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri) 136 voti; Gian Marco Griffi, “Ferrovie del Messico” (Laurana Editore), 135 voti; Maddalena Vaglio Tanet, “Tornare dal bosco” (Marsilio), 117 voti; Carmen Verde, “Una minima infelicità” (Neri Pozza), 89 voti; Vincenzo Latronico, “Le perfezioni” (Bompiani), 67 voti.

La cinquina della LXXVII edizione incontrerà il pubblico in 16 tappe in tutta Italia, di cui come sempre una all’estero presso un Istituto Italiano di Cultura, il 20 giugno a Berlino. Le tappe dello Strega Tour, di Napoli, Benevento, Firenze, Modena, Salò, Parma e Rimini saranno seguite dal camper di ‘Ticket to Read’, che realizzerà una nuova serie podcast a cura di Margherita Schirmacher ed Enrico Orlandi per raccontare il viaggio dei finalisti, in progetto in collaborazione con Chausson Italia.

La serata di Benevento è stata organizzata dalla Città di Benevento con Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega, che promuovono il Premio con il contributo di Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con Bper Banca e Tirreno Power, media partner Rai, sponsor tecnici IBS.it e Sygla.

(di Paolo Martini)

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