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Da Soros oltre 1 milione di euro a Più Europa: “Contributi regolari, li rivendichiamo”

Il segretario nazionale Magi e il deputato Della Vedova: "Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole, pubblicati sul sito della Camera in base alla legge, che non solo confermiamo ma che rivendichiamo"

George Soros

Con oltre un milione di euro George Soros risulta tra i principali finanziatori di Più Europa, il partito fondato da Emma Bonino nel 2017 e ora guidato da Riccardo Magi. Spulciando l'elenco delle dichiarazioni congiunte sottoscritte da donatori e beneficiari e indirizzate alla presidenza della Camera dei deputati, si scopre che nel 2022 il magnate ungherese naturalizzato americano ha staccato cospicui assegni a favore di sei esponenti di Più Europa, per sostenere la campagna elettorale del loro movimento alle ultime politiche, quelle del settembre di due anni fa. Aiuti che non sempre sono andati a buon fine. Non tutti i beneficiari dei contributi economici, infatti, ce l'hanno fatta a superare la prova del voto: solo Magi e Benedetto Della Vedova sono riusciti ad approdare in Parlamento.

E' stato Carlo Calenda (leader di Azione, ex alleato di Più Europa prima della rottura ad agosto di due anni fa con la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd) a dare la notizia del finanziamento del miliardario di origini ungheresi. Della Vedova confermò i soldi, spiegando di aver ricevuto oltre 300mila euro.

Sfogliando le carte in possesso dell'Adnkronos si scopre che nel 2022 non fu solo l'allora segretario di Più Europa a incassare un contributo diretto da Soros: per l'esattezza 312mila euro (data di protocollo 30 gennaio 2023), 'come contributo di provenienza estera autocertificato dal candidato'. Stessa somma (312mila euro), infatti, fu versata anche a Magi, all'imprenditore agricolo Giordano Masini, membro della segreteria di Più Europa, e a Simona Emanuela Anna Carolina Viola. La tesoriera del partito Carla Taibi ha beneficiato di 260mila euro mentre Anna Maria Corazza Bildt (moglie dell'ex ministro svedese Carl Bildt) di 100mila euro. Sommando tutti i contributi versati da Soros agli esponenti di Più Europa nell'anno 2022 si arriva quindi alla cifra di 1 milione 608mila euro.

Contattata dall'Adnkronos, Più Europa rivendica politicamente il finanziamento di Soros spiegando che non c'è stata nessuna contropartita, né palese né occulta, per il sostegno ai candidati alle politiche, bensì una nota, consolidata e duratura condivisione dei valori politici liberali e democratici e una comune visione europeista fondata sui diritti umani e civili e lo Stato di diritto. "Sono contributi che alcuni nostri candidati hanno ricevuto secondo le regole, pubblicati sul sito della Camera in base alla legge, che non solo confermiamo ma che rivendichiamo", assicurano all'Adnkronos in una nota congiunta il segretario nazionale Magi e il deputato Della Vedova che spiegano: "Alla base di essi c'è una consolidata e duratura condivisione" con Soros "dei valori politici liberali e democratici, oltre che una comune visione europeista. Rivendichiamo quindi il suo sostegno alle nostre battaglie, che sono comuni con lui per i diritti umani e civili, per l'antiproibizionismo e per lo Stato di diritto. E lo ringraziamo per quello che fa".

A partire da gennaio 2019, in Italia i partiti e i movimenti politici non possono ricevere finanziamenti dall'estero, ma il divieto non vale per i singoli candidati se ottengono un contributo diretto. La cosiddetta legge spazza-corrotti approvata a fine 2018 dal primo governo Conte ed entrata in vigore il 31 gennaio del 2019 ha modificato la normativa specificando che i "partiti e i movimenti politici non possono ricevere contributi da governi o enti pubblici di Stati esteri"; da "persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia" e da "persone fisiche maggiorenni non iscritte nelle liste elettorali o private del diritto di voto". Di conseguenza, a partire dalla fine di gennaio 2019 i soggetti esteri, come l'imprenditore statunitense Soros, non possono finanziare i partiti politici italiani, mentre sono regolari le dazioni di danaro fatte direttamente.

Quanto a Più Europa, nella sezione 'trasparenza' del sito del partito si legge che nel 22 gennaio 2019 - pochi giorni prima dell'entrata in vigore della legge spazza-corrotti - Soros ha versato 99.789 euro alla formazione politica fondata dalla Bonino e un'altra donazione dello stesso importo è stata effettuata dalla moglie del milionario americano Tamiko Bolton, il 30 gennaio 2019. I divieti relativi ai contributi dall'estero disposti dalla legge spazza-corrotti sono entrati in vigore il giorno successivo, il 31 gennaio, e quindi questi versamenti (anch'essi rivendicati pubblicamente da Più Europa) sono regolari. Da quel momento, non risultano altri versamenti disposti da Soros o Bolton a favore di Più Europa, né nei resoconti pubblicati dal partito né su quelli consultabili sul sito della Camera. Ma esiste la somma di oltre un milione di euro versata ai sei esponenti di Più Europa sottoforma di contributo diretto di provenienza estera, tramite autocertificazione del candidato. (di Vittorio Amato e Antonio Atte)

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Politica

Scurati contro il governo: “Ho toccato con mano cosa...

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Lo scrittore: "Vi invito calorosamente ad andare in piazza il 25 aprile, restiamo uniti e opponiamo in numero alla forza"

Antonio Scurati - Fotogramma

"Io ho toccato con mano negli ultimi giorni cosa significhi subire un oltraggio, una aggressione verbale, una denigrazione da parte di esponenti del governo e delle istituzioni e da parte dei loro squadristi fiancheggiatori". Antonio Scurati autore della trilogia M, finito al centro del dibattito dopo che il monologo sul 25 aprile che avrebbe dovuto leggere alla trasmissione ‘ Chesarà’ di Serena Bortone, in onda su Rai3 è stato bloccato dalla Rai, intervenendo a Milano all’incontro ’Come sta la democrazia?’ va all'attacco.

"Il motivo per cui vi invito calorosamente ad andare in piazza il 25 aprile - afferma - è che oggi più che mai torna ad essere importante farlo come prima e più di prima, anche se più di prima non è possibile perché tutto si è smaterializzato: la piazza è stata sostituita dalla rete". Ma, osserva, "una cosa che ho imparato sulla mia pelle è che di fronte al fascismo vero e proprio, ma anche all’autoritarismo, ad aspiranti autocrati e democratici autoritari, nessuno si salva da solo. Questi -rimarca Scurati - non accettano mai un confronto di idee ed argomenti. Spostano sistematicamente il piano del confronto da quello delle idee e delle opinioni a quello dell’aggressione personale".

Ecco perché , sottolinea Scurati, "anche se non sono facile a usare il termine, io dico che questo è un metodo fascista". E allora "quando ci si trova al cospetto della violenza, psicologica e verbale, della brutalità, della volgarità estrema e del discredito, ebbene c’è una sola possibilità di contrastarla e di prevalere. Ed è quella che le persone che usano idee e argomenti e non attaccano personalmente, le persone che non sono violente, brutali e diffamatrici, restino unite e oppongano il numero alla forza, altrimenti preponderante della violenza". Perché "un violento contro un non violento prevale, non ci sono versi. La storia del fascismo di cento anni fa lo dimostra”. Dunque “l’unica possibilità che le persone non violente e civili hanno di contrastare la violenza è il numero, è il popolo, è la democrazia. Ma dobbiamo tornare a farlo”. Del resto "siamo in tanti, siamo milioni e ogni volta che ognuno di noi viene attaccato con violenza e brutalità, tutti quanti dobbiamo reagire. Altrimenti -conclude- a prevalere saranno loro".

"Deriva fascistoide è già qui"

“Tutti i populismi della fase recente, di destra, come di centro e di sinistra, esercitano una virulenta polemica anti parlamentare; questo tratto caratterizzante, insieme a tanti altri che non sto qui a dire per questioni di tempo, sono presenti e qualificanti il fascismo mussoliniano. E sono caratterizzanti anche i sovranismi populisti di oggi, in Italia, in Europa e nelle Americhe, di destra, di centro e perfino di sinistra”. Lo ha detto Antonio Scurati intervenendo all’incontro ’Come sta la democrazia?’ in corso a Milano.

“Il mio bilancio - afferma - è al tempo stesso positivo, dal punto di vista dello scrittore e molto, molto relativo dal punto di vista dell’uomo e del cittadino”. Il fatto è che “oggi mi appare del tutto evidente che quello che mi era parso di vedere più di dieci anni fa nella biografia di Mussolini, che non era certo una ‘profezia’ come molti la definiscono, riguardava una certa deriva fascistoide. Non fascista perché il fascismo quelle della violenza squadrista, omicida e stragista nelle strade non tornerà più, ma quello che doveva tornare è già tornato ed è già qui”. Si tratta, spiega Scurati, "di tutte le caratteristiche di cui ho parlato”. E allora “non aspettate dal domani la verifica di ciò che è ancora vivo del fascismo, e con cui non abbiamo mai fatto i conti perché non abbiamo mai fugato il suo fantasma. Quel che doveva tornare è già qui, in tante piccole e grandi cose, comprese quelle che mi hanno riguardato”.

Ecco perché, conclude, “il bilancio della scrittore e dell’intellettuale è positivo, perché forse non ero completamente fuori strada; ma il bilancio dell’uomo, del cittadino, dell’italiano è pessimo perché evidentemente non ero fuori strada”.

"Il prossimo governo rischia di essere anche peggio"

"Un primo bilancio provvisorio della democrazia? Non so se augurarmi che sia provvisorio perché il prossimo rischio di essere anche peggio di questo", afferma Scurati,.

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Politica

Puglia, mini rimpasto nella giunta Emiliano: nominati tre...

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La decisione dopo la bufera giudiziaria

Michele Emiliano - Fotogramma

Nessun azzeramento della giunta nella Regione Puglia. Dopo la bufera giudiziaria il governatore Michele Emiliano opta per un mini rimpasto con la nomina di tre nuovi assessori: Serena Triggiani, Viviana Matrangola e Debora Ciliento.

Nel pomeriggio si è dimesso Rocco Palese, assessore tecnico alla Sanità, esterno ai partiti (peraltro già esponente storico di Forza Italia e Popolo della LIbertà). Per il momento la delega viene mantenuta dal presidente Emiliano. La nuova assessora Serena Triggiani ha la delega all'Ambiente e al ciclo Rifiuti, incarico che è stato ricoperto finora da Anna Grazia Maraschio, vicina a Sinistra Italiana (nonostante questo partito non abbia rappresentanti in Consiglio).

La nuova assessora alla cultura è Viviana Matrangola. Finora la delega alla cultura non era stata ricoperta da un assessore ma da una consigliera dei Cinque Stelle, Grazia Di Bari. E' uno degli incarichi a cui hanno rinunciato i pentastellati dopo le inchieste. L'altra delega a cui hanno rinunciato è quella al Welfare. Debora Ciliento, consigliera regionale del Pd, è la nuova assessora con delega ai Trasporti e Mobilità sostenibile. Subentra ad Anita Maurodinoia, esponente di Dud al Centro, eletta nel 2020 con il Pd, indagata in una delle inchieste baresi nell'ambito della quale è stato arrestato per presunto voto di scambio il marito Sandro Cataldo.

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Politica

Intelligenza artificiale, via libera Cdm: 1 miliardo di...

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L'Italia che si candida a diventare il primo Paese europeo a legiferare sul tema

Palazzo Chigi

 Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl Intelligenza Artificiale, con l’Italia che si candida a diventare il primo Paese europeo a legiferare sul tema. Il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, con il suo Dipartimento per la Trasformazione Digitale, avrà la delega sul coordinamento della strategia nazionale sull’IA, che sarà aggiornata ogni due anni. Oggi è stata anche confermata la dote economica annunciata dalla premier Giorgia Meloni a marzo scorso: un miliardo di euro, che mette l’Italia sul podio europeo dopo Germania e Francia in termini di impegno finanziario pubblico. Gli investimenti saranno effettuati attraverso il Fondo di sostegno al venture capital.

L’AI Act, il regolamento europeo che disciplina la materia, ha previsto che ciascuno Stato membro si doti di un’“Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale”, senza definire in modo rigido che tipo di ente avrà questa responsabilità. Il governo italiano ha scelto un sistema di governance “duale”: l’Acn, Agenzia per la cybersicurezza nazionale, guidata dal prefetto Bruno Frattasi, avrà il compito di vigilare sull’applicazione dell’Intelligenza artificiale, con poteri ispettivi e sanzionatori; l’Agid, Agenzia per l’Italia digitale, di cui Mario Nobile è direttore generale, si occuperà dell’esecuzione della strategia nazionale, di promuovere l’innovazione e lo sviluppo dell’IA, e di definire le procedure e a esercitare le funzioni e i compiti in materia di valutazione, accreditamento e monitoraggio dei soggetti incaricati di verificare la conformità dei sistemi di intelligenza artificiale.

Giustizia e reati

 Il ddl interviene anche nell’ordinamento giudiziario, in ambito civile, amministrativo e penale, delegando il governo ad adottare, entro 12 mesi, uno o più decreti legislativi per regolamentare l’uso illecito dell’intelligenza artificiale. In particolare, saranno introdotti nuovi reati e nuovi strumenti cautelari per inibire la diffusione e rimuovere i contenuti generati illecitamente con l’aiuto di sistemi di intelligenza artificiale, nonché una nuova aggravante legata all’uso di IA nel compimento di determinati reati. Il codice penale sarà modificato con l’inserimento dell’art. 612-quater, “Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale”, che prevede una pena da uno a cinque anni di reclusione.

L’uso dell’IA in campo penale è escluso, salvo per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro e per la ricerca. “È sempre riservata al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”, in modo da escludere che sia un algoritmo a decidere della validità delle prove o della colpevolezza di qualcuno, come già immaginato

Sul fronte della tutela degli utenti, dati personali e informazione, il ddl prevede che i contenuti generati o modificati dall’intelligenza artificiale, “alterati in modo tale da presentare come reali dati, fatti e informazioni che non lo sono” dovranno avere un bollino, un marchio visibile e riconoscibile con l’acronimo “IA”. A meno che non si tratti di un programma manifestamente “creativo, satirico, artistico o fittizio, fatte salve le tutele per i diritti e le libertà dei terzi”. Gli autori potranno sempre, attraverso una procedura di opt-out, chiedere che le proprie opere non siano usate per addestrare l’intelligenza artificiale. Restano salve le prerogative del Garante per la protezione dei dati personali e l’applicazione del Gdpr, il regolamento europeo per la protezione dei dati personali.

Salute

L’uso dell’intelligenza artificiale per prevenzione, diagnosi e cura di malattie, sviluppo di farmaci, terapie e tecnologie riabilitative, realizzazione di apparati medicali deve essere sempre comunicato all’interessato attraverso un’informativa che potrà essere pubblicata sul sito web del titolare del trattamento. L’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, progetterà e realizzerà la piattaforma di intelligenza artificiale per supporto alle finalità di cura e di assistenza territoriale, alimentata con i dati strettamente necessari per l'erogazione dei servizi.

Il ddl istituisce presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, monitorare l’impatto sul mercato del lavoro, identificare i settori lavorativi maggiormente interessati da questa rivoluzione tecnologica.

Il “carve-out” su sicurezza e difesa nazionale. Come nel caso dell’executive order americano e dell’AI Act europeo, le questioni di sicurezza nazionale e difesa, e le attività svolte dalle forze armate e dalle forze di polizia in questi ambiti, sono escluse dall’ambito applicativo del ddl.

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