Salute e Benessere
Il sondaggio, 64% italiani teme più il dentista che un...
Il sondaggio, 64% italiani teme più il dentista che un intervento chirurgico
A gennaio fra i tanti buoni propositi arriva per molti il momento di riportare l’attenzione sulla salute e ricordarsi di fissare un controllo dal dentista. Un vero grattacapo per molti, che infatti rimandano a tal punto da effettuare una visita solo in caso di un effettivo problema: il 40,6% degli italiani si rivolge al dentista quando insorgono problematiche concrete o mal di denti, mentre solo il 28,6% programma una visita di routine annuale. E' quanto emerge da un recente sondaggio svolto da Dica33.it per conto di Curasept, azienda italiana dell’oral care. La frequentazione dello studio del dentista per fare prevenzione è, quindi, decisamente bassa rispetto alle due visite all’anno suggerite dalle linee guida. Una delle ragioni alla base di tanta reticenza è il timore della visita che riguarda il 64% delle persone, e per la metà di essi si traduce in una vera e propria fobia.
La poltrona del dentista e il relativo strumentario - si legge in una nota - evocano una sensazione di disagio o timore superiore ad altre situazioni mediche o diagnostiche anche più invasive. L’idea di andare dal dentista è fonte di angoscia per il 48,7% dei rispondenti: più di quanto intimorisca la strumentazione medica come bisturi, forbici chirurgiche o siringhe (29%), più di una risonanza magnetica (17,3%) e anche più della prospettiva dell’asportazione chirurgica di nei o altre imperfezioni cutanee (15,5%).
La paura più grande? Il dolore: la consapevolezza, o almeno la supposizione, di provare dolore è il grande timore per il 53,4% dei rispondenti – dettaglia la nota - seguita dalla postura che obbliga a tenere la bocca aperta e costringe ad un’immobilità prolungata (48,3%). Anche i suoni caratteristici dello studio dentistico, come quello del trapano o dell’aspiratore, rappresentano una fonte di disagio (37,6%). Altri aspetti sgraditi della seduta sono la condizione di estrema passività in una situazione di veglia e l’impossibilità di parlare per comunicare che si sta provando dolore. A tutto ciò si aggiunge il costo mediamente elevato della prestazione.
"Ignorare la prevenzione orale può portare a problemi di salute organica. Si stima che in Italia circa il 40% della popolazione soffra di patologie parodontali, per lo più inconsapevolmente, e questo apre la strada a possibili patologie di apparati interni - spiega Paola Della Bruna, Scientific & Clinical affairs manager di Curasept - Un dato che, tuttavia, ci ha sorpresi positivamente è che il 78% delle persone va dal dentista con la consapevolezza di fare la cosa giusta per la propria salute. Come azienda, siamo impegnati da tempo a sensibilizzare le persone sullo stretto legame tra salute organica e salute orale. È un segnale che conferma quanto sia importante continuare a informare il pubblico sull’importanza della prevenzione delle patologie orali, non solo per il benessere di denti e gengive, ma per preservare la salute generale di tutto l’organismo”.
Pur essendo ancora oggi una visita medica poco gradita, dal sondaggio risultano anche dati positivi: quasi il 30% dei partecipanti apprezza il sorriso e il supporto di uno staff preparato, umano e comprensivo che infonde la fiducia necessaria ad affrontare la seduta serenamente. A conferma dell’importanza di instaurare un rapporto di fiducia con il dentista o l’igienista, il 32,3% dei rispondenti afferma che apprezzerebbe molto anche ricevere dai professionisti dell’Oral Care alcuni consigli personalizzati per la propria situazione, ad esempio riguardo all’alimentazione o a prodotti di uso quotidiano, sia durante la visita, sia dopo tramite cellulare.
Per calmare l’ansia, la psicoterapeuta consiglia la ‘respirazione quadrata’. "La bocca è una parte del corpo intima e delicata – sottolinea Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta ed esperta di mindfulness - l'idea di esporre denti, gengive, lingua può suscitare un senso di vulnerabilità. Ancor oggi, inoltre, sentiamo il peso di un retaggio culturale che associa l'andare dal dentista alla possibilità di provare dolore fisico”. Per tenere sotto controllo l’ansia “prima di entrare nella seduta è utile partire dal modificare il dialogo interno provando a focalizzare il pensiero sugli aspetti di fiducia nei confronti del medico (‘sa come non farmi soffrire’, ‘sono in buone mani’) e di aspetti di piacere e soddisfazione legati alla bellezza del sorriso, al piacere di sentirsi sani e curati. La respirazione è uno strumento potente e alla portata di tutti per affrontare i momenti di ansia. Un esercizio semplice da mettere in pratica anche nel salottino di attesa è la ‘respirazione quadrata’, una tecnica dall’efficacia dimostrata nel tenere sotto controllo l’ansia con effetto immediato. Ecco come procedere: 1. inspirare dal naso fino a riempire i polmoni contando fino a quattro; 2. trattenere il respiro contando fino a quattro; 3. ispirare dalla bocca contando fino a quattro; 4. mantenere i polmoni vuoti contando fino a quattro.
Salute e Benessere
Dengue, record di casi nelle Americhe: “Oltre 3...
L'80% circa dei contagiati dal virus, veicolato dalle zanzare, si concentra in Brasile. L'isola caraibica di Porto Rico dichiara l'epidemia
Hanno superato quota 3 milioni i casi di Dengue, registrati nella regione americana dall'inizio di quest'anno, riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità. L'80% circa dei contagiati dal virus veicolato dalle zanzare si concentra in Brasile.
Nel 2023 - ricorda l'Oms - la regione delle Americhe ha riportato il maggior numero di casi di Dengue da quando vengono conteggiati, con 4,5 milioni di contagiati, inclusi 7.665 casi gravi e 2.363 decessi. Nel 2024 la regione registra un nuovo record: oltre 3 milioni di casi al 25 marzo. La maggior parte è stata segnalata in Brasile (l'81% dei casi), seguito da Paraguay (6%), Argentina (3,4%), Perù (2,6%) e Colombia (2,2%).
La Paho, Organizzazione panamericana della sanità, sta lavorando insieme ai ministeri della Salute dei vari Paesi in due direzioni principali: il controllo delle zanzare e la prevenzione delle morti.
Porto Rico dichiara l'epidemia di Dengue
Il governo di Porto Rico ha dichiarato un'epidemia di Dengue, dopo che un picco di casi dell'infezione trasmessa dalle zanzare ha colpito l'isola caraibica, territorio non incorporato Usa. Dall'inizio del 2024 al 10 marzo scorso, secondo i dati più recenti forniti dal locale Dipartimento della Salute, a Porto Rico sono stati registrati 549 casi di Dengue, di cui 29 gravi, con 341 ricoveri in ospedale. I contagi si concentrano nelle città, come San Juan, Bayamon, Guaynabo e Carolina.
Tra il 2010 e il 2020 sono stati segnalati oltre 30mila casi di Dengue in 4 territori degli Stati Uniti, tra cui Porto Rico che ha avuto il maggior numero di infezioni. Nel 2012 sono stati riportati nell'isola 199 morti, l'ultima volta che il Commonwealth ha dichiarato un'epidemia di Dengue.
I Cdc, Centers for Disease Control and Prevention, hanno spiegato che stanno collaborando con il Dipartimento della Salute di Porto Rico e la locale Unità di controllo degli insetti vettori per la sorveglianza del virus e la formazione degli operatori sanitari. I Cdc sono anche impegnati in campagne di disinfestazione, usando insetticidi dove necessario, e iniziative educazionali. Il Dipartimento della Salute di Porto Rico si è detto al lavoro per migliorare la sorveglianza, le attività di laboratorio, il controllo dei vettori e gli interventi di sensibilizzazione.
Salute e Benessere
Covid, Cartabellotta: “Parole Meloni alimentano...
Il presidente Gimbe: "Il ministro Schillaci dovrebbe fugare ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica"
"Lo Stato, con la legge 210 del '92, prevede già l'indennizzo a favore di soggetti danneggiati da complicanze irreversibili correlate a vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue ed emoderivati infetti. E il comma 1bis, recentemente aggiunto, estende in maniera esplicita tale indennizzo a chi ha riportato una menomazione permanente dell'integrità psico-fisica conseguente alla vaccinazione anti Sars-CoV-2. Le parole del presidente Meloni, se da un lato ribadiscono l'ovvio, dall'altro continuano ad alimentare sospetti sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid che hanno permesso al mondo intero di uscire dall'incubo della pandemia". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenendo su quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni che ha sottolineato la volontà del Governo di "andare in fondo" sugli effetti avversi dei vaccini anti-Covid, "capire e assumersi per lo Stato italiano le responsabilità che si deve assumere".
"I programmi di vaccino-vigilanza delle autorità regolatorie di tutto il mondo hanno documentato un profilo rischi/benefici straordinariamente favorevole, su quasi 6 miliardi di dosi somministrate", rimarca il presidente Gimbe, chiamando in causa il ministro della Salute Orazio Schillaci: "A mio avviso - dice - dovrebbe fugare pubblicamente ogni dubbio per fermare questa pericolosa deriva anti-scientifica che rischia di far perdere ai cittadini ulteriore fiducia nei vaccini, nella prevenzione e nel Servizio sanitario nazionale".
Salute e Benessere
Sanità, Siaarti: “Società scientifiche strategiche...
Giarratano: "Bene la Fism a ribadire suo ruolo per modificare la legge su colpa sanitaria"
"L'assemblea della Fism ha rivestito una particolare importanza anche perché ha documentato, in un incontro che ha visto insieme società scientifiche e istituzioni, il ruolo importante e strategico delle prime nell'incidere nei percorsi di riforma che sono in corso, per quanto riguarda sia la rete ospedaliera sia la rete territoriale. Un altro elemento molto importante che è stato oggetto di dibattito nell'assemblea Fism è stato il ruolo delle società scientifiche nella produzione di linee guida e quanto questo incida anche sul percorso di riforma della legge sulla colpa sanitaria. Colpa sanitaria che ha un peso importante anche nell'aumento della spesa pubblica sotto la voce di "medicina difensiva". Lo ha detto Antonino Giarratano, presidente della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), a Roma in occasione del '40esimo anniversario della Federazione italiana società medico scientifiche - Verso gli Stati Generali Fism'.
Si è parlato molto anche delle "buone pratiche cliniche che la Siaarti produce da alcuni anni. Il progetto di produzione e revisione delle linee guida non ha raggiunto, infatti, lo scopo che si prefiggeva - rileva Giarratano - in forza del fatto che i loro costi e i loro tempi di elaborazione, mediamente 2 anni, non hanno consentito finora l'ampia produzione di linee di indirizzo e di standard clinico-organizzativi che invece sarebbe necessaria". Siaarti "è pronta ad affrontare la nuova visione, mettendo in campo le migliori risorse nella produzione di modelli organizzativi, standard strutturali e tecnologici e buone pratiche cliniche, collaborando con l'Istituto superiore di sanità la cui funzione di indirizzo è necessaria".