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Violenza su donne, da Boschi a Matone, a Roma la maratona...
Violenza su donne, da Boschi a Matone, a Roma la maratona contro i femminicidi e gli stupri di Hamas
L'associazione 'Setteottobre' promuove a Piazza Santi Apostoli manifestazione contro i crimini commessi in Israele, partecipano leader politiche, intellettuali, imprenditrici e donne iraniane
A cinque mesi dal femminicidio di massa e dagli stupri commessi dai terroristi di Hamas, il 7 ottobre scorso in Israele, su centinaia di donne in Israele, l’associazione 'Setteottobre' annuncia per il 7 marzo una maratona oratoria organizzata alla vigilia dell'8 marzo festa della donna. La maratona si tiene a Roma, a Piazza Santi Apostoli, alle ore 18, e l'associazione conferma che hanno già aderito "decine di donne del mondo della cultura, della politica, delle istituzioni, del femminismo, del giornalismo", fra cui Maria Elena Boschi, Maria Stella Gelmini, Simonetta Matone, Cinzia Bonfrisco, Mara Carfagna, Noemi Di Segni, Claudia Mancina, Lia Levi, Ilaria Borletti Buitoni, Mirella Serri, Lucetta Scaraffia, Linda Laura Sabbadini, Francesca Nocerino. Sono "tante le voci che vogliono 'dare voce' alle donne che non l’hanno più, perché uccise o annichilite da una violenza programmata, e ostentata, che ha saldato nella forma più atroce antisemitismo, terrorismo e odio per il genere femminile" scandisce l'associazione 'Setteottobre'.
"Di fronte alle violenze perpetuate in quel terribile 7 ottobre 2023, e perfino dopo che di quelle violenze hanno dato testimonianza alcune donne tenute in ostaggio e poi rilasciate, violenze che hanno subito anche durante la prigionia, appaiono sempre più incomprensibili e scandalosi la reticenza, il silenzio, il mancato riconoscimento dell’orrore di quanto è avvenuto da parte delle grandi organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani, e perfino da parte di alcune componenti del mondo femminista, cieche e mute, quando non apertamente liquidatorie, di fronte alla violenza di genere compiuta da Hamas, e documentata dai filmati girati dagli stessi terroristi fieri di rendere palesi gli intenti e l’odio che li guidano" è il j'accuse dell'associazione 'Setteottobre'.
Per questo giovedì prossimo 7 marzo si ritroveranno a Roma, alle 18, in piazza Santi Apostoli, le donne e gli uomini per cui il 7 ottobre del 2023 "costituisce una ferita che chiunque abbia a cuore i diritti elementari dovrebbe sentire come propria, data spartiacque degna di entrare nella memoria storica dei movimenti che difendono la libertà e la dignità delle donne e quindi dell’intera umanità". L'associazione evidenzia che la maratona "sarà un’occasione anche per chiedere il rilascio delle decine di ostaggi – donne, uomini, bambini, anziani – tuttora nelle mani di Hamas, dei quali il mondo sembra essersi completamente dimenticato".
La maratona oratoria promossa da 'Setteottobre' fa seguito all’appello "Non si può restare in silenzio", arrivato a 17.000 firme, in cui si chiede di definire le uccisioni, le torture e gli stupri di massa del 7 ottobre 2023 come crimini contro l’umanità e di perseguirne i responsabili a livello internazionale. In base a questo mandato, lo scorso 12 febbraio "Setteottobre" ha presentato una formale richiesta all'Ufficio del Prosecutor della Corte Penale Internazionale dell’Aja (International Criminal Court, Icc) affinché vengano promosse indagini per i crimini contro l’umanità e genocidio commessi da Hamas il 7 ottobre 2023.
'Setteottobre' riferisce che ad oggi hanno aderito alla manifestazione: Forum ostaggi “Bring them home”, UN Watch, Hadassah International, Comunità Ebraiche di Milano, Roma e Torino, Keshet Italia-Gruppo Ebraico LGBTQ+, Partito Radicale, Sinistra per Israele, Unione delle Comunità Ebraiche.
L’associazione Setteottobre nasce per difendere Israele e i valori delle democrazie liberali. Promossa, fra gli altri, da Stefano Parisi, Anita Friedman, Daniele Scalise, Andrée Ruth Shammah, Luigi Mattiolo, Pier Luigi Battista, Ilaria Borletti Buitoni, Gabriele Albertini. Oltre 450 le adesioni pervenute ad oggi, fra cui Alberto Belli Paci, Deborah Bergamini, Maria Elena Boschi, Andrea Cangini, Alessio D’Amato, Costanza Esclapon, Piero Fassino, Massimiliano Fedriga, Davide Giacalone, Bruna Ingrao, Lia Levi, Claudia Mancina, David Meghnagi, Fiamma Nirenstein, Andrea Orsini, Claudio Pagliara, Lia Quartapelle, Christian Rocca, Maurizio Sacconi, Nicoletta Tiliacos. Nel programma, accanto a un’estesa attività di comunicazione e informazione, sono previsti, tra altri, progetti specifici per le scuole, un osservatorio sull’antisemitismo e sull’odio antioccidentale ed un comitato scientifico.
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.
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G7, Tajani: “Tutti insieme dobbiamo dare messaggio di...
Le parole del ministro degli Esteri al summit di Capri
"Tutti insieme credo che dobbiamo dare un messaggio di pace". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del G7 Esteri a Capri.