Cronaca
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La sindaca ‘anti-moschee’ di Monfalcone: “Integrazione non è sottomissione, attenti alle porte aperte”
Anna Maria Cisint, sotto scorta per le minacce di morte ricevute da estremisti islamici, ha raccontato la sua battaglia politica in un libro, 'Ora basta. Immigrazione, islamizzazione, sottomissione', edito da Signs Publishing
"Personalmente vivo malissimo tutto ciò che ha a che vedere con la consapevolezza che siamo un po' tutti a rischio e ciò che è successo a Mosca, in Francia e un po' ovunque, è la dimostrazione della pericolosità del pensiero unico di questa sinistra, dell'idea di porte aperte, spalancate, quando si richiama l'urgenza di porre attenzione particolare rispetto agli sbarchi e ai luoghi di ritrovo. Dopo gli approfondimenti che ho fatto, ho appurato che ci sono finanziamenti dal Qatar, dal Marocco, e per la realizzazione di moschee non c'è una mappatura, nonostante si parli di luoghi potenzialmente ritrovi di terroristi". A due giorni dalla strage di Mosca, rivendicata dall'Isis, la sindaca 'anti-moschee' di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ribadisce all'Adnkronos la necessità di porre un freno alla 'islamizzazione' in corso.
Costretta a vivere sotto scorta a seguito delle minacce di morte ricevute da parte di estremisti islamici, il primo cittadino del comune in provincia di Gorizia ha raccontato la sua battaglia politica in un libro, 'Ora basta. Immigrazione, islamizzazione, sottomissione', edito da Signs Publishing e uscito con la prefazione di Matteo Salvini. La partecipazione del sindaco di Bologna Matteo Lepore all'evento 'Iftar Street' organizzato dalla locale comunità islamica in piazza Lucio Dalla, lei - dice sicura - "l'avrebbe evitata". "Siamo messi davvero male - commenta Cisint - Va bene condividere le feste, però dobbiamo stare tanto attenti, stiamo arretrando. E' quasi diventata una triste moda, soprattutto negli ultimi anni, quella di cedere il passo, di scegliere di stare da un'altra parte rispetto all'Italia da parte di persone che, principalmente a sinistra, stanno optando per diventare qualcos'altro ed è incomprensibile. Credo ci sia un tentativo da parte della sinistra di trarre un vantaggio futuro, politico, di voto, agganciando un segmento per riuscire ad avere qualcosa di più a livello di consensi. Rischiamo però da tanti punti di vista di scomparire".
E spiega: "Nel Comune che amministro si registra il 33% di immigrazione di cui il 22% è musulmano, il 75% delle donne musulmane è completamente velato, le bambine vanno a scuola con il velo integrale. L'integrazione dovrebbe essere secondo me un'altra cosa. Non è la festa in sé, ma riuscire a far sì che la tua città in quel momento diventi qualcos'altro non è integrazione, è sottomissione. Oltretutto le comunità musulmane che da sette anni affronto non hanno alcuna intenzione di integrarsi, nemmeno parlano italiano. Per queste comunità musulmane - da me è così - se la legge italiana contraddice quella coranica loro non hanno dubbi e applicano la seconda".
A Monfalcone lavorano 8 donne musulmane su 6.600 residenti
Cisint porta dati per raccontare la sua personale battaglia per un'integrazione 'giusta'. "Il 95% del welfare del bilancio del comune di Monfalcone è destinato agli extracomunitari, ai quali va anche il 75% degli alloggi - dice la sindaca - Abbiamo cercato di lavorare tanto sulla scuola, abbiamo costruito asili. In sette anni ho incontrato le comunità islamiche almeno otto, nove volte. Avevo solo chiesto in cambio di lavorare per la parità di genere, senza successo. A Monfalcone lavorano 8 donne musulmane su 6.600 residenti, perché l'idea è che le donne stanno a casa, non parlano italiano, fanno figli. Ho cercato di portare avanti senza successo una parità di ruolo, di rapporti, almeno per fare in modo che pian piano si levino il velo integrale. La situazione è invece peggiorata, perché gli islamici sono cresciuti come numero e ritengono di non avere doveri. Oltretutto è grave che, al contrario delle altre religioni, le comunità musulmane non abbiano mai voluto sottoscrivere una intesa, non accettando alcuni obblighi che la legge italiana impone. Con le altre provenienze, come le famiglie romene o cinesi, non abbiamo mai avuto problemi".
Tuttavia, nella battaglia che ha raccontato nel libro e che la vede impegnata in prima persona, assicura, "io non mi sento sola, c'è molto da fare, credo ci sia bisogno di una revisione normativa rispetto alla necessità di avere un'intesa con gli islamici, perché servono delle regole e trovo molto grave il fatto che non ci sia una mappatura delle moschee. Ma il sindaco di Grosseto, quello di Cantù, e poi consiglieri di minoranza, tanta gente comune mi sostiene e mi scrive, tutte le persone che mi incontrano mi chiedono di non mollare. Io penso che questa sia una battaglia giusta e per questo la porto avanti". (di Silvia Mancinelli)
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Andreoni (Simit): “Anti-Rsv riducono morti e spese...
"Il virus respiratorio sinciziale non colpisce solo bambini e ogni anni causa migliaia di decessi"
“Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è uno dei principali imputati nell’ambito delle infezioni gravi delle vie respiratorie ed è certamente da annoverare tra uno di quelli più gravi in assoluto. L’Rsv è un virus che determina polmoniti molto gravi che, in un paziente immunodepresso, hanno una maggiore incidenza e gravità. Nell’ambito delle infezioni respiratorie, è uno di quelli che più facilmente determina complicanze gravi che portano sia al ricovero in terapia intensiva sia al decesso”. Lo ha detto Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma, a margine di un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk e che si è svolto nella Capitale.
"Per tanti anni l’Rsv - aggiunge Andreoni - è stato presentato alla classe medica come un virus che colpiva i bambini. Purtroppo, questa infezione riguarda anche i soggetti adulti che pagano uno scotto importante in termini di morbosità e di mortalità”. Per questo “diventa fondamentale fare informazione e far fare corsi alla classe medica così da conoscere meglio quest’infezione. Oggi abbiamo dei vaccini e farmaci monoclonali e diventa fondamentale fare la diagnosi perché l’Rsv ogni anno provoca migliaia di morti. Il Sistema sanitario nazionale avrebbe un grande vantaggio nella prevenzione nei confronti del virus respiratorio sinciziale. Possiamo immaginare quello che è il vantaggio della vaccinazione antinfluenzale, che riesce a prevenire ogni anno migliaia di ospedalizzazioni e di decessi. La vaccinazione altamente efficace contro l’Rsv, per questo - conclude il professore - potrebbe ridurre i costi della sanità pubblica”.
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Siliquini (Siti): “Aggiornare calendario con anti-Rsv...
"Documento congiunto con Simit per informare colleghi su opportunità di prevenzione"
“In Italia abbiamo a disposizione delle nuove tecnologie e dei vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), ma ancora non è stato aggiornato il calendario vaccinale. Ci auguriamo che al più presto queste nuove tecnologie a disposizione della popolazione, soprattutto per gli anziani e per i fragili, possano trovare spazio nel calendario così da coprire tutte le possibilità preventive che abbiamo a disposizione”. Così Roberta Siliquini, presidente della Società italiana igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) e professoressa ordinaria di Igiene presso l’Università degli Studi di Torino, intervenendo a un evento sul virus respiratorio sinciziale organizzato da Gsk, a Roma.
“Il documento congiunto della Siti e della Simit”, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, “vuole spingere i decisori politici a introdurre queste nuove tecnologie nel nostro calendario vaccinale. Ma non solo - continua Siliquini - punta a informare i colleghi clinici del fatto che esistono delle possibilità preventive per una patologia che ha un elevato impatto sulla salute della popolazione anziana, fragile e i bambini. Attuando politiche vaccinali e preventive, si potrebbero certamente risparmiare soldi relativi alle ospedalizzazioni, ma anche aggravamenti di patologie sottostanti, soprattutto nella popolazione anziana. La Siti - conclude la presidente - è impegnata nel cercare di diffondere il più possibile la cultura della prevenzione e nel mettersi a disposizione nel trovare le modalità più opportune di strategie vaccinali e politiche di sanità pubblica che possono risultare un investimento forte per il Paese. In questo modo il Servizio sanitario nazionale risparmia e risparmiano anche le persone”.
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Parrella (Simit): “Anti-Rsv blocca evoluzione severa...
"Far conoscere importanza di prevenire polmonite e insufficienza respiratoria anche in anziani"
“Oggi contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) possiamo utilizzare nuove possibilità di prevenzione, andando a interferire con quella che è una malattia che può essere bloccata nella sua evoluzione più severa: la polmonite e l’insufficienza respiratoria. Mentre prima l’Rsv era considerato un patogeno molto importante nella popolazione pediatrica, lavori recenti fanno capire che è centrale anche per la popolazione anziana che, stando a statistiche e numeri, è colpita in maniera importante. Diventa quindi importante il vaccino che adesso abbiamo contro il virus”. Così Roberto Parrella, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e direttore Uoc Malattie infettive a indirizzo respiratorio, ospedale Cotugno di Napoli, nel corso di un evento organizzato da Gsk a Roma.
"La malattia da Rsv è trasmissibile e quindi l’educazione e la formazione delle comunità e della popolazione devono essere in qualche modo attenzionate - ha continuato Parrella -. Non c’è molta conoscenza, soprattutto nella popolazione anziana, su quelle che sono le possibili cause respiratorie e abbiamo necessità di attivare sistemi di comunicazione importanti per far sì che questo tipo di patologia venga fatta conoscere”.
Sull’impegno di Simit, l’esperto ha sottolineato che “la società è impegnata sia nella formazione dei propri specialisti che nelle attività di comunicazione e di formazione della popolazione generale”. Tra i suoi obiettivi spicca infatti anche quello di “andare a incidere su quelli che sono i decisori politici e avere la possibilità di creare partnership e alleanze con società scientifiche affinché l’attenzione verso questo tipo di patologie siano conosciute e siano portate avanti come strategia di prevenzione” perché “abbiamo la necessità - conclude Parrella - di inserire anche questo tipo di vaccino nel calendario vaccinale”.