“Il caldo eccessivo e gli incendi, che stanno devastando alcune regioni italiane, hanno avuto delle conseguenze dirette sugli stabilimenti balneari con la distruzione di strutture e attrezzature a Catania e Pescara ma, più in generale, anche degli effetti negativi indiretti”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio. “Quando, infatti, assistiamo a temperature molto alte (sopra i 32 gradi), anche le spiagge vengono evitate e la maggior parte della gente preferisce stare chiusa in casa con l’aria condizionata accesa”, dice.
“A questo – avverte – si aggiunga la percezione di insicurezza (in quelle regioni particolarmente colpite), che induce la domanda interna e internazionale a sceglierne altre considerate più sicure. Per non parlare del rischio inondazioni a causa dell’innalzamento del livello dei mari che danneggia, soprattutto, i litorali e le spiagge aumentando, di molto, il grave fenomeno erosivo in atto”.
“E’ interesse – sottolinea Capacchione – anche degli imprenditori balneari fornire il proprio contributo per contrastare questo grave fenomeno che sta interessando il nostro Paese e l’intero pianeta”.
“In tema di green pass – sottolinea – controlliamo sempre che i nostri clienti siano in regola con la normativa vigente”.
“Il green pass – ricorda – è necessario solo per la ristorazione al chiuso, mentre non occorre per usufruire dei servizi di spiaggia. Obbligatorio, quindi, per i servizi al tavolo che, eventualmente, vengano svolti all’interno dello stabilimento balneare; non riguarda, invece, la ristorazione che si svolge all’aperto o in veranda, né il self service e neppure il take away”.
“Ma – fa notare – avendo a disposizione ampi spazi la maggior parte di loro sceglie i tavoli all’aperto; sono, poi, aumentati di molto coloro i quali preferiscono pranzare direttamente in spiaggia sotto il proprio ombrellone”.

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