Esteri
Putin: “Attentato a Mosca commesso da estremisti...
Putin: “Attentato a Mosca commesso da estremisti islamici”. Ancora sospetti su Kiev
Il presidente russo: "Il terribile crimine commesso il 22 marzo è un atto di intimidazione e sorge subito la domanda: chi ne trae vantaggio?"
L'attentato al Crocus City Hall di Mosca è stato commesso da "estremisti islamici". Lo ha detto per la prima volta il presidente russo Vladimir Putin, pur senza citare l'Isis, che ha rivendicato la responsabilità dell'attacco di venerdì nel quale sono morte 137 persone. "Sappiamo che il crimine è stato commesso per mano degli estremisti islamici, la cui ideologia lo stesso mondo islamico combatte da secoli", ha affermato.
Si è trattato, ha aggiunto il presidente russo, "un atto di intimidazione, bisogna chiedersi chi ne trae vantaggio". "Il terribile crimine commesso il 22 marzo è un atto di intimidazione - ha affermato, citato da Ria Novosti - e sorge subito la domanda: chi ne trae vantaggio?", la domanda di Putin.
Nonostante il riconoscimento della responsabilità dell'Isis, Putin non abbandona del tutto la 'pista ucraina'. "Dobbiamo rispondere alla domanda: perché i terroristi hanno cercato di fuggire in Ucraina, chi li aspettava lì?". Per il presidente russo, infatti, "questa atrocità potrebbe essere solo un collegamento tra una serie di tentativi da parte di coloro che dal 2014 sono in guerra con il nostro Paese per mano del regime neonazista di Kiev". E ancora: "Gli Stati Uniti, attraverso diversi canali, stanno cercando di convincere tutti che non ci sarebbe traccia di Kiev" dietro l'attentato, ha spiegato il presidente russo.
In ogni caso, continua Putin, chi ha ordinato l'attacco di venerdì a Mosca "sperava di seminare panico e discordia nella nostra società, ma ha trovato unità e determinazione per resistere a questo male".
"I primi risultati dell'indagine indicano che l'attacco terroristico è stato attentamente pianificato e preparato", ha detto intanto il capo del Comitato investigativo russo, Alexander Bastrykin, citato da Ria Novosti, secondo cui le vittime dell'attentato di venerdì al Crocus City Hall sono salite a 139.
Usa e Gb: "Nessun collegamento con Kiev"
"Non c'era alcun collegamento con l'Ucraina" e "questa è solo altra propaganda del Cremlino", aveva detto nel pomeriggio il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, in dichiarazioni rilanciate da Sky News a tre giorni dalla strage alle porte di Mosca.
"Non c'è alcun collegamento con l'Ucraina di cui siamo a conoscenza e l'Is ha rivendicato la responsabilità" della strage, le parole dell ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, citato dai media britannici. "Dobbiamo resistere agli sforzi di Putin di cercare collegare i due", aveva aggiunto.
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Israele Iran, la risposta di Tel Aviv a Teheran, colpita...
La tanto attesa risposta israeliana nei confronti di Teheran per gli oltre trecento missili e droni iraniani lanciati verso Israele sabato scorso si è consumata nella notte con un attacco che ha colpito una base aerea militare vicino alla città di Esfahan, nell'Iran centrale. La base ospita da tempo la flotta aerea iraniana di F-14 Tomcat di fabbricazione americana, acquistati prima della rivoluzione islamica del 1979.
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Biennale Arte, Arabia Saudita, il canto di battaglia delle...
Le voci di oltre mille donne saudite riunite dal'artista Manal AlDowayan per una serie di seminari organizzati a Khobar, Gedda e Riad e registrate per l'installazione multimediale "Shifting Sands: A Battle Song" è stata presentata al Padiglione dell'Arabia Saudita della 60/a Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia che aprirà al pubblico da domani fino al 24 novembre.
"Un'espressione collettiva che sfida anche i pregiudizi sulle loro vite". Per Andare oltre "l'ossessione per la presenza o assenza del velo, per ciò che le donne possono o non possono fare, oltre a molteplici supposizioni sulle loro richieste e desideri mentre molto poco viene detto su come esse si identificano". Come ha sottolineato l'artista, il lavoro è ispirato "al ruolo in evoluzione delle donne nella sfera pubblica in Arbia Saudita e al viaggio che hanno intrapreso per definire lo spazio fisico in cui abitano e le narrazioni che storicamente le hanno definite".
Le loro voci sono cadenzate dal rumore della sabbia nel deserto, suono in arrivo in cuffia nel momento della registrazione che risuona nel Padiglione nazionale all'Arsenale, fra sagome imponenti di seta stampata a rappresentare rose del deserto, con incisi disegni e scritti delle partecipanti ai seminari o con testi di donne saudite estratti dai quotidiani locali e internazionali.
Attraverso i seminari, AlDowayan, "ha offerto alle donne e alle ragazze una piattaforma per far sentire la propria voce, sia individualmente che collettivamente", anche con il caratteristico "canto delle sabbie" del Rub al-Khali, il deserto in cui le dune mormorano e rombano allo spostarsi della sabbia", usato anche come metafora, con "il suono dei minuscoli granelli di sabbia che interagiscono fra loro che cresce fino a diventare un boato collettivo".
Scultura e suono quindi "raccontano una storia che trascende le culture e le geografie e rivendica una autonomia e una solidarietà fra le donne dell'Arabia Saudita che trova risonanza in tutto il mondo", sottolineano gli organizzatori della Mostra "Sussurra il deserto e si leva la voce" - questa è il titolo scelto n italiano - curata da Jessica Cerasi e Maya El Khalil, e l'assistente Shadin AlBulaihed.
L'Arabia Saudita partecipa alla Biennale Arte per la Quarta volta e per la terza volta il Padiglione nazionale espone opere di artiste donne.
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Israele-Iran, Tajani: “Obiettivo politico del G7 è...
Il comunicato conclusivo dei ministri riuniti a Capri: "Teheran e Tel Aviv evitino ulteriore escalation, pronti ad adottare ulteriori sanzioni contro l'Iran"
Sulla questione Israele-Iran "ho voluto subito che ci fosse un messaggio chiaro da parte del G7: l'obiettivo politico del G7 si chiama de-escalation, abbiamo lavorato, lavoriamo e continueremo a lavorare per una de-escalation in tutta l'area del Medio Oriente. Per quanto mi riguarda è da stanotte che sono in contatto con le ambasciate italiane a Teheran e Tel Aviv. Non c'è alcun problema per nostri connazionali". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa finale del G7 Esteri a Capri.
I ministri del G7: "Iran e Israele evitino ulteriore escalation"
I ministri degli Esteri del G7 riuniti a Capri hanno invitato Iran e Israele a ''lavorare per prevenire un'ulteriore escalation'' ''alla luce delle notizie sui raid del 19 aprile''. Come si legge nel comunicato conclusivo della riunione, ''il G7 continuerà a lavorare a tal fine'' e rivolge un appello ''a tutte le parti, sia nella regione che oltre, a offrire il loro contributo positivo a questo sforzo collettivo''.
I ministri degli Esteridi Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America, insieme all'Alto Rappresentante dell'Unione Europea, hanno ''chiesto che l'Iran e i gruppi alleati cessino i loro attacchi''. Nel comunicato al termine della riunione i ministri hanno sottolineato che ''il governo iraniano verrà considerato responsabile delle sue azioni destabilizzanti''. I ministri degli Esteri del G7 si sono poi detti ''pronti ad adottare ulteriori sanzioni o altre misure, ora e in risposta a diverse iniziative destabilizzanti''.
I ministri hanno quindi condannato ''con la massima fermezza l'attacco diretto e senza precedenti dell'Iran contro Israele nell'aprile scorso''. In un comunicato al termine della riunione a Capri i ministri hanno sottolineato che ''si è trattato di un'escalation pericolosa, poiché l’Iran ha lanciato centinaia di missili balistici, missili da crociera e droni''. Viene quindi espresso la condanna per ''il sequestro iraniano, in violazione del diritto internazionale, della nave mercantile battente bandiera portoghese Msc Aries vicino allo Stretto di Hormuz. Chiediamo il rilascio immediato della nave, del suo equipaggio e del carico''.
I ministri riuniti a Capri hanno quindi chiesto ''all'Iran di astenersi dal fornire sostegno ad Hamas'' così come a Hezbollah e agli Houthi, e ''dall'intraprendere ulteriori azioni che destabilizzino il Medio Oriente''. Nella nota si legge che ''la continua fornitura di armi e materiale correlato da parte dell’'ran agli Houthi e ad altri attori non statali nella regione sta aumentando pericolosamente le tensioni''.