Salute e Benessere
Effetti collaterali da smart working, rischi allo studio in...
Effetti collaterali da smart working, rischi allo studio in Francia
L'agenzia governativa Anses ha individuato alcuni problemi ma evidenzia scarsi dati e necessità di ricerche ulteriori
Smart working: una modalità di lavoro che ha coinvolto un enorme numero di persone in pandemia, ma sulla quale - in particolare sugli effetti per la salute fisica e psichica - sono ancora pochi i dati scientifici consolidati, necessari anche a mettere in atto eventuali politiche di prevenzione. Considerando il fatto che il massiccio ricorso a questo sistema e alle tecnologie associate ha conseguenze forti sull'intera organizzazione della società, oltre che del lavoro. Lo ha evidenziato in Francia l'Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria dell'alimentazione, dell'ambiente e del lavoro (Anses), che in collaborazione con sindacati e con l'ente di ricerca Irset ha identificato alcune conseguenze sanitarie del telelavoro, ma ha anche invitato a rafforzare le ricerche in questo campo per valutare meglio i rischi ed attivare eventuali forme di prevenzione.
Malgrado l'insufficienza dei dati, lo studio ha comunque evidenziato alcuni 'effetti avversi' che riguardano in particolare: la salute, con disturbi muscolo-scheletrici, effetti sulla vista, interruzione dei ritmi circadiani come il ritmo sonno-veglia, effetti sull'alimentazione e sui comportamenti di dipendenza, incidenti, effetti sulla salute mentale; la vita sociale, con cambiamenti nel rapporto tra vita professionale e sfera socio-familiare; l'attività lavorativa, con aumento delle esigenze in termini di reattività e disponibilità, orari di lavoro atipici, cambiamenti nelle dinamiche relazionali tra colleghi e con la gerarchia, cambiamenti rispetto alla soddisfazione e del coinvolgimento sul lavoro.
A questo, sul piano sociale, si aggiunge il fatto che non tutti i lavoratori possono usare questa modalità, con il conseguente innesco di situazioni ingiuste o vissute come tali, quindi psicologicamente rilevanti e a rischio stress. Per l'agenzia francese quella del telelavoro è una svolta epocale. Va dunque seriamente indagata - con studi di peso - anche all'interno del contesto più globale del cambiamento climatico, sia come possibile rimedio o, al contrario, come fonte di aggravio del problema.
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Covid Italia, Rt sotto soglia epidemica: dati ultima...
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: Basilicata, Calabria e Bolzano non segnalano casi
L'Rt, l’indice di trasmissibilità Covid calcolato con dati aggiornati al 17 aprile, in Italia "risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,96 (0,79–1,15), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 1,01); l’incidenza di casi diagnosticati e segnalati (8-14 aprile) è pari a 0,82 casi per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente; l’incidenza settimanale ha un andamento eterogeneo nelle diverse regioni e province rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Lombardia (1,6 casi per 100.000 abitanti), non sono stati segnalati casi dalle regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. I dati delle ultime due settimane possono variare in quanto soggette a consolidamento". Lo evidenziano i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
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Malattie rare, Uniamo: “Con diario fari accesi su...
Scopinaro, "Vademecum per pazienti e specialisti che vogliono conoscere patologia misconosciuta"
“L’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è una malattia ultra-rara e di conseguenza molto poco conosciuta. Il fatto della rarità comporta anche che non ci sia una diagnosi appropriata e di conseguenza i pazienti devono attraversare un iter diagnostico che passa dal momento della comparsa dei primi sintomi a un'effettiva diagnosi che può tardare anche anni con una situazione di incertezza, di non comprensione, di frustrazione, a volte anche di rabbia”. Lo ha detto Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo Federazione italiana malattie rare in occasione della presentazione del Diario “Una vita senza inverno” con storie di pazienti e caregiver nato da una iniziativa di Sanofi in collaborazione FB&Associati, e con il contributo di Cittadinanzattiva e Uniamo Federazione italiana malattie rare.
Il diario “è una sorta di vademecum - sottolinea Scopinaro - un libro a disposizione dei clinici che vogliono approfondire la patologia ma anche di altri pazienti che possono trovare una similitudine nelle storie che leggono e quindi avere poi il desiderio di unirsi in comunità perché sarebbe anche molto importante che queste persone potessero trovare una comunità di riferimento proprio per tutte le nuove diagnosi". Davvero, "mi auguro che questo diario, dedicato ad una patologia misconosciuta possa essere fonte di informazione per gli specialisti, di sensibilizzazione per tutti e di stimolo per le istituzioni per cercare, anche per queste persone, i migliori percorsi per rendere la loro vita meno difficile” conclude.
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Malattie rare, ematologa Sau: “Per anemia emolitica...
‘Diagnosi tardiva tra i 50 e i 70 anni ma esordio patologia avviene prima. Aspettativa vita pazienti ridotta per mancanza terapie’
“L'età in cui viene diagnosticata per la prima volta” l’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è in genere “tra i 50 e 70 anni, ma probabilmente l'esordio” della malattia ultra-rara del sangue “avviene in età più giovanile”. La difficoltà nella diagnosi “ritarda la stessa e quindi abbiamo un'incidenza della malattia nella popolazione più anziana. L'aspettativa di vita dei pazienti con Cad è chiaramente ridotta soprattutto perché ancora oggi mancano terapie specifiche approvate”. Lo ha detto Antonella Sau del Dipartimento di Ematologia Ausl Pescara, intervenendo oggi a Roma alla presentazione di 'Una vita senza inverno', il diario che racconta il desiderio dei pazienti con Cad.
È una malattia “invalidante perché presenta sintomi che difficilmente possono essere curati – spiega l’ematologa – ovvero, astenia, debolezza, malessere generale. Inoltre, questi pazienti risultano essere molto più a rischio di eventi tromboembolici che mettono in pericolo la loro stessa vita”. Caratteristica della Cad è soprattutto “la fatica cronica che non è solo correlata al grado di anemia ma anche alla patogenesi della Cad, un’astenia profonda che rende difficile fare le normali attività quotidiane, compreso lavorare”. I paziente con Cad sono “stanchi, anemici, se si espongono al freddo hanno dei dolori anche lancinanti alle estremità di mani e piedi”, una condizione “che li costringe spesso anche a non uscire più di casa, se non nelle ore più calde” conclude.