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Elezioni Usa 2024, Trump tira dritto: “Ho scelto il...
Elezioni Usa 2024, Trump tira dritto: “Ho scelto il vice”
L'ex presidente: "Non posso ancora dirvelo, ma so già chi sarà"
E' stato un duello senza esclusione di colpi, quello che tra Ron DeSantis e Nikki Haley, che si sono ritrovati soli sul palco dell'ultimo dibattito per le primarie repubblicane, scontrandosi per ottenere il riconoscimento di essere l'alternativa a Donald Trump nelle elezioni presidenziali Usa 2024. Trump non solo ha disertato anche quest'ennesimo dibattito, che si è svolto a Des Moines, ma in contemporanea ha partecipato ad un incontro con gli elettori su Fox News, sempre in Iowa dove lunedì prossimo ci saranno i caucus.
Con un enorme vantaggio nei sondaggi, Trump ha dato per scontata la sua nomination ed ha parlato della scelta del suo vice. "Non posso ancora dirvelo, ma so già chi sarà", ha detto l'ex presidente che poi a chi gli chiedeva se avesse preso in considerazione qualcuno dei candidati delle primarie che si sono ritirati ha risposto: "Christie ora già mi piace molto di più", riferendosi al fatto che poche ore prima l'ex governatore del New Jersey, acceso critico dell'ex presidente, si è ritirato dalla corsa per la Casa Bianca.
Intanto, sul palco del dibattito, trasmesso dalla Cnn, il governatore della Florida e l'ex ambasciatrice all'Onu si sono attaccati su tutti i fronti, con DeSantis che ha accusato Haley, parlando del sostegno dell'Ucraina, di essere "una globalista che crede che abbiamo risorse illimitate".
La repubblicana - che in questi ultimi mesi è in ascesa nei sondaggi, mentre DeSantis dopo le grandi aspettative della scorsa estate sembra perdere terreno - ha detto che il suo avversario "ha sperperato 150 milioni per la sua campagna, e non ha niente in mano". "Ha speso più soldi per aerei privati che per spot elettorali per convincere gli elettori dell'Iowa a votarlo, se non sa gestire un campagna, come potrà gestire il Paese?", ha poi aggiunto.
Se non hanno risparmiato colpi reciproci, i due invece sono stati molto cauti nel non attaccare in modo frontale il super favorito Trump, per non inimicarsi l'ampia base elettorale che lo sostiene. Entrambi infatti hanno evitato di rispondere quando è stato chiesto loro se credono che Trump "abbia le qualità per essere di nuovo presidente".
"Sono d'accordo con molte sue politiche, ma il suo modo di procedere non è il mio, io non cerco vendette, non prendo le cose in modo personale", ha risposto Haley, che è stata ambasciatrice all'Onu di Trump. Ancora più vago DeSantis che è partito con i complimenti all'ex presidente, per poi passare a parlare delle "differenze tra me e Nikki Haley", descritta come una liberal.
Entrambi, però, in varie occasioni hanno lamentato il fatto che Trump abbia scelto di disertare i dibattiti. "Avrei voluto che Donald Trump fosse su questo palco, è lui che sto sfidando", ha detto Haley. "Trump dovrebbe essere su questo palco, lo deve a voi, agli elettori dell'Iowa - le ha fatto eco DeSantis - deve spiegare perché non ha costruito il Muro ed ha aggiunto 7,8 trilioni al debito pubblico".
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G7, Tajani: “Convergenza su tutte le questioni...
A Capri il vertice dei ministri degli Esteri
"Grande unità d'intenti e convergenza su tutte le questioni internazionali". Così Antonio Tajani nella conferenza finale del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 a Capri. Ribadito il no all'operazione militare israeliana a Rafah, per il Medio Oriente va perseguita la de-escalation. Ok alle sanzioni all'Iran ma la porta del dialogo resta aperta.
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Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
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Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".