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Assalto Capitol Hill, Trump invoca immunità contro tre cause civili

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Donald Trump invoca l’immunità contro tre cause civili che lo indicano come responsabile dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. L’avvocato dell’ex presidente, Jesse Binnall, ha sostenuto infatti di fronte ad una corte d’appello federale che non c’è stata nessuna “incitazione” nell’ormai famoso discorso di Trump di fronte alla Casa Bianca, e che l’esortazione a “combattere” rivolta al pubblico che poco dopo ha assalito il Congresso era un artificio retorico.

Ma soprattutto, ha affermato il legale, il discorso del presidente “rientrava nell’ampio spettro dell’immunità assoluta, tesa a prevenire che il presidente sia coinvolto in cause civili”. A presentare le cause contro Trump sono stati membri democratici del Congresso e membri della polizia di Capitol Hill. Il dipartimento di Giustizia ha già affermato che l’ex presidente non è coperto dall’immunità perché tra “le responsabilità presidenziali non è compresa l’incitazione alla violenza privata”.

Gli avvocati dei ricorrenti affermano da parte loro che Trump non ha diritto all’immunità perché “un presidente non ha il diritto di ordinare ai suoi sostenitori di ostacolare i tentativi del Congresso di svolgere i propri doveri certificando” la vittoria elettorale di Joe Biden.

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Sport

Arnaldi spreca 3 match point, eliminato nell’Atp Pechino 2023

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L'azzurro battuto dal cileno Jarry negli ottavi

Matteo Arnaldi non sfrutta 3 match point e viene sconfitto negli ottavi di finale dell’Atp 2023 di Pechino dal cileno Nicolas Jarry, che si impone per 6-7 (4-7), 7-6 (7-4), 6-3 dopo 2h58′ di battaglia.

L’azzurro, 22 anni e numero 48 del ranking, sfiora l’impresa con il numero 23 del mondo. In una prestazione estremamente positiva, rimane il rimpianto per i 3 match point che Jarry cancella nel 12esimo game del secondo set. Arnaldi è bravo a mettere alle corde un avversario efficiente al servizio (72% di prime palle, 12 ace e 5 palle break cancellate su 7). Il ligure parte malissimo (0-3) ma riesce a ricucire il gap (4-4) e nel tie-break non sbaglia praticamente nulla. Il secondo set ruota attorno alla fiammata tra settimo e ottavo game: Jarry strappa il servizio al rivale, Arnaldi replica subito. Sul 6-5 per Arnaldi, la svolta determinante. Jarry da 0-40 cancella i 3 match point con un servizio efficace, una volee e un ace. Il cileno aggancia il tie-break e lo fa suo (7-4). La sfida appare segnata: Arnaldi accusa la stanchezza, Jarry scappa (4-2) e chiude 6-3.

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Cronaca

Schlein: “Da Governo approccio muscolare verso magistratura”

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"Questa maggioranza mostra insofferenza verso tutto ciò che non controlla"

Elly Schlein (Fotogramma)

“Dopo un anno di governo possiamo dire che questo governo ha mostrato un atteggiamento di fondo, un approccio muscolare e aggressivo verso la magistratura”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein intervenendo al congresso di Area a Palermo. “Questa maggioranza mostra insofferenza verso tutto ciò che non controlla, e vale anche per la cultura e l’informazione”, ha aggiunto. Ogni riforma della giustizia “deve essere il frutto di un confronto con chi la fa funzionare. Il confronto e l’ascolto deve rappresentare la bussola per qualunque progetto riformatore che parta dall’analisi della realtà”.

“Il ministro Nordio ha più volte annunciato un cantiere di riforme organiche, ma alle parole non sono seguiti i fatti, e vedendo l’approccio della maggioranza verrebbe da dire per fortuna. Abbiamo assistito a spot, decisioni di corto respiro, dannose, provvedimenti di bandiera e propagandistiche, senza una visione complessiva, senza organicità”.

“Il Pd non accetterà mai il tentativo di riscrivere la storia” dice la segretaria Dem. “Ho apprezzato il passaggio del segretario Albamonte sul ‘revisionismo giudiziario’. Tentativi messi in atto come per la Strage di Bologna. Non è possibile a nessun livello mettere in discussione ciò che è emerso e cioè che è stata una strage fascista, realizzata da forze neofasciste, con un intento eversivo, facilitata da apparati dello Stato”.

“Serve un grande investimento sull’educazione alle differenze, a partire dalle scuole” dice la Schlein. “Serve un grande sforzo comune, mi sono rivolta a più riprese alla prima premier donna per chiedere che almeno su questi temi si metta da parte la dialettica aspra, facciamo un passo insieme”.

“La politica e la diplomazia non sono riuscite o forse non hanno nemmeno provato fino in fondo a portare a processo gli assassini” di Giulio Regeni.

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Spettacolo

Fedez, il chirurgo che lo operò per tumore: “Credo sarà dimesso in pochi giorni”

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Le parole all'Adnkronos Salute Massimo Falconi, direttore della Chirurgia del pancreas dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano: "Siamo in contatto, è in ottime mani"

Fedez - Fotogramma

Potrebbe restare ancora qualche giorno in ospedale Fedez, ricoverato in Chirurgia al Fatebenefratelli di Milano a causa di due ulcere che gli hanno causato un’emorragia interna, come lo stesso rapper ha spiegato ieri sera via social. “La durata del ricovero in questi casi dipende dalle condizioni generali del paziente. Lui è un ragazzo giovane e sano, quindi io credo che i colleghi lo terranno in ospedale 3-4 giorni per essere sicuri che ci sia una stabilità dell’emocromo e dei parametri vitali, poi potrebbe essere dimesso. Ritengo che al massimo entro una settimana possa essere a casa, se non prima”. Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Falconi, direttore della Chirurgia del pancreas dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, che nel marzo 2022 operò Fedez per un tumore neuroendocrino del pancreas.

“Io ho notizie indirette – precisa lo specialista – e posso ricostruire il caso solo attraverso quello che naturalmente siamo venuti a sapere, perché il nostro è anche un rapporto affettivo e lui si è messo in contatto con noi anche per sapere cosa fare”. Il rapper è in ottime mani, assicura Falconi: “E’ seguito benissimo dai colleghi del Fatebenefratelli”.

“Grazie a due trasfusioni di sangue ora sto molto meglio”, ha tranquillizzato ieri Fedez, ringraziando “il personale medico che mi ha letteralmente salvato la vita” all’ospedale Fatebenefratelli. A far arrivare il rapper nel Pronto soccorso del presidio dell’Asst Fbf-Sacco di Milano sono state delle manifestazioni cliniche possibili in presenza di “un’ulcera peptica – illustra Falconi – un’ulcera duodenale che ogni tanto naturalmente può sanguinare. Di fatto è un evento raro, ma dipende per esempio da quanto tempo il paziente presenta dei sintomi, o magari dall’assunzione di farmaci. Non posso saperlo con certezza”, tiene a puntualizzare lo specialista del San Raffaele. Tuttavia, “il meccanismo a cui penso possa essere imputabile” l’emorragia “è esattamente quello dell’ulcera peptica, che ogni tanto può complicarsi”.

E’ possibile ipotizzare collegamenti con l’intervento al quale Fedez è stato sottoposto nella primavera del 2022 per la rimozione del tumore? Dopo un’operazione come quella subita dal rapper “ci può essere una fragilità più o meno importante” della parte di organismo interessata, risponde l’esperto, “ma noi non osserviamo quasi mai questo tipo di manifestazioni, soprattutto a una distanza di tempo così significativa dall’intervento chirurgico”. In ogni caso, “di fatto il meccanismo è lo stesso dell’ulcera peptica”, ripete Falconi, e “credo possa essere ricondotto o una secrezione acida gastrica più importante rispetto al normale, oppure a una condizione di stress, o ancora all’assunzione di farmaci senza una protezione gastrica”.

Fedez “ha sicuramente fatto una gastroscopia sotto la guida dei colleghi – conclude lo specialista – e naturalmente sta seguendo una classica terapia farmacologica che inibisce la secrezione acida gastrica, a dosaggio pieno, in maniera tale da azzerare la secrezione e favorire la cicatrizzazione dell’ulcera”.

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Cronaca

Giallo a Torino, cadavere in casa con ferite alla testa

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A dare l'allarme è stata la compagna dell'uomo

Il cadavere di un uomo è stato trovato in casa a Giaveno nel torinese. A dare l’allarme è stata la compagna. Secondo le prime informazioni la vittima avrebbe ferite alla testa e la casa sarebbe stata trovata in disordine. Sul posto stanno intervenendo i carabinieri per fare luce su quanto accaduto. Al momento i militari stanno vagliando tutte le ipotesi, non si è esclude possa trattarsi di un omicidio.

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Salute e Benessere

Influenza, il virus in Europa e nel mondo: i dati di oggi dell’Oms

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Virus A circola più del B, che invece prevale in Europa, annunciate le raccomandazioni per la nuova composizione del vaccino 2024

Influenza e febbre - 123RF


Influenza nel mondo e in Europa, arrivano oggi i dati Oms. “Da febbraio ad agosto 2023 è stata segnalata attività influenzale in tutte le zone e il numero di rilevamenti è stato paragonabile allo stesso periodo di riferimento del 2022. Ma il virus predominante variava tra le aree di trasmissione e i Paesi. A livello globale, i rilevamenti del virus dell’influenza A hanno superato quelli del virus dell’influenza B. Tuttavia, in alcune regioni, l’influenza B ha predominato, tra cui Europa, Nord Africa e Sudamerica tropicale”, il quadro tracciato dall’Organizzazione mondiale della sanità che ieri – dopo una consultazione di 4 giorni – ha annunciato le raccomandazioni per la nuova composizione del vaccino da utilizzare nella prossima ‘tornata influenzale’ 2024 nell’Emisfero Sud, quello australe.

Gli incontri nell’ambito dei quali si decide il ‘cocktail’ di virus per i vaccini successivi si tengono due volte l’anno, e permettono di mantenere aggiornate le indicazioni consentendo alla macchina produttiva e autorizzativa dei farmaci di adeguarsi in tempo utile. Ecco dunque i virus che, secondo l’Agenzia Onu per la salute, dovranno essere inclusi nei vaccini trivalenti basati su uova nell’emisfero meridionale nella stagione influenzale 2024: un virus simile al virus A/Victoria/4897/2022 (H1N1) pdm09; un virus simile al virus A/Thailand/8/2022 (H3N2); e un virus simile a B/Austria/1359417/2021 (lignaggio B/Victoria). Mentre i vaccini basati su colture cellulari o ricombinanti dovranno contenere: un virus simile al virus A/Wisconsin/67/2022 (H1N1) pdm09; un virus simile al virus A/Massachusetts/18/2022 (H3N2); e un virus simile a B/Austria/1359417/2021 (lignaggio B/Victoria).

Per i vaccini quadrivalenti basati su colture di uova o cellule o ricombinanti, l’Oms raccomanda l’inclusione del seguente componente del lignaggio B/Yamagata: un virus simile a B/Phuket/3073/2013 (lignaggio B/Yamagata). “Le raccomandazioni emesse – spiega l’Oms – vengono utilizzate dalle agenzie nazionali regolatorie e dalle aziende farmaceutiche per sviluppare, produrre e concedere in licenza vaccini antinfluenzali per la successiva stagione. L’aggiornamento periodico dei virus contenuti nei vaccini antinfluenzali è necessario affinché i vaccini siano efficaci a causa della natura in costante evoluzione dei virus influenzali, compresi quelli circolanti che infettano gli esseri umani”.

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Politica

Conte: “Nordio alimenta scontro tra politica e magistratura”

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"Da governo attacco ad alcuni pilastri della Costituzione"

Il leader del M5s Giuseppe Conte (Fotogramma)

“C’è una postura sbagliata del ministro Nordio nei confronti della magistratura, mi sembra che di tutto l’Italia ha bisogno tranne che di alimentare un nuovo scontro tra politica e magistratura”. Sono le parole di Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle al congresso di Area Giustizia Democratica di Palermo. “Questa nuova stagione di tensione è fondata su un falso concettuale – dice ancora – che dobbiamo rispedire al mittente. C’è un fronte politico che con molta astuzia e furbizia vuole alimentare una falsa dicotomia, del tutto fuorviante, un presunto schieramento garantista e giustizialista. A questo fronte politico ben organizzato, bisogna rispondere che esiste un solo fronte che garantisce il funzionamento del sistema giustizia nel rispetto dei principi costituzionali”.

“In tema di giustizia questa legislatura si sta caratterizzando per una direzione intrapresa che considero pericolosa e profondamente dannosa per il nostro Paese. Il filo rosso delle misure è un attacco chiaro, complessivo, ad alcuni pilastri della nostra Costituzione” attacca. Da parte del Governo “c’è un fondo di quasi intimidazione nei confronti dei magistrati” sul tema della giustizia. Si tratta, fa notare, di “interventi sofisticati che puntano a obiettivi precisi”, “delegittimando anche simboli di legalità”. Poi aggiunge: “Siamo determinati a contrastare questa visione della giustizia. Quel che è certo è che mancano le risorse, gli investimenti e gli organici, mancano 1500 magistrati. E’ su questo che dobbiamo intervenire”. “Noi intravediamo un filo rosso, un attacco chiaro e complessivo ad alcuni pilastri della nostra architettura costituzionale, si vuole indebolire l’equilibrio fra i poteri dello Stato” sottolinea.

“Nel vietare le trascrizioni non rilevanti delle intercettazioni si finisce per intaccare materiale utile alla linea difensiva” dice Conte. “Ci si dimentica spesso che anche nei processi per mafia conversazioni che la polizia giudiziaria considera irrilevanti potrebbero rivelarsi decisive”.

“Sulla separazione delle carriere c’è una robusta dose di ideologia. Il tema tocca l’obbligatorietà dell’azione penale e della separazione dei poteri. Delicatissimi equilibri costituzionali che non possono essere smantellati dalla toga ideologica. Allontanare i giudici significa allontanarli dalle guarentigie costituzionali a garanzia dei cittadini e porli in soggezione rispetto al potere politico di turno”. “Perché tutte queste discussioni? Il vero obiettivo è colpire l’articolo 112 della Costituzione, l’obbligatorietà dell’azione penale. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze” assicura Conte.

“Perché mettere di nuovo mano alla prescrizione? Quale diritto vogliono tutelare? La ragionevole durata dei processi a noi sta a cuore ma la vogliamo perseguire grazie a migliori investimenti nella giustizia, in modo da rafforzare l’efficienza tutta della macchina della giustizia” dice il leader del Movimento Cinque Stelle. “Dire per questa volta non se ne fa nulla, è passato troppo tempo, significa schiaffeggiare i diritti delle vittime del reato. Se mortifichi la volontà di avere giustizia non solo non c’è processo ma non c’è diritto”, conclude l’ex premier Conte.

“Perché si vuole abolire l’abuso d’ufficio? Qual è il motivo? Se coniughiamo questo intervento con il ritorno dei subappalti a cascata capiamo che l’obiettivo è quello di alterare le maglie dei controlli” sottolinea Conte. “Siamo assolutamente determinati a contrastare la visione censitaria della giustizia di questo governo”.

“Nessuno ha mai pensato né penserà mai che vi possa essere un domani una soggezione della magistratura, sia giudicante che requirente, al potere esecutivo né di qualsiasi altra forma di controllo estranea alla indipendenza della magistratura”, ha assicurato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Ho fatto il magistrato e lo rifarei e mi sento con la toga addosso. Perciò – sottolinea – mi preme dire che, quali che siano le riforme, per me sarebbe un’eresia pensare che la magistratura possa finire sotto il controllo dell’esecutivo”.

“Ho scelto questa professione perché è la più libera e importante nell’attuazione del dettato costituzionale, vincolata come è solo alla legge. Mai l’avrei scelta se avessi pensato che da pm avrei avuto sopra di me un potere gerarchico rappresentato da un partito” conclude.

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Cronaca

Taxi, ogni giorno attesa infinita alla stazione Termini di Roma

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Il servizio taxi nella Capitale è sempre più inefficiente. A complicare le cose anche la recente apertura di numerosi cantieri che certo non aiutano le auto bianche

Taxi a Roma - Fotogramma

Carenza di auto bianche in strada, prenotazioni spesso difficili e app che il più delle volte rispondono con il messaggio standard pregando di riprovare più tardi, perché non ci sono taxi disponibili. Il servizio taxi a Roma è sempre più inefficiente. A complicare le cose anche la recente apertura di numerosi cantieri che certo non aiutano le auto bianche. Il Comune ha provato a potenziare l’offerta offrendo ai tassisti la possibilità della cosiddetta “doppia guida” (che permette alle auto di lavorare anche 20 ore su 24). Ma dei 7.672 titolari di licenze taxi attive, ha aderito meno dell’1%. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto nei nodi nevralgici del trasporto della Capitale.

Uno su tutti la stazione Termini che dovrebbe essere il biglietto da visita della Città Eterna sia per i tanti turisti che hanno scelto di raggiungere in treno Roma e sia per tutti coloro che arrivano nella Capitale per lavoro. Ma nei fatti la ricerca di un taxi si trasforma in una dura prova di pazienza. Venerdì pomeriggio. Ore 15. Decine e decine di turisti attendono il loro turno per la corsa. Sono le prede preferite di questuanti e venditori abusivi. Una mendicante ha pensato “bene” di stendersi proprio nel bel mezzo della fila costringendo le persone a passarle intorno.

“Vengo a Roma per lavoro con il treno – racconta all’Adnkronos Mauro, arrivato pochi minuti prima con una Freccia da Milano – e trovo questa fila. Non che da noi sia meglio, anzi. A infastidirmi è proprio la prepotenza, forse creata da questa situazione tesa, di alcuni di questi tassisti. Devi sentirti in colpa se la corsa è breve, se paghi con il pos chiedono se non è possibile fare altrimenti. E questo, a mio avviso, è peggio della coda”. Per chi prova a documentare la lunga fila ecco il tassista con una mano sul volante e l’altra a impugnare il telefono per riprendere chi sta verificandola situazione. “Voi giornalai state speculando – dice l’autista – Date la colpa a noi tassisti, quando dovreste scrivere di cose più gravi, tipo i vaccini (…)” E urla: “Scrivetelo che non servono nuove licenze”.

Non la pensa così Loreno Bittarelli, storico presidente della cooperativa taxi 3570: “I taxi sono pochi, ci sono cantieri aperti in tutta la città, gli internazionali del golf e tutta un insieme di eventi accumulati che hanno determinato questa situazione. Sono mesi che chiedo al Comune di rilasciare almeno 300 licenze – dice – Non sono d’accordo delle sparate, quando si parla di 2mila, 3mila licenze, ma dico se c’é la necessità gradualmente mettiamo in campo un po’ di licenze, vediamo l’effetto, i risultati. E contestualmente si aumentino le piazzole di sosta, le corsie preferenziali”. “Il vuoto che effettivamente c’é va colmato con azioni graduali ma il problema non è solo dovuto ai taxi che sono pochi, è il sistema di trasporto pubblico che non funziona, i cantieri: è tutto un disastro”. Il Comune “fino a oggi non ci si è filato per niente, fermo, inerme sperando che qualcuno dall’alto si prenda la responsabilità al suo posto e il Governo gli tolga le castagne dal fuoco”.

(di Silvia Mancinelli)

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Economia

Condoni, in 50 anni incassati 148 miliardi: target sempre mancati

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Dalle sanatorie alla rottamazione e pacificazione fiscale, l'analisi dell'Ufficio studi Cgia 'boccia' le misure: "Contributo molto modesto al contrasto dell'evasione"

Agenzia delle Entrate - Fotogramma

Negli ultimi 50 anni la politica dei condoni adottata nel nostro Paese ha consentito all’erario di incassare complessivamente 148,1 miliardi di euro (importo rivalutato al 2022). A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia, ricordando che in termini economici, la sanatoria fiscale del 2003 è stata quella più “redditizia” per le casse dello Stato: in 6 anni (2003-2008) tra concordato fiscale, chiusura liti pendenti, definizione ritardi od omessi versamenti, regolarizzazione delle scritture contabili, etc., sono stati ‘recuperati’ 28 miliardi di euro. Seguono il condono tombale introdotto nel 1991 che fino al 1994 ha garantito 10,4 miliardi e il concordato/sanatoria delle scritture contabili istituito nel 1995 che fino al 2000 ha assicurato 8,4 miliardi di euro di gettito.

Per la Cgia “sebbene siano molto discutibili da un punto di vista etico, anche dal lato economico l’applicazione dei condoni non ha garantito grossi risultati economici alle casse dello Stato. Anzi. “Alla luce degli incassi ottenuti a partire dal 1973, possiamo affermare che gli scudi, i concordati, le rottamazioni, i condoni, le sanatorie e le pacificazioni fiscali hanno contribuito in misura molto modesta a contrastare l’evasione fiscale che nel nostro Paese rimane ancora molto elevata e pari a quasi 90 miliardi di euro all’anno. Ricordiamo – continua l’associazione – che nel 2020, ultimo dato disponibile, il peso dell’economia non osservata sul valore aggiunto nazionale era all’11,6 per cento, pari a 174,6 miliardi di euro”.

Di quest’ultimo importo, l’economia sommersa era pari a 157,4 miliardi e le attività illegali 17,3 miliardi. L’evasione fiscale e contributiva, invece, si aggirava attorno ai 90 miliardi di euro (78,9 miliardi imputabili all’evasione tributaria e 10,8 miliardi all’evasione contributiva)”. Applicando al valore aggiunto sommerso un coefficiente determinato dal rapporto del gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dalla contabilità nazionale al netto dell’economia non osservata, l’Ufficio studi della CGIA è riuscito a calcolare anche l’evasione a livello regionale.

Il dato di partenza è che se a ogni 100 euro di gettito incassato dal fisco, gli italiani ne evadessero mediamente 13,2. Se la stessa simulazione la riproduciamo a livello regionale, la situazione più critica la scorgiamo nel Mezzogiorno: nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati, in Puglia gli evasori se ne trattengono 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria, maglia nera d’Italia, 21,3. Si tratta di cifre doppie rispetto ai 10,6 euro che si registrano in Friuli Venezia Giulia, ai 10,2 euro in Provincia di Trento e ai 9,5 euro in Lombardia. Il territorio nazionale più fedele al fisco è la Provincia di Bolzano che presenta un’evasione di soli 9,3 euro ogni 100 incassati

Dai condoni edilizi introdotti dal legislatore nel 1985, nel 1994 e nel 2003 si stima che i Comuni abbiano incassato poco più di 15 miliardi di euro (importo non attualizzato al 2022). Nel primo il gettito è stato pari a 3,1 miliardi, nel secondo a 5,2 miliardi e nel terzo a poco più di 7 miliardi. Anche in questo caso, così come per le sanatorie di natura fiscale, gli incassi sono stati decisamente più contenuti delle aspettative. Nel condono introdotto dal governo Craxi I fu incassato solo il 58 per cento del gettito previsto, quello approvato dal governo Berlusconi I il 71 per cento e quello istituito dal governo Berlusconi II solo il 34,5 per cento.

E nonostante queste misure fossero state approvate anche con l’obbiettivo di porre fine al fenomeno dell’abusivismo edilizio, i risultati ottenuti sono stati insignificanti. Sebbene negli ultimi in anni sia in leggero calo, nel 2022 l’abusivismo edilizio ha registrato il suo picco massimo in Basilicata e in Calabria, entrambe con una percentuale del 54,1 per cento. Seguono la Campania con il 50,4 per cento, la Sicilia con il 48,2 per cento e la Puglia con il 34,8 per cento. Le regioni, infine, meno interessate dalla “piaga” dell’abusivismo edilizio sono state il Piemonte e la Valle d’Aosta, tutte e due con il 4,2 per cento, e, in particolar modo, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, ambedue con un livello del 3,3 per cento. Il dato medio nazionale si è attestato al 15,1 per cento.

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Incidente sulla statale Sorrentina, un morto in scontro auto-moto

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Un'altra persona è rimasta ferita nello scontro all’altezza di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli

Incidente mortale sulla statale ‘Sorrentina’, dove a causa di uno scontro tra un’auto e una moto un uomo ha perso la vita e un’altra persona è rimasta ferita per cause ancora da accertare. A causa dell’incidente, la statale 145 è temporaneamente chiusa al traffico in corrispondenza del km 3,550 all’altezza di Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli.

Al momento il traffico veicolare proveniente da Sorrento viene deviato all’uscita obbligatoria di Gragnano, mentre i veicoli che provengono dall’Autostrada vengono deviati all’uscita di Castellamare. Sul posto sono intervenute le squadre Anas, le Forze dell’Ordine e il 118 per la gestione dell’emergenza e per il ripristino della normale circolazione nel più breve tempo possibile.

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Economia

Stufa a pellet, ecco i bonus per uno sconto sull’acquisto

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Quali sono le possibilità ancora in campo per ammortizzare i costi

Stufa a pellet - 123RF

Con la fine del gran caldo e con i primi sentori di un autunno in procinto di coglierci, il pensiero vola al freddo inverno che presto arriverà, soprattutto nelle Regioni del nord Italia. Dopo la notizia che il bonus riscaldamento non sarà varato e che il bonus sociale riguarderà non tutta la popolazione, inevitabilmente si inizia a pensare a come risparmiare sul costo del riscaldamento per la stagione fredda.

Uno dei modi più concorrenziali per riscaldare la casa negli ultimi anni è stato rappresentato dal pellet, anche se lo scorso anno, complice il conflitto russo – ucraino, anche i prezzi di questo combustibile sono lievitati non poco.

Per chi desidera acquistare una stufa a pellet il problema più immediato è rappresentato dai costi non propriamente bassi che bisogna sostenere. La stufa a pellet ha un prezzo che può variare dai 700 euro fino a superare i 2.000 euro. Considerando, poi, che deve essere un complemento d’arredo con cui convivere per diversi anni, oltre che un sistema di riscaldamento, va da sé che la cura estetica ha il suo peso, insieme alla potenza e alla versatilità. Più è grande l’ambiente da riscaldare e più, ovviamente, salgono le spese da affrontare: per una casa di 100 metri quadri, ad esempio, la spesa varia dai 1.500 ai 3.000 euro.

Proprio perché la spesa è tutt’altro che a buon mercato e perché per ammortizzare l’investimento si impiegherà qualche anno, è bene sapere – spiega Money – che esistono ancora diversi bonus in vigore per poter risparmiare, attraverso le detrazioni fiscali, su questa importante spesa. Oltre al Superbonus al 110%, a cui possono accedere ormai davvero in pochissimi, su quali altre agevolazioni si può contare per risparmiare sull’acquisto della stufa a pellet? Il bonus ristrutturazioni permette ancora di poter fruire sulla detrazione al 50% sugli interventi di manutenzione straordinaria finalizzati all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. L’installazione di una stufa a pellet vi rientra e si può fruire di una detrazione al 50% su una spesa massima di 96.000 euro, recuperando lo sconto in 10 quote di pari importo suddivise in 10 anni.

Altra misura di cui si può fruire è l’ecobonus che permette di avere una scontistica che varia dal 50% all’85%. Per la stufa a pellet il limite di spesa su cui sfruttare la detrazione, recuperabile sempre in 10 quote in 10 anni, è di 30.000 euro mentre la spesa massima detraibile in caso di lavori condominiali (sempre riferiti alla singola unità abitativa) è più alta.

In ultimo è possibile godere del Bonus al 65% riconosciuto dal Gestore dei Servizi Energetici in questo caso la domanda si presenta direttamente al GSE al termine dei lavori. Se il beneficio si fruisce su una somma fino a 5.000 euro si riceve il bonifico della detrazione entro 2 mesi, se è di importo superiore si beneficerà del rimborso in rate annuali spalmate in 5 anni.

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