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Economia

Arrivano gli NFT di The Wolf of Wall Street

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La lunga crisi dei mercati digitali ha imposto alla comunità cripto la ricerca di nuove soluzioni. Tra queste, una crescita vertiginosa dei prodotti NFT, molto apprezzati da investitori e piattaforme. Cavalca l’onda anche LALA, impresa controllata dal fondo Seven Seven Six, che ha annunciato di recente il lancio di una nuova collezione di token non fungibili dedicata a “The Wolf of Wall Street”, pellicola di grande successo con Leonardo DiCaprio nei panni del protagonista. Le opere saranno realizzate da Paolo Torres, artista peruviano che ha già collaborato con Ralph Lauren e Fendi.

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Economia

Mutui prima casa, come accedere alle agevolazioni under 36 nel 2024

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Potrebbero cambiare i requisiti per l’accesso e il beneficio potrebbe essere riconosciuto a una platea di possibili fruitori meno vasta.

Mutui prima casa - (Foto 123RF)

La proroga delle agevolazioni prima casa per i giovani under 36 anche nel 2024 è quasi certa. Anche se i mutui agevolati per le nuove generazioni che vogliono acquistare un immobile saranno prorogati il prossimo anno, potrebbero, però, cambiare i requisiti per l’accesso e il beneficio potrebbe essere riconosciuto a una platea di possibili fruitori meno vasta.

La proroga di questa, afferma Money.it, misura appare molto importante, soprattutto in un momento economico come quello che stiamo vivendo, visto che i continui rialzi dei tassi di interesse dei mutui da parte della Bce rendono molto più difficile l’accesso ai finanziamenti, soprattutto a chi non ha moltissime garanzie. Proprio in tal senso appare determinante la garanzia del Fondo Consap per la quota capitale del mutuo che, oggi, è all’80% per finanziamenti di valore fino a 250.000 euro.

Nel 2023 i requisiti richiesti per accedere all’agevolazione sono, appunto, un’eta non superiore ai 36 anni compiuti e un Isee non superiore ai 40mila euro. La copertura del Fondo Consap e i requisiti di accesso, come anticipato, potrebbero cambiare il prossimo anno.

La proroga prolungherebbe i mutui agevolati per gli under 36 fino al 31 dicembre 2024, ma potrebbe portare un restringimento della platea dei possibili beneficiari. Le intenzioni, infatti, sono quelle di abbassare la soglia Isee che permette l’accesso a 30.000 euro e la garanzia a copertura del mutuo scenderebbe dall’attuale 80% della quota capitale, al 50%.

Si ipotizzano novità anche per l’accesso al Fondo prima casa che, ricordiamo, oggi è aperto a tutti i cittadini che non posseggono immobili, neanche all’estero, con l’eccezione di quelli ricevuti in donazione e quelli ereditati.

Nel 2024 l’accesso al Fondo potrebbe essere limitato solo a fasce di popolazione che necessitano di tutele come ad esempio:

●gli under 36;

●le giovani coppie;

●i nuclei familiari mono genitoriali con figli minori;

●i conduttori di istituti autonomi per case popolari.

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Economia

Inflazione, oggi vertice a Palazzo Chigi: da sindacati occhi puntati su aumento salari

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Al tavolo assenti Landini e Bombardieri. Cgil: "Rinnovo contratti e riforma fisco altrimenti solo pannicelli caldi"

Inflazione, oggi vertice a Palazzo Chigi: da sindacati occhi puntati su aumento salari

La lotta all’inflazione approda oggi a palazzo Chigi. A presiedere l’incontro con Cgil, Cisl, Uil e Ugl sarà il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, fresco di un accordo con le associazioni della grande distribuzione, il commercio e l’industria del largo consumo per un patto su un trimestre, dal 1 ottobre al 31 dicembre prossimi, con cui ribassare o calmierare i prezzi di un paniere relativo ai prodotti del carrello della spesa e di prima necessità. L’iniziativa sarà illustrata dal governo agli stessi sindacati probabilmente assieme all’ipotesi di un possibile bonus carburanti da 80 euro, su cui però l’esecutivo deve ancora trovare la quadra finanziaria.

Ma i sindacati, che avevano da tempo sollecitato l’incontro, arrivano a palazzo Chigi con l’intenzione di parlare, o sentir parlare, soprattutto di tutela e di aumenti salariali, dal rinnovo dei contratti pubblici a una versione strutturale del taglio del cuneo fiscale, dalla detassazione della tredicesima alla riduzione delle aliquote fiscali fino alla rivalutazione delle pensioni. Capitoli di un dossier corposo che secondo le aspirazioni sindacali dovrebbe trovare posto nella ormai prossima legge di bilancio ma su cui Cgil, Cisl e Uil vorrebbero che si disegnasse un timing di incontri ravvicinati e si desse corso ad un confronto a tutto campo. Ma un certo scetticismo sull’esito del round di oggi trapela. Soprattutto in casa Cgil che teme un nuovo tavolo di ‘ascolto’.

“Noi partiamo da un presupposto: che siamo in presenza di un’inflazione da profitti che stanno pagando essenzialmente i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per affrontarla dovremmo usare tutti gli strumenti a partire dall’aumento dei salari, con il rinnovo dei contratti, e poi con la leva fiscale altrimenti restiamo piantati su provvedimenti-vetrina. Questi protocolli con la grande distribuzione sono e restano piuttosto generici, non vincolanti, e comunque inadeguati a incidere sui meccanismi che generano inflazione. Ciascuno si sta facendo la propria scala mobile e pagano solo i dipendenti e i pensionati. Se non affrontiamo la questione salariale si risolve tutto in un pannicello caldo e avremo partecipato solo all’ennesimo tavolo privo di carattere negoziale in cui il governo si riserva di decidere”, spiega conversando con l’Adnkronos, il segretario confederale Cgil, Christian Ferrari.

Al tavolo oggi non sarà comunque presente il leader Cgil, Maurizio Landini, impegnato in una 24ore non stop dedicata alle assemblee dei lavoratori e nella manifestazione Fiom in vista della mobilitazione in difesa della Costituzione del 7 ottobre prossimo convocata, assieme ad una lunga lista di associazioni laiche e cattoliche, per sollecitare un cambio di passo nelle politiche economiche e sociali del governo.

L’approdo a uno sciopero generale, ipotizzato in caso di risposte inadeguate sulle partite più urgenti, comunque, appare sempre più vicino anche alla luce di quello che per la Cgil, si spiega da Corso Italia, sta diventando un vero ‘attacco politico’ al sindacato da parte di un governo che ‘latita nel dare risposte ai bisogni del Paese’ ma poi risponde con ‘sollecitudine’ all’interrogazione di Fratelli d’Italia sulla vicenda innescata dal licenziamento per motivi oggettivi dell’ex portavoce Massimo Gibelli in cui sembrerebbe emergere, annotano ancora in casa Cgil, una certa ostilità da parte dell’esecutivo nei confronti di un sindacato ‘scomodo’.

Assente anche il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri mentre parteciperanno all’incontro lo stesso Ferrari per la Cgil e la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese. Presenti invece sia il leader Cisl Luigi Sbarra che il segretario generale Ugl, Paolo Capone.

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Economia

Bonus benzina in arrivo nella social card, la bozza del decreto

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La bozza del decreto Energia, che l'Adnkronos è stata in grado di visionare, prevede 100 milioni in più per la social card


Un bonus benzina per le fasce deboli inserito della social card. E’ ipotesi prevista dalla bozza del decreto Energia che l’Adnkronos è stata in grado di visionare. Per “sostenere il potere d’acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell’incremento del costo del carburante”, arrivano cento milioni di euro in più per la social card.

“Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione, con decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sono stabiliti: l’ammontare del beneficio aggiuntivo per singolo nucleo familiare; le modalità di raccordo con le previsioni del decreto di cui all’articolo 1, comma 451, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, al fine di preservare l’unicità del sistema di gestione e del titolo abilitante; le modalità e le condizioni di accreditamento delle imprese autorizzate alla vendita di carburanti che aderiscono a piani di contenimento dei costi del prezzo alla pompa”.

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Economia

Mediobanca, Delfin a bivio: attesa decisione su lista lunga o corta

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Scadenza per presentazione al 3 ottobre prossimo

Piazzetta Cuccia (Fotogramma)


Mediobanca-Delfin, atto secondo. Con il varo della lista del cda, il board di Piazzetta Cuccia ha chiuso ieri il primo tempo della partita del rinnovo al vertice dell’istituto con un risultato, dato per scontato alla luce del mancato accordo con la cassaforte di Leonardo Del Vecchio. E ora si apre una nuova fase il cui traguardo è quello dell’assemblea convocata per il 28 ottobre. La prossima mossa tocca proprio a Delfin, davanti al bivio della presentazione di una lista di minoranza corta o lunga. Secondo quanto riferito da fonti finanziarie interpellate, non sarebbe stata presa ancora alcuna decisione. La scadenza per la presentazione delle liste è quella del 3 ottobre prossimo.

Una scelta non di poco peso. In presenza di una lista corta da parte di Delfin con tre consiglieri, ne verrebbero eletti due più uno espressione di Assogestioni se presenterà la sua lista e se otterrà più del 2% del capitale sociale. ‘Quota tre’ rappresenta il numero che spetta alle minoranze in base all’applicazione per la prima volta dei nuovi principi di governance. Ben diverso lo scenario che si prefigura con la presentazione di una lista lunga fino a sette candidati. In questo caso, Delfin per ottenere tutti e sette i candidati dovrà cercare la maggioranza in assemblea, aggregando il consenso di un altro azionista di peso, Caltagirone, e di altri azionisti minori. Il successo della lista lunga determinerebbe, rilevano alcune fonti, una situazione in cui un investitore finanziario arriva ad avere un peso del 50% nel board con potenziali impatti sull’implementazione del piano industriale, approvato e apprezzato dal mercato.

Sui nomi che circolano nella possibile rosa di Delfin, circolano, tra gli altri, i nomi di Vittorio Grilli Vittorio, presidente di Jp Morgan in Italia, e Flavio Valeri, presidente di Lazard in Italia.

Secondo Kepler Cheuvreux, “la lista Delfin potrebbe avere i voti di circa il 30-35% del capitale (19,8% della stessa Delfin, con il 9,9% apparentemente posseduto da Francesco Caltagirone anche se ha depositato solo una quota del 5,6%, e forse dell’1-5% degli altri) sfidando la lista del consiglio che potrebbe contare sul 35-40% (11,9% del patto di consultazione più parte del 45% delle azioni detenute da investitori istituzionali che non tutti partecipano all’Assemblea e che voteranno in parte per la lista di Assogestioni”.

“Avremmo gradito – sottolinea il report – un accordo sulla governance in quanto avrebbe aumentato la visibilità sull’esecuzione del piano industriale di Mediobanca e sulle future scelte strategiche. A nostro avviso, l’esito improbabile di sette consiglieri scelti da Delfin, sette dal consiglio uscente e uno da Assogestioni sarebbe lo scenario peggiore, con conseguente stallo problematico nel consiglio”.

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Economia

Blue Economy e Blue Growth, il benessere dei popoli e degli oceani passa dall’innovazione

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Per garantire la crescita economica è indispensabile la conservazione dell’ambiente marino e delle sue risorse

Oceano


La tecnologia e l’intelligenza artificiale al servizio degli oceani, per valorizzarne il potenziale economico e garantirne allo stesso tempo la conservazione a lungo termine. Un obiettivo possibile attraverso, tra le altre cose, lo sviluppo di tecnologie marittime avanzate, l’implementazione dell’economia circolare nel settore marino, la digitalizzazione e l’uso dei Big Data. Il tutto, passando da una gestione responsabile dei diversi settori, dalla pesca al turismo sostenibile, dalla ricerca scientifica all’innovazione. Tutti temi toccati dal Rapporto ‘Blue Economy and Blue Growth 2023’ realizzato dalla società Minsait, attiva nella consulenza negli ambiti della Digital Transformation e delle Information Technologies, e da Intec, Fondazione europea per l’innovazione e l’applicazione della tecnologia.

“Il settore della Blue Growth e della Blue Economy è quello in cui possiamo esercitare una grande leadership, c’è una magnifica opportunità per crescere con l’aiuto della tecnologia e di farlo in modo più sostenibile. Abbiamo aziende leader a livello mondiale e dobbiamo essere leader nell’implementazione della tecnologia e dell’intelligenza artificiale per migliorare le nostre possibilità”, ha dichiarato Juan Francisco Delgado, vicepresidente esecutivo di Intec.

Il punto di partenza è la constatazione che la specie umana utilizza ingenti quantità di risorse non rinnovabili. E che questo ha causato un disequilibrio che rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’umanità e il suo benessere. Lo sviluppo sostenibile nasce proprio per conciliare le necessità umane (più precisamente, di questa organizzazione economica e sociale) con le capacità produttive e di autorigenerazione del Pianeta.

Il termine ‘Blue Economy’, in italiano ‘Economia blu’ fa riferimento un concetto introdotto nel 2010 dall’imprenditore belga Gunter Pauli, considerato il fondatore e l’iniziatore del settore, nel libro ‘The Blue Economy: 10 Years, 100 Innovations. 100 Million Jobs’.

Pauli pensava a un modello di economia globale che portasse alla creazione di un ecosistema sostenibile. Come? Trasformando sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia, sfruttando le risorse economiche in modo attento alla conservazione e alla rigenerazione dell’ambiente marino.

In pratica, secondo Pauli diversi tipi di problemi ambientali possono essere affrontati con soluzioni scientifiche ‘open source’, basate sui processi fisici e su quello che è presente in natura per arrivare a soluzioni che portino benefici sia per l’ambiente sia per la finanza e la società in generale. Per farlo, occorre rifocalizzarsi dall’uso di risorse rare ed energivore a tecnologie più semplici e più pulite; generare più valore invece di limitarsi ad agire in modo cieco. Un esempio è la biomimesi, ovvero lo studio di come gli organismi risolvono i problemi per ‘copiarne’ le strategie e le ‘tecnologie’.

I pilastri della Blue Economy sono l’innovazione, tramite cui si può arrivare a investire di meno e creare più posti di lavoro generando maggiori ricavi, e la condivisione di conoscenze. Un aspetto, quest’ultimo, che apre il grosso tema della formazione dei futuri lavoratori e del reskilling di quelli ‘maturi’: attualmente il 17-32% delle lamenta la carenza di competenze e di personale tecnico adeguatamente formato.

Prendendo a prestito la definizione della Banca Mondiale, in definitiva l’Economia blu è “l’uso sostenibile delle risorse oceaniche finalizzato alla crescita economica, al miglioramento dei mezzi di sussistenza e dell’occupazione, preservando, al contempo, la salute dell’ecosistema oceanico”.

Un concetto che va di pari passo con quello del ‘Blue Thinking’, cioè del pensare alla tutela dell’ambiente come a una possibilità, e non solo alla responsabilità di adeguarsi ai cambiamenti climatici.

L’Economia blu è anche uno sviluppo della Green Economy, o meglio un suo ramo specifico che ha come obiettivi la Net Zero Emission e la realizzazione di un sistema di crescita economica che tenga conto dell’impatto ambientale delle attività umane.

La ‘Blue Growth’, in italiano ‘Crescita Blu’ è un’iniziativa della Commissione europea che parte dall’assunto che i mari e gli oceani rappresentano un motore per l’economia, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita. L’obiettivo è quello di valorizzare il potenziale del ‘capitale naturale blu (oceani, mari)’ e delle coste per la creazione di nuove opportunità di lavoro e di nuove aziende nell’ambito di un’economia marina sostenibile. Il tutto promuovendo la ricerca, il trasferimento tecnologico e il partenariato tra scienza e industria.

Secondo l’Unione europea, i settori produttivi della Blue Economy riguardano:

• la preservazione delle risorse marine viventi e non viventi

• l’energia rinnovabile marina (eolico offshore, pannelli fotovoltaici galleggianti, il ‘solare flottante’)

• le attività portuali

• tutto il comparto navale, compreso il trasporto marittimo

• il turismo costiero

• la pesca

• l’acquacoltura (bioeconomia, legata soprattutto alle produzioni ittiche e algali, biotecnologie)

In tutti questi ambiti, secondo il report di Minsait e Intec, è la digitalizzazione il modo migliore per fare progressi nella conservazione dell’ambiente marittimo e incoraggiare l’adozione di misure che possano generare sviluppo per le aree costiere. Anche l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo di primo piano, migliorando l’efficienza e l’impatto ambientale delle attività economiche, raccogliendo e analizzando dati per un miglior monitoraggio e una migliore gestione delle risorse marine.

L’Italia per la sua conformazione e i suoi circa 8300 km di coste è ovviamente molto interessata dall’Economia blu e dalle sue ricadute economiche e di tutela ambientale. L’economia marina, sottolinea il report Minsait-Intec citando dati Informare, “incide sulla produzione complessiva in modo diretto per il 3,4%, ma considerando tutta la filiera supera il 9% del Pil, oltre a generare il 3,7% dell’occupazione nazionale”.

Quanto all’Europa, i dati pre-pandemia raccolti da Eurostat ed elaborati dalla Commissione Europea evidenziano che la Blue Economy impiega almeno 4,5 milioni di persone, per 650 miliardi di euro di fatturato e 176 miliardi di euro di valore aggiunto lordo, con un utile lordo di 68 miliardi di euro.

Secondo il report della Commissione Ue ‘Blue Economy Report’, tutto ciò che è sviluppato all’insegna della sostenibilità ambientale è in forte crescita in ogni settore, porta nuovi posti di lavoro e progressi nella conservazione degli ecosistemi.

D’altronde, preservare l’ambiente marino è indispensabile per la Blue Economy. E la Blue Economy è indispensabile per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e garantire una ripresa verde e inclusiva dalla pandemia.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, sottolinea: “L’inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat, insieme agli effetti della crisi climatica, minacciano la ricca biodiversità marina da cui dipende la Blue Economy. Dobbiamo cambiare rotta e sviluppare un’economia sostenibile in cui la protezione dell’ambiente e le attività economiche vadano di pari passo”.

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Formenti (Confindustria Nautica): “E’ salone dei record”

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Le parole del vice presidente di Confindustria Nautica a margine dell’apertura dei lavori del Salone Nautico di Genova 2023

“Ancora una volta, per un altro anno consecutivo possiamo riferirci al Salone Nautico di Genova come il Salone dei record. Record per quanto riguarda il numero di espositori, di barche esposte, per i ministri e tutti i rappresentanti del governo che sono venuti a dare importanza e a riconoscere finalmente l’importanza del nostro settore e domani avremo l’onore di avere con noi il presidente Meloni, quindi direi che questo è qualcosa di veramente importante”. Queste le parole del vice presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti, a margine dell’apertura dei lavori del Salone Nautico di Genova 2023, fondamentale appuntamento annuale per il mercato internazionale della nautica e per gli amanti del mare. Il Salone è opportunità di confronto istituzionale, tecnico e di mercato per tutto il settore della cantieristica. Dal 21 al 26 settembre 2023 si svolgerà la sua 63° edizione.

“Spero che gli imprenditori, gli espositori e tutti coloro che sono qua, possano raccogliere i frutti di questo grande sforzo che loro stanno facendo – spiega Formenti – perché senza di loro non esisterebbe il Salone Nautico”.

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Cecchi (Confindustria Nautica): “Grande lavoro dei miei predecessori”

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Così il presidente di Ucina Confindustria Nautica in occasione dell’apertura dei lavori del Salone Nautico di Genova 2023

Cecchi (Confindustria Nautica):

“Tutto questo ben di Dio di cui disponiamo oggi non è solo merito mio. Negli anni, è stato fatto un grande lavoro da chi mi ha preceduto, ma non solo, mi hanno fatto trovare una squadra coesa e competente e per me è stato più semplice. Sono arrivato nel 2019 e ho avuto la fortuna di prendere l’onda giusta. Io ringrazio chi mi ha preceduto”. Lo ha detto Saverio Cecchi, presidente di Ucina Confindustria Nautica, in occasione dell’apertura dei lavori del Salone Nautico di Genova 2023, fondamentale appuntamento annuale per il mercato internazionale della nautica e per gli amanti del mare. Il Salone è opportunità di confronto istituzionale, tecnico e di mercato per tutto il settore della cantieristica. Dal 21 al 26 settembre 2023 si svolgerà la sua 63° edizione.

“Io definirei eroi gli imprenditori e i manager che decidono di fare impresa in Italia. Nel nostro Paese c’è ancora radicata la cultura anti-impresa – spiega Cecchi – e, credetemi, dagli anni ‘70-’80 i nostri i nostri imprenditori hanno dovuto subire il pregiudizio ideologico”.

“Oggi noi siamo una delle vere eccellenze del Made in Italy. Dopo anni non facili, oggi nel 2022 superiamo i 7 miliardi di fatturato. Siamo leader nel mondo nei super Yacht, nelle unità pneumatiche, negli accessori, nella componentistica. Abbiamo raggiunto un altro primato: siamo i primi esportatori al mondo per il nostro settore con l’88% pari a 3.568 mld”, conclude.

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Tim, cessione rete possibile senza assemblea: lo scenario

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In arrivo pareri legali di alto profilo sull'iter dell'operazione

Logo Tim

Se i mercati guardano al futuro incontro tra Vivendi e il Mef sul dossier della rete di Tim come a una mossa che potrebbe ‘facilitare’ la cessione dell’asset alla cordata guidata da Kkr, superando le perplessità dell’azionista francese sul prezzo ritenuto non adeguato, a breve un’altra indicazione forte sull’iter dell’operazione dovrebbe giungere sul tavolo del cda. Si tratta di alcuni pareri legali di alto profilo che, secondo quanto apprende l’Adnkronos, indicherebbero che per il via libera alla cessione della rete non ci sarebbe bisogno di alcuna assemblea (né ordinaria né straordinaria). La stessa Vivendi aveva ipotizzato la necessità di una assemblea straordinaria chiamando in causa la motivazione di un cambio dell’oggetto sociale che, in una società di capitali, richiede appunto il via libera di una assemblea di questo tipo. Forte di una minoranza di blocco in tal caso Vivendi, se in disaccordo, potrebbe fermare l’operazione.

Tuttavia a giudizio degli esperti cui il gruppo telefonico ha chiesto un parere, il passaggio assembleare per la decisione su NetCo non sarebbe necessario tout court. Lo stesso board (che peraltro ha votato all’unanimità per il negoziato in esclusiva con Kkr) assumerebbe la decisione in autonomia.

La decisione sulla separazione della rete è comunque di grande impatto e per questo si era parlato di un passaggio in assemblea. Di fatto l’azienda aveva fatto capire che una decisione su questo tema sarebbe stata presa dopo l’arrivo dell’offerta vincolante. In questo senso, lo scorso 11 maggio in una conference call con gli analisti, si era pronunciato rispondendo a una domanda il general counsel di Tim Agostino Nuzzolo: “stiamo studiando le cose e per la posizione definitiva bisognerà aspettare l’offerta vincolante per capire quale sarà l’impatto sul perimetro aziendale”. Per l’offerta binding il cda del 22 giugno aveva indicato come termine il 30 settembre ma sembra che si vada verso la richiesta di una breve proroga, forse di un paio di settimane. Ad esaminare la richiesta di uno slittamento sarà con tutta probabilità il board di Tim già convocato il 27 settembre.

La richiesta di disporre di qualche giorno in più per l’invio dell’offerta vincolante si sarebbe resa necessaria affinchè il Mef, che lo scorso 10 agosto ha siglato un mou con Kkr per l’ingresso con una quota fino al 20%, possa meglio mettere a punto l’operazione che porterebbe nell’orbita pubblica la quota equivalente della rete e di Sparkle, che in futuro potrebbe essere acquisita per intero. La possibilità a tale riguardo è contemplata nel decreto del governo che autorizza il Mef a partecipare all’operazione con risorse pari a 2,2 miliardi.

Intanto Vivendi, che detiene una partecipazione in Telecom Italia pari a quasi il 24%, ha chiesto un incontro al Ministero dell’economia. Sul tavolo il futuro della NetCo la cui cessione ha sempre visto contrario l’azionista francese, secondo il quale le valutazioni circolate per l’asset (quella di Kkr sarebbe superiore ai 20 miliardi più 2 di earn out al verificarsi di certe condizioni) non erano adeguate. La media company che fa capo alla famiglia Bollorè ha sempre indicato una cifra vicina ai 30 miliardi.

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Economia

Confindustria Nautica, nel 2022 fatturato settore di 7,3 mld (+20%)

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Confindustria Nautica, nel 2022 fatturato settore di 7,3 mld (+20%)

“Seguendo la scia del 2021, l’anno con il migliore incremento di fatturato di sempre, il mercato nel corso del 2022 si è infatti dimostrato solido e reattivo, raggiungendo un fatturato globale di 7,33 miliardi di euro, in crescita del 20%”. Ad affermarlo è Stefano Pagani Isnardi, Direttore dell’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in occasione della presentazione al 63°Salone Nautico Internazionale di Genova, nell’ambito della conferenza Boating Economic Forecast, della nuova edizione di Nautica in Cifre – Log, l’annuario statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in partnership con Fondazione Edison, che si fregia del patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’appuntamento è stato aperto dai saluti di Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica: “Come anticipato questa mattina nel corso del convegno inaugurale alle autorità e agli ospiti presenti, le stime di inizio anno del nostro Ufficio Studi sull’andamento dell’industria nautica nel 2022 si sono rivelate corrette: il comparto ha addirittura superato la soglia dei 7 miliardi di euro di fatturato, un valore mai toccato prima. Confindustria Nautica guarda con orgoglio ai successi delle proprie aziende, guidate da imprenditori appassionati e fieri di appartenere a un comparto industriale proiettato verso il futuro, che ha dimostrato l’autorevolezza e la forza di condurre la propria produzione di eccellenza in tutti i mari del mondo”.

Il perdurare dell’incertezza globale a livello economico e politico, che potrà portare in futuro ad una normalizzazione dei tassi di crescita del settore, non ha quindi smorzato il vento favorevole alla produzione cantieristica nautica tricolore, che ha continuato a soffiare anche nell’anno nautico appena concluso, specialmente nel comparto dei superyacht, di cui i cantieri italiani rappresentano il 50% degli ordini mondiali.

Gli addetti effettivi sono saliti a 28.660 confermando il trend occupazionale positivo (+8,8% rispetto al precedente anno) che ha caratterizzato trasversalmente tutti i comparti del settore, riverberandosi inoltre sulla filiera a valle del turismo nautico. Il contributo del settore della nautica al pil nazionale è stato superiore ai 6,1 miliardi di euro nel 2022, con un incremento del 20% circa rispetto allo scorso anno. Anche il peso del contributo della nautica al pil in rapporto al pil nazionale è cresciuto, passando dal 2,89‰ del 2021 al 3,23‰ nel 2022, in aumento costante dal 2013 e in forte aumento negli ultimi due anni, mostrando una crescita maggiore del settore rispetto all’economia nazionale.

Come evidenziato dal prof. Marco Fortis, Direttore e Vicepresidente di Fondazione Edison, il motore trainante del comparto si è ancora una volta dimostrato l’export, sempre più forte: “L’Italia, primo Paese esportatore mondiale di imbarcazioni e yacht, ha toccato, per l’anno scorrevole terminato a giugno 2023, il massimo storico di 3,74 miliardi di euro. Da ricordare che nel 2022 l’export italiano di unità da diporto ha raggiunto una quota del 18,3% del dato globale e che l’88% della produzione cantieristica nazionale è diretta all’estero”, sottolinea Fortis. In questa fase espansiva i mercati tradizionali sono sicuramente quelli che hanno registrato i più interessanti tassi di crescita nel 2022 rispetto all’anno precedente: fra le nazioni extra-UE gli USA consolidano il loro primato di principale importare di unità da diporto prodotte in Italia, con un incremento del 57%; il Regno Unito passa al secondo posto con un raddoppio dell’import (+108%).

In chiusura Riccardo Honorati Bianchi, Cassa Depositi e Prestiti SpA ha presentato la nuova piattaforma di Business Matching per l’internazionalizzazione realizzata da CDP Cassa Depositi e Prestiti rivolta alle medie e piccole imprese per indirizzarle e sostenere nelle loro attività di promozione verso l’estero. Il nuovo tool è basato su un algoritmo espressamente centrato sul settore della nautica.

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Economia

Zoppas: “Eccellenza italiana, export settore da diporto +20% fino a giugno 2023”

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Zoppas:

“Soprattutto negli ultimi tre anni gli imprenditori sono stati molto responsabili, capaci di rispondere alle difficoltà e adattarsi ai cambiamenti e infatti grazie al loro sforzo sono stati raggiunti dei risultati importanti dal punto di vista delle esportazioni, che nel 2022 hanno raggiunto i 620 miliardi di euro, vale a dire un 20% in più rispetto all’anno precedente”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Ice Matteo Zoppas intervenendo all’inaugurazione del Salone Nautico di Genova.

“Dopo due anni di crescita, quest’anno siamo partiti molto bene con circa il 15% di esportazioni in più rispetto al 2022, ma nel corso dei mesi abbiamo perso terreno”, prosegue Zoppas. “Fino a giugno la crescita era di 4,2 punti percentuali, mentre a luglio si è verificato un calo del 7,7% delle esportazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che ha portato la media annuale al 2,3%. Per quanto in parte possa essere l’effetto conseguente al calo delle energie e della logistica, il numero denota che il consolidamento inizia a rallentare. Nella nautica, fiore all’occhiello dell’export italiano, è soprattutto quella da diporto che sta ancora crescendo. A giugno le esportazioni sono state del 20% in più rispetto all’anno precedente e nel 2022, in totale di 3,3 miliardi, sono cresciute di un 13,3% in più rispetto al 2021 e del 47,9% rispetto al 2019.

“Numeri positivi che non devono farci però dimenticare che l’Italia non esporta solo quantità, ma anche qualità”, sottolinea il presidente Ice.”Il made in Italy è un’icona di stile e lusso apprezzata in tutto il mondo. Ice offre un grosso contributo al settore della nautica, anche attraverso il sostegno di eventi internazionali come il Salone Nautico di Genova. Qui portiamo più di 150 tra buyer e operatori, sosteniamo l’ente fieristico per accrescere la comunicazione del made in Italy e spingiamo le nuove realtà che vogliono crescere. Quest’anno al Salone partecipano 10 start-up affini al settore che presentano i loro prodotti innovativi”.

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