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Cultura

Archivio Centrale dello Stato, apre il museo con i ‘tesori di carta’ della Nazione

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L’Archivio Centrale dello Stato inaugura “Lo scrigno della memoria”, un percorso espositivo che ripercorre la storia d’Italia attraverso le preziose testimonianze custodite dall’Istituto che ha sede a Roma, nel quartiere Eur. L’inedita narrazione si sviluppa all’interno di un nuovo e permanente spazio museale situato al piano terra del corpo centrale dell’edificio, nel cuore del complesso monumentale progettato per la mostra delle Forze Armate nell’ambito dell’Esposizione Universale del 1942, sede dell’Archivio dagli anni Cinquanta.

L’inaugurazione del museo si svolgerà martedì 14 marzo (ore 12) alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, mentre l’apertura al pubblico avverrà a partire dal 22 marzo.

L’esposizione si sviluppa attraverso pannelli testuali, teche espositive e apparati multimediali articolati lungo cinque aree tematiche. Protagonista del racconto, uno dei tre testi originali Costituzione della Repubblica Italiana conservato dall’Archivio. L’opera “L’Italia dell’art. 5”, realizzata dal maestro Emilio Isgrò appositamente per l’Archivio ispirandosi ai principi della Carta Costituzionale, accoglie i visitatori al centro del Museo.

Insieme alla raccolta completa degli originali delle Leggi e dei decreti dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri e ai fondi della Consulta nazionale e dell’Assemblea Costituente, è possibile fruire di una selezione di documenti tra i più significativi per la storia del Nazione: il telegramma di Garibaldi al generale La Marmora (“Obbedisco”), l’elenco dei Mille di Marsala, i progetti per le opere governative per la nuova Capitale, la documentazione prodotta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri durante la Prima guerra mondiale, le bandiere delle associazioni operaie coinvolte nel cosiddetto biennio rosso e le fonti relative al regime fascista dalla marcia su Roma fino alla sua caduta.

Un posto di rilievo è riservato inoltre al materiale documentario sulle leggi razziali, sulla Seconda guerra mondiale, sull’attività di tutela e protezione dei beni culturali durante gli eventi bellici, sulla lotta di Liberazione, sulle stragi degli anni 1969-1980, recentemente declassificato in seguito alle direttive dei presidenti del Consiglio Prodi, Renzi e Draghi.

Il museo rende omaggio anche alla creatività e originalità italiana dedicando uno spazio al Made in Italy: brevetti e modelli che ripercorrono il processo sociale, economico e culturale dell’Italia post unitaria.

“L’Archivio Centrale dello Stato è fin dalla sua istituzione un luogo in cui studiosi e ricercatori operano per indagare la storia della nazione. Spesso le carte conservano la memoria collettiva – dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Oggi si apre a un pubblico più vasto con un’iniziativa che ha il pregio di valorizzare documenti di eccezionale valore, capaci di trasmettere il senso profondo della nostra identità nazionale. Nello ‘Scrigno della memoria’ ognuno di noi potrà trovare le tracce di quel percorso che ha portato alla nascita e allo sviluppo dell’Italia, permettendoci di proseguire con maggior consapevolezza nel nostro essere nazione italiana”.

Il nuovo ambiente, inoltre, svolge anche funzione di deposito e accoglie gli archivi personali dei presidenti del Consiglio dei Ministri e di eminenti personalità della politica italiana. Il percorso museale che si sviluppa al suo interno è finalizzato alla valorizzazione del patrimonio e alla promozione della conoscenza della storia del Paese; si rivolge ad un pubblico eterogeneo e agli istituti scolastici che possono usufruire di specifiche visite storico-didattiche.

“Il progetto nasce per promuovere l’educazione al patrimonio e la conoscenza della storia del Paese e delle sue istituzioni democratiche – spiega il direttore generale e sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, Andrea De Pasquale – seguendo le esperienze delle maggiori istituzioni archivistiche nazionali e internazionali, tra cui i National Archives and Records Administration (Nara) degli Stati Uniti e le Archives Nationales di Francia. La preziosa esposizione permette di ripercorrere la storia del Paese, dall’Unità ai nostri giorni, dal punto di vista politico, economico e sociale attraverso documenti, cimeli, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi, provenienti dai fondi dell’Istituto ed è rivolta in particolar modo alle nuove generazioni. La realizzazione del percorso museale – prosegue il sovrintendente – fa parte di un più ampio progetto dell’Istituto finalizzato alla razionalizzazione degli spazi dei depositi della sede, finanziato dal Ministero della cultura nell’ambito del Piano Strategico ‘Grandi Progetti Beni Culturali’ 2021-2023”.

La mostra sarà aperta al pubblico a partire dal 22 marzo 2023. È visitabile gratuitamente nei giorni: martedì, mercoledì e giovedì (dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 17.00). Le visite guidate, con prenotazione obbligatoria all’indirizzo: acs.visiteguidate@cultura.gov.it

Le visite degli Istituti scolastici sono previste ogni mercoledì, con prenotazione obbligatoria: acs.didattica@cultura.gov.it

(di Paolo Martini)

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Cultura

Beni culturali, Diana Bracco: “Partnership pubblico-privato per tutelarli e valorizzarli”

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"Alle imprese devono essere assicurate certezze sui tempi di realizzazione dei progetti e garanzie sui benefici e sull’impatto reale"

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“Oggi le imprese sono un soggetto sociale attivo e integrato e sono ormai diventate protagoniste della valorizzazione e conservazione del patrimonio storico-artistico del Paese”. Lo ha affermato Diana Bracco, Presidente e Ceo del Gruppo Bracco, in un videomessaggio che ha aperto un incontro su cultura e sviluppo economico, tenutosi al Festival dell’Economia di Trento e a cui è intervenuto in collegamento video anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“Fare impresa, fare filantropia – ha aggiunto l’imprenditrice – sono diventate facce della stessa medaglia, e rappresentano un modo per tenere fede ai propri valori e per restituire al territorio parte di ciò che si è ricevuto. Soprattutto nelle aziende familiari, che sono il cuore pulsante dell’industria nazionale. Certo, si può fare di più, però è anche necessario che le Istituzioni, dal canto loro, vadano oltre il semplice concetto di sponsorizzazione. Alle imprese – ha sottolineato – devono essere assicurate certezze sui tempi di realizzazione dei progetti e garanzie sui benefici e sull’impatto reale. Occorre una progettualità condivisa realizzata a quattro mani, per far funzionare il binomio pubblico-privato”.

“Questa è la ricetta che ad esempio a noi di Bracco ha permesso di dare solidità e continuità nel tempo a partnership con grandi istituzioni come il Teatro alla Scala e la sua Accademia, il Palazzo del Quirinale, il Museo Poldi Pezzoli, il Museo del Violino di Cremona, il Palazzo Reale di Milano e tante altre, anche all’estero”, ha concluso.

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Cultura

Diana Bracco: “Art Bonus va nella direzione giusta e va potenziato”

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L'imprenditrice al Festival dell'economia di Trento, 'la detraibilità è una leva essenziale che va allargata anche ai beni culturali di proprietà privata ma resi fruibili alla collettività, come il Fai'

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“L’Art bonus va nella direzione giusta, la detraibilità è una leva essenziale da potenziare allargandolo ad esempio anche ai beni culturali di proprietà privata ma resi fruibili alla collettività”. Lo ha affermato Diana Bracco, Presidente e Ceo del Gruppo Bracco, in un videomessaggio che ha aperto un incontro su cultura e sviluppo economico, tenutosi al Festival dell’Economia di Trento e a cui è intervenuto in collegamento video anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

“Penso ai circuiti delle Case Museo, alla Rete dei Musei d’impresa, alle associazioni nazionali come il Fai – ha spiegato l’imprenditrice – che svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico. In ogni caso trovo estremamente positivo che sia caduto il vecchio tabù che per anni ha penalizzato i privati che volevano investire in cultura”.

“Per troppo tempo – ha aggiunto Bracco – c’è stato un atteggiamento di diffidenza e di rifiuto ideologico verso il contributo delle aziende per la tutela dei beni culturali presenti in tantissimi distretti italiani. Una mentalità da combattere perché le imprese di tutti i settori, dalle banche al manifatturiero, sono degli attori essenziali nelle nostre comunità e nei nostri territori”, ha concluso.

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Diana Bracco: “Per l’Italia i beni culturali sono una vera miniera d’oro”

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"Secondo i dati di Fondazione Symbola e Unioncamere danno lavoro a 1,5 milioni di persone"

“Per l’Italia i beni culturali sono una vera miniera d’oro. Dopo la pandemia e il confinamento, i cittadini del mondo hanno voglia di viaggiare e di tornare alla vita di prima, e hanno fame d’Italia. Il nostro Paese non è mai stato così attrattivo”. Lo ha affermato Diana Bracco, Presidente e Ceo del Gruppo Bracco, in un videomessaggio che ha aperto un incontro su cultura e sviluppo economico, tenutosi al Festival dell’Economia di Trento e a cui è intervenuto in collegamento video anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

“Investire in cultura – ha aggiunto Diana Bracco – conviene a tutti, perché genera ricchezza e posti di lavoro: secondo gli ultimi dati di Fondazione Symbola e Unioncamere, i beni culturali danno lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro. Ma sostenere con forza il patrimonio storico-artistico è essenziale non solo per il valore economico, ma anche per quello etico e sociale. La cultura, infatti, è il cemento di una comunità, rappresenta la sua identità e permette a un Paese di confrontarsi, comunicare, condividere. Il messaggio della cultura trascende ogni barriera geografica e linguistica perché la lingua del Bello è davvero universale, in grado di parlare a tutti”, ha concluso.

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Dimissioni Ricardo Levi, Sgarbi: “Ha fatto errori e si è mosso con la grazia di un elefante”

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Il sottosegretario Mic sulle dimissioni del presidente Aie da commissario alla Buchmesse: "Successore non dovrà obbedire alla destra ma agire in modo dialogante"

“Nonostante la gentilezza e la grazia del suo fare, Levi in realtà ha fatto alcuni errori nei quali si è mosso con la grazia di un elefante”. Così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commenta all’Adnkronos la lettera di dimissioni da commissario straordinario dell’Italia alla Fiera del Libro di Francoforte che Ricardo Franco Levi ha consegnato ieri pomeriggio nelle mani del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Ci sono stati una serie di episodi -osserva Sgarbi- Prima al Salone del Libro ha fatto un’azione contro Carlo Rovelli che era un’azione politica che poteva sembrare ‘di destra’ ma che nessuno di noi gli aveva chiesto. Poi oggi leggo che qualcuno si è accorto che ha nominato per la Buchmesse l’ufficio di comunicazione in cui lavora suo figlio: questa serie di coincidenze, legate ad una mancanza di furbizia che gli si è ritorta contro, l’hanno obbligato a fare marcia indietro”.

Il modo di procedere di Levi, “non denota una grande capacità di dialogo che sarebbe necessaria per interloquire con il governo”, affonda poi Sgarbi. Che riporta un episodio recente in cui ha incontrato il presidente dell’Aie: “Venne a trovarmi -racconta Sgarbi- e discutendo della realizzazione del padiglione dell’Italia alla Fiera di Francoforte ci disse che aveva già scelto Stefano Boeri, senza alcuna apertura al dialogo su altre eventuali figure. Io avevo pensato a Gaetano Pesce, ma lui è stato irremovibile dicendo che aveva già scelto Tito Boeri”. In sostanza, “con questa serie di atteggiamenti poco dialoganti, si è trovato in una situazione che lo ha indotto a dimettersi -aggiunge il sottosegretario alla Cultura- Io credo che sia la conseguenza di una serie di posizioni assunte in modo autocratico, che non mi pare che sia il metodo migliore per dialogare con il ministero di riferimento”. C’è già qualche idea su chi possa essere il nuovo commissario? “Il prossimo non dovrà obbedire alla destra -chiosa Sgarbi- ma agire in modo dialogante”.

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Esce ‘I gatti lo sanno’ di Giulia Bignami, racconto di incredibili comportanti animali

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Polpi australiani che si lanciano alghe, pesci arciere che sputano e mantidi che amano il cinema: rigorosamente in 3D. La ricercatrice all'Adnkronos: "Non è esattamente un bestiario"

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Polpi australiani che si lanciano alghe, pesci arciere che sputano, api che distinguono le pennellate impressioniste di Monet da quelle cubiste di Picasso, mantidi che amano il cinema e rigorosamente in 3D. Ci sono queste e molte altre stupefacenti storie di animali in “I gatti lo sanno” (ed. Giunti), il nuovo libro di Giulia Bignami, classe 1990, un dottorato in Chimica all’Università di St. Andrews, in Scozia. Una penna spigliata e ironica ispira le pagine del lavoro della ricercatrice e manager clinica che racconta, e ripercorre, i risultati scientifici emersi sul mondo animale negli ultimi anni in varie università del mondo.

Con il suo nuovo lavoro – il primo nel 2021 è stato ‘La zattera astronomica’ – Giulia Bignami ci accompagna, fra divertimento e scienza, in un viaggio esilarante e ricco di sorprese tra i più curiosi esperimenti etologici, illustrati dall’immaginazione di Laurina Paperina. “Non è esattamente un bestiario” scandisce l’autrice conversando con l’Adnkronos. “L’idea di raccogliere alcune delle meraviglie e stranezze che caratterizzano il mondo animale nasce proprio – spiega – dalla volontà di far conoscere quanto ancora ci sia da stupirsi, e da imparare, a partire da tutto ciò che (ancora) non sappiamo degli altri animali”.

“Senza una componente divulgativa coinvolgente – osserva inoltre – i risultati di lunghe, magari complesse e certamente impegnative ricerche scientifiche, svolte da ricercatori sparsi per le università di tutto il mondo, corrono il rischio di rimanere chiusi in una bolla di sola pertinenza scientifica”.

“Il compito che mi sono posta è quindi quantomai titanico e forse impossibile – ma sennò che gusto ci sarebbe? – ed è quello di trasportare il lettore in un viaggio esilarante ma istruttivo, sorprendente ma scientifico attraverso il quale rompere questa bolla di scienza apparentemente irraggiungibile al grande pubblico, ma soprattutto modellare (consapevolmente, o forse no) una nuova prospettiva, un nuovo punto di vista sul mondo” sottolinea Giulia Bignami,

L’autrice, che vive e lavora a Edimburgo come ricercatrice e manager clinica, spiega che il suo nuovo libro “non è esattamente un bestiario, o meglio è un bestiario alquanto inusuale”. “La classica suddivisione degli animali tra acqua, terra e aria – prosegue – è rispettata solo in parte dando, invece, più ampio spazio a una sezione finale interamente dedicata alla bellezza, all’arte, alle illusioni e alla magia, aspetti di sensibilità e percezione che siamo abituati a considerare un’esclusiva di noi animali umani”.

Inoltre, aggiunge Giulia Bignami, “le illustrazioni che accompagnano ogni capitolo non svolgono il solo (classico) compito di presentare ciascun animale al lettore ma nascono dall’immaginazione dell’artista Laurina Paperina con l’obiettivo di coinvolgere fin da subito il lettore, in maniera diretta, immediata e visiva, negli strambi esperimenti e negli specifici aspetti comportamentali che poi approfondisco nel corso della narrazione”. “In questo senso, la complementarità tra risultati scientifici e interpretazione artistica è di vitale importanza per assicurare una comunicazione chiara e allo stesso tempo appassionante” assicura.

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Ricardo Levi: “Dimissioni da Fiera Francoforte con dolore”

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"E' stata messa in dubbio la mia correttezza"

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“L’articolo di ‘Libero’ ha sollevato una questione assolutamente inesistente e su cui nemmeno c’è da discutere. Ma proprio perché era un caso del tutto trasparente e senza nessuna possibilità di equivoco, ho ritenuto che si mettesse in dubbio la correttezza del mio comportamento, la mia serietà professionale nell’espletamento di un ruolo di governo, e ho ritenuto di dover rassegnare le dimissioni. A parlare con l’Adnkronos è Ricardo Franco Levi, a poche ore dalla sua decisione di rassegnare le dimissioni da commissario straordinario per l’Italia della Fiera di Francoforte 2024, dove il nostro Paese è ospite d’onore.

Il riferimento è all’articolo di ‘Libero’ in cui si parla della scelta di Levi di affidare la comunicazione della Buchmesse ad un’agenzia in cui lavorerebbe il figlio Alberto. “Di fronte a questa messa in dubbio della mia professionalità ho ritenuto che non si potessero in alcun modo accettare interpretazioni diverse -scandisce Levi- e che l’unico modo fosse quello di tagliare la testa al toro rimettendo al ministro della Cultura il mandato come commissario straordinario per Francoforte 2024”. Una decisione presa, fa sapere il presidente dell’Aie, non certo a cuor leggero. “Mi è dispiaciuto molto leggere quelle cose su ‘Libero’ -spiega Levi- e nella lettera di dimissioni al ministro Sangiuliano ho sottolineato che gliele presentavo con dolore. Perché così è stato. Ci lavoravo dal 2017, ho conseguito un risultato che per l’Italia mancava da 36 anni, quindi credo che sia un grande appuntamento per la cultura italiana e mi dispiace non poterlo accompagnare fino alla fine”.

Le dimissioni sono state consegnate a Sangiuliano “ieri pomeriggio -rivela Levi- ed era una nota riservata per il ministro. Oggi lui nel primo pomeriggio mi ha chiamato personalmente, e devo dire che ho apprezzato la sua telefonata, qualche minuto prima di rendere pubblica la sua dichiarazione, e ha usato con me sostanzialmente le stesse parole del comunicato”. Nello specifico,”mi ha ripetuto che non era una questione personale, ribadendomi la sua stima e la sua considerazione, e mi ha detto che mi avrebbe ringraziato pubblicamente, ma ha detto altrettanto chiaramente che avrebbe accettato le dimissioni nell’ottica della volontà di imprimere una discontinuità, ha usato questo termine. Mi sembra quindi del tutto chiara la volontà che sta a monte dell’averle accettate”. “Se mi aspettavo venissero rifiutate? Ho ritenuto di doverle dare e di darle nel modo istituzionalmente corretto, ossia comunicandole riservatamente al ministro e lasciando a lui la facoltà di respingerle quanto di accettarle. Lui le ha chiaramente accettate in una scelta trasparente di discontinuità”, scandisce Levi all’Adnkronos.

(di Ilaria Floris)

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Premio Campiello 2023, scelti i 5 finalisti: il 16 settembre il vincitore

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In gara "La Resistenza delle donne" di Benedetta Tobagi (Einaudi), "Diario di un'estate marziana" di Tommaso Pincio (Perrone editore), "Centomilioni" di Marta Cai (Einaudi), "'La Sibilla. Vita di Joyce Lussu" di Silvia Ballestra (Laterza) e "In cerca di Pan" di Filippo Tuena (Nottetempo)

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“La Resistenza delle donne” di Benedetta Tobagi (Einaudi), “Diario di un’estate marziana” di Tommaso Pincio (Giulio Perrone editore), “Centomilioni” di Marta Cai (Einaudi), “‘La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” di Silvia Ballestra (Laterza) e “In cerca di Pan” di Filippo Tuena (Nottetempo): sono questi i libri che compongono la cinquina della 61esima edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto, che si contenderanno la ‘vera da pozzo’.

La cinquina è il risultato delle votazioni della giuria dei letterati, presieduta per il terzo anno consecutivo da Walter Veltroni, che si è riunita, questa mattina, in adunanza pubblica nell’Aula Magna ‘Galileo Galilei’ di Palazzo del Bo, storica sede dell’Università. Il vincitore del Campiello 2023 sarà proclamato sulla base della votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi sabato 16 settembre al Teatro La Fenice di Venezia, durante una cerimonia condotta da Francesca Fialdini e Lodo Guenzi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale.

La cinquina è stata selezionata – tra gli oltre 90 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico – dal presidente Veltroni e dai giurati Pierluigi Battista, Federico Bertoni, Daniela Brogi, Silvia Calandrelli, Edoardo Camurri, Chiara Fenoglio, Daria Galateria, Lorenzo Tomasin, Roberto Vecchioni ed Emanuele Zinato. A differenza degli altri anni, i finalisti dell’edizione 2023 sono stati scelti rapidamente: al primo turno con 6 voti sono passati Marta Cai, Tommaso Pincio e Benedetta Tobagi; al terzo turno con 6 voti Silvia Ballestra; al quinto turno con 7 voti Filippo Tuena.

Durante la selezione il presidente Veltroni ha annunciato anche il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio per il 2023 è stato assegnato a Emiliano Morreale con “L’ultima innocenza” (Sellerio).

Questa la motivazione del riconoscimento a Morreale: “Dalla Palermo degli anni ’80 alla Polonia della seconda guerra mondiale; dai bassifondi romani all’America hollywoodiana: attraverso sei inquadrature accomunate dalla presenza dell’io narrante, ‘L’ultima innocenza’ costruisce un percorso attraverso due arti: la letteratura e cinema. Mescolando realtà storica e invenzione o pretesto autobiografico, emiliano Morreale indaga la linea di confine tra finzione cinematografica e realtà. Il cinema, anche nelle sue manifestazioni deteriori, si rivela un punto d’osservazione privilegiato per comprendere la storia del 900 e il nostro paradossale presente”.

Sempre Veltroni ha annunciato che la giuria ha deciso di assegnare una “Menzione speciale” al libro di Ada D’Adamo, “Come d’aria” (Elliott), autrice esordiente recentemente scomparsa. La decisione, ha spiegato Veltroni, è stata presa all’unanimità ed ha spiegato che la giuria “ha molto apprezzato il libro”.

“Sono molto soddisfatto della cinquina selezionata oggi. In generale, siamo davvero orgogliosi del livello dei libri che sono arrivati quest’anno – ha commentato Veltroni – In un momento storico in cui siamo travolti dalle cose e in cui quelle importanti tendono a sparire – come l’amore per la pluralità, per la gentilezza e per il senso di comunità – la letteratura resiste. In questi tempi densi di caos e contraddizioni, il racconto diventa la nostra bussola. In tutti i libri che abbiamo letto – grazie alla meravigliosa giuria del Premio, fatta di persone competenti e libere – abbiamo ritrovato diversi elementi comuni: il forte rapporto con la realtà, tante donne scrittrici, l’attenzione verso la storia e la storia delle persone che la abitano, ma anche un’esaltazione della pura immaginazione. In questi momenti di frammentazione e di microfratture, grazie alla letteratura riusciamo a intravedere la luce. Il romanzo è capace di unificare, perché la scrittura è lavoro sartoriale, fatto di trame, ago e filo. Lavoro e creatività infatti sono fratelli ed è per questo che, nello pieno spirito del Campiello, il premio degli industriali, vogliamo continuare a valorizzare questo rapporto, per portare in alto il lavoro e la cultura, insieme”.

Enrico Carraro, presidente della Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto, ha sottolineato: “Complimenti a tutti gli autori entrati in cinquina. E’ sempre un’emozione e un grande onore partecipare a questa cerimonia. Con la selezione della cinquina finalista, si apre il percorso che porterà a decretare il vincitore del Campiello sabato 16 settembre alla Fenice a Venezia, dopo l’insindacabile giudizio della giuria popolare, capace come ogni anno di stupire e sovvertire il risultato della giuria tecnica. Quello di oggi è forse il momento più evidente, insieme alla finale, di una attività che la Fondazione svolge tutto l’anno e che rappresenta un vero e proprio progetto continuativo, ricco di iniziative e tappe. Fin dagli albori del Premio, troviamo il convinto sostegno delle imprese alla nostra mission, nella consapevolezza che con la cultura alimentiamo il nostro territorio. Una terra che va continuamente valorizzata e preservata, tenendo a mente temi importanti e necessari come la sostenibilità e l’inclusione e rendendola attraente per tanti giovani cervelli e lavoratori che sempre di più abbandonano la nostra Regione”.

Enrico Del Sole, vice presidente di Confindustria Veneto Est, ha aggiunto: “Sosteniamo e apprezziamo il Premio Campiello e il suo impegno per la promozione della lettura e della migliore cultura in particolare tra le giovani generazioni. Proprio la cultura, nelle imprese e nel territorio, è uno degli asset su cui si fonda il progetto di Confindustria Veneto Est nella dimensione metropolitana tra Venezia Padova Treviso e Rovigo. Un’area vasta che vanta un patrimonio di storia, cultura e bellezza ineguagliabile e che rappresenta valore fondante per una crescita integrata della comunità, risorsa di competitività e attrazione di persone e competenze”.

(di Paolo Martini)

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Fiera Libro Francoforte, Ricardo Levi si dimette da commissario

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Le dimissioni dal ruolo di commissario straordinario del governo per l'Italia comunicate al ministro Sangiuliano con una lettera

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Ricardo Franco Levi si è dimesso dal ruolo di commissario straordinario del governo per l’Italia, Paese che è ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte 2024. Levi ha comunicato la rinuncia al ruolo attraverso una lettera al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

La lettera di dimissioni arriva dopo la polemica scatenatasi oggi, dopo la notizia pubblicata da ‘Libero’ secondo la quale Levi avrebbe assegnato la comunicazione per l’Italia alla manifestazione a una società belga, la IFC Next, in cui lavorerebbe il figlio Alberto.

“Nonostante la gentilezza e la grazia del suo fare, Levi in realtà ha fatto alcuni errori nei quali si è mosso con la grazia di un elefante”. Così il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commenta all’Adnkronos la lettera di dimissioni di Levi. “Ci sono stati una serie di episodi -osserva Sgarbi- Prima al Salone del Libro ha fatto un’azione contro Carlo Rovelli che era un’azione politica che poteva sembrare ‘di destra’ ma che nessuno di noi gli aveva chiesto. Poi oggi leggo che qualcuno si è accorto che ha nominato per la Buchmesse l’ufficio di comunicazione in cui lavora suo figlio: questa serie di coincidenze, legate ad una mancanza di furbizia che gli si è ritorta contro, l’hanno obbligato a fare marcia indietro”.

Il modo di procedere di Levi, “non denota una grande capacità di dialogo che sarebbe necessaria per interloquire con il governo”, affonda poi Sgarbi. Che riporta un episodio recente in cui ha incontrato il presidente dell’Aie: “Venne a trovarmi -racconta Sgarbi- e discutendo della realizzazione del padiglione dell’Italia alla Fiera di Francoforte ci disse che aveva già scelto Tito Boeri, senza alcuna apertura al dialogo su altre eventuali figure. Io avevo pensato a Gaetano Pesce, ma lui è stato irremovibile dicendo che aveva già scelto Tito Boeri”. In sostanza, “con questa serie di atteggiamenti poco dialoganti, si è trovato in una situazione che lo ha indotto a dimettersi -aggiunge il sottosegretario alla Cultura- Io credo che sia la conseguenza di una serie di posizioni assunte in modo autocratico, che non mi pare che sia il metodo migliore per dialogare con il ministero di riferimento”. C’è già qualche idea su chi possa essere il nuovo commissario? “Il prossimo non dovrà obbedire alla destra -chiosa Sgarbi- ma agire in modo dialogante”.

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Biennale Venezia, ministro Al Qassimi: “Cultura e creatività risorse rinnovabili per eccellenza”

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Lo sceicco ha inaugurato Aridly Abundant, dodicesima partecipazione del Padiglione Nazionale degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale

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Lo sceicco Salem Khalid Al Qassimi, Ministro della Cultura e della Gioventù degli Emirati Arabi Uniti, ha inaugurato Aridly Abundant, dodicesima partecipazione del Padiglione Nazionale degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale di Venezia e quinta partecipazione alla Mostra Internazionale di Architettura. Curata da Faysal Tabbarah, Professore Associato di Architettura presso il College of Architecture, Art and Design dell’American University of Sharjah, la mostra “Aridly Abundant” trasformerà per sei mesi lo spazio del Padiglione degli Emirati in un ambiente che esibisce le qualità spaziali, materiali e tattili degli ambienti aridi, rispondendo così al tema della Biennale Architettura 2023, ”Il laboratorio del futuro”.

Il ministro Al Qassimi ha sottolineato che la sua presenza alla sede dimostra il suo sostegno al Padiglione Nazionale degli Emirati Arabi Uniti, una piattaforma artistica e culturale particolarmente importante, testimonia il valore che gli Emirati Arabi Uniti attribuiscono ai suoi creativi e il riconoscimento della Biennale di Venezia come piattaforma culturale significativa per gli Emirati Arabi Uniti. Il ministro Al Qassimi ha dichiarato: “Il 2023 segna la 12a partecipazione complessiva degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale di Venezia, con il passare degli anni la nostra presenza è diventata sempre più forte. Questa mostra è una testimonianza dell’impegno degli Emirati Arabi Uniti nei campi creativi. La leadership si impegna a sviluppare un forte movimento creativo nel paese e promuove l’arte e la cultura a livello locale, regionale e globale, a supportare gli artisti, gli architetti e a mostrare il loro lavoro su prestigiose piattaforme internazionali. Il nostro talento è al passo con gli standard internazionali e sta riscuotendo apprezzamenti a livello globale”.

Gli Emirati Arabi Uniti partecipano all’Esposizione Internazionale d’Arte dal 2009 e all’Esposizione Internazionale di Architettura dal 2014. Nel 2013 il Governo degli Emirati Arabi Uniti ha firmato uno storico accordo per l’istituzione di un padiglione nazionale permanente all’interno dell’Arsenale – Sale d’Armi. Il Ministro Al Qassimi ha commentato: “La presenza permanente degli Emirati Arabi Uniti all’Arsenale – Sale d’Armi, una delle sedi principali della Biennale di Venezia, è motivo di grande orgoglio per gli Emirati Arabi Uniti, pronti a mostrare il meglio delle sue creazioni architettoniche a un pubblico internazionale”. L’opera degli Emirati Arabi Uniti “Wetland”, premiata alla Biennale Architettura 2021 con il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale, ha esplorato il rapporto tra rifiuti e produzione su scala locale e globale. Il team aveva creato anche un cemento innovativo ed ecologico, ispirato alle materie che si trovano nei tradizionali sabkha, vale a dire le saline.

Al Qassimi ha aggiunto: “La Biennale di Venezia non è solo una grande piattaforma per promuovere il talento locale degli Emirati Arabi Uniti, ma anche una piattaforma per promuovere i nostri valori culturali e artistici. L’architettura è un elemento essenziale della cultura che la dice lunga su una civiltà, il suo passato, presente e futuro. Questa sfaccettatura è magnificamente presentata in questa mostra del 2023 degli Emirati Arabi Uniti intitolata Aridly Abundant che attinge dal passato e costruisce il futuro. Contribuisce anche a rafforzare i legami bilaterali tra Emirati Arabi Uniti e Italia. La nostra presenza all’Arsenale è un aspetto importante della nostra diplomazia culturale, uno strumento essenziale nell’attuale situazione globale. La diplomazia culturale può fare molto per abbattere le barriere della comunicazione e ha la capacità di promuovere la pace e la stabilità a lungo termine”.

Attirando l’attenzione internazionale sulla vita nelle terre aride e desertiche, il messaggio del Padiglione è profondamente connesso al cambiamento climatico. Come noto, la 28a sessione della Conferenza delle Parti (COP 28) dell’Unfccc si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Il ministro ha voluto sottolineare che alla COP 28, i giovani saranno in prima linea nella definizione delle politiche e del dialogo sul clima. La cultura è un’altra parte cruciale del discorso sul cambiamento climatico, considerando la necessità di salvaguardare il patrimonio e le pratiche culturali tradizionali che risentono dei mutamenti.

A questo proposito il Ministro ha aggiunto: “I nostri antenati hanno imparato ad adattarsi e a sviluppare pratiche sostenibili per sopravvivere alle dure condizioni climatiche e topografiche della penisola arabica. Hanno imparato a vivere in modo sostenibile e il loro stile di vita è allineato con la natura. La nostra cultura è ricca di pratiche tradizionali che costituiscono ancora oggi lezioni preziose per una vita sostenibile. L’acqua era una risorsa scarsa, anche il cibo non era così abbondante nel deserto, eppure i nostri antenati non solo sopravvissero, ma prosperarono e svilupparono un tesoro di conoscenze tradizionali. Possiamo attingere ai serbatoi della conoscenza tradizionale e prendere in prestito qualche lezione”.

Commentando l’offerta culturale degli Emirati Arabi Uniti, in crescita esponenziale sia in termini di qualità che di varietà, e i prossimi prestigiosi progetti degli Emirati Arabi Uniti, destinati a trasformare il paesaggio e caricare il peso culturale del paese, ha affermato: “Il nostro approccio orientato al futuro e l’eredità dei nostri antenati guidano le nostre politiche e le strategie nazionali che si concentrano sulla costruzione di comunità sostenibili e inclusive. Gli Emirati Arabi Uniti sono culturalmente rilevanti oggi per due motivi. Innanzi tutto, lo dobbiamo alla guida strategica della nostra leadership poi al talento e alla creatività delle nostre persone. Il settore culturale e creativo è un elemento chiave del percorso di sviluppo della nostra nazione. Con la sostenibilità al centro, il settore culturale alimenta l’economia creativa”.

Il ministro Al Qassimi ha dichiarato: “La cultura e la creatività sono risorse rinnovabili per eccellenza, sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile. Il lancio di Creative Uae o della Strategia Nazionale per le Industrie Culturali e Creative in concomitanza con l’Anno Internazionale dell’Economia Creativa per lo Sviluppo Sostenibile nel 2021, conferma l’impegno degli Emirati Arabi Uniti per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, costituiscono le linee guida per costruire una solida infrastruttura di economia creativa, creando per i nostri talenti un ambiente favorevole. Ad esempio, la strategia prevede borse di studio, affronta i punti deboli del sistema e fornisce soluzioni: dal finanziamento alla creazione dei canali giusti per l’esposizione e la distribuzione”, ha aggiunto.

Tra le iniziative più importanti in ambito culturale, nel 2019 gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato la Sharjah Architecture Triennial (la Triennale di Architettura che si svolge nell’Emirato di Sharjah, ndr), prima grande piattaforma architettonica del Medio Oriente e del Sud del mondo. A tal proposito, il ministro ha commentato: “L’arte e la cultura hanno il potere di unire le persone. Promuovono la diplomazia culturale e favoriscono la pace e la stabilità. Sostenendo la comprensione reciproca, la fiducia e l’esposizione alla diversità culturale, la diplomazia culturale fa molto per migliorare le relazioni internazionali in molte aree di cooperazione. Iniziative come la Sharjah Architecture Triennial rappresenta una di queste piattaforme che rappresentano i talenti degli Emirati Arabi Uniti e della regione del Medio Oriente, nonché dell’Africa e dell’Asia meridionale. Rappresentando il sud globale, promuovono la cooperazione e migliorano la coesione”.

Il Ministro Al Qassimi ha infine evidenziato la capacità delle grandi piattaforme, come quelle della Biennale di Venezia, di rafforzare i legami e le relazioni tra Paesi. “Per quanto riguarda il padiglione nazionale degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale di Venezia, la Biennale è un’iniziativa significativa che cementa ulteriormente i nostri legami con l’Italia. I legami bilaterali tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia sono ormai decennali e tali iniziative li rafforzano ulteriormente. Collaboriamo con l’Italia su diversi fronti tra cui istruzione, scambi culturali ed eventi artistici. Attraverso la condivisione di idee ed esperienze, possiamo creare sinergie, formare ed educare i giovani per consentire loro di realizzare progetti sostenibili sulla protezione del patrimonio e la salvaguardia dei loro tesori culturali” ha concluso.

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Cultura

Maltempo: la città dei lettori di Firenze a sostegno della cultura in Emilia Romagna

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La città dei lettori, progetto culturale di Fondazione Cassa di Risparmio Firenze e Associazione Wimbledon Aps in partenza in questi giorni con la 6a edizione dell’omonimo festival, si mobilita in sostegno della cultura in Emilia Romagna dopo le inondazioni.

Nello specifico a ScrittuRa Festival, evento diretto da Matteo Cavezzali in programma dal 25 maggio al 15 giugno tra la città di Ravenna e Lugo di Romagna – la prima fortunatamente non danneggiata dall’acqua ma in situazione di allerta, il secondo uno dei centri più colpiti dal disastro – La città dei lettori fornirà una donazione sotto forma di strumenti utili alla realizzazione dell’evento nel contesto d’emergenza.

“A causa delle linee ferroviarie interrotte -spiega Gabriele Ametrano, direttore de La città dei lettori- si presentano per ScrittuRa spese impreviste relative agli spostamenti degli ospiti. Contribuiremo con una donazione in buoni benzina, un piccolo atto di supporto concreto per un festival in apertura. È in momenti come questo che la cultura deve essere solidale e, in particolare, gli organizzatori che ben conoscono le difficoltà di allestire una manifestazione”. (segue)

Festival con 18 tappe da maggio a ottobre, 100 ospiti e 40 giornate

La città dei lettori, che ogni anno catalizza in Toscana autori, illustratori, traduttori e curatori di primo piano, torna per il 2023 da maggio a ottobre con 18 tappe su altrettanti comuni, oltre 100 ospiti e più di 40 giornate con i protagonisti della letteratura contemporanea. Il cartellone di presentazioni, incontri, anteprime, conferenze, reading e attività per giovani lettori si aprirà con una prima volta a Prato, dal 25 al 27 maggio, per continuare poi con la sesta edizione della kermesse fiorentina a Villa Bardini, sede storica e cuore dell’iniziativa, dal 7 all’11 giugno.

Ancora prime edizioni a Poggibonsi (Si), dal 15 al 16 giugno, e a San Miniato (Pi), dal 17 al 18 giugno, mentre per il terzo anno consecutivo si confermano Grosseto, dal 21 al 22 giugno, e Arezzo, dal 24 al 25 giugno. Montaione (Fi) diventerà città dei lettori per la prima volta dal 30 giugno al 2 luglio, mentre in continuità con i due anni passati torna l’appuntamento a Villamagna – Volterra (Pi), il 2 luglio, e a Montelupo Fiorentino (Fi), dal 6 al 7 luglio.

Siamo alla seconda edizione, invece, per Monteriggioni (Si) dal 21 al 22 luglio, prima per Vicchio (Fi) dal 1 al 3 settembre, terza per Calenzano (Fi) dal 7 al 9 settembre e per Campi Bisenzio (Fi) dal 13 al 14 settembre. Un’ulteriore prima edizione a Piombino (Li) dal 15 al 16 settembre, e poi ancora conferme: per il terzo anno consecutivo a Bagno a Ripoli (Fi), dal 22 al 24 settembre, e per il secondo a Lucca, dal 30 settembre al 1 ottobre. Poi seconda edizione a Impruneta dal 27 al 28 ottobre e prima a Cavriglia (Ar) in date da destinarsi.

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