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Salute e Benessere

La storia di Pinky, bruciata dal marito e oggi rinata...

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La storia di Pinky, bruciata dal marito e oggi rinata grazie al progetto RigeneraDerma

E' entrata nel percorso gratuito che cura le cicatrici. Oggi racconta: "Durante i primi trattamenti avvertivo un minimo di fastidio che man mano è scomparso. Ho iniziato a percepire il trattamento come un massaggio, senza fastidio né dolori, anzi come una sensazione piacevole e rilassante. Dopo tanti anni ho ritrovato la speranza"

Pinky prima e dopo il trattamento Biodermogenesi -  <span id=

La violenza di genere non si ferma. Oltre al dato spaventoso dei femminicidi, ben 13 dall'inizio del 2024, ce n'è un altro che fa ugualmente paura: quello delle donne che provano a liberarsi da un partner violento che infligge loro, come 'punizione', cicatrici sul volto e sul corpo. Ogni cicatrice, oltre al danno funzionale, porta con sé il trauma psicologico e relazionale e la convinzione di non poter avere una vita sociale normale. Anche Pinky, donna di origini indiane cresciuta nel nostro Paese, porta sul volto e sul collo le cicatrici che le ha inflitto l'ex marito, un uomo indiano impostole dalla sua famiglia di origine. Dopo le nozze tutto sembra scorrere in modo relativamente sereno e la coppia dà alla luce due figli. Ma iniziano i soprusi ai danni di Pinky, che culminano con l'evento che cambierà per sempre la sua vita: una sera il marito la cosparge di Diavolina liquida e la brucia davanti ai figli di 2 e 5 anni. A distanza di anni da quel drammatico evento, la donna ha iniziato un percorso terapeutico di 12 sedute con Biodermogenesi*, i cui risultati sono stati presentati oggi in occasione di una conferenza stampa presso la sede del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell'Università di Verona.

"La storia di rinascita di Pinky si affianca a quella di Filomena Lamberti e Maria Antonietta Rositani che, proprio come lei, hanno beneficiato delle cure gratuite di RigeneraDerma", spiega l'azienda in una nota. "Il progetto nasce da un'idea di Maurizio Busoni, ricercatore, docente del master di Medicina estetica dell'università di Camerino e dell'università di Barcellona. Il progetto, che è stato presentato già due volte alla Camera dei deputati, si pone un nobile obiettivo: riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere. E lo fa offrendo a 500 persone la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi, la metodologia per la rigenerazione dei tessuti cutanei, 100% italiana, presente in 32 Paesi nel mondo". Partner del progetto RigeneraDerma è l'università di Verona che vede impegnati in prima linea Andrea Sbarbati, direttore della sezione di Anatomia e istologia, e Sheila Veronese, ingegnere del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento.

"La cura delle cicatrici - sottolinea Sbarbati - rappresenta una sfida per la medicina, in quanto le terapie attualmente a disposizione non sempre consentono la guarigione dei tessuti lesionati. Il nostro gruppo di lavoro è da tempo impegnato nello sviluppo di terapie innovative in grado di limitare i danni sia estetici, sia funzionali legati alla presenza di cicatrici. In particolare, le numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali prodotte testimoniano come l'approccio mediante la terapia con campi elettromagnetici e vacuum rappresenti un efficace metodo per il trattamento di queste patologie. Gli aspetti etici di questa ricerca sono evidenti e, anche se rappresentano ovviamente solo una goccia nel mare di un problema ben più vasto, è comunque importante che la comunità scientifica si impegni su questi temi".

"Pinky è venuta alla nostra attenzione per delle ustioni diffuse al viso e al collo, presenti ormai da qualche anno - racconta Sara Zecchetto, specialista in Medicina interna e medico estetico, che ha erogato le terapie pro bono - Dopo l'incidente ha subito numerosi interventi chirurgici, grazie ai quali ha recuperato in parte la regolare fisionomia del volto. Permaneva però tessuto cicatriziale fibrotico e deturpante nella parte medio-inferiore del volto e al collo. La cicatrice era molto ampia e le procurava un deficit di movimento del collo, con conseguente contrattura posturale della schiena. Per trattare le cicatrici, nell'ambito del progetto RigeneraDerma, le è stato offerto un ciclo di sedute gratuito con metodologia Biodermogenesi, che si basa sull'utilizzo di onde elettromagnetiche e vacuum. Questa metodologia ha dimostrato, grazie a numerosi studi scientifici, di rigenerare i tessuti cutanei. Le sedute effettuate sono state 12, una a settimana. Il trattamento è stato ben tollerato. Seduta dopo seduta abbiamo osservato un progressivo ammorbidimento dei tessuti e un assottigliamento delle cicatrici. E' migliorata la postura e si è attenuata la contrattura alle spalle, secondaria alla cicatrice. Completato il ciclo di trattamenti, Pinky ha recuperato, inoltre, maggiore serenità nella sua vita".

"Ho valutato Pinky prima e dopo aver eseguito il trattamento delle cicatrici che ha sul viso e sul collo - afferma Alessandro Picelli, professore associato di Medicina fisica e riabilitativa presso il Dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell'Università di Verona e vicepresidente della Società italiana di riabilitazione neurologica - Alla prima visita mi ha riferito una importante riduzione della qualità di vita ed una grande difficoltà nel dormire a causa del senso di fastidio e di peso che sentiva".

"C'era una limitata possibilità di muovere il collo in tutte le direzioni associata a dolore - rimarca Picelli - Ho potuto inoltre osservare una aumentata rigidità delle aree cicatriziali grazie all'utilizzo di un particolare tipo di ecografia, detto elastonografia, che è in grado di misurare l'elasticità di un tessuto biologico. Strumenti di valutazione come questo sono già stati applicati in studi eseguiti collaborando col professor Sbarbati e l'ingegnere Veronese nell'ambito delle attività del Centro di ricerca in Riabilitazione neuromotoria e cognitiva, afferente alla sezione di Medicina fisica e riabilitativa del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, e diretto dal Nicola Smania. Alla visita di controllo eseguita al termine del ciclo di trattamento è stato possibile osservare un significativo miglioramento di tutti i parametri esaminati, con un conseguente effetto positivo sulla qualità di vita di Pinky, che ora riesce addirittura a dormire per tutta la notte".

"All'inizio - dice Pinky - ero molto dubbiosa: non credevo che, grazie ai trattamenti, avrei ottenuto miglioramenti. Anche a livello psicologico non è stato semplice, poiché trattare le cicatrici mi riaccendeva i ricordi e il conseguente trauma. Quando ho iniziato il ciclo di cure avevo difficoltà nel muovere il collo e non riuscivo a rotearlo completamente. Sentivo la pelle che tirava, al punto tale che di notte non riuscivo a dormire, perché non trovavo una posizione comoda. Una seduta di Biodermogenesi dopo l'altra ho visto i primi risultati. Oggi sento la pelle più morbida e non tira più come prima. Sebbene non sia ancora perfetta, la mobilità del collo è migliorata di molto e adesso la notte dormo. Durante i primi trattamenti avvertivo un minimo di fastidio che man mano è scomparso. Ho iniziato a percepire il trattamento come un massaggio, senza fastidio né dolori, anzi come una sensazione piacevole e rilassante. Con la dottoressa Zecchetto si è creato un bellissimo rapporto: in lei, oltre all'elevata professionalità, ho trovato sempre conforto. Dopo tanti anni ho ritrovato la speranza".

"Pinky è solo una delle tante persone che abbiamo trattato e stiamo trattando con Biodermogenesi - dichiara Busoni - forse più mediatica di altre, ma con le medesime cicatrici fisiche e psicologiche che incontriamo tutte le volte. RigeneraDerma ci mette di fronte persone devastate da coloro che dichiaravano di amarle. Il nostro obiettivo è aiutarle giorno dopo giorno a ritrovare fiducia in sé stesse e negli altri, intraprendendo un percorso destinato a migliorarne le cicatrici, a mitigarne le conseguenze psicologiche e a migliorare il loro livello di qualità della vita".

Che cosa può fare l'università contro le violenze di genere? Per Veronese "la risposta è 'divulgare'. La partecipazione a questo progetto è stata fortemente voluta, in primis perché eravamo consapevoli delle potenzialità della terapia Biodermogenesi nella rigenerazione dei tessuti cicatriziali, ma anche per dimostrare che tutti possono fare qualcosa. E' importante parlare di queste situazioni e promuovere trattamenti che permettano un miglioramento della qualità della vita di queste persone. Il recupero funzionale è fondamentale per rendere più facile tutti gli aspetti della vita di una persona, sia nell'ambito domestico, ma soprattutto nell'ambito lavorativo, perché può permettere di avere una vita lavorativa normale. Non è secondario il recupero estetico, perché è stato dimostrato da numerosi studi quanto un danno, soprattutto al volto, generi dei correlati psicologici importanti. Abbiamo intenzione di pubblicare i risultati ottenuti da Pinky perché in letteratura ci sono pochi studi che parlano dei danni fisici, reversibili e non, che le violenze di genere causano, e ancora meno che documentano terapie efficaci per risolvere o mitigare questi danni. Sembra quasi un tabù. Ed è ora, per il bene di queste persone, che lo violiamo".

Oltre alle donne vittime di violenza, RigeneraDerma è aperta a persone di entrambi i sessi, economicamente svantaggiate. Le terapie saranno erogate interamente pro-bono nei centri con metodologia Biodermogenesi che aderiscono all'iniziativa su tutto il territorio nazionale.

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Boom di morbillo e pertosse in Europa, rischi per bimbi e...

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Ecdc: "Servono sorveglianza e vaccinazioni. Scoraggiante osservare ancora epidemie di infezioni prevenibili coi vaccini"

Ragazza con morbillo (Fotogramma)

Boom di casi di morbillo e pertosse in Europa, con un rimbalzo delle infezioni dopo il calo registrato durante la pandemia di Covid-19. A denunciare il trend è il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Settimana europea dell'immunizzazione.

"Il numero di casi di morbillo - riporta l'Ecdc - ha iniziato ad aumentare nel 2023 e questa tendenza è continuata in diversi Stati membri dell'Unione europea. Tra marzo 2023 e fine febbraio 2024 sono stati segnalati almeno 5.770 casi di morbillo, con almeno 5 decessi. Il rischio più elevato è tra i bambini minori di un anno, che sono troppo piccoli per essere vaccinati", ma "dovrebbero essere protetti dall'immunità di comunità".

I numeri in Europa

"Il morbillo si diffonde molto facilmente, pertanto per interrompere la trasmissione è essenziale un'elevata copertura vaccinale, pari ad almeno il 95% della popolazione vaccinata con due dosi. Dalla metà del 2023 - prosegue l'Ecdc - è stato segnalato un aumento dei casi di pertosse in diversi Paesi dell'Ue e dello Spazio economico europeo, con dati preliminari che indicano casi più che decuplicati nel 2023 e nel 2024 rispetto al 2022 e al 2021. I giovani corrono un rischio maggiore di malattia grave e di morte. Per proteggerli al meglio, è essenziale garantire che tutti i vaccini raccomandati siano somministrati in tempo. La vaccinazione durante la gravidanza può anche proteggere i bambini piccoli".

"E' scoraggiante vedere che, nonostante decenni di sicurezza ed efficacia dei vaccini ben documentate, i Paesi Ue/See devono ancora affrontare epidemie di diverse malattie prevenibili con i vaccini", dichiara Andrea Ammon, direttrice dell'Ecdc. "Il raggiungimento e il mantenimento di un'elevata copertura vaccinale, la sorveglianza delle malattie e le azioni di risposta tempestive per controllare le epidemie - sottolinea - rimangono le azioni chiave contro queste malattie. I vaccini hanno protetto molte generazioni e dovremmo garantire che ciò continui a essere così".

Casi morbillo aumentati di 60 volte nella regione europea dell'Oms

"Il calo dei tassi di vaccinazione in alcuni Paesi della Regione europea" dell'Organizzazione mondiale della sanità "tra il 2020 e il 2022 mette in luce la vulnerabilità dei nostri successi" contro le malattie infettive prevenibili con i vaccini.

"Negli ultimi 3 anni, più di 1,8 milioni di bambini nella Regione europea dell'Oms hanno saltato la vaccinazione contro il morbillo. La conseguenza è un aumento di 60 volte del numero di casi di morbillo nel 2023 rispetto al 2022", segnalano Hans Kluge, direttore dell'Oms per l'Europa, Regina De Dominicis, direttrice dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale, e Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare, in occasione della Settimana europea dell'immunizzazione.

"La nostra determinazione a fornire i benefici della vaccinazione a tutti, ovunque, non deve vacillare", ammoniscono in una nota congiunta. "In un contesto di crisi multiple e di diffusione della disinformazione nella regione, Oms, Unicef e Commissione europea si impegnano a continuare a lavorare insieme, in stretta collaborazione con gli Stati membri in tutta Europa, per sostenere i sistemi sanitari e garantire un accesso equo ai servizi di vaccinazione. Insieme - assicurano - continueremo a sensibilizzare l'opinione pubblica sui benefici della vaccinazione e a rafforzare la fiducia nei vaccini per sostenere la domanda pubblica di vaccini, ora e in futuro. Allo stesso tempo, continueremo a contribuire a garantire che i sistemi sanitari siano adeguatamente preparati per qualsiasi epidemia e pandemia futura. Nel nostro obiettivo comune di garantire vite più sane e sicure alle generazioni attuali e future - avvertono - è indispensabile che la vaccinazione rimanga una pietra miliare della salute pubblica.

Oms, Unicef e Commissione europea elencano i successi del Programma ampliato di immunizzazione (Epi). Istituto 50 anni fa, "ha rappresentato un momento cruciale nella storia della salute pubblica e ha salvato milioni di vite a livello globale ogni anno".

"Nel 1974 - evidenziano - solo il 5% dei bambini del mondo era stato vaccinato contro difterite, tetano e pertosse. Oggi questa percentuale è salita a quasi l'85% dei bambini nel mondo e al 94% nella regione europea dell'Oms. Solo 5 anni dopo l'introduzione dell'Epi, il vaiolo è stato eradicato. Da allora, il raggio d'azione geografico del poliovirus selvaggio si è ridotto a soli 2 Paesi e la minaccia di diverse gravi malattie infettive dei bambini è diminuita drasticamente. La continua innovazione nel campo dell'immunologia ha portato allo sviluppo di vaccini in grado di proteggere da un numero ancora maggiore di malattie, aprendo la possibilità nella Regione europea di eliminare l'epatite B e il cancro alla cervice uterina nel prossimo futuro". Ma "mentre celebriamo questi risultati monumentali, che hanno protetto la salute di più generazioni, rimaniamo sulla scia della pandemia da Covid-19 e del suo impatto senza precedenti sulle nostre società ed economie, sui sistemi sanitari e sulla fornitura di assistenza sanitaria".

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Malattie rare, Graffigna (Cattolica): “Figura...

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"Il libro bianco contiene dati e proposte concrete per migliorare la qualità di vita delle donne"

Malattie rare, Graffigna (Cattolica):

Nelle malattie rare "esiste una prevalenza di genere femminile del 52,4%", che "sono 1 milione e 48mila. Il carico assistenziale dei pazienti è nel 90% dei casi assorbito dalle donne, il cui ruolo è centrale. Ecco perché abbiamo voluto realizzare un libro bianco con dati e proposte concrete non solo per migliorare la qualità di vita delle donne, ma perché c'è bisogno di accendere i riflettori sulla condizione delle donne che convivono con una malattia rara o devono assistere un familiare con una patologia rara". Lo ha detto Guendalina Graffigna, professoressa ordinaria di Psicologia dei consumi e della salute all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona e direttrice del centro di ricerca EngageMinds Hub che ha curato l'indagine, intervenendo oggi in Senato alla presentazione di 'Donne e malattie rare: impatto sulla vita e aspettative per il futuro', nel corso di dell'evento conclusivo della campagna promossa da Alexion, AstraZeneca Rare Disease.

"Abbiamo curato tre fasi della ricerca - spiega Graffigna - una parte di analisi della letteratura scientifica, una di indagine qualitativa in profondità per raccogliere le storie di donne che convivono con la patologia rara e un'analisi quantitativa per quantificare il burden, il 'peso della malattia'. Il libro bianco è l'occasione per mettere nero su bianco dei numeri, ma anche di portare avanti proposte su cosa dovrebbe essere prioritario per migliorare l'assistenza e la presa in carico delle donne con malattie rare".

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Vaccini, esperti: “L’assistente sanitario è...

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Rosselli (Asl3 Liguria), ‘mantenere relazione e sviluppare rapporto di fiducia con paziente’

Vaccini, esperti:

L’assistente sanitario figura sempre più centrale nel mondo delle vaccinazioni, con riferimento a diversi target, dalla fascia pediatrica a quella dell’adulto, dall’anziano ai soggetti fragili, senza dimenticare particolari condizioni legate agli ambienti di lavoro, come la profilassi prima di un viaggio e campagne specifiche ed emergenziali, la recente pandemia da Covid ad esempio. Questo il tema dell’evento che si è tenuto a Genova “L’Assistente sanitario e le nuove sfide della vaccinazione: argomentare le vaccinazioni”, dove è stato presentato il progetto Digivax, sviluppato attraverso una sinergia tra la Commissione d’Albo nazionale Assistenti sanitari, Choralia comunicazione interna e formazione Srl e Gsk.

“Con questa iniziativa – dichiara Roberto Rosselli vice presidente Commissione d'Albo nazionale assistenti sanitari - abbiamo voluto ricordare le novità contenute nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 e le coperture obiettivo indicate dal calendario vaccinale allegato, aggiornare gli assistenti sanitari sulla stato attuale della cosiddetta esitazione vaccinale e indicare possibili strategie per implementare l’adesione all’offerta immunologica nel nostro Paese, oltre che presentare nuove forme e strumenti di aggiornamento professionale”.

Tra le strategie messe in atto per raggiungere questi obiettivi anche il lancio di Digivax, progetto realizzato allo scopo di formare l’assistente sanitario sulle vaccinazioni pediatriche e il relativo counselling. “Digivax rappresenta un’applicazione dell’innovativa metodologia di apprendimento denominata e-learning, che permette di apprendere e aggiornare le competenze in modo semplice, gradevole e soprattutto interattivo - continua Rosselli - Gli obiettivi formativi riguardano le competenze relazionali e le abilità di counselling vaccinale, strumenti professionali degli assistenti sanitari che devono essere perfezionati per affrontare i nuovi scenari odierni. Obiettivo finale: acquisire piena consapevolezza di quali siano gli approcci più efficaci per accogliere, comunicare, mantenere una relazione e sviluppare un rapporto di fiducia con paziente”.

La tendenza odierna verso la cosiddetta medicina di prossimità e la necessità di cogliere ogni occasione per promuovere la protezione vaccinale, ha cambiato lo scenario dei soggetti in grado di offrire vaccinazioni. “Insieme ai dipartimenti di Prevenzione, ai consultori e distretti delle aziende socio-sanitarie, già da tempo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono attivi per contribuire ad accrescere le coperture vaccinali – sottolinea Rosselli - Oggi abbiamo altri importanti protagonisti: gli ospedali che offrono vaccinazioni (ospivax) e la rete delle farmacie. In tutti questi setting, classici e nuovi, il supporto operativo e di consulenza professionale degli Assistenti Sanitari può essere decisivo. Oltre ad aprire nuovi luoghi di offerta vaccinale, dobbiamo poter disporre di professionisti in grado di gestire le nuove complessità tecnico-organizzative e operative della vaccinologia odierna a 360 gradi”.

E se il futuro della promozione vaccinale è destinato ad essere influenzato dalla rivoluzione digitale in atto, è anche vero che “questi cambiamenti dovranno essere gestiti in modo che l’innovazione digitale abbia un effetto positivo sulla promozione dell’offerta vaccinale, dove l’assistente sanitario ricoprirà un ruolo professionale ri-generato, divenendo un vero e proprio consulente di salute”, conclude Rosselli.

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