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Economia

Approvata nuova Strategia per lo Sviluppo Sostenibile. Asvis: “Importante passo avanti”

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Il testo indica con chiarezza 72 obiettivi strategici correlati ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e individua le leve abilitanti per integrare pienamente la sostenibilità in tutte le politiche pubbliche

Sviluppo Sostenibile

L’odierna approvazione della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (Snsvs) da parte del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (Citr) segna “un importante passo avanti per l’avanzamento dell’Italia sul percorso dello sviluppo sostenibile e l’attuazione dell’Agenda 2030, adottata dall’Onu il 25 settembre del 2015”. L’approvazione della Strategia rappresentava una delle richieste che da mesi l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis) avanzava al governo: di conseguenza l’Alleanza, che ha dato un contributo rilevante alla stesura del documento, coordinando tra l’altro il Gruppo di lavoro ‘Conoscenza, educazione, comunicazione’ all’interno del Forum costituto dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), esprime soddisfazione per la decisione del Cite, ma invita il governo a “mettere urgentemente in pratica le proposte della Strategia, accelerando gli sforzi per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile, agendo con determinazione e coerenza a livello nazionale, locale e internazionale”.

“La nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini da New York, dove sta partecipando al Summit dell’Onu sull’attuazione dell’Agenda 2030 in corso in queste ore – può essere uno strumento fondamentale per spingere l’Italia verso l’Agenda 2030, purché sia attuata immediatamente. Essa indica con chiarezza 72 obiettivi strategici correlati ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 e individua le leve abilitanti per integrare pienamente la sostenibilità in tutte le politiche pubbliche. Con sette anni di ritardo rispetto alla firma dell’Agenda 2030, la coerenza delle politiche, la cultura dello sviluppo sostenibile e la partecipazione della società civile diventano finalmente elementi essenziali del processo sul quale il governo ha deciso di impegnarsi. L’ASviS continuerà a stimolare le istituzioni, specialmente il governo e il Parlamento, per trasformare l’Agenda 2030 e la nuova Strategia in azioni pratiche, per aumentare il benessere delle persone e la qualità dell’ambiente in cui viviamo”.

La nuova Strategia – spiega Asvis – arriva con due anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa, che ne prevede l’aggiornamento triennale. L’approvazione conclude un lavoro avviato nel 2020, il quale va ora trasformato in azioni pratiche volte a raggiungere i 72 obiettivi individuati in quanto rilevanti per le Scelte strategiche nazionali e per gli Obiettivi strategici nazionali, correlati a indicatori verificabili anche a livello territoriale.

“Coerentemente con l’approvazione della nuova Strategia – conclude Giovannini – auspichiamo che l’intervento che oggi il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani svolgerà al Summit dell’Onu dia indicazioni chiare sull’intenzione dell’Italia di colmare i numerosi e gravi ritardi accumulati finora nell’attuazione dell’Agenda 2030, compreso quello relativo ai contributi finanziari allo sviluppo dei Paesi più indietro e più colpiti dalla crisi climatica, e di impegnarsi a stimolare l’impegno dei Paesi del G7 nel corso della presidenza che il nostro Paese assumerà nel 2024. Per assicurare che il Parlamento sia pienamente informato degli sviluppi maturati nel corso del Summit e delle implicazioni derivanti dall’adozione della Strategia, che contiene novità importanti sul modo di disegnare e valutare le politiche pubbliche (e quindi i processi legislativi), l’Asvis propone che prima dell’avvio della sessione di bilancio si svolga un dibattito approfondito su questi temi”.

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Economia

Lavoro domestico, per colf e badanti fino a 80 euro in più: famiglie in affanno

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I dati del Rapporto Assindatcolf: l'aumento più consistente riguarda le babysitter. A pesare l'adeguamento degli stipendi all'inflazione

(Foto 123RF)

Aumenta la spesa delle famiglie italiane per colf, badanti e baby sitter a causa dell’inflazione. Secondo i dati del Rapporto Assindatcolf, “nonostante nel 2022 il comparto domestico abbia contribuito al 5,6% dell’occupazione nazionale, dando lavoro a 1.429.000 collaboratori (regolari e non), l’emergenza inflazione ha iniziato a pesare sulle famiglie italiane determinando nei primi sei mesi del 2023 un aumento medio del costo dei servizi di assistenza forniti dai collaboratori domestici pari a 58 euro (passando da 733 di gennaio a 791 di luglio), che diventano quasi 80 euro netti nel caso della badante, con pesanti ricadute sui budget familiari”.

Sono questi alcuni dei risultati dell’indagine contenuta nel 4° Paper del Rapporto 2023 ‘Family (Net) work-Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico, presentato da Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico), in collaborazione con Fondazione studi consulenti del lavoro, oggi alla Camera dei Deputati, sala Matteotti, Palazzo Theodoli Bianchelli.

Dal 2000 a 2022, secondo i dati di contabilità nazionale di fonte Istat, l’occupazione in ambito domestico è aumentata del 30,5%, a fronte di un dato medio del 10,9%. Su 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro sorti in più di 20 anni, 334.000 (il 13,3%) sono stati creati grazie alle famiglie italiane. Un forte segnale della rilevanza di questo settore sul versante occupazionale, economico e sociale del Paese, che necessita di essere valorizzato maggiormente.

A questo si aggiunge la questione del lavoro sommerso. Nelle collaborazioni domestiche si concentra il grosso dell’occupazione dipendente irregolare in Italia, pari al 35,6% del totale; un dato eclatante se si considera che il settore pesa, in termini occupazionali, per il 7,8% sul totale dell’economia. Se le attività di collaborazione domestiche fossero tutte ‘in chiaro’, il tasso di irregolarità del lavoro dipendente in Italia passerebbe dall’attuale 11,4% al 7,3%, con una contrazione di 4 punti percentuali.

Al fine di studiare gli effetti prodotti sui consumi delle famiglie, a luglio scorso Assindatcolf ha promosso un’indagine presso i propri associati, da cui risulta che nei primi 6 mesi dell’anno la spesa che queste hanno sostenuto per servizi domestici è mediamente aumentata di 58 euro al mese (+7,8%), passando da 733 di gennaio a 791 di luglio.

Nel dettaglio, la retribuzione corrisposta mediamente alla colf è passata da 546 euro netti di gennaio ai 561 di luglio; della baby-sitter da 747 a 859, mentre per le badanti, l’incremento netto si avvicina ai 100 euro, passando da 1.146 a 1.224. Tale balzo in avanti ha causato ricadute sulla spesa, diventata insostenibile per il 36,9% delle famiglie: a gennaio dello stesso anno la percentuale era del 25,6%. Più in difficoltà i nuclei a basso reddito, dove la quota di quelli che hanno dichiarato insostenibile la spesa è cresciuta in 6 mesi passando dal 67,1% di gennaio al 79,7% di luglio.

Nel 2022 il settore delle collaborazioni ha registrato una flessione occupazionale di quasi 100 mila occupati. Oltre al caro vita e ad un fisiologico ridimensionamento successivo alla sanatoria introdotta con il Decreto Legislativo n.52/2020, che aveva prodotto un netto incremento del numero di collaboratori, pesa anche l’innalzamento dell’età media dei collaboratori. Un fenomeno, quest’ultimo, che determinerà un fabbisogno crescente di nuovi collaboratori nei prossimi anni. Basti pensare che, negli ultimi dieci anni, la quota di collaboratori con più di 50 anni è passata dal 34,6% del 2013 al 52% del 2022. E per quanto riguarda le badanti tocca il 62,2%.

“Restiamo convinti che per sostenere economicamente le famiglie, ma anche per porre un argine al dilagare del lavoro sommerso, occorra modificare la fiscalità introducendo la totale deduzione del costo che i datori sostengono per colf, badanti e baby sitter. Rimane il fatto che una spesa irrinunciabile come quella per la non autosufficienza e per i bambini non tutti possono permettersela. È quindi fondamentale che a fianco della deducibilità fiscale si dia spazio ad un assegno unico più sostanzioso e che arrivi presto la Prestazione universale per la non autosufficienza. Contiamo che già nella Legge di Bilancio vi siano indicazioni chiare in questa direzione: pensiamo al raddoppio della deducibilità dei contributi Inps, al finanziamento della Prestazione universale, ed anche all’inclusione dei lavoratori domestici nell’abbattimento del cuneo fiscale e contributivo” dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf.

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Economia

Innovatec, accordo con SENEC per sviluppo di 100 mw di impianti fotovoltaici in Italia

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L’accordo prevede, all’esito positivo della due diligence, una partecipazione di SENEC sia nella società veicolo titolare del portafoglio di progetti sia agli investimenti da sostenere per lo sviluppo autorizzativo

 - (Fotogramma)

Innovatec Group, tramite la sua controllata Elios Power, e Senc Italia, parte del gruppo tedesco EnBw, hanno sottoscritto un accordo di sviluppo e realizzazione di impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 100 MW. L’accordo, si legge in una nota, prevede, all’esito positivo della due diligence, una partecipazione di SENEC sia nella società veicolo titolare del portafoglio di progetti sia agli investimenti da sostenere per lo sviluppo autorizzativo. Elios svolgerà le attività per ottenere l’autorizzazione alla costruzione degli impianti; SENEC, d’altra parte, seguirà l’intero processo di costruzione degli impianti su base Epc fino alla loro connessione alla rete nazionale. Si prevede che il completamento dei progetti avvenga nel corso 2024.

“Abbiamo un obiettivo ambizioso e lo abbiamo condiviso con un partner di indiscussa eccellenza come SENEC, leader europeo nel settore energetico, che vanta un management giovane e altrettanto ambizioso”, sottolinea Antonio De Tata, Vice Presidente di Innovatec Power. “Ad oggi abbiamo avviato lo sviluppo autorizzativo di oltre 450 MW di impianti fotovoltaici e puntiamo allo stesso obiettivo almeno per i prossimi tre anni”, aggiunge.

Questa collaborazione stretta tra due aziende leader del fotovoltaico italiano conferma il loro ruolo di eccellenza nel settore e la volontà comune di contribuire in maniera decisiva alla decarbonizzazione in Italia. “La firma di questo accordo con Innovatec è motivo di grande soddisfazione per la nostra azienda – rileva Vito Zongoli, ad di SENEC Italia – SENEC è un punto di riferimento nel settore a livello internazionale e una partnership con un gruppo importante come Innovatec non potrà che rafforzare questo ruolo. Crediamo fermamente che la chiave per un futuro energetico sostenibile risieda nel fotovoltaico e nell’indipendenza energetica e con Innovatec daremo un forte apporto al raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità al 2030. Con questi progetti potremo anche portare avanti lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili, in cui cittadini ed aziende condividono ed ottimizzano l’uso dell’energia green, promuovendo la transizione energetica e l’empowerment delle comunità locali per un futuro più sostenibile per tutti”.

Innovatec Group vanta il primato di essere una delle pochissime realtà imprenditoriali nel settore energetico ed ambientale in grado di offrire un’offerta integrata e generale in risposta a tutte le esigenze dei settori B2B e B2C, dell’efficientamento energetico e dei servizi ambientali e di sostenibilità. SENEC Italia è uno dei principali produttori di sistemi di accumulo a livello internazionale, con oltre 100.000 pezzi venduti al 2022, e offre a privati ed aziende soluzioni a 360° per l’indipendenza energetica. L’azienda ha ricevuto diversi premi per la qualità dei suoi prodotti e servizi. Dal 2018 fa parte del prestigioso gruppo EnBW, una delle maggiori aziende di fornitura di energia in Germania.

De Tata e Zongoli confermano che tale accordo strategico potrà esser foriero di ulteriori collaborazioni sia in ragione di un ampliamento del numero di MW da sviluppare e realizzare sia di ulteriori sinergie tra le due società, allargando l’ambito, ad esempio, anche ai sistemi di accumulo, ambito nel quale SENEC è protagonista assoluto.

Dal 2009 SENEC, con sede a Lipsia (Germania), sviluppa e produce sistemi intelligenti di accumulo. L’azienda è tra i leader nel settore dell’accumulo con oltre 100.000 sistemi venduti. SENECoffre soluzioni a 360° per incrementare l’autosufficienza energetica e raggiungere la massima autonomia e flessibilità nella gestione dell’energia (moduli fotovoltaici, soluzione energetica SENEC.Cloud, stazioni di ricarica per veicoli elettrici). Nel 2018, SENEC è stata acquisita da EnBW, una delle maggiori aziende di fornitura di energia in Germania, con oltre 100 anni di storia, 5,5 milioni di clienti ed un fatturato 2022 di 56 miliardi di euro. La mission di SENEC è offrire, con soluzioni incentrate sull’accumulo, la libertà di produrre, utilizzare e condividere la propria energia sostenibile.

Innovatec è attiva nei settori dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. In un contesto competitivo in cui la responsabilità sociale ed i temi di sostenibilità ambientale stanno assumendo una sempre maggiore centralità Innovatec punta a rafforzare la propria resilienza e diventare operatore leader nella sostenibilità attraverso l’uso responsabile ed efficiente delle risorse mettendo in relazione energia ed efficienza energetica con il ciclo dei materiali, recupero e riciclaggio e dei rifiuti.

Innovatec opera a 360 gradi, offrendo soluzioni innovative end-to-end che rispondono in modo personalizzato e completo alle esigenze dei propri clienti nei business della circolarità e sostenibilità. Con una proposta che integra i servizi per l’efficienza energetica e i servizi per l’ambiente a partire dal recupero dei rifiuti industriali fino al loro riciclo, Innovatec fornisce un supporto concreto ad altre aziende nel migliorare la propria circolarità e nel ridurre la propria impronta carbonica ponendosi come obiettivo la compatibilità tra sviluppo e salvaguardia del territorio. Il quadro normativo, che ha un peso significativo nel determinare ricavi e margini dell’intero settore, continuerà a lungo a favorire interventi per lo sviluppo sostenibile. Innovatec è pronta a cogliere le nuove opportunità che potranno emergere in questo ambito, come ha sempre dimostrato in passato, con prontezza e capacità di organizzare mezzi e risorse.

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Economia

Wallapop festeggia il secondo anno in Italia e punta a 100 milioni di fatturato per il 2023

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Piattaforma leader nella compravendita di prodotti 'second hand', promuove un modello di consumo responsabile e sostenibile. Cassedy (Ceo Wallapopo): "Il mercato italiano è promettente"

Wallapop festeggia il secondo anno in Italia e punta a 100 milioni di fatturato per il 2023


Wallapop, la piattaforma leader nella compravendita di prodotti second hand che promuove un modello di consumo responsabile e sostenibile, festeggia il suo secondo anniversario in Italia con la previsione di chiudere il 2023 con un fatturato di quasi 100 milioni di euro. La società è oggi valutata 771 milioni di euro e lo scorso anno ha registrato un fatturato di 72 milioni con una crescita del +265% negli ultimi quattro anni. Lo rende noto l’azienda fondata a Barcellona nel 2013, attualmente presente in Spagna, Italia e dallo scorso anno in Portogallo. Oggi, la piattaforma ospita una comunità di circa 17 milioni di utenti nell’Europa Meridionale che, dalla sua fondazione, ha dato una seconda opportunità a più di 640 milioni di articoli, promuovendo in questo modo un consumo più consapevole e umano con benefici per la società e l’ambiente. Non solo: la community di Wallapop conferma che nell’81% dei casi l’acquisto sulla piattaforma ha sostituito l’acquisto di nuovi articoli portando a un risparmio complessivo pari a 2.376 milioni di euro nel 2022.

Nell’ultimo anno – si legge in una nota – gli utenti italiani della piattaforma sono cresciuti dell’82%, con un aumento del 149% del volume delle transazioni e del 77% delle inserzioni. Inoltre, più di 6 milioni di italiani hanno scaricato l’App Wallapop fino ad oggi, con un aumento del numero di visite del 61% rispetto allo scorso anno. Milano, Roma e Napoli sono le città italiane con il maggior numero di accessi all’applicazione. Tre le categorie preferite dagli italiani tra le 20 disponibili: collezionismo (+113% di inserzioni), casa e giardino (+77%) e cinema, libri e musica (+55%) che hanno registrato il più alto numero di inserzioni dal lancio in Italia. Anche le ricerche all’interno della piattaforma – dettaglia la nota – hanno registrato un aumento dell’84% nell’ultimo anno.

Guardando alle regioni che hanno registrato il maggior numero di vendite tramite Wallapop, dal suo lancio in Italia, la Lombardia guida la classifica, seguita da Lazio e Campania al terzo posto. Seguono l’Emilia Romagna al quarto posto e il Piemonte al quinto.

“Siamo felici di festeggiare il secondo anniversario di Wallapop in Italia – afferma Rob Cassedy, CEO di Wallapop – che in questi due anni ha dimostrato di essere un mercato promettente, visto che quasi tutta la popolazione italiana conosce già la nostra piattaforma. Grazie al supporto della nostra comunità stiamo lavorando per costruire un catalogo unico nell’Europa Meridionale con l’obiettivo di rendere i prodotti di riuso la scelta d’acquisto preferita, favorendo l’economia circolare e un minore impatto ambientale”.

Il riuso in sostituzione dell’acquisto di nuovi articoli ha benefici per acquirenti, venditori, per la società e l’ambiente, come dimostra una ricerca realizzata in collaborazione con Deloitte. La comunità di Wallapop ha infatti confermato che nell’81% dei casi un acquisto sulla piattaforma ne ha sostituito uno nuovo, generando un risparmio complessivo pari a 2.376 milioni di euro 2022, nonché una riduzione di 31.000 tonnellate di rifiuti, equivalenti a quelli generati dalla città dell’Aquila in 1 anno.

Secondo i risultati della ricerca – conclude la nota – il riutilizzo dei prodotti degli utenti di Wallapop nell’ultimo anno ha portato a un risparmio di: + di 510.000 tonnellate di emissioni di CO2, l’equivalente di 8 viaggi in auto di andata e ritorno verso il sole; 20 miliardi di litri d’acqua, circa la stessa quantità consumata dalla città di Verona in un anno; 22 mila tonnellate di plastica, pari alla quantità necessaria per realizzare una fila di fenicotteri gonfiabili da Parigi a Barcellona; 82 mila tonnellate di metallo, sufficienti per costruire il Golden Gate Bridge. Tutto questo rappresenta un risparmio per l’ambiente pari a 723 milioni di euro, sufficienti a riforestare 2,5 volte la superficie del Parco Nazionale dello Stelvio.

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Economia

Renzo Rosso: “Con Diesel lavoro di squadra, ne sono orgoglioso”

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Il patron del gruppo nel backstage della sfilata kolossal a Milano, un 'rave party' tra denim couture e lavorazioni elaborate: "Utilizzo incredibile di tecnologia, manualità e sartorialità, tipico della filiera"

Tre uscite della collezione Diesel spring-summer 2024

“C’è tanta energia, molta inclusione e soprattutto una cosa bellissima, della quale mi prendo un po’ di merito: un team di persone che lavora insieme per fare cose belle, non nel modo classico delle aziende: lavoriamo per fare cose fantastiche e questo è il risultato”. Non trattiene l’entusiasmo Renzo Rosso, patron di Otb, nel backstage della sfilata di Diesel andata in scena ieri sera in via Valtellina, a Milano. Uno show kolossal, che nonostante la pioggia battente ha raccolto attorno a sé una community pulsante di celebrities, giovanissimi e buyer da tutto il mondo, radunati per acclamare la collezione per la prossima primavera-estate disegnata dal direttore creativo del brand, Glenn Martens.

”Ci chiamiamo Only the Brave e abbiamo l’obbligo di fare sempre delle cose diverse, sempre di più – evidenzia Rosso -. Stiamo mettendo insieme la comunità: abbiamo i buyer, la stampa, le celebrities da tutto il mondo, gente che lavora per noi ed è bellissimo”. Venerdì, sabato e domenica la location della sfilata sarà aperta al pubblico. Un regalo alla città. ”Abbiamo organizzato un film forum e faremo vedere anche la collezione – spiega Rosso – è una maniera di far vivere la città. Noi siamo vicini alla Z Generation e grazie a loro il mondo può cambiare”.

La sostenibilità resta primaria per il patron di Otb: ”È fondamentale e siamo orgogliosi di poter guidare questo momento”. Sulla passerella sopraelevata tra musica rave e citazioni alla club culture incedono modelli fasciati in abiti second skin, ‘scheletri’ di frange, denim couture e lavorazioni elaborate. Il jeans è fatto a brandelli, lavato, rielaborato. Volumi e silhouette sembrano pensati per i raver più temerari.

”Glenn mette a disposizione la sua creatività ma c’è molto del team – sottolinea ancora – ci sono materiali stampati da dentro, laserati, ripresi e trattati a mano, un lavoro incredibile di tecnologia, manualità e sartorialità che è tipico della nostra filiera e che sta diventando sempre più importante. E’ con questo che l’Italia sta diventando bella”. Rosso non ha dubbi sulle potenzialità del brand: “A livello tecnologico siamo veramente molto avanti – ammette soddisfatto -. Sono orgoglioso perché la gente lavora insieme è il successo di un team. Glen, come anche John Galliano (il direttore creativo di Maison Margiela, ndr) è un fenomeno e io ho la fortuna di avere a bordo due couturier che viaggiano in un’altra dimensione”. (di Federica Mochi)

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Economia

Nautica, si alza sipario del 63° salone di Genova

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Organizzato da Confindustria Nautica, è la prima fiera del settore del Mediterraneo e terza al mondo, simbolo del Made in Italy

Nautica, si alza sipario del 63° salone di Genova

Si apre oggi la 63° edizione del salone Nautico Internazionale di Genova presso la Terrazza del Padiglione Blu del Waterfront di Levante. Le note dell’inno nazionale, con la solenne cerimonia dell’alzabandiera, per l’evento organizzato da Confindustria Nautica, prima fiera del settore del Mediterraneo e terza al mondo, simbolo del Made in Italy, della imprenditoria nazionale, del Paese che innova, investe e guarda al futuro. A commentare i numeri e le prospettive di un settore che fa dell’Italia il primo esportatore mondiale sarà un parterre istituzionale d’eccezione e senza precedenti composto dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, il Ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il Presidente di Eni, Giuseppe Zafarana, oltre a numerosi altri rappresentanti del Governo del Parlamento nazionale e di quello europeo, Ambasciatori e Consoli provenienti da diversi Paesi.

Il convegno inaugurale, dal titolo “Industria Nautica, la storia del futuro”, è moderato dal Direttore e conduttrice televisiva Monica Maggioni e offrirà un momento di riflessione sul ruolo dell’impresa e le scelte di politica industriale del Governo. L’evento sarà introdotto dai saluti istituzionali del Sindaco di Genova Marco Bucci, seguiti da quelli di Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, e Guido Crosetto, Ministro della Difesa. Il convegno si articolerà in due panel: il primo dal titolo “Sfide economiche, sociali e ambientali dei nostri tempi”, con la partecipazione di Matteo Salvini – Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e trasporti, di Giuseppe Zafarana – Presidente Eni e
– Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica;

il secondo dedicato a “L’Industria Made in Italy tra proiezione globale e sviluppo locale”, introdotto dai saluti l’Amm. Antonio Natale, Comandante delle Scuole della Marina Militare, l’Amm. Nicola Carlone, Comandante Generale delle Capitanerie di porto, Nello Musumeci, Ministro delle Politiche del Mare, Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, con gli interventi di Adolfo Urso, Ministro del Made in Italy (in video collegamento), Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e trasporti, Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria, Matteo Zoppas, Presidente Ice.

Presso lo stesso Padiglione Blu, prenderà il via il Palinsesto Forum23, patrocinato dalla Commissione Europea, con oltre 120 eventi istituzionali e workshop. Il primo degli appuntamenti, alle ore 14:30, lo stesso 21 settembre presso la Sala Forum, con l’aggiornamento del “Boating Economic Forecast”. L’analisi dei dati di andamento dell’industria nautica, raccolti nella pubblicazione Nautica in Cifre – Log, Annuario statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in collaborazione con Fondazione Edison, con il patrocino Ministero Infrastrutture e Trasporti. L’ analisi, mette a disposizione di imprese, operatori e istituzioni il quadro economico ufficiale e aggiornato dell’industria nautica da diporto puntuale.

La presentazione sarà aperta dai saluti introduttivi del Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi e dall’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, Andrea Benvenuti. Il rapporto statistico sarà poi presentato da Stefano Pagani Isnardi, Direttore Ufficio Studi Confindustria Nautica e dal Prof. Marco Fortis, Vice Presidente e Direttore di Fondazione Edison – Università Cattolica, con l’intervento di Riccardo Honorati Bianchi, Cassa Depositi e Prestiti SpA.

Presso la Sala Stampa del Padiglione Blu, alle 15:30, avrà inizio il meeting “Regioni Nautiche” focalizzato sulle politiche di promozione della nautica e del turismo nautico: a cura di Confindustria Nautica e Salone Nautico, vedrà la partecipazione di Piero Formenti, Vice Presidente Confindustria Nautica, Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria, Michele Emiliano, Presidente Regione Puglia (in collegamento da remoto) e Pasquale Ciacciarelli, Assessore Politiche del Mare Regione Lazio (in collegamento da remoto), unitamente ai responsabili degli otto boatshow regionali patrocinati da Confindustria Nautica.

Sempre in Sala Forum, alle ore 15:45, si terrà il Convegno “Nautica, Fisco e Dogane”, il tradizionale incontro per fare il punto sulla normativa fiscale, doganale e di settore, a cura di Confindustria Nautica, dove interverranno Maurizio Balducci, Vice Presidente di Confindustria Nautica, Paolo Valerio Barbantini, Vice Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Paola Paliano, Dirigente Ufficio di AEO e grandi imprese della Direzione Dogane, Sara Armella, di Armella & Associati, ed Ezio Vannucci, di Moores & Rowland Partner. A moderare l’incontro sarà Roberto Neglia, Responsabile rapporti istituzionali Confindustria Nautica.

Anche quest’anno non mancheranno incontri e talk show con i protagonisti del mare presso l’Eberhard & Co. Theatre. Ad aprire la programmazione, alle ore 13:30, “Attività al Polo Nord della Marina a Guida IIM” l’appuntamento a cura dell’Istituto Idrografico della Marina dal titolo. A seguire, alle 14:30, la Conferenza stampa del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera dal titolo: “La guardia costiera per la sicurezza dei diportisti: i numeri dell’estate 2023, tra operazioni di soccorso e campagne di comunicazione”. Alle ore 15:30 “Il Filo blu dell’acqua”, organizzato da Regione Liguria e Liguria International. Infine alle ore 17:30, l’incontro con Max Sirena team director & skipper di Luna Rosa Prada Pirelli.

La prima giornata del 63° Salone Nautico Internazionale di Genova terminerà alle 19:00 con un nuovo appuntamento di “Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di Mare”, rassegna ideata e diretta dal giornalista e scrittore Fabio Pozzo, voluta dal Comune di Genova, Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, Genova Cultura Scarl, e realizzata con il contributo di numerosi sponsor e partner al Galata Museo del Mare di Genova. Il giornalista, dopo i primi due appuntamenti della scorsa primavera (il primo con Sir Robin Knox-Johnston, leggenda della vela e primo uomo a circumnavigare il globo non stop in solitaria della storia, e il secondo con Francesca e Rachele Fogar, incontro dedicato al padre Ambrogio Fogar) questa volta dialogherà con Massimo Perotti, Presidente e Ceo di Sanlorenzo, tra i più importanti gruppi della cantieristica internazionale con quartiere generale ad Ameglia in Liguria. L’evento, su registrazione, sarà trasmesso anche in diretta su Facebook.

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Economia

Acea illumina la Domus di Tiberio, riaperta al pubblico dopo 50 anni

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Grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti

Acea illumina la Domus di Tiberio, riaperta al pubblico dopo 50 anni

Riaperta al pubblico dopo 50 anni, la Domus di Tiberio è illuminata grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti, la società del Gruppo Acea che opera nel settore della distribuzione elettrica a Roma. Per la prima volta, nella valorizzazione di un sito archeologico di altissimo valore storico e culturale, verrà utilizzata la tecnologia della luce dinamica (tunable white) che, grazie alle variazioni di colore e intensità, offre allo spettatore uno scenario inedito in cui la luce diventa lo strumento di narrazione di un luogo e della sua storia.

La facciata del palazzo di Tiberio rivolta verso il Foro Romano verrà animata dalle architetture di questa illuminazione dinamica realizzata con tecnologia a Led di ultima generazione che consente di modulare intensità e temperatura del colore ottenendo un’ottima resa cromatica e una notevole riduzione dei consumi energetici.

Per l’occasione sono stati installati 28 proiettori ad incasso al livello della via Nova, 12 proiettori lineari dedicati agli imbotti degli archi, 51 apparecchi a proiezione per l’illuminazione facciata e 10 lineari per l’interno dell’ultimo livello raggiungendo una potenza totale di 4,4 kW.

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Coronavirus

Fed lascia i tassi invariati: “Pronti ad alzarli se necessario”

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Non si esclude un possibile nuovo aumento entro l'anno

Il presidente della Fed, Jerome Powell  - Afp

Il Federal Open Market Committee (Fomc) della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti lascia invariati i tassi nel range compreso tra il 5,25% e il 5,50%. Con questa decisione la Fed interrompe il percorso di inasprimento della politica monetaria dopo l’aumento di 25 punti base di luglio. Dall’inizio della sequenza iniziata nel marzo del 2022 ci sono stati undici aumenti, che ha portato il prezzo del denaro al livello più alto dal gennaio 2001.

La Fed non esclude tuttavia la possibilità di un ulteriore aumento dei tassi: i banchieri centrali infatti spostano l’attenzione su quanto a lungo manterranno i tassi alti e quando decideranno che sono stati compiuti progressi sufficienti nella lotta all’inflazione. La Fed prevede che l’economia statunitense crescerà del 2,1% quest’anno, in aumento rispetto all’1% previsto solo pochi mesi fa e ha migliorato le aspettative per quanto riguarda il mercato del lavoro e ora si aspettano che il tasso di disoccupazione scende al 3,8% nel 2023, in calo rispetto alla precedente previsione del 4,1%.

I banchieri centrali, invece, hanno leggermente rivisto al ribasso le loro aspettative di un rallentamento dell’inflazione quest’anno. E ora prevedono di mantenere i tassi più alti più a lungo, con le nuove proiezioni che mostrano meno tagli dei tassi nel 2024 e nel 2025 rispetto alle stime precedenti. “Gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto”, si legge in una nota della Fed. “L’aumento dei posti di lavoro è rallentato negli ultimi mesi ma rimane forte, e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. L’inflazione rimane elevata”. “Le condizioni creditizie più restrittive per le famiglie e le imprese – sottolinea la Fed – probabilmente peseranno sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta”.

Ora, spiega il ‘Washington Post’, il dibattito interno alla Fed ruota attorno all’opportunità di mantenere i tassi stabili o continuare a spingerli verso l’alto entro la fine dell’anno. Molto dipenderà da come si evolverà l’economia nei prossimi mesi e se eventuali nuovi shock ostacoleranno l’attento esame del mondo post-covid da parte della Fed.

“La Fed è pronta ad alzare ulteriormente i tassi se appropriato”, ha quindi affermato il presidente della Fed, Jerome Powell nel corso della conferenza stampa al termine della riunione della Fomc, sottolineando che “la Fed farà tutto il necessario per raggiungere gli obiettivi del suo mandato che sono la stabilità dei prezzi e la massima occupazione”. L’economia statunitense “sta crescendo a un ritmo sostenuto e quest’anno il pil Usa dovrebbe crescere del 2,1%”.

Per il futuro l’obiettivo della Fed, sottolinea Powell, “è quella di fare delle valutazioni meeting per meeting” : “Vogliamo vedere i dati e vogliamo prove convincenti che ci indichino che l’inflazione si sta muovendo nella direzione auspicata”.

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Economia

Mediobanca, ok lista per rinnovo Cda con Pagliaro e Nagel

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Assemblea convocata per il prossimo 28 ottobre

Piazzetta Cuccia (Fotogramma)

Il Cda di Mediobanca approva la lista per il rinnovo del Consiglio di amministrazione. Il board, avvalendosi della facoltà prevista dall’art. 15 dello Statuto, si legge nella nota, ha approvato all’unanimità la seguente lista di 15 candidati alla carica di consigliere per il triennio 2024-26 da sottoporre all’Assemblea convocata per il prossimo 28 ottobre: Renato Pagliaro; Alberto Nagel; Laura Cioli; Valérie Hortefeux; Francesco Saverio Vinci; Laura Penna; Vittorio Pignatti Morano; Angel Vilà Boix; Virginie Banet; Marco Giorgino; Mana Abedi; Maximo Ibarra; Simonetta Iarlori; Mimi Kung e Stefano Parisse.

I candidati, sottolinea Mediobanca, sono stati selezionati a conclusione del Processo reso pubblico lo scorso 17 aprile e “rispecchiano, individualmente e collettivamente, le caratteristiche riportate nella ‘Relazione sulla composizione quali-quantitativa del Consiglio di Amministrazione’ resa pubblica lo scorso 4 settembre”.

In particolare, la lista proposta è composta da 15 Amministratori, per i 4/5 aventi i requisiti di indipendenza ai sensi di Statuto e per il 47% del genere meno rappresentato; per oltre la metà è costituita da Consiglieri uscenti al fine di assicurare stabilità ed efficacia alla gestione aziendale, in particolare per l’attuazione del Piano 2023 – 2026 approvato nel maggio scorso, e all’attività dei Comitati endoconsiliari; incrementa il livello di diversità e di esperienza con una maggior presenza di profili internazionali (passati da 3 a 6) ed esprime competenze specialistiche e diversificate in materia di rischi bancari.

Con la lista proposta dal Cda di Mediobanca per il rinnovo degli organi sociali del prossimo 28 ottobre il board uscente mira ad aumentare ulteriormente la presenza di consiglieri indipendenti, accrescere il profilo internazionale del board e rafforzare alcune delle competenze chiave per una banca quotata e vigilata come la gestione dei rischi, l’innovazione tecnologica e la compliance. Viene inoltre rafforzata la rappresentanza di genere. L’obiettivo è quello di avere un Cda con profili in linea con i criteri individuati dalla Bce e funzionali alla realizzazione del piano One Brand One Culture al 2026 approvato lo scorso maggio.

La lista è composta da 15 membri, tanti quanti ne dovrà eleggere l’assemblea, ma solo 12 saranno destinati a essere eletti qualora la lista del Cda risultasse la più votata. Di questi 12 oltre un terzo sono new entry che sostituiscono i consiglieri non ricandidabili per sopraggiunti limiti di età (75 anni). Erano i posti che il Cda aveva offerto ai due soci Delfin e Caltagirone prima che le trattative naufragassero quando Delfin, nell’ultima proposta inviata lo scorso 12 settembre, aveva reiterato una serie di richieste che il Comitato Nomine che si è riunito lunedì e il Cda di oggi di Mediobanca hanno valutato non essere in linea con la governance di una banca quotata sistemica. Gli altri 8 candidati della lista del board sono invece in continuità con il consiglio uscente, un fatto, spiega Piazzetta Cuccia nella nota, legato alla necessità di “assicurare continuità ed efficacia alla gestione aziendale, in particolare per l’attuazione del Piano 2023 – 2026 approvato nel maggio scorso, e all’attività dei Comitati endoconsiliari”. Una continuità invocata nei giorni scorsi anche dagli analisti di Equita e Kepler Chevreux in ragione dei risultati conseguiti dalla banca che a giugno ha chiuso un bilancio record (ricavi a 3,3 miliardi di euro e utile a 1,027 miliardi di euro) e proposto una cedola per gli azionisti di 0,85 euro che rappresenta un pay out ratio del 70%.

L’elezione del nuovo Cda che andrà in scena in occasione dell’Assemblea del prossimo 28 ottobre sarà la prima che vedrà applicate le modifiche dello statuto apportate dall’assemblea del 2021. Tra i cambiamenti più significativi c’è l’aumento dei posti riservati alle minoranze che salgono da 2 a 3 e la previsione che venga riservato almeno un posto ai rappresentanti degli organismi di gestione collettiva del risparmio (Assogestioni). Una previsione questa che Mediobanca è stata la prima società in Italia a introdurre e che avrà come conseguenza l’assegnazione di almeno uno dei tre posti riservati alle minoranze al candidato di Assogestioni.

All’Assemblea degli Azionisti di Mediobanca del prossimo 28 ottobre verrà proposta, inoltre, l’assegnazione di un dividendo lordo pari a 0,85 euro per azione. L’importo, si legge in una nota, verrà messo in pagamento dal 22 novembre con “record date” 21 novembre e data stacco 20 novembre.

E’ arrivato, poi, il via libera del Cda di Mediobanca al progetto di bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 30 giugno 2023 che coincidono con quanto reso pubblico lo scorso 27 luglio: risultato netto di 1.026,8 milioni di euro per il Gruppo (907 milioni di euro nell’esercizio 2021-22) e 606,5 milioni di euro per la capogruppo Mediobanca (513,1 milioni nell’esercizio 2021-22).

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Economia

Da Draghi a Panetta, l’Europa diversa che serve all’economia

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Chiedono nuove regole e più sovranità condivisa ma serve una politica capace di fare le scelte che servono

Commissione Ue

Più Europa o meno Europa, soprattutto quale Europa. Il dibattito è in piedi da anni, con alterne fortune per le due fazioni che tradizionalmente si confrontano, quella degli europeisti e quella dei nazionalisti. Negli ultimi giorni, con le difficoltà poste dalla crescita bassa e dall’inflazione alta, con l’attuazione del Pnrr e con la necessità di arrivare a una riforma sostenibile del Patto di Stabilità, insieme all’eterno dilemma che riguarda la gestione dei migranti e le responsabilità della Ue, si sta facendo strada il tema di un’Europa diversa sul piano economico. Con due interventi che, a distanza di poco tempo, aprono uno scenario nuovo. Prima Mario Draghi e poi Fabio Panetta, stessa estrazione ma profili e ruoli diversi, hanno indicato priorità che spostano in alto le ambizioni di chi l’Europa la vive come l’unico soggetto in grado di dare le risposte che servono.

Il nuovo Governatore di Bankitalia, ancora nel board della Bce, indica una strada che ritiene obbligata. “Muoversi da una governance di bilancio a una unione di bilancio richiede una capacità di bilancio permanente. Questo è un complemento necessario alle politiche di bilancio nazionali e per conseguire l’orientamento fiscale adeguato per l’Eurozona. Dobbiamo iniziare a pensare ora a ciò che verrà dopo Next Generation EU, altrimenti rischieremo di fare un passo indietro invece che in avanti”. Il rischio di fare passi indietro è concreto e la soluzione del problema tutt’altro che a portata di mano. Ma Panetta usa un tono ultimativo. In questo contesto, “una capacità fiscale europea è essenziale per finanziare gli investimenti comuni che sono fondamentali per mantenere ed espandere il potenziale economico dell’Europa”.

Draghi, che ha accettato la proposta della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea, ha parlato dell’altro pilastro, quello delle regole. Partendo da una premessa, “tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile”, e richiamando gli stati membri alla responsabilità di trovare un accordo che non sia, semplicemente, un pericoloso passo indietro. La stesso rischio paventato oggi da Panetta.

Nell’Eurozona, secondo l’ex presidente della Bce, servono “nuove regole e più sovranità condivisa”. Questo, perché “deve ora affrontare una serie di sfide sovranazionali che richiederanno ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione”. Il problema, ha evidenziato Draghi, è che “l’Europa non dispone di una strategia federale per finanziarli, né le politiche nazionali possono assumerne il ruolo, poiché le norme europee in materia di bilancio e aiuti di Stato limitano la capacità dei Paesi di agire in modo indipendente”. Quindi, Draghi vede il “serio rischio” che l’Europa fallisca su diversi piani: “non raggiungendo gli obiettivi climatici, non garantendo la sicurezza richiesta dai suoi cittadini e perdendo la sua base industriale a vantaggio di regioni che si impongono meno vincoli”.

Il tema che unisce le analisi di Panetta e Draghi è che l’Europa di cui ha bisogno l’economia può nascere solo con una politica che faccia le scelte che servono, ambiziose e non conservative. Nuove regole e una maggiore condivisione di sovranità, come ha detto l’ex presidente della Bce, addirittura come dice oggi il neo Governatore di Bankitalia un bilancio comune, devono poter contare su una solida maggioranza politica che si assuma la responsabilità di cambiare l’Europa. Potrà accadere solo se le prossime elezioni europee definiranno un quadro favorevole. (Di Fabio Insenga)

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Economia

Limitazioni tir Brennero, Salvini: “Atto di arroganza dell’Austria, faremo ricorso”

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Il vicepremier: "Attiveremo la procedura alla Corte di giustizia europea". E attacca: "Inerzia dalla Commissione"

Salvini in Aula - Fotogramma

“Siamo di fronte a un atto di violenza e di arroganza politica e istituzionale” da parte dell’Austria contro cui l’Italia presenterà “ricorso davanti alla Corte di giustizia europea”. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative in relazione alle limitazioni imposte da Vienna al transito dei trasportatori italiani verso l’Austria attraverso il corridoio del Brennero.

“Dopo quattro anni di inerzia della Commissione – ha scandito Salvini – abbiamo deciso d’intesa con il governo Meloni di attivare formalmente la procedura prevista dall’articolo 259 del Tfue, che conferisce a uno Stato membro la facoltà di presentare ricorso davanti alla Corte di giustizia europea contro uno Stato membro per violazione del diritto euro-unitario. Si tratta sicuramente di un gesto forte, inusuale e con pochi precedenti ma necessario. Questa attività – ha sottolineato – è generalmente compito della Commissione, tuttavia la presidente Von der Leyen non ha firmato l’avvio della procedura. A questo punto confidiamo nella giustizia della Corte europea. Non si può pontificare a spese dell’Italia – ha detto Salvini – cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa blindando il confine del Brennero. Questo governo porrà fine a questa vergogna”.

“Le limitazioni – ha ricordato il ministro – sono state introdotte dall’Austria sulla carta per ragioni di natura ambientale, ma l’ambiente non c’entra assolutamente nulla. E’ semplicemente concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani, tedeschi e dell’intero continente europeo”.

“Tali divieti unilaterali austriaci – ha aggiunto – sono pertanto inaccettabili e insostenibili perché bloccano il principale asse di collegamento tra Nord e Sud Europa nel momento in cui stiamo investendo miliardi di euro per il tunnel di base ferroviario del Brennero. Il governo ha da subito manifestato la propria contrarietà a queste limitazioni. In occasione del recente Consiglio europeo dei trasporti ho evidenziato insieme al collega tedesco la necessità di intervenire con urgenza sulla questione. Ora gli uffici del mio ministero assieme a Palazzo Chigi stanno lavorando alla predisposizione del dossier”.

A ottobre Salvini sarà al Brennero e sarà l’occasione per verificare la situazione, riferiscono fonti del Mit. Senza un ritorno a una condizione di leale collaborazione, Salvini è pronto a suggerire un inasprimento dei controlli per i veicoli austriaci.

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