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Salute mentale, fari su quantità e qualità dei servizi in Italia

La centralità dei Dipartimenti di Salute Mentale, il nodo delle risorse insufficienti e del personale carente. La Regione Emilia Romagna ha destinato circa 40 milioni di euro nel 2023 per i servizi di salute mentale per 170 mila malati.

7 marzo 2024.Motore Sanità, in collaborazione con la sezione emiliano-romagnola della Società Italiana di Psichiatria, ha affrontato il tema insieme al Coordinamento nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale in Italia in un tavolo di approfondimento che si è svolto di recente a Bologna, con il patrocinio de Il Cerchio Fareassieme Onlus e il contributo incondizionato di Angelini Pharma e Project Way e che ha coinvolto professionisti, specialisti ricercatori, associazioni di pazienti e amministratori della cosa pubblica.

Salute mentale, il nodo è nelle risorse: ben al di sotto della soglia del 5% del Fondo sanitario nazionale. Esigue se rapportate agli stanziamenti di altri Paesi europei (l’Italia impiega mediamente meno del 2,9%, contro il 7% della Francia e il 9% della Germania), a fronte di una crescente domanda di servizi ospedalieri e territoriali in un quadro epidemiologico che fa registrare un vero e proprio boom di disturbi, tanto da disegnare una quasi emergenza dopo la pandemia.

“Il tema della Salute mentale riveste un'importanza fondamentale all'interno delle politiche regionali – ha raccontato Daniele Marchetti, consigliere regionale dell'Emilia Romagna –; il lavoro da compiere in questo ambito è ancora considerevole. Siamo impegnati nell’assemblea legislativa in una riforma complessiva del servizio sanitario regionale, che includa un nuovo piano per la salute mentale per una maggiore integrazione tra i servizi del Centro di Salute Mentale e i servizi sociosanitari territoriali”.

“Una sentenza della Corte Costituzionale – ha aggiunto Alessio Saponaro, responsabile Salute mentale e Dipendenze patologiche Regione Emilia Romagna – ha evidenziato significative differenze negli indicatori di Salute mentale, una variabilità che ha implicazioni cruciali per la gestione e i finanziamenti dei servizi. In Regione Emilia-Romagna, ci stiamo impegnando in collaborazione con la Bocconi per affrontare le difficoltà finanziarie e ridefinire le strategie, ma rimane un'importante sfida garantire risorse adeguate. Stiamo affrontando un aumento preoccupante dei disturbi psichiatrici tra i giovani, ma non stiamo investendo abbastanza in questo settore. Abbiamo anche lavorato su una cartella clinica informatizzata unica per migliorare la comunicazione tra i diversi servizi e promuovere un approccio integrato”.

Pasquale Gerace, consigliere regionale e medico di base ha proposto una breve riflessione sulla legge Basaglia a 40 anni dalla sua approvazione: “L'Emilia-Romagna non è immune da queste sfide, ma ha rinnovato il suo impegno economico destinando circa 40 milioni di euro nel 2023 per i servizi di salute mentale a beneficio di circa 170 mila cittadini, parte di un impegno costante che mira a migliorare i servizi sanitari, compresa l'assistenza alla salute mentale”.

Ad introdurre il tema spinoso della delega del controllo della pericolosità sociale alla psichiatria ci ha pensato Enrico Rossi, responsabile dei rapporti con le Regioni di Motore Sanità facendo riferimento alla legge 81 del 2014 che delega le cure per le persone affette da disturbi mentali, autrici di reati, in strutture detentive, case di cura e custodia o le Rems che sta creando situazioni problematiche per la sicurezza dei lavoratori del settore. “È chiaro che qualcosa non funziona completamente, come confermato anche dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2022, che ha richiesto un riequilibrio nella delega della pericolosità sociale”.

Marco Menchetti, associato di Psichiatria all’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna ha ricordato la centralità della cartella clinica elettronica: “La Regione ha istituito tavoli di lavoro per individuare i migliori percorsi e interventi per utenti complessi”.

“Qualità e quantità, ossia "Value", nella cultura anglosassone, sono cruciali per la salute mentale, non si limita al valore economico, ma include l'analisi di una prestazione o di un percorso sanitario – ha aggiunto Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica – e richiede uno spostamento di prospettiva rispetto alla tradizionale enfasi sulle "evidenze", da limitare a ciò che è solidamente dimostrato scientificamente ed è essenziale considerare anche il punto di vista del paziente e dei caregiver valutando esiti, risultati attesi e desiderati e confrontandoli con i costi necessari per ottenerli andando oltre la mera riduzione dei sintomi, considerando anche il ripristino delle relazioni significative e delle opportunità di vita”.

Strumenti e riflessioni per la qualità dei servizi di Salute mentale in Italia, l'esperienza del Progetto QUADIM (qualità nella cura dei disturbi mentali) nei DSM italiani, la Joint Action europea ImpleMENTAL, le pratiche di riabilitazione e poi Epidemiologia e caratteristiche dei dipartimenti di salute mentale, servizi che ascoltano gli utenti esperti nei servizi di salute mentale, supporto del care giver, i focus approfonditi nel corso delle sessioni.

Centrale per migliorare la qualità delle cure, la raccolta e l’elaborazione dei dati: Antonio Lora, già direttore di Dipartimento di Salute mentale della ASST di Lecco ha parlato del progetto QUADIM Qualità della cura nei Disturbi mentali), promosso tramite il Centro di coordinamento del Ministero della Sanità (CCM) da cui è finanziato col coordinamento dalla Regione Lombardia. Lavoro che ha coinvolto anche Teresa Di Fiandra, consulente per l'Istituto Superiore di Sanità e per la Regione Lombardia. “Abbiamo lavorato alla definizione di un set di indicatori per monitorare l'attività dei servizi durante l'implementazione delle pratiche, al fine di valutarne l'efficacia nel lungo termine al fine di garantire un miglioramento costante delle cure offerte. Complessivamente, il nostro obiettivo è quello di promuovere un approccio integrato alla salute mentale in Europa, basato sull'implementazione di buone pratiche e sulla valutazione continua dei risultati”.

Tra i partecipanti rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità come Teresa di Fiandra, e dell'Istituto Mario Negri come Angelo Barbato. Inoltre, rappresentanti della Regione Lombardia, Emilia-Romagna con Alessio Saponaro, della Regione Lazio e della Regione Sicilia. Fari puntati anche sull’influenza del luogo di residenza: la “lotteria del Codice postale” sulla qualità della cura ricevuta tra le regioni e nell’ambito dello steso territorio.

Gli indicatori proposti da QUADIM sono stati inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per la Salute Mentale, offrendo uno strumento utile per valutare la qualità dei servizi e guidare le decisioni politiche.

Ad accendere i fari sulle pratiche di riabilitazione in Italia Paola Carozza, direttore del Centro di salute Mentale ovest Asl di Ferrara. La riabilitazione psichiatrica è partita dalla deistituzionalizzazione, dove era vista come recupero di dignità e diritti. Sono emerse criticità legate alla mancanza di struttura e alla resistenza al cambiamento da parte degli operatori. Esistono pregiudizi verso le procedure e le tecniche riabilitative, che spesso derivano da una formazione storica insufficiente. “È cruciale superare la tolleranza verso l'incompetenza e garantire una formazione continua basata sull'evidenza”.

Giuseppe Ducci, direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma1, ha ricordato le norme che disciplinano le attività dei Dsm in Italia. Si parla di 118 unità con un bacino utenza che varia da circa 200.000 a circa 1 milione e mezzo di abitanti. Il 60% sono inclusivi dell'età evolutiva e delle dipendenze. Cosa fanno i dipartimenti di salute mentale in Italia o dovrebbero fare? “Innanzitutto la promozione della salute mentale nelle scuole, nelle famiglie, nei consultori attraverso interventi di educazione sanitaria, stili di vita, igiene e prevenzione eccetera. Poi screening precoci di patologie come la sindrome alcolica fetale, i disturbi postpartum, i disturbi specifici e dello spettro autistico e la DHD (Disturbo da Deficit dell'Attenzione e Iperattività). Fanno anche consulenza, assunzione in cura e soprattutto presa in carico, sia per i disturbi emotivi comuni che per le malattie mentali gravi. Poi, si occupano della restituzione sociale soprattutto attraverso strumenti come il supported housing, il supported employment e la ricostruzione della rete sociale.

Il 40% dei pazienti seguiti dai dipartimenti presenta un disturbo mentale grave, quindi schizofrenici, disturbi dell'umore e disturbi della personalità prevalentemente del Cluster B. Il 60% ha un disturbo emotivo comune, presentano una prevalenza maggiore rispetto ai disturbi mentali gravi. Ma è evidente che i dipartimenti svolgono una funzione di secondo livello e quindi la percentuale di disturbi mentali gravi è più ampia di quella che è rappresentata dall'epidemia generale”. Una recentissima enorme metanalisi del 2022 su 192 studi epidemiologici - ha sottolineato Ducci - ci dice che i disturbi mentali più incidenti sono quattro: del neurosviluppo, d'ansia, ossessivo-compulsivi e dell'alimentazione, che hanno dei picchi di insorgenza. L'età è sempre più bassa. L'epigenetica è diventata centrale, in particolare lo studio Caspi sul fattore psicopatologico generale, che ci dice come l'inadeguatezza delle relazioni precoci incide con modalità epigenetiche sullo sviluppo della mente, del cervello e quindi della mente. La prima criticità enorme dei dipartimenti di salute mentale italiani è rappresentata dal personale: abbiamo meno il 40% di quello che viene prescritto dagli standard AGENAS in media, un enorme gap. Non abbiamo nessuna valutazione di esito su scala nazionale e questo è un problema enorme. Non abbiamo il monitoraggio di linee guida e di raccomandazioni. Anche il sistema delle raccomandazioni non è monitorato a livello nazionale in modo adeguato. Soltanto il 60% dei Dipartimenti di salute mentale presenta poi un modello inclusivo, ma anche per altri aspetti ci sono delle grandissime diversità non solo tra regione e regione, ma anche all'interno della stessa regione, tra dipartimento e dipartimento. E poi, abbiamo un'enorme criticità che è rappresentata dall'esplosione dei cosiddetti autori di reato che in molti casi sono pazienti psichiatrici, per modo di dire, nel senso che ormai i grandi disturbi di personalità, ma anche il disturbo antisociale, non può essere considerato come motivo di incapacità e quindi di non punibilità. E questo ricade sui Dipartimenti di salute mentale che oggi si trovano, per un gruppo anche limitato di pazienti, a dover investire risorse amplissime.

Quali possono essere le innovazioni dei Dipartimenti di salute mentale, a fronte sia degli aspetti critici sia delle conoscenze che si sono verificate? Innanzitutto, creare servizi orientati alla presa in carico dalla nascita ai 25 anni, cioè coprire tutta la fase più importante dello sviluppo mentale, sia nella fase legata all'ambito familiare, che è quella dalla nascita alla pubertà, e sia quella legata al contatto con i coetanei, che quella dalla pubertà ai 25 anni. Creare servizi dedicati ad alcune patologie, in particolare puntare l'accento sulle patologie peripartum e sul maltreatment che non è il maltrattamento, ma l'inadeguatezza genitoriale precoce che deriva in molti casi da patologie peripartum e prepartum. I servizi dovrebbero essere integrati in tutte le fasi dell'intervento, mettere insieme competenze e servizi nella valutazione anche nel trattamento perché ormai la comorbilità inestricabile è la regola. Creare poi servizi di psichiatria forense senza dover subire magistrati e periti che in molti casi si muovono secondo modalità che non sono adeguate al funzionamento dei dipartimenti. Cominciare a muoversi verso la realtà virtuale e la realtà aumentata, cure con realtà virtuale per la riabilitazione sulla Working Memory, sulle stime cognitive. E poi andare verso l'inclusione della disabilità degli adulti e degli anziani che nei distretti non funziona.

Significativi anche gli interventi sui Servizi che ascoltano gli utenti di Fabio Lucchi, Direttore psichiatria Sud dell’Ausl di Bologna e sul contributo degli esperti in supporto tra pari di Marco Trevia, Direttore di Servizio Salute Mentale a Reggio Emilia, di Andrea Puecher, Presidente "Il Cerchiofareassieme” Onlus.

Infine la questione organizzativa affrontata da Michele Sanza, direttore DSM DP Forlì-Cesena e Marco Menchetti, associato di Psichiatria dipartimento di Scienze biomediche e Neuromotorie Alma Mater Studiorum Università di Bologna, con Sanza che si è soffermato sulla diffusione delle terapie Evidence based per il disturbo bordeline di personalità che colpisce circa l'1,3-1,4% della popolazione negli Stati Uniti e leggermente meno in Europa. “Disturbo che sembra manifestarsi maggiormente con i cambiamenti sociali, legati alla disregolazione emotiva, emersi soprattutto tra i giovani dopo il lockdown, con comportamenti alimentari disfunzionali, autolesionismo, aggressività e ritiro sociale”.

Quindi, il disturbo borderline resta un problema rilevante di salute pubblica, soprattutto per i servizi di salute mentale che devono ancora sviluppare competenze specifiche nella convinzione che i disturbi di personalità siano immutabili e non trattabili. Al contrario possono evolvere naturalmente e rispondere a trattamenti psicosociali, come le psicoterapie strutturate. Tuttavia, c'è ancora una sfida nel tradurre questa conoscenza nella pratica clinica effettiva, non solo per i disturbi di personalità ma anche per altre psicopatologie. Infine le nuove frontiere dell’urgenza psichiatrica in ospedale affrontate da Roberto Zanfini, direttore del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura Ravenna AUSL della Romagna, il nuovo controllo sociale affidato a Enrico Zanalda, Direttore DISM ASLTO 3 e AOU San Luigi Gonzaga, Torino e le conclusioni affidate a Emi Bondi, Presidente SIP (Società Italiana di Psichiatria) e Nadia Magnani, Segretaria SIEP (Società Italiana Epidemiologia Psichiatrica). “Il numero di persone coinvolte nei servizi, sia come utenti che come autori di reato, è notevolmente aumentato – ha detto Bondi – rispetto al periodo precedente alla legge 81. Affrontare questa situazione richiede non solo maggiori risorse a livello di servizi per prevenire situazioni di disagio e difficoltà, ma anche un approccio più completo in termini di cura, terapia e riabilitazione”.

Ufficio stampa Motore Sanità

comunicazione@motoresanita.it

Laura Avalle – Cell. 320 0981950

Liliana Carbone Cell.3472642114

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Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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I sistemi di sicurezza del gioco online: la tecnologia che...

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Milano, 28/03/2024 - Rivoluzione tecnologica sembrerebbe una delle espressioni più inflazionate. Eppure, quello che sta accadendo nella maggior parte dei settori è proprio questo: un restyling in favore delle tecnologie emergenti, che vengono applicate sempre di più e con grande successo in una moltitudine di mercati. Il mercato del gambling è uno di questi.

Un settore in continua evoluzione come quello dell’industria dei casinò online non può non ridefinire il proprio modus operandi per rendere più dinamica e coinvolgente l’esperienza di gioco degli utenti. Le modalità di gioco vengono trasformate, anche nell’ottica di garantire maggiore sicurezza ai giocatori. E tutto ciò non sarebbe possibile senza i progressi tecnologici che hanno investito – nel senso positivo del termine – il settore dei casinò online e delle scommesse online.

Tech e gioco online

Le innovazioni apportate dall’evoluzione della tecnologia permettono di offrire ai giocatori esperienze di gioco più immersive, realistiche e coinvolgenti e che solo i migliori bookmakers analizzati da Farantube.com e in possesso della licenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli permettono di vivere. Ecco le più incisive e produttive.

Realtà virtuale e aumentata

Fra le più grandi responsabili della rivoluzione del settore del gaming e del gambling ci sono la realtà virtuale e la realtà aumentata, due tecnologie che hanno apportato grande innovazione con la creazione di mondi 3D immersivi, primi fra tutti. Gli utenti hanno la possibilità di vivere esperienze molto simili al reale, come se si trovassero davvero dentro a un casinò.

L’esperienza di gioco è totalmente rivoluzionata, perché gli spazi dei casinò virtuali in cui navigano i giocatori diventano veri luoghi di socializzazione con altri utenti, con cui condividere il gioco in maniera dinamica e interattiva.

Anche se attualmente VR e AR sono due tecnologie con ancora dei limiti in termini economici (servono cuffie VR costose e hardware potenti), i progressi in campo tech permetteranno di consentire l’accessibilità a sempre più utenti.

Intelligenza artificiale

In ascesa è anche la famosa intelligenza artificiale, uno dei più importanti progressi tecnologici di quest’epoca. Applicati ai casinò online, gli algoritmi di intelligenza artificiale permettono di analizzare il comportamento di gioco e le preferenze dei giocatori, in modo da far vivere loro delle esperienze di gioco del tutto personalizzate. Migliorare la personalizzazione e l’esperienza è, infatti, un grande punto a favore di questa tecnologia, perché per giocare bene bisogna sentirsi a proprio agio, e per sentirsi così un giocatore ha bisogno di consigli e opzioni di gioco personalizzate.

Anche nella questione dell’assistenza clienti l’intelligenza artificiale si è rivelata maestra, perché con l’implementazione di chatbot e assistenti virtuali IA, il servizio clienti è diventato più immediato ed efficiente e tenderà a migliorarsi sempre di più, con grandi vantaggi nell’esperienza complessiva dell’utente.

Blockchain e criptovalute

Ma il potenziale delle innovazioni tech non poteva che essere impiegato in favore della sicurezza e della trasparenza. Vengono introdotte, così, la tecnologia blockchain e le criptovalute come metodo di pagamento, due modalità che offrono elevati livelli di sicurezza e trasparenza nelle transazioni finanziarie dei siti gambling.

Tra l’altro, su alcuni tipi di casinò, chiamati proprio casinò crypto, vengono utilizzate esclusivamente le criptovalute per le transazioni, uno strumento che offre ai giocatori un livello di anonimato più alto, con commissioni di transazione più basse e tempi di prelievo più rapidi, delle caratteristiche a cui è difficile rinunciare nel mondo del gioco online.

Internet delle cose

Il settore del gambling è stato raggiunto dall’Internet delle cose, meglio conosciuto come IoT, che permette di raccogliere informazioni sui comportamenti e sulle preferenze di gioco degli utenti di cui servirsene per migliorare il design e l’esperienza di gioco in generale.

Una grande opportunità per creare un gioco sempre più personalizzato, anche se, di contro, l’IoT appare ancora poco rigido per quanto riguarda la salvaguardia delle informazioni dei giocatori che si registrano presso casinò online che ricorrono all’IoT, intendendo la sicurezza dei dati e la protezione della privacy.

Gioco mobile

I dispositivi mobili hanno cambiato per sempre le abitudini delle persone. Anche nel caso della diffusione del gioco mobile, il settore del gioco online ha conosciuto una rivoluzione. Le tante applicazioni di casinò mobile e i siti web ottimizzati per device mobili danno la possibilità agli utenti di giocare in maniera flessibile e accessibile da qualsiasi luogo e propongono una selezione di giochi diversificata, garantendo una navigazione fluida e metodi di pagamento sicuri.

Grafica e design innovativo

I giocatori ormai vanno alla ricerca di esperienze di gioco più realistiche. Per questo i siti di gambling più all’avanguardia si sono muniti di una grafica avanzata e più simile al reale e un design di gioco immersivo, attraverso l’integrazione di immagini in HD, animazioni 3D ed effetti sonori autentici.

Dal canto loro, gli sviluppatori di giochi ricoprono un ruolo fondamentale in questa fase di crescita, perché devono tenersi costantemente aggiornati sulle nuove tecnologie e sui metodi di progettazione più innovativi per creare giochi dal grande impatto visivo e dal sicuro coinvolgimento.

Gioco online e sicurezza informatica

Come già accennato, garantire la sicurezza informatica è una delle principali priorità di qualsiasi operatore del settore del gaming e del gambling. Nei loro portali di gioco, infatti, vengono raccolti e gestiti i dati sensibili degli utenti, personali e finanziari, pertanto il settore ha l’obbligo di adottare misure di sicurezza più efficaci per la protezione dei dati e delle transazioni finanziarie dei giocatori, come la crittografia end-to-end, i firewall e i server sicuri.

Ma anche di adottare misure di contrasto alle minacce informatiche, prevedendo degli aggiornamenti a cadenza regolare dei protocolli di sicurezza e delle nuove minacce della cybersicurezza.

Gioco online responsabile

Di pari passo all’integrazione delle nuove tecnologie che permettono ai giocatori di vivere un’esperienza di gioco più sicura, procede la necessità e la responsabilità, da parte degli operatori del settore del gioco online, di adottare tutte le misure necessarie a promuovere il gioco responsabile. Al gioco possono accedere soltanto i maggiorenni, dunque bisogna prevenire il gioco minorile e l’accesso al gioco da parte di giocatori più fragili che hanno o possono sviluppare comportamenti problematici. Gli operatori devono garantire pratiche di gioco corrette e limitare qualsiasi rischio di sfociare nel gioco patologico.

L’impatto del tech sull’industria del gioco online

Ognuna di queste tecnologie innovative è necessaria a stabilire dei nuovi modelli di business e delle strategie operative più mirate dei portali di gioco online. Per trasformare l’esperienza dei giocatori, infatti, i casinò online devono esplorare nuovi orizzonti, raggiungere nuovi mercati, offrire tipologie di giochi sempre diverse e interessanti e operare nel modo più efficiente e sicuro possibile. Solo così si potrà dire che la tecnologia applicata al mondo del gambling avrà fatto un buon lavoro.

Per informazioni:

e-mail: info@farantube.com

Instagram: https://www.instagram.com/farantubesport/

Facebook: https://www.facebook.com/farantubeIT/

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Beatrice Lion, 28 anni, dopo 7 anni in azienda dichiarata...

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Beatrice Lion

Singapore 28/03/2024 – True Global Ventures è orgogliosa di annunciare la nomina di Beatrice Lion come nuova Amministratrice Delegata del suo gestore di fondi a Singapore. Questo traguardo è una testimonianza del notevole percorso di Beatrice, iniziato quando aveva 21 anni. La sua dedizione all'azienda come General Partner l’ha portata a essere membro del consiglio/osservatore in 4 società del portafoglio di True Global Ventures.

La collaborazione di Beatrice con True Global Ventures è iniziata nel 2017, quando è entrata a far parte di Innovator Founders Capital (IFC) 1,2,3, precedentemente nota come True Global Ventures 1,2,3. Il suo ruolo si è concentrato principalmente sullo sviluppo commerciale delle società del portafoglio e ha portato a risultati importanti tra cui quattro uscite di successo nel portafoglio di IFC, dimostrando la sua capacità visione strategica e competenza nell'esecuzione.

Nel 2018, sotto la guida di Beatrice, True Global Ventures ha richiesto e ottenuto la licenza di gestore di fondi di venture capital (VCFM), segnando un significativo balzo in avanti nel percorso dell'azienda e avviando il suo primo fondo regolamentato con Limited Partners (LP) esterni, un passo oltre ai fondi solo per partner. Questo periodo è stato caratterizzato da ampi sforzi educativi e da un lavoro innovativo nell'investire nell'equità della Blockchain e dell'IA, riflettendo la capacità di Beatrice di navigare attraverso paesaggi di raccolta fondi impegnativi.

Gli sforzi di Beatrice sono culminati nella coordinazione della chiusura di 113 milioni di USD per il TGV 4 Plus Base Fund nel 2021, seguita da una notevole prima chiusura di un Opportunity Fund da 146 milioni di USD a giugno 2022, segnando un notevole aumento dell'efficacia nella raccolta fondi sotto la sua guida.

Riflettendo sulla sua permanenza di quasi sette anni con True Global Ventures, Beatrice è stata determinante in vari segmenti della gestione del fondo di venture capital, comprese le exit strategies, la raccolta fondi, deal-sourcing e valore aggiunto, in particolare nei primi 18 mesi critici dell'investimento.

L'azienda dà il benvenuto anche a Frank Desvignes e Kelly Choo, come Direttori Esecutivi che sono ora a tempo pieno. Questo rafforza il team di leadership e l'impegno dei fondi verso l'innovazione, la crescita e le prestazioni. Dušan Stojanović ha ufficialmente ceduto il suo ruolo esecutivo in IFC 1,2,3 a Julian Marland, che ora si concentrerà a tempo pieno su IFC. Dušan ha anche rassegnato le dimissioni da tutti i comitati di investimento in IFC in modo da poter dedicare ancora più tempo a True Global Ventures 4 Plus (TGV 4) e True Global Ventures Opportunity Fund (TGV 5) come Direttore Esecutivo.

Insieme agli altri partner, Beatrice è pronta a guidare True Global Ventures verso nuove vette, spinta da una visione di un 2024 emozionante e trasformativo.

Beatrice Lion ha commentato: "Sono entusiasta di assumere il ruolo di CEO di True Global Ventures Fund manager. Questo viaggio, dall'essere un tecnofilo entusiasta delle nuove tecnologie a guidare un Venture Capital lungimirante, è stato incredibile. Sono grata per la fiducia, gli insegnamenti e l’opportunità di avere un impatto significativo insieme a un team dedicato. Ecco un futuro ricco di innovazione, crescita e successo."

Informazioni su True Global Ventures:

True Global Ventures è una società di venture capital di equità tecnologica globale con 2 fondi attivamente in fase di investimento: TGV 4 Plus Fund (Early Stage) e TGV Opportunity Fund (Late Stage) che investono in Serial Entrepreneurs. TGV è stato fondato da un gruppo di Serial Entrepreneurs con un solido track record di investimenti del proprio denaro, insieme a Limited Partners, in venture tech gestite da Serial Entrepreneurs. Le società del portafoglio sfruttano Blockchain e l'Intelligenza Artificiale (IA) come vantaggi competitivi per guidare il cambiamento con prodotti comprovati. TGV è presente in 20 città, tra cui Singapore, Hong Kong, Dubai, Londra, Stoccolma, Parigi, New York e San Francisco.

Contatti

Visita il sito web di TGV su https://www.tgv4plus.com/, e segui su LinkedIn e Twitter.

Per richieste dei media: info@trueglobalventures.com

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Il coaching di Ivana La Pira: trasformare vite con...

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Roma, 28 marzo 2024. Nel tessuto pulsante delle relazioni, lavorative e professionali, spesso si creano dinamiche avverse che rendono difficile la gestione del quotidiano con un effetto immediato sull’accumulo di stress e di conseguenza perdita di focus rispetto a tutto ciò che desideriamo. Dalla mancanza di orientamento, alla resistenza al cambiamento, assieme al timore di osare. Ivana La Pira, coach professionista e psicoterapeuta, ha deciso di dedicarsi a questo mondo, con la consapevolezza che attraverso il suo approccio al coaching, si possano plasmare non solo le strategie aziendali, ma anche le vite delle persone. Con più di vent'anni di esperienza maturata nel mondo aziendale e della crescita personale e con una solida formazione in psicoterapia, La Pira ha saputo coniugare l'anima pratica e orientata al risultato con un profondo rispetto per l'essere umano e i suoi bisogni. Il suo percorso di crescita professionale e personale ha raggiunto l'apice con il massimo livello di credenziale raggiunta a livello internazionale come coach professionista MCC per ICF International (la più grande organizzazione di coach professionisti al mondo) e con il lancio del corso di coaching, giunto alla 13ª edizione, “Coaching Mastery Basic e Advanced”,che ha già visto la trasformazione di un centinaio di clienti. Ma in cosa si distingue il metodo e l’approccio di La Pira? «Mi focalizzo sullo spingermi e spingere i miei clienti oltre le convenzioni, cercando di trasformare il coaching da mero strumento di sviluppo aziendale a una vera e propria palestra per la vita. Il mio approccio non si limita al mondo del business, ma si estende alla sfera personale, perché credo che il cambiamento debba partire dall'interno per manifestarsi all'esterno», sottolinea la coach. Parlando con lei, emergono chiaramente i pilastri del suo metodo: la personalizzazione, l'orientamento al risultato e soprattutto il coraggio di osare. «Il cambiamento più grande è superare la paura di agire e di realizzare il proprio potenziale», afferma con fermezza. E il suo lavoro non si limita ai confini geografici: grazie alla tecnologia, La Pira è in grado di raggiungere e assistere clienti ovunque, cancellando le barriere spaziali e aprendo le porte al cambiamento. Il coaching di La Pira si basa sull'abilità di fondere la concretezza delle azioni con la profondità dell'ascolto e della comprensione. «Non si tratta solo di trasformare le emozioni, ma di trasformare le azioni», spiega. E questo approccio pragmatico ha portato risultati tangibili: carriere sbloccate, team e aziende gestite con efficacia, obiettivi raggiunti e una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. Tuttavia, dietro il successo professionale di La Pira c'è una missione più profonda: quella di essere al servizio degli altri, per eccellere nella propria vita. «La parte che amo di più del mio lavoro è vedere i miei clienti realizzarsi pienamente», confida. E questo amore per l'umano traspare in ogni parola e azione, alimentando la fiducia dei suoi clienti e la sua stessa determinazione nel perseguire il cambiamento. In un mondo che spesso sembra dominato dall'incertezza e dalla paura, con il suo coaching La Pira non solo trasforma le strategie aziendali, ma soprattutto trasforma le vite, una persona alla volta, offrendo degli “strumenti” che possono essere applicati in vari aspetti della propria quotidianità.

Per Informazioni:

https://ivanalapira.com/

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Briatore e il tumore al cuore: malattia rara, spesso...

Queste neoplasie rappresentano lo 0,02% di tutti i tumori dell'uomo Il tumore benigno al cuore che ha colpito Flavio Briatore,...