

Ultima ora
Anne Heche ferita in incidente stradale, è in gravi condizioni
L’attrice Anne Heche è stata ricoverata in ospedale in condizioni critiche dopo un incidente d’auto avvenuti ieri a Los Angeles. La 53enne, vincitrice dell’Emmy Award, sarebbe stata all’interno della Mini Cooper blu che si è schiantata contro un’abitazione di Los Angeles. L’impatto ha lasciato l’auto avvolta dalle fiamme e il conducente ha riportato ustioni. A darne la notizia sono stati media locali come la Cnn e il sito TMZ. I vigili del fuoco di Los Angeles hanno impiegato più di un’ora per accedere al veicolo e domare le fiamme.
KTLA e CBS News hanno riferito che l’auto è intestata ad “Anne Heche”, sebbene People non abbia confermato in modo indipendente se l’attrice stesse guidando il veicolo. Un rappresentante di Heche ha affermato a People: “Non abbiamo ancora abbastanza informazioni per commentare”. Una persona a conoscenza della questione ha detto alla CNN che l’autista era l’attrice Anne Heche.
Ultima ora
Migranti, ancora sbarchi nella notte a Lampedusa: oltre 1.000 in hotspot

In 18 sono stati rintracciati a terra

Ancora sbarchi di migranti a Lampedusa. Sono 75 i migranti arrivati nella notte sull’isola. In 18, tra cui 2 minori, sono riusciti ad approdare direttamente a terra. I carabinieri li hanno rintracciati a Cala Croce e ai soccorritori hanno detto di essere partiti da Zwara in Libia e di aver pagato per la traversata dai 2mila ai 5mila dinari libici. Altri 57, anche loro in fuga dalla Libia su un barchino in metallo di circa 8 metri, sono stati intercettati, invece, dagli uomini della Capitaneria di porto. Arrivano da Sudan, Etiopia, Egitto, Bangladesh, Somalia ed Eritrea. Ieri sulla più grande delle Pelagie con 17 diversi sbarchi erano approdate 513 persone, numeri decisamente più contenuti rispetto alla grande emergenza dei giorni scorsi quando sull’isola in appena 24 ore si era registrato il record di 112 sbarchi.
Intanto proseguono senza sosta i trasferimenti dall’hotspot di Lampedusa, dove stamani sono presenti 1.161 migranti, tra cui 295 minori non accompagnati. Dopo i 189 che ieri sera sono stati imbarcati sulla nave di linea diretta a Porto Empedocle e i 569 che nella notte si sono lasciati alle spalle l’isola per raggiungere Reggio Calabria, stamani saranno 350 i migranti che varcheranno i cancelli del centro di contrada Imbriacola. Con la nave Galaxy giungeranno in serata a Porto Empedocle.
Ultima ora
Terremoto a L’Aquila oggi, scossa di magnitudo 2.4 nella notte

Nessun danno a cose e persone
Una scossa di magnitudo 2.4 è stata registrata oggi, intorno all’una, a L’Aquila dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L’epicentro è stato localizzato a pochi chilometri dalla città e a una profondità di 10 chilometri. La scossa è stata avvertita dalla popolazione e sono state numerose le telefonate ai vigili del fuoco. Al momento no si registrano danni a cose o persone.
Cronaca
Roma, blitz interforze a Tor Bella Monaca: perquisizioni

Tra viale dell'Archeologia e le zone limitrofe note per lo spaccio di droga. Impiegati circa 300 uomini

Blitz interforze a Tor Bella Monaca, alla periferia di Roma. Da questa mattina è in corso un’operazione di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Polizia Locale di Roma Capitale tra viale dell’Archeologia e le zone limitrofe note per lo spaccio di droga. In corso diverse perquisizioni alla ricerca di stupefacenti e di armi.
Sono circa 300 gli uomini impiegati tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale di Roma Capitale e Vigili del Fuoco per ripristinare la legalità nella zona.
L’operazione è stata decisa in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, in Prefettura.
Esteri
Ucraina, atteso annuncio Biden su nuovi aiuti militari. Attacco a Kiev: 7 feriti

Attacco missilistico anche contro la regione di Cherkasy. Zelensky alla Casa Bianca: atteso annuncio Biden su nuovi aiuti militari

Un incontro alla Casa Bianca con Joe Biden e colloqui al Congresso di Washington per Volodymyr Zelensky oggi, giovedì 21 settembre. Parlerà ai senatori americani, a Capitol Hill, dopo l’incontro con il presidente degli Stati Uniti. Biden in questa occasione dovrebbe annunciare nuovi aiuti militari dagli Usa all’Ucraina, teatro dell’invasione della Russia il 24 febbraio dello scorso anno. E’ quanto si legge sul Guardian che cita un funzionario americano coperto da anonimato.
Intanto i carri armati Abrams promessi da Washington a Kiev saranno presto consegnati a destinazione, ha annunciato nei giorni scorsi il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in una riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina in Germania. “Sono lieto di annunciare che i carri armati M1 Abrams precedentemente promessi agli Stati Uniti saranno presto in Ucraina”, ha aggiunto Austin .
Sul fronte della cronaca della guerra, il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha reso noto attraverso il suo canale Telegram che un 18enne e una bambina di 9 anni sono stati portati in ospedale dopo che la Russia ha lanciato un attacco missilistico contro Kiev nelle prime ore di oggi. Altre cinque persone sono state ferite nel distretto Darnytskyi di Kiev dopo che i detriti dei razzi hanno causato un incendio in una stazione di servizio e hanno frantumato le finestre di un edificio a due piani.
Diverse esplosioni sono state udite anche nei quartieri Holosiivskyi della città e i soccorritori sono stati inviati anche nei quartieri Sviatoshynskyi e Shevchenkivskyi. In precedenza, l’aeronautica militare aveva avvertito che la Russia aveva lanciato missili da crociera verso l’oblast di Kiev e altre regioni. Sono state segnalate esplosioni anche a Kharkiv e Rivne.
La Russia ha inoltre lanciato un attacco missilistico contro la regione di Cherkasy, danneggiando un edificio pubblico. Cinque persone sono rimaste ferite e almeno un’altra persona è ancora sotto le macerie. Lo ha riferito il governatore regionale Ihor Taburets tramite il suo canale ufficiale Telegram.
Il ministero della Difesa russo ha annunciato che nella Crimea occupata dai russi si è verificato un attacco di droni su larga scala e ha aggiunto di aver abbattuto finora 19 droni e che si sono sentite esplosioni a Novofedorivka, Saky, Yevpatoriya, Dzhankoi e Balaklava. Fonti russe hanno precedentemente riferito su Telegram degli attacchi, sostenendo che un gran numero di droni stavano colpendo obiettivi in tutto il territorio. I dettagli sono in via di sviluppo, ma i video caricati sui social media mostrano esplosioni e il suono dei droni, mentre sarebbero state registrate oltre 20 esplosioni in diverse città della penisola.
La Crimea ospita una serie di installazioni militari russe che sono state sempre più attaccate mentre l’Ucraina cerca di degradare la logistica e le attrezzature russe. Il Servizio di sicurezza ucraino ha riferito all’Ukrainska Pravda che gli attacchi contro il quartier generale della flotta russa del Mar Nero vicino a Sebastopoli ieri hanno distrutto personale e attrezzature militari.
Economia
Acea illumina la Domus di Tiberio, riaperta al pubblico dopo 50 anni

Grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti

Riaperta al pubblico dopo 50 anni, la Domus di Tiberio è illuminata grazie ad un progetto di light architecture realizzato da Areti, la società del Gruppo Acea che opera nel settore della distribuzione elettrica a Roma. Per la prima volta, nella valorizzazione di un sito archeologico di altissimo valore storico e culturale, verrà utilizzata la tecnologia della luce dinamica (tunable white) che, grazie alle variazioni di colore e intensità, offre allo spettatore uno scenario inedito in cui la luce diventa lo strumento di narrazione di un luogo e della sua storia.
La facciata del palazzo di Tiberio rivolta verso il Foro Romano verrà animata dalle architetture di questa illuminazione dinamica realizzata con tecnologia a Led di ultima generazione che consente di modulare intensità e temperatura del colore ottenendo un’ottima resa cromatica e una notevole riduzione dei consumi energetici.
Per l’occasione sono stati installati 28 proiettori ad incasso al livello della via Nova, 12 proiettori lineari dedicati agli imbotti degli archi, 51 apparecchi a proiezione per l’illuminazione facciata e 10 lineari per l’interno dell’ultimo livello raggiungendo una potenza totale di 4,4 kW.
Sport
Europa League, oggi Sheriff-Roma: orario, dove vederla in tv e streaming

La partita alle 18:45 al Bolshaya Sportivnaya Arena

Oggi, giovedì 21 settembre, alle 18:45 la Roma scenderà in campo in trasferta contro lo Sheriff Tiraspol, alla Bolshaya Sportivnaya Arena, per la prima giornata del gruppo G di Europa League.
Sarà possibile vedere la partita in diretta tv su Sky, in streaming su NOW, SkyGO, DAZN.
Contro lo Sheriff Tiraspol, secondo i bookmaker, i giallorossi hanno la strada spianata verso il primo successo in Europa della stagione. C’è grande attesa per il debutto europeo di Lukaku con la maglia romanista: Big Rom ha messo a segno l’ultimo gol in Europa League nella finale del 2020, come Paulo Dybala, autore della rete giallorossa nella scorsa finale europea.
Nella rifinitura di ieri mattina della Roma, agli ordini di Josè Mourinho, prima della partenza alla volta di Tiraspol, erano assenti il capitano Lorenzo Pellegrini e Cris Smalling, ancora alle prese con i recuperi dai rispettivi infortuni. Presente Aouar e si sono allenati con i compagni Kristensen e Azmoun, seppur non utilizzabili perché non inseriti nella lista Uefa.
Cronaca
Santo del giorno, oggi 21 settembre si celebra Matteo

Chiamato anche Levi, fu il primo autore di un Vangelo
Oggi, 21 settembre, è Matteo il santo del Giorno. Gesù, stabilitosi a Cafarnao, suscita l’ammirazione e lo stupore della gente con la predicazione ed i miracoli. Matteo, chiamato anche Levi, ne sente parlare ed è colpito dal suo messaggio. Ci informa Origene: “Intorno ai quattro evangeli, che sono i soli ammessi senza contestazione nella chiesa di Dio che è sotto il cielo, ho appreso dalla tradizione che il primo fu scritto da Matteo, prima pubblicano, poi apostolo di Gesù Cristo; che fu composto in lingua ebraica e destinato ai convertiti dal giudaismo alla fede cristiana’’. Matteo scrive certamente per un pubblico che conosce le tradizioni ebraiche e si sforza di dimostrare che Gesù di Nazaret è il messia promesso nelle Scritture.
Spettacolo
X Factor 2023, oggi secondo appuntamento con le Audition

Giovani talenti alla ricerca dei 4 sì da Fedez, Morgan, Ambra e Dargen D'Amico per accedere ai Bootcamp e alle selezioni

X Factor 2023 torna oggi su Sky e in streaming su Now. Secondo appuntamento con le audizioni per lo show Sky Original prodotto da Fremantle, dopo il debutto della scorsa settimana che ha subito regalato esibizioni incendiarie e momenti di pura energia. Anche questa settimana tanti i ragazzi che si presenteranno sul palco, esibendosi con una cover o con un loro brano inedito, con l’obiettivo di strappare almeno tre sì ai 4 giudici Fedez, Ambra Angiolini, Dargen D’Amico e Morgan: solo così potranno accedere ai Bootcamp, la fase successiva delle selezioni. Sarà Francesca Michielin ad aprire la puntata e ad accogliere gli artisti nella sua postazione nel backstage dell’Allianz Cloud di Milano, quartier generale della prima fase delle selezioni di X Factor 2023.
Diversissimi tra loro gli aspiranti concorrenti che dovranno essere valutati dai giudici: età, background, ispirazioni differenti rendono la proposta musicale caleidoscopica, originale e mai uguale a sé stessa tra un’esibizione e l’altra. Anche questa settimana, nell’episodio di oggi, davanti al tavolo arriveranno storie varie, uniche, diversissime tra loro ma sempre con qualcosa in comune: c’è chi studia e cova il sogno della musica, c’è chi lavora magari in un ufficio però ha realizzato che la musica è la sua strada, c’è chi rispetto alla musica non ha mai avuto un piano B.
Per i quattro giudici il compito rimane quello di selezionare i talenti più interessanti, le idee e le interpretazioni della musica più particolari, indipendentemente dal genere rappresentato sul palco. La seconda puntata delle Audition è pronta a regalare moltissime sorprese, tra chi ripropone i grandi maestri della musica italiana, con Gino Paoli rivisitato in chiave elettronica e la commovente interpretazione de “L’addio”, il brano di Giuni Russo scritto da Franco Battiato, e chi si spinge oltre con personalissime versioni di “Heroes” ed energiche cover dei Pixies, ma c’è anche chi twerka con il suo corpo di ballo.
X Factor 2023 prosegue tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su Now, sempre disponibile on demand e visibile su Sky Go. La prossima settimana ci sarà il terzo e ultimo appuntamento con le Audition, dopodiché per due settimane torneranno i Bootcamp che definiranno la cinquina di aspiranti concorrenti che si contenderanno, nelle Home Visit (19 ottobre), i tre posti a disposizione per ogni giudice per i Live Show, che prenderanno il via il 26 ottobre sempre su Sky e in streaming su Now.
X Factor 2023 è anche in chiaro su TV8, al tasto 8 del telecomando, tutti i mercoledì a partire dal 20 settembre, in prima serata.
Politica
Giorgia Meloni, l’intervento all’Onu: cosa ha detto oggi

L'intervento del presidente del Consiglio all'Assemblea generale delle Nazioni Unite: dal ruolo dell'Onu ai migranti, dalla guerra tra Ucraina e Russia all'intelligenza artificiale

Migranti, l’aggressione della Russia e la guerra in Ucraina, il ruolo dell’Onu oggi e nel futuro, l’impegno dell’Italia per l’Africa, le sfide legate all’Intelligenza Artificiale. Sono i temi che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, nell’intervento tenuto quando oggi, in Italia, il 21 settembre è appena iniziato.
“E’ un onore, per me, rappresentare l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio, ma pesante come lo è la responsabilità. Perché noi viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste. Occorre tornare al senso profondo di ciò che ha dato vita a questo luogo, la Comunità delle Nazioni e dei popoli che si riconoscono nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, nata per trovare soluzioni condivise che potessero garantire pace e prosperità”, dice Meloni aprendo il suo intervento.
Nella “guerra di invasione russa dell’Ucraina” “sta a noi, a ciascuno di noi, decidere da che parte della storia stare, in coscienza. Ma non prendiamoci in giro, perché questa è la posta in gioco. La scelta tra la Nazione e il caos, e tra la Ragione e la prevaricazione”, dice Meloni.
“L’Italia – prosegue – ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone”.
“Le conseguenze del conflitto in Ucraina travolgono tutti come in un domino, ma impattano soprattutto sulle nazioni del sud del mondo. E’ una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le Nazioni più povere”, dice il presidente del Consiglio.
“L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo”. Per il presidente del Consiglio “è una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili”.
Quindi, il passaggio al tema centrale dell’intervento: “Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l’Italia intende essere in prima fila su questo fronte”.
“Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l’importante per loro è solo il margine di guadagno”, afferma.
“E’ questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”, la convinzione della premier.
“Perché davvero – chiede Meloni – una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo ‘la fede nella dignità e nel valore della persona umana’ può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?”.
“Davvero questa Assemblea – incalza la presidente del Consiglio -, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata?”.
“Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero diritto ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no”, e per questo la premier ‘chiama’ le Nazioni unite a una “guerra globale i trafficanti di vite umane”.
Con l’Africa l’approccio è stato “spesso predatorio”, ora “occorre invertire la rotta. Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. L’Africa non è un continente povero. E’ al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L’Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico”, afferma.
“Occorre invertire la rotta. L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi”, dice, evidenziando la necessità di “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il ‘Piano Mattei per l’Africa’, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”.
“Il punto centrale – prosegue – è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano”.
Il raggiungimento degli obiettivi passa anche per l’evoluzione dell’Organizzazione delle Nazioni Uniti. “L’Italia sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale. Che esca dall’assetto cristallizzato all’esito di un conflitto che si è concluso ottant’anni fa, in un altro secolo, un altro millennio, per dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore nel presente”, dice Meloni, che prima di congedarsi dedica un capitolo dell’intervento al tema dell’intelligenza artificiale.
“Perfino quello che a uno sguardo superficiale può sembrare uno strumento per migliorare il benessere dell’umanità, a un’analisi più attenta rivela i suoi rischi. Pensiamo all’intelligenza artificiale. Le applicazioni di questa nuova tecnologia rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé. Non sono certa che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti”, ammonisce.
“Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. Non è il mondo che vogliamo. E dunque non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una ‘zona franca’ senza regole”, mette in guardia la premier.
“Servono meccanismi di governance globale capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di algoretica, ovvero dare un’etica agli algoritmi. Sono, questi, alcuni dei temi che l’Italia porrà al centro della sua Presidenza del G7 nel 2024. Ma sono soprattutto questioni che investono la responsabilità delle Nazioni Unite. Sfide enormi, che non possiamo affrontare se non prendiamo atto anche dei nostri limiti, come Nazioni e nel sistema multilaterale”.
Politica
Migranti, Giorgia Meloni all’Onu: “Guerra globale ai trafficanti, Italia in prima linea”

Il presidente del Consiglio all'Assemblea delle Nazioni Unite: "Trafficanti non dicono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo"

L’Onu deve condurre una guerra globale ai trafficanti di esseri umani. L’Italia vuole essere in prima fila in questa battaglia. E’ un passaggio dell’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l’Italia intende essere in prima fila su questo fronte”, dice Meloni.
Dietro la guerra in Ucraina, il ragionamento della presidente del Consiglio, c’è “una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa”.
“Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l’importante per loro è solo il margine di guadagno”, prosegue.
“E’ questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”, la convinzione della premier.
“Perché davvero – chiede Meloni – una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo ‘la fede nella dignità e nel valore della persona umana’ può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio? Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?”.
“Davvero questa Assemblea – incalza la presidente del Consiglio -, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata?”.
“Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero diritto ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no”, e per questo la premier ‘chiama’ le Nazioni unite a una “guerra globale i trafficanti di vite umane”.
Occorre “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il ‘Piano Mattei per l’Africa’, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”, dice.
“Il punto centrale – prosegue – è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano”.
Con l’Africa l’approccio è stato “spesso predatorio”, ora “occorre invertire la rotta”. “Il Processo di Roma, avviato a luglio con la Conferenza su Migrazioni e Sviluppo, abbiamo coinvolto le nazioni mediterranee e diverse nazioni africane su un processo che si snoda lungo due direttrici fondamentali – dice Meloni -: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, a non essere costretti a lasciare la propria casa, la propria famiglia, a recidere le proprie radici, trovando nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazione”.
“Anche qui – va avanti la presidente del Consiglio – bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. L’Africa non è un continente povero. E’ al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L’Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta. L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi”.
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