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Esce ‘Palla al centro’, tra populismi di destra...

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Esce ‘Palla al centro’, tra populismi di destra e sinistra la terza via di Renzi per il riformismo

Da Meloni a Conte e Salvini, nel nuovo libro l'ex premier contro tutti

Matteo Renzi

Ricominciare la partita della politica partendo dal 'Centro', quella parte del campo di gioco dove si batte il calcio di inizio. Ma anche il nuovo marchio scelto dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, per correre alle prossime europee, a giugno. Ecco spiegata la metafora calcistica che dà il titolo ('Palla al centro. La politica al tempo delle influencer') all'ultimo libro del leader di Italia Viva Matteo Renzi, pubblicato da Piemme che verrà presentato domani a Roma, alle 18.30, all'Auditorium Parco della Musica.

L'ex premier lancia il suo programma elettorale spiegando che "rimettere la palla al centro significa tante cose" e in politica significa anche "trovare una terza via tra i populisti del sovranismo come Meloni e Salvini e i populisti della sinistra grillizzata come Schlein e Conte", rivendicando tra le righe "come il centro è il luogo del futuro, non del passato. E' il luogo del riformismo, non del populismo. E' lo spazio abitato dai politici e non dagli influencer". Il programma per la prossima Ue, secondo Renzi passa "per l’elezione diretta del presidente della Commissione Europa" e "per una squadra di governo della Commissione che non sia fatta col bilancino" dove si superi pure "il diritto di veto consentito a singoli Paesi".

Intanto però mette a nudo, in questo volume di 160 pagine, il governo Meloni, la cui cifra, sostiene Renzi, è appunto il 'populismo', il passatismo' e la politica da influencer. Al centro della riflessione dell'ex premier sono le uscite (a caccia di like) dell'attuale inquilino di Palazzo Chigi, quella Meloni, citata 90 volte ma anche quelle di Giuseppe Conte, il cui nome compare tra le pagine con la stessa ricorrenza, ben 93 volte. E ce n'è poi per tutti, per Salvini e per l'ex alleato Carlo Calenda. Con Meloni, Renzi, ad esempio, svela uno scambio di messaggini, finora inedito. Lui l'aveva criticata in tv per aver saltato, durante la sua trasferta in Usa, nel primo anno di governo, il tradizionale ricevimento organizzato da Biden per andare a mangiare una pizza con la figlia. "Una mossa astuta sul piano della comunicazione -scrive Renzi- . Il messaggio è semplice: 'Vedete? Per me stare con la mia bambina è più importante di tutto, persino dell’uomo più potente del mondo'".

Alla bacchettata di Renzi segue uno scambio in chat. Scrive Renzi: "Giorgia Meloni mi messaggia risentita. Mi spiega come funziona il ricevimento all’Onu, dimenticando che talvolta ci sono stato anche io. E quando le dico perché secondo me era doveroso partecipare al ricevimento, anche se noioso, mi scrive che io non frequentavo il presidente degli Stati Uniti abitualmente come lei e dunque andavo al ricevimento perché pensavo 'fosse utile andare per avere una foto con lui'. "In quel preciso momento capisco, e glielo scrivo testuale, che 'ci siamo giocati anche la Meloni'. Perché pensare che la mia critica, molto soft, sulla mancata presenza al ricevimento di Biden nascesse dal fatto che io 'non frequentassi il presidente degli Stati Uniti abitualmente' dimostra una scarsa aderenza alla realtà", si legge nel capitolo dedicato al rapporto con Giorgia Meloni.

Di Conte invece Renzi rievoca i conflitti di interesse: "Mi piacerebbe che si chiarissero le incompatibilità degli avvocati d’affari, come Conte è stato a lungo. I possedimenti delle famiglie: se una compagna o una moglie ha una famiglia che possiede alberghi o banche o ricchezze finanziarie è giusto che il parlamento sia edotto, no?", si domanda. Poi l'affondo: "Chi chiamò i soldati russi in Italia? Chi organizzò l’incontro tra un alto dirigente dei servizi segreti e un intermediario, mascherine? Ventilatori? Altro materiale su cui era prevista una ricca provvigione? Nell’ufficio legale che era stato casualmente l’ufficio di Conte in presenza di quello che era stato un suo stretto collaboratore?".

Un colpo lo dedica pure a Salvini: "Abbiamo visto che Meloni è l’influencer più brava. Abbiamo visto che Conte la insegue ignorando qualsiasi regola di coerenza politica la storia ci abbia trasmesso. Non abbiamo nemmeno bisogno di aprire un file riguardo a Matteo Salvini, l’uomo che ha consegnato alla cronaca social alcune delle perle più straordinarie -scrive quando passa a parlare del leader della Lega- . Come dimenticare le sue acute osservazioni politiche sintetizzate dal post con foto: 'Stasera sto leggero: pizza salame piccante e cipolle', inserito in rete tra la richiesta dei pieni poteri avanzata nella sede istituzionale della discoteca Papeete di Milano Marittima, non prima di aver affidato 'al cuore immacolato di Maria il destino di un Paese e di un continente", aggiunge tranchant. Ed è solo l'inizio.

Nel libro trovano spazio anche incontri del passato, retroscena mai resi noti. Per esempio il corteggiamento in tempi non sospetti di Berlusconi -al fondatore azzurro viene dedicato un intero capitolo dove non mancano attestati di stima- che manda avanti Verdini, durante la sfida per le comunali a Firenze, nel 2008, per chiedergli di passare con loro. "Non passo il Rubicone, non vado dall'altra parte", scrive Renzi. "Le porte di Forza Italia per Renzi sono sempre aperte", disse Berlusconi. "Chiudile presidente, non vorrei che entrasse troppo freddo", fu la replica dello stesso Renzi, anche questa rivelata in 'Palla al centro'.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Sondaggio politico, i primi partiti calano: il voto...

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Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7

Un seggio elettorale

Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto oggi in caso di elezioni. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito ma cede lo 0,3% scendendo al 26,8%.

Passo indietro più netto per il Pd, che perde lo 0,4% e scivola al 19,8%. M5S e Lega cedono lo 0,1%: il Movimento è al 15,3%, mentre il Carroccio è all'8% e ora è tallonato da Forza Italia, che guadagna lo 0,2% e sale al 7,8%. Passo indietro di Azione dal 4,5% al 4,3%, mentre Verdi e Sinistra arrivano al 4,2%. In ascesa Italia Viva, ora al 3,2%, e +Europa (2,9%). Seguono Italexit per l'Italia (1,7%), Democrazia Sovrana e Popolare (1,4%), Noi Moderati (1,1%) e Unione Popolare (1,1%).

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Elezioni Russia, scoppia caso Salvini. Meloni:...

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Il leader della Lega: "Quando un popolo vota ha sempre ragione". Tajani: "Elezioni russe caratterizzate da pressioni forti anche violente"

Meloni, Salvini e Tajani (Fotogramma)

Il voto russo che tra mille polemiche ha incoronato ancora una volta Vladimir Putin alla guida del Cremlino irrompe nel dibattito politico italiano, dividendo la maggioranza di governo. Fanno discutere le parole del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini , che a proposito delle elezioni nella Federazione russa prende atto del responso delle urne sottolineando che "quando un popolo vota ha sempre ragione". "Le elezioni - afferma il ministro dei Trasporti - fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta". In una nota la Lega poi precisa: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra e il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".

Meloni: "Salvini? Posizione governo molto chiara, centrodestra coeso"

"La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell'unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, in un'anticipazione dell'intervista ad Agorà che andrà in onda domattina alle 8.30 su Rai Tre, a proposito delle parole del ministro Matteo Salvini. "Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa", osserva la leader di Fratelli d'Italia. "E io - aggiunge Meloni - credo che il punto sia sempre questo: cioè non conta quanto il campo sia largo, ma conta quanto quel campo sia coeso e compatibile, quanto abbia risposte chiare da dare ai cittadini e da rappresentare all'estero. E l'Italia con la maggioranza di centrodestra chiaramente questo lo sta facendo".

Tajani: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri"

Da Bruxelles il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani dice: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri". "Le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri", risponde il titolare della Farnesina a chi gli chiede se non tema che esternazioni come quelle di Salvini possano dare l'immagine di un governo poco unito.

Per Tajani le elezioni presidenziali in Russia "sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Alexei Navalny è stato escluso dalle elezioni con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin - rimarca ancora il leader degli azzurri - abbiamo visto soldati entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente". E non è un caso che a livello Ue le posizioni più dure sul voto russo siano arrivate proprio dal gruppo del Ppe, (famiglia europea di Forza Italia) che in una nota ha invitato i ministri degli Esteri a dichiarare che Putin "non è un presidente legittimo della Russia" e che "le cosiddette elezioni presidenziali sono prive di legittimità".

Il gelo di Fratelli d'Italia

Sull'uscita di Salvini si registra anche il gelo di Fratelli d'Italia. Dalle parti di Via della Scrofa vige la consegna del silenzio sul vicepremier del Carroccio, ma l'irritazione è palpabile nel partito della premier Giorgia Meloni che ha fatto dell'atlantismo e del sostegno alla causa dell'Ucraina uno dei pilastri della sua politica estera.

"Il popolo ha sempre ragione quando è messo nelle condizioni di votare liberamente. Ci sono alcune nazioni, come purtroppo la Russia, dove la democrazia non è così compiuta", afferma il vicecapogruppo di FdI alla Camera Massimo Ruspandini, una delle rarissime voci a prendere le distanze in chiaro da Salvini. Ospite di 'Agorà' su Rai Tre, il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli non nasconde i suoi timori dopo il plebiscito per Putin: "Fa un po' paura avere la conferma che c'è una larga parte, maggioritaria dell'umanità, che vive sotto le dittature e in qualche maniera acconsente".

Opposizione sul piede di guerra

Le dichiarazioni del numero uno leghista finiscono nel mirino delle opposizioni - che evidenziano i forti condizionamenti politici sul voto di Mosca - e fanno emergere dei distinguo anche all'interno della coalizione di centrodestra. "Parole inaccettabili, si dimetta", tuona Azione, che con il suo leader Carlo Calenda invita il segretario della Lega a "ripassare le basi": "La democrazia senza stato di diritto non esiste. La Russia è una dittatura e le elezioni sono una farsa. Punto". Il Pd tramite il suo responsabile Esteri Peppe Provenzano arriva a esprimere solidarietà a Tajani: "Non deve essere facile avere un omologo vicepremier Salvini, che non condanna i crimini di Putin e vede in queste elezioni russe una grande affermazione del popolo. Ma con queste posizioni il governo può mai essere credibile?". "Nessuno stupore" per Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra "per le incredibili parole di Salvini sulle elezioni russe", mentre Davide Faraone di Italia Viva definisce le "dichiarazioni entusiastiche surreali".

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Politica

“Non sei credibile”, “la tua politica mi...

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L'ex premier: "Abbiamo progetti diversi". Il leader di Azione: "Hai domato il Pd con i tuoi veti"

Carlo Calenda e Giuseppe Conte - Fotogramma

E' scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda, alleati impossibili in quel 'campo largo' che sembra però troppo stretto per contenerli entrambi.

Conte

"Non è una questione di veti, lo dico a Calenda - afferma Conte in diretta social - : ma come si può pensare di fare politica in modo credibile e di entrare in coalizione con forze progressiste quando, caro Calenda, dichiari che vuoi distruggere il M5S? Hai usato frasi triviali: vuoi prendere a calci il M5S, farlo fuori dal sistema politico... Ma come si può far politica per distruggere qualcuno, qualcosa, un progetto, un'intera comunità politica? Avevi dichiarato - ricorda il leader M5S - che è un modio di far politica che ti fa orrore, ma non ti rendi conto che è il tuo stesso modo? E poi, quale credibilità hai se dichiari di voler distruggere una forza e poi ci vuoi andare insieme? Non pensi che ci sia una contraddizione? Vuoi aumentare l'astensionsimo e la sfiducia? Noi a questo modo di far politica non ci associamo".

"Si può in Basilicata andare insieme se Azione e Calenda pensano a nuove trivellazioni e agli inceneritori? Si può andare insieme a chi vuole il taglio del reddito di cittadinanza come Meloni & Co, e con chi sta lavorando con il centrodestra per smantellare la spazzacorrotti? Non è Azione che si è fatta portatrice della legge bavaglio? Per non parlare - incalza Conte - del superbonus. Abbiamo progetti diversi e bisogna essere conseguenti perché sennò gli elettori non ci seguono più".

Calenda

Ma il leader di Azione non ci sta e sempre via social risponde alle parole di Conte con un attacco frontale. "La politica che mi fa orrore rimane sempre la stessa, Giuseppe - afferma Calenda -: i soldi buttati nel superbonus, il proputinismo, la promessa di sussidi 'graduidamente' - scrive ironizzando sulla pronuncia di Conte - . Ma ti riconosco il fatto di aver domato il Pd obbligandolo ai tuoi veti. Complimenti".

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