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Il politologo Dupuy: ”Macron arrabbiato con Meloni....

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Il politologo Dupuy: ”Macron arrabbiato con Meloni. Proposta invio truppe in Ucraina è stata prova di forza politica”

"Colto di sorpresa dalla visita della premier a Kiev, il capo dell'Eliseo ha voluto dimostrare di essere leader nella coalizione per aiutare gli ucraini. Ma la sua proposta non ha alcun consenso politico in Francia e non passerà mai"

Emmanuel Macron

Il presidente francese Emmanuel ''Macron è molto arrabbiato con Giorgia Meloni'' perché è stato ''colto di sorpresa dalla mossa politica'' della premier italiana, andata a presiedere il G7 a Kiev in occasione del secondo anniversario dell'inizio dell'aggressione militare russa. Così, a sua volta, Macron ha voluto ''sorprendere tutti'' e fare ''una prova di forza'', annunciando la possibilità di ''inviare truppe dei Paesi della coalizione occidentale per l'Ucraina''. Ma si tratta anche qui di ''una mossa politica'', di un presidente ''sotto pressione'' che vuole far vedere ''risultati nella sua agenda rispetto all'Ucraina'' dopo che sono falliti i tentativi di mediazione e di compromesso con il presidente russo Vladimir Putin. E' l'analisi che fa all'Adnkronos il politologo francese Emmanuel Dupuy, sottolineando che in Francia ''non c'è alcun consenso politico sulla questione'' e ''non ci sarà alcun voto della maggioranza di senatori e deputati che permetterà di inviare truppe francesi direttamente in Ucraina''.

Macron ha voluto quindi ''fare dichiarazioni politiche per dare l'impressione che la riunione di Parigi avrebbe potuto avere un risultato concreto e un grande sviluppo con l'aumento degli aiuti europei'' a Kiev, ha voluto alzare la voce per ''far vedere che la Francia è un Paese leader nella coalizione di 50 Paesi che aiutano l'Ucraina, che ha una posizione forte''. Anzi, ''Macron ha voluto presentarsi come il capo della coalizione internazionale per l'Ucraina, anche se finora non ha contribuito molto in termini di aiuti militari'', meno di un decimo rispetto ad esempio agli aiuti forniti dalla Germania.

A livello nazionale, ''Macron è sotto pressione per via della protesta degli agricoltori, per l'opposizione forte in vista delle elezioni europee e ha dovuto mostrare a livello internazionale, con il vertice sull'Ucraina lunedì e con il successivo meeting con il Qatar, che sta agendo dove altri non stanno facendo''.

Per il presidente dell'Istituto per la Prospettiva e la Sicurezza in Europa (Ispe), ''Macron teme la prospettiva che, nel caso di una sconfitta dell'Ucraina, venga chiesto alla Francia che ruolo ha avuto per impedirlo, quanto aiuto ha fornito''. Ecco perché, prosegue, Macron ha ''cambiato paradigma'' e ha ''illustrato la sua agenda per l'Ucraina. Ecco perché ha proposto di mandare truppe sul terreno anche se nelle ultime 24 ore praticamente tutti i paesi europei hanno detto no''. In ogni caso Macron ha anche parlato di ''truppe non combattenti'' da inviare in Ucraina, come ad esempio ''addestratori, piloti o esperti di intelligence'', precisa.

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Israele pensa a una risposta militare all’Iran –...

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(Ipa/Fotogramma)

L'apparato di difesa israeliano preme per una risposta militare all'attacco dell'Iran e il premier Benyamin Netanyahu sembra deciso ad appoggiarlo. Lo rivela Haaretz citando una sua fonte mentre è in corso il dibattito nel Gabinetto di guerra che deve decidere quale risposta dare a Teheran. La stessa fonte ha aggiunto che la forte pressione internazionale su Israele avrà effetti sulla decisione. Secondo le previsioni e proprio in vista di questo aumento della pressione, Haaretz sostiene che, se c'è una finestra per compiere l'attacco questa si chiuderà tra pochi giorni. Gli Stati Uniti ritengono che la risposta di Israele all'attacco senza precedenti dell'Iran sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori dell'Iran.

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Unità d’assalto russe usano moto per eludere droni...

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(Fotogramma)

La costante minaccia provocata dai droni ha portato una unità d'assalto russa ad utilizzare delle moto per un blitz nel Luhansk. Una tattica che permette spostamenti agili e veloci in grado di mettere in crisi le difese ucraine.

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Droni e missili, l’Iran sfida Israele con...

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L'alleanza tra Teheran e Mosca permette lo scambio di armi di ultima generazione

(Afp)

Il fattore Russia potrebbe incidere, e non poco, sulle sorti della sfida tra Iran e Israele, scatenata dal raid su Damasco e che, dopo l'attacco scenografico, condotto dalla Repubblica islamica sullo Stato ebraico, rischia ora di accendersi ancora di più considerate le minacce di nuova rappresaglia arrivate da Tel Aviv. A oltre due anni dall'invasione dell'Ucraina, infatti, l'alleanza tra Teheran e Mosca si è rafforzata fino a diventare una partnership strategica che potrebbe rivelarsi un elemento per nulla trascurabile da Israele, che medita vendetta. "Siamo pronti a utilizzare un'arma mai usata prima in caso di aggressione israeliana", ha minacciato il portavoce della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano.

La collaborazione nello scambio di armi

La svolta nei rapporti tra Russia e Iran è avvenuta nel 2022, quando gli ayatollah decisero di entrare nel conflitto ucraino dalla porta laterale, accettando di fornire migliaia di droni e missili a Mosca, che a sua volta - scrive il Washington Post, citando funzionari dell'intelligence ed esperti di armi statunitensi, europei e mediorientali - ha acconsentito di vendere al suo alleato jet da combattimento avanzati e tecnologia di difesa aerea, risorse che potrebbero aiutare Teheran a rafforzare le sue difese contro qualsiasi eventuale raid da parte di Israele o degli Stati Uniti, trasformando la Repubblica islamica in un avversario molto temibile.

Questa cooperazione, che vede al centro la coproduzione di droni per uso militare in Russia, sta portando benefici sostanziali per entrambi i Paesi, elevando allo stesso tempo lo status dell'Iran da alleato minore a partner strategico.

"Non è più la dinamica fornitore-cliente in cui la Russia detiene tutto il potere - ha affermato Hanna Notte, direttrice del Programma di non proliferazione dell'Eurasia presso il James Martin Center for Nonproliferation Studies - Gli iraniani stanno ottenendo benefici da questo cambiamento. Si è andati oltre il semplice ottenere cose. C'è il trasferimento di conoscenze, ci sono guadagni immateriali".

Funzionari dell'intelligence hanno rivelato ad esempio di accordi negoziati in segreto per fornire all'Iran i Su-35, uno dei cacciabombardieri più potenti della Russia che cambierebbe il volto dell'Aeronautica iraniana, che consiste principalmente in aerei statunitensi e sovietici ricostruiti risalenti a prima del 1979. Non ci sono prove pubbliche che i Su-35 siano stati consegnati e, secondo un funzionario dell'intelligence statunitense, potrebbe essere a causa di un ritardo nei pagamenti da parte dell'Iran. La Russia si è anche impegnata a fornire assistenza tecnica ai satelliti spia iraniani.

La tecnologia per la difesa

Dal punto di vista difensivo, inoltre, la Repubblica islamica cerca da tempo le migliori batterie missilistiche antiaeree della Russia per proteggere i suoi impianti nucleari e militari da un possibile attacco. Nel 2007, Teheran stipulò un accordo per l'acquisto del sistema antiaereo russo S-300, ma Mosca ritardò la fornitura delle armi a causa delle pressioni degli Stati Uniti e dell'Europa. Il divieto autoimposto è terminato nel 2016 e gli S-300 iraniani sono diventati operativi nel 2019. Da allora l'Iran ha cercato di acquistare il sistema S-400, alcune varianti del quale sono dotate di radar in grado di annientare la tecnologia 'stealth' utilizzata dai moderni aerei da guerra, anche se non è noto se Mosca si sia mossa per fornire questo tipo di batterie.

Anche Mosca sta raccogliendo benefici dalla collaborazione. Oltre alle migliaia di droni procurati dall'Iran, alla fine dello scorso anno - secondo i funzionari dell'intelligence a conoscenza dell'affare - la Russia ha acquistato altri asset militari per un valore di circa 2 miliardi di dollari, compresi i sistemi difensivi anti-droni che sono diventati una priorità assoluta per i generali russi in Ucraina. L'Iran ha concordato separatamente di vendere alla Russia missili terra-terra e, secondo una nuova valutazione dell'intelligence, dovrebbe iniziare a breve il trasferimento delle armi.

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