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Alfredo Cospito, Nordio: “Domani parere pg Torino su revoca 41 bis”

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“Mai messo in discussione il 41bis, non è trattabile, tanto meno con disordini”. E’ quanto ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in aula alla Camera, aggiungendo che Alfredo Cospito è detenuto in regime di carcere duro perché ci sono “evidenze” che “sia perfettamente in grado di avere contatti con l’esterno anche in costanza di detenzione”.  

“Il procuratore generale di Torino mi ha fatto sapere di non essere in grado di inviare oggi il suo parere, ma che arriverà domani. Per questo non sono in grado di rispondere ora a questo quesito”. “Abbiamo già ricevuto il parere della procura nazionale antimafia e antiterrorismo”, ha riferito Nordio.  

“L’opinione prevalente è che il ministro della Giustizia non si possa pronunciare se prima non ha acquisito i pareri delle autorità giudiziarie competenti” ha detto il Guardasigilli. “La posizione giuridica del detenuto Cospito è estremamente complessa”, ha spiegato il ministro. 

“Non abbiamo mai messo in discussione” il 41 bis.”La possibilità di cambiare la normativa sul 41 bis è inesistente, ancora di più se noi dovessimo collegare l’eventuale mutamento alla situazione di disordini che si sono creati in questi giorni nei confronti dello Stato”. “Attentati, atti vandalici, da parte degli anarco-insurrezionalisti e di altre formazioni che si stanno compattando con queste. Sono intimidazioni davanti alle quali lo Stato deve tenere la massima fermezza e determinazione”, ha sottolineato.  

“Sono state citate informazioni che attengono a circostanze, avvenute nel regime detentivo speciale di cui all’articolo 41 bis: è bene premettere che in linea di principio tutti gli atti riferibili ai detenuti in regime di 41 bis sono per loro per loro natura sensibili. Ragion per cui ai fini della loro ostensione occorre una preventiva verifica e una valutazione del loro contenuto. A partire da questo dato esiste però una pluralità di aspetti che meritano doverosi approfondimenti”.  

“Bisogna comprendere di che tipo di atti si tratti, quale livello di segretezza abbiano, se e chi potesse averne conoscenze e se il destinatario potesse a sua volta divulgarli o condividerli con terzi”, ha spiegato, ricordando di avere “già nella giornata di ieri chiesto al capo di gabinetto di ricostruire quanto è accaduto” e che “questi quesiti attengono a una materia complessa, delicata, suscettibile per alcuni aspetti di diverse interpretazioni”.  

Per quanto riguarda la salute dei detenuti, “non esiste un 41 bis di serie A e di serie B”. “Si può discutere di 41 bis, se sia una norma da rivedere o mantenere, se possa e debba essere applicata ad autori di alcuni reati o di altri, ma una volta che c’è una legge quella è uguale per tutti. Chi è soggetto al 41 bis, che sia anarchico insurrezionalista o mafioso o appartenente a un’altra organizzazione criminosa, la legge è uguale per tutti”, ha detto Nordio.  

L’INTERVENTO IN AULA AL SENATO – I pareri della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e del procuratore generale di Torino sulla richiesta di revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito “saranno esaminati congiuntamente”. Lo ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in aula al Senato, riferendosi alla richiesta di revoca del 41 bis avanzata dal legale di Alfredo Cospito, per pronunciarsi sul quale è necessario che si pronuncino le autorità giudiziarie competenti. “Il procuratore generale di Torino ha ricevuto di recente una busta con un proiettile. A lui va tutta la nostra solidarietà” ha detto, poi, sempre in Aula in Senato.  

Alfredo Cospito dal carcere “ha inviato documenti che esortano alla lotta armata” ha rivelato il ministro della Giustizia riferendosi alle ragioni del regime del 41 bis. “Il 41 bis non si tocca, lo dico per chiarezza assoluta” ribadisce. Parole che sono state accompagnate da un applauso. 

“La situazione è stata aggravata dall’ondata di violenze e attentati, lo Stato non può minimamente dare un segno di debolezza di fronte a qualsiasi forma di intimidazione. La sola immaginazione che lo Stato possa cedere al ricatto o alla pressione esercitata in varie forme per modificare situazioni definite e garantite dalla magistratura sarebbe un’offesa alla stessa sopravvivenza dello Stato”. “Se noi accedessimo al principio che per un caso specifico la pietas prevale sul diritto allora ci troveremmo davanti a tante altre situazioni analoghe da affrontare. Se accedessimo al principio che lo stato di salute precario dovesse essere una fonte di modifica del 41 bis ci troveremmo davanti allo sciopero della fame di centinaia di mafiosi per i quali non potremmo tenere un comportamento diverso”, ha concluso Nordio.  

LE PAROLE DI BALBONI – “Il Pd si è sentito offeso dalla domanda del collega Donzelli, una domanda retorica che non voleva dire che il Pd sta con la mafia” ha detto Alberto Balboni di FdI in aula al Senato, dopo l’informativa del ministro Carlo Nordio. “Ma non vi rendete conto che andando in carcere a trovare Cospito avete aperto una voragine alla mafia? Io sono d’accordo che si possa andare in carcere. Ma perché dopo avete fatto una conferenza stampa criticando il 41 bis? Avete aperto una voragine perché la madre di tutte le battaglie” della mafia “è quella contro il 41 bis”.  

IL PD ABBANDONA L’AULA – “Abbiamo abbandonato l’Aula perché nuovamente Fdi dice che magari anche involontariamente noi abbiamo contribuito a creare tutto quello che c’è stato. Noi ci siamo indignati, siamo arrabbiati, non si devono permettere ed hanno esagerato”. Così all’Adnkronos Simona Malpezzi, senatrice Pd, dopo aver abbandonato l’Aula con gli altri senatori del Partito democratico durante l’intervento del senatore Alberto Balboni. “Noi abbiamo chiesto al ministro Nordio di ritirare le deleghe al suo sottosegretario. Iniziamo da Delmastro, di cui Nordio deve assumersi la responsabilità”. 

Il Pd non ha “mai messo in dubbio il 41bis” ha detto, poi, a ‘Porta a Porta’, Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera. “Quando siamo usciti dal carcere di Sassari – ha detto ricordando la visita a Cospito – abbiamo detto che eravamo lì solo per ragioni umanitarie e che non mettevamo in dubbio in nessun modo il 41bis”. 

“Diversamente da quanto dichiarato dal senatore Balboni di Fratelli d’Italia, al termine della visita della delegazione Pd, di cui faceva parte il deputato Andrea Orlando, al carcere di Bancali a Sassari, non c’è stata nessuna conferenza stampa per ‘criticare il 41 bis'” precisa l’ufficio stampa del deputato Pd Andrea Orlando. “Il deputato Pd ha semplicemente richiamato dopo aver ribadito con decisione, anche nelle successive interviste e interventi pubblici, la piena attualità dell’istituto del 41 bis, il motivo della visita, quello di accertarsi delle condizioni di salute del detenuto, ponendo solamente un elemento di riflessione da approfondire, ovvero l’effettiva funzionalità dell’istituto del 41 bis rispetto a reati che sono in parte diversi da quelli che hanno generato questo strumento amministrativo. L’onorevole Orlando si riserva di ricorrere alle vie legali a tutela della propria onorabilità contro affermazioni diffamanti”.
 

DONZELLI – “C’è una indagine aperta dalla Procura di Roma per i reati di rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, questa notizia rappresenta un elemento di novità di cui a questo punto, per il doveroso rispetto del lavoro degli inquirenti, non possiamo non tener conto” ha detto Nordio riferendosi al fascicolo aperto dai pm romani sulle dichiarazioni del deputato di Fdi Giovanni Donzelli, dopo l’esposto di Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra.  

IL TRASFERIMENTO DI COSPITO A OPERA – Alfredo Cospito è stato trasferito nel carcere di Opera “una struttura carceraria e sanitaria di massima sicurezza, mantenendo il 41 bis ma anche la massima tutela”. “Avevamo avuto una indicazione della Asl di Sassari che definiva la situazione sanitaria accettabile, le condizioni di salute discrete – ha ricordato – ma per la tutela massima del detenuto abbiamo ritenuto di spostarlo nella migliore struttura carcero-sanitaria. Da quel giorno è tenuto sempre sotto strettissimo monitoraggio e con la massima attenzione per il suo stato di salute”, ha assicurato il ministro. 

IL PRESIDIO A ROMA – Circa 25 anarchici stanno manifestando sul lungotevere a Roma, davanti al ministero della Salute, contro il 41 bis e in solidarietà con Alfredo Cospito, al momento detenuto nel carcere di Opera a Milano e “da 105 giorni in sciopero della fame”. “Se ammazzano Alfredo la pagheranno – gridano al megafono gli anarchici – non è una minaccia è una promessa storica. La nostra è una lotta sociale”. La manifestazione è monitorata dalla polizia e al momento il traffico sul lungotevere continua a scorrere regolarmente. 

Cospito, che era detenuto da oltre 10 anni al Bancali di Sassari per la gambizzazione dell’allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, in sciopero della fame dal 30 ottobre, è stato trasferito nel penitenziario di Opera a Milano per le precarie condizioni di salute. Esponente della Federazione anarchica informale, è anche accusato di strage per due ordigni esplosi nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano nel cuneese nel 2006, che non provocarono feriti. 

 

 

 

 

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Ambrosi: “Destra ama buon cibo e vino, sinistra insetti e droghe”

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“Tipi di destra: amanti delle tradizioni, del buon cibo, di un calice di vino italiano, di decoro, ordine e sicurezza. Tipi di sinistra: adoratori di farine di insetti, imbrattatori di monumenti, fans di droghe libere e occupazioni abusive. Ecco perché sono una tipa di destra!”. E’ il tweet di Alessia Ambrosi, deputata di Fratelli d’Italia. 

Il tweet arriva mentre il tema ‘insetti e cibo’ è di attualità. I quattro decreti per l’adozione di etichette obbligatorie per l’immissione in commercio di alimenti contenenti quattro diverse farine di insetti sono stati firmati e notificati alla Commissione Ue dai ministri dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, del ministro delle Imprese e made in Italy Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, dopo il via libera ieri in Conferenza Stato Regioni. La Commissione Ue ora ha tre mesi per dare una risposta. Qualora non dovesse esprimere parere vale la regola del silenzio-assenso. Subito dopo i decreti verranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore. 

Gli schemi di decreto in particolare riguardano la farina di grillo, la farina Alphitobius diaperinus (larve), la farina di Tenebrio molitor (tarme) e la farina di Locusta migratoria. I provvedimenti sono del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste di concerto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy e del ministro della Salute 

 

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Migranti, le risposte di Bruxelles viste da Meloni e Schlein

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Qual è la risposta dell’Europa alla richiesta di un maggior impegno sul tema dei migranti? L’interpretazione dei passi fatti dal Consiglio Europeo divide in maniera netta il Premier italiano, Giorgia Meloni, e la leader del PD, Elly Schlein. Un confronto che si gioca sulle dichiarazioni e che evidenzia una gerarchia delle priorità completamente diversa. 

“Io posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni. L’ultima versione che sta girando chiede alla commissione di procedere spedita e rimanda su uno stato di verifica di queste misure al prossimo Consiglio Europeo. Quindi direi che possiamo confermare il fatto che il tema dell’immigrazione è un tema considerato oggi centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa”. 

Meloni, discutendo con il leader dell’advertice UE, ha messo l’accento sulla situazione in Tunisia, ritenuta molto preoccupante e sul fatto che gli arrivi in Italia siano triplicati rispetto al 2022. E anche nel bilaterale con il Presidente francese Emmanuel Macron il tema immigrazione è stato centrale. Schlein invece ribalta la prospettiva. 

“Intanto è curioso che Giorgia Meloni rivendichi una nuova centralità del tema immigrazione quando per ora dalle bozze che circolano sulle conclusioni del Consiglio ci sono poche righe senza misure complete. 

Perché questa destra fa sempre le domande sbagliate qui in Unione? Perché non ha il coraggio di affrontare i suoi alleati nazionalisti e chiedere maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità sull’accoglienza a Orban e i suoi alleati. Io non li ho mai visti, quando ero qui a negoziare la riforma di Dublino che blocca centinaia di migliaia di richiedenti asilo ,nel primo Paese Europeo dove mettono piede. Quindi vorrei che questo governo si battesse dopo le tragedie, da ultimo quella di Crotone, per una vera missione di ricerca e soccorso istituzionale europea e da un altro lato per attivare strumenti che superino il regolamento di Dublino come la Direttiva sulla protezione temporana che permetterebbe alle persone che arrivano da quella rotta pericolosissima di trovare accoglienza anche negli altri Paesi Europei”. 

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Mes, ratifica e Italia: cosa ha detto Meloni

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La ratifica del Mes da parte dell’Italia? “Ci sono anche altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto”. Questa la posizione ribadita da Giorgia Meloni, dopo le nuove sollecitazioni arrivate dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che ha esortato ancora una volta a ratificare al più presto il fondo salvastati. 

“Io credo che la materia non vada discussa a monte, ma vada discussa a valle e nel contesto nel quale opera – dice il premier ai giornalisti a Bruxelles – Il riferimento alla governance è un riferimento fatto non a caso, e anche ad altri strumenti che sono anche più efficaci nell’attuale contesto. Stamattina abbiamo discusso dell’Unione bancaria e sul tema di un backstop il Mes è una sorta di Cassazione: il primo e il secondo grado sono l’Unione bancaria, che sono le materie che sono state discusse questa mattina, quindi è un ragionamento del quale non si può discutere se non in un quadro complessivo”. 

La ratifica del trattato che riforma il Meccanismo Europeo di Stabilità “è una questione che riguarda il Parlamento italiano, la presidente Meloni e il suo Governo”, precisa il presidente dell’Eurogruppo Donohoe, al termine dell’Eurosummit a Bruxelles. “Ho solo sottolineato ancora una volta – continua – il valore complessivo della ratifica del trattato, perché svolgerebbe un ruolo prezioso nel rafforzare l’Unione bancaria per tutti. Ma come e quando accade, è una questione di competenza del Parlamento e del Governo italiani. Coopereremo e lavoreremo con loro in ogni modo possibile”, conclude. 

 

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Armi all’Ucraina, Meloni: “Menzogna che tolgano risorse a italiani”

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L’invio delle armi all’Ucraina continua ad alimentare il dibattito parlamentare. Il premier Giorgia Meloni, intervenendo in aula alla Camera, torna a spiegare perché Roma continua a sostenere militarmente Kiev. 

“In questo quadro voglio dire con franchezza, che io considero puerile la propaganda di chi racconta che l’Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina, sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini. Questo è falso e in quest’aula lo sappiamo tutti. L’Italia sta inviando all’Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare, e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi, perché noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. E dunque raccontare agli italiani che se non fornissimo le armi all’Ucraina, si potrebbero aumentare le pensioni o si potrebbero tagliare le tasse è una menzogna, che intendo chiamare con il suo nome”. 

Intanto, a Bruxelles, è stata presa quella che l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha definito “una decisione storica”. I 27 governi dell’Ue hanno raggiunto un accordo politico per consegnare all’Ucraina nei prossimi dodici mesi un milione di munizioni di armi per difendersi dall’aggressione della Russia, cominciata il 24 febbraio di un anno fa. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, spiega come intende il Governo proseguire nel necessario confronto con il Parlamento. 

“Il problema è di fare in fretta, produrre in fretta e consegnare in fretta le munizioni all’Ucraina. Il Governo italiano ha l’autorizzazione del Parlamento di inviare materiale militare fino alla fine dell’anno e, qualora si dovesse decidere di inviare altro materiale militare, verrà informato il Parlamento attraverso il Copasir”. 

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Salario minimo, Pd: “Lavoriamo a testo comune opposizioni”

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“Ieri alla camera si è finalmente avviata la discussione sulle proposte di legge per il salario minimo presentate dal Pd e dalle altre forze di opposizione. L’esigenza di individuare strumenti nuovi per combattere la piaga del lavoro povero e di rafforzare la contrattazione collettiva contrastando i contratti pirata, è patrimonio comune e rappresenta una novità che fa ben sperare per raggiungere un obiettivo così importante”. Così il deputato del Pd Marco Sarracino, membro della commissione Lavoro della Camera. 

“Del resto, nonostante se ne parli da tempo, non si è giunti purtroppo ad approvare una legge sul salario minimo neanche quando sembrava ci fossero condizioni favorevoli, sia con il Presidente Conte nelle sue due esperienze di Governo sia con l’esecutivo Draghi quando si era in una fase avanzata di dialogo con le forze sociali. Ma in questa legislatura si può e si deve voltare pagina”.  

“Come abbiamo già detto, il Pd è disponibile a ridiscutere, per arrivare ad un testo comune con le opposizioni, la proposta presentata ad inizio legislatura, che prevede un ruolo centrale della contrattazione collettiva più rappresentativa per la fissazione del salario minimo di ogni settore che non può essere comunque inferiore a 9,50 euro l’ora. Combattere la povertà e lo sfruttamento è una priorità del Partito Democratico”. 

“Ieri in commissione Lavoro alla Camera è iniziata la discussione della nostra proposta. Registriamo una buona notizia: il Pd, dopo anni di titubanze, ha finalmente depositato una proposta che ricalca pressoché integralmente quella già depositata dal M5S, a mia prima firma, per introdurre una ‘soglia minima legale’ sotto cui nessun contratto collettivo nazionale di lavoro deve scendere. Ora attendiamo Calenda, che pure si è dichiarato pubblicamente favorevole. Poi allargheremo il dialogo a Forza Italia, alla Lega, a Fratelli d’Italia. Parleremo con tutti, anche con le forze di maggioranza più restie, per convincerle che stiamo facendo una battaglia di civiltà, che in 21 Paesi europei su 27 i lavoratori hanno già vinto. Non ci fermeremo sino a quando non prevarrà la dignità del lavoro e il rispetto dei lavoratori”, scrive su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte. 

“Sta per cominciare finalmente la discussione in Parlamento sul salario minimo legale, e ci sono diverse proposte una di queste è la nostra: allora mi rivolgo a tutte le opposizioni in particolare a Conte a Schlein, perché ne abbiamo discusso insieme a Rimini al congresso della Cgil. Elly in quella sede ha proposto di chiuderci in una stanza finché non troviamo una proposta convincente per fare una battaglia comune. Allora cominciamo adesso, perché ci sono in Italia più di 4 milioni di persone che lavorano in condizioni di povertà. Povertà e lavoro non possono stare più nella stessa frase, lavoriamo insieme, è arrivato il momento di cambiare il Paese”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra in un video sui social.
 

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Meloni al Consiglio europeo: “Su migranti da Ue mi aspetto passi concreti”

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Dal vertice “mi aspetto passi concreti sulla base delle conclusioni dello scorso febbraio, posso dire che sono soddisfatta dall’ultima versione della bozza di conclusioni che sta girando”. Così, al suo arrivo al Consiglio europeo il premier Giorgia Meloni, sottolineando che nel testo “si chiede alla Commissione di procedere spedita e rimanda la verifica al prossimo Consiglio Ue”. Quello dei migranti “è un tema considerato oggi centrale, qualcosa che era impensabile fino a qualche mese fa e viene seguito passo passo dal Consiglio”. 

Lega 

“Francamente non sono preoccupata” dalle posizioni della Lega sull’Ucraina, “la linea dell’Italia è chiara”, ha assicurato, sottolineando che “al di là delle posizioni espresse del necessario richiamo a continuare a lavorare per la soluzione del conflitto, su cui tutti lavoriamo, il punto è capirsi su cosa sia utile”. 

Patto stabilità 

Sulla riforma del Patto di stabilità “ci sono sempre visioni abbastanza differenti, ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato, dalla realtà che stiamo affrontando”, ha ribadito Meloni, ricordando che “oggi a noi sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvviggionamento strategico”. E allora, secondo Meloni, “non si può pensare che investimenti necessari a rendere competitivi ii nostri sistemi non vengano tenuti in considerazione nella governance: per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti”. Il premier sollecita quindi “una governance più attenta alla crescita economica e non solo alla stabilità: ci sono passi in avanti ma bisogna lavorare ancora molto”. 

A quanto si apprende, in serata ci sarà un bilaterale Meloni e il presidente francese Macron – il primo dall’ottobre scorso a Roma – a margine del Consiglio europeo. Lo stesso premier aveva anticipato questa mattina, arrivando al vertice, di essere “in contatto” con Macron. 

Consiglio europeo 

E’ iniziato a Bruxelles il vertice europeo: alla prima sessione di lavoro è presente anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il quale ci sarà uno scambio “sulle principali questioni geopolitiche e sulle sfide globali”, ha detto nella lettera d’invito ai leader il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

Il Consiglio europeo, che si riunirà oggi e domani, avrà sul tavolo prima di tutto l’economia, e in secondo piano gli affari esteri. I capi di Stato e di governo parleranno anche di migrazioni, ma nessuno si attende grosse novità, anche perché la strategia da seguire su questa materia è già stata ampiamente discussa, e messa nero su bianco nelle conclusioni, nel Consiglio straordinario del 9 febbraio scorso.  

Come spiegato da un alto funzionario Ue, “quello che conta è che abbiamo fissato una linea di azione; ora bisogna attuarla”. Non vuol dire che venga messa nel cassetto: “Manteniamo la pressione”, nel senso che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e la presidenza svedese aggiorneranno i leader su quello che è stato fatto dal 9 febbraio ad oggi. Von der Leyen lo ha già spiegato in una dettagliatissima lettera diffusa lunedì sera. “La stessa cosa avverrà nel Consiglio Europeo di giugno – continua la fonte – l’intenzione non è quello di riaprire la discussione ogni volta, ma di attuare quello che si è già deciso”.  

Il Consiglio europeo di oggi sarà il primo ordinario del 2023 e verrà seguito dall’Eurosummit in formato allargato, a 27 il giorno successivo. Il summit inizierà prima del solito, alle 11.30 (i prevertici dei grandi partiti europei si svolgeranno di prima mattina: è attesa anche la segretaria del Pd Elly Schlein) per un pranzo di lavoro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il quale ci sarà uno scambio “sulle principali questioni geopolitiche e sulle sfide globali”, come ha spiegato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. 

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‘Ai confini della libertà’, la Bienna Democrazia torna oggi per l’ottava edizione con Gustavo Zagrebelsky

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Si inaugura oggi l’ottava edizione della Biennale Democrazia, intitolata “Ai confini della libertà”. La manifestazione culturale, aperta fino a domenica 26 e promossa dalla Città di Torino, è ideata e presieduta dal costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Previsti oltre cento incontri in 17 sedi, con più di 220 ospiti italiani e internazionali, cinque mostre e il contributo di 150 volontari.  

Tema centrale, fin dal titolo, il complesso rapporto tra libertà e democrazia all’interno e all’esterno della società. Novità di quest’anno sono le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole, e Democrazia Diffusa, realizzata in sinergia con le realtà culturali del territorio. La serata di stasera si chiude con “Il giorno del giudizio”, spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo, che indaga la figura del giudice. 

“Come cittadini non abbiamo più idee politiche, riflettiamo su chi vogliamo essere oggi” ha spiegato il costituzionalista ai giornalisti. Zagrebelsky ha pubblicato alla fine del 2022 “La lezione” (Einaudi). “La migliore ‘lezione’ – ha scritto- è quella che insegna a controllare le emozioni con l’intelletto e a muovere l’intelletto con le emozioni”. 

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Siccità, Meritocrazia Italia: ‘Servono azioni immediate, non si resti a osservare’

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Servono “azioni immediate, anche finalizzate a prevenire le alluvioni che tanti danni hanno arrecato al nostro territorio negli ultimi decenni”, lo sostiene Meritocrazia Italia in una nota. “Di crisi idrica si parla tanto, ma davvero poco si fa per affrontare e risolvere un problema che ha a che fare con la nostra sicurezza alimentare, con la salute, con la crescita economica e sociale del Paese. Il climate change – spiega Meritocrazia Italia – sta generando variazioni molto intense: periodi prolungati di siccità ai quali si alternano fenomeni temporaleschi spesso devastanti per il territorio colpito, con danni alle colture e alle infrastrutture esistenti. In Italia piove da anni molto meno, e soprattutto piove ‘diversamente’. Le precipitazioni piovose, come quelle nevose, assenti per mesi, scaricano in periodi brevissimi quantità di pioggia e neve che generalmente arrivano al suolo in periodi di tempo molto più lunghi. Il problema è sotto gli occhi di tutti. Eppure nell’Agenda 2030 l’acqua è un elemento di connessione che tra i diversi obbiettivi di sviluppo sostenibile viene decisa-mente sottovalutato. Mai citata negli accordi di Parigi”. 

“Anche a livello nazionale – prosegue la nota di Meritocrazia Italia – , da anni restiamo a guardare un fenomeno i cui effetti devastanti stanno correndo a velocità impressionante. Meritocrazia Italia ritiene assolutamente indispensabili azioni immediate, anche finalizzate a prevenire le alluvioni che tanti danni hanno arrecato al nostro territorio negli ultimi decenni. Tante le proposte già condivise con i precedenti comunicati, ma resta indispensabile anzitutto riforestare le colline italiane per rallentare la caduta della pioggia al suolo e limitare il dilavamento del terreno, cosa che avviene specie nei territori del Sud, letteralmente devastati dagli incendi boschivi estivi. Un terreno non protetto da alberi in caso di pioggia intensa tende a franare e provocare i disastri che recentemente hanno colpito anche le Marche; investire nella creazione di bacini artificiali per la captazione delle acque piovane, come è stato fatto negli anni ’80 del millennio scorso in Sicilia, con enormi benefici; investire nel rifacimento complessivo delle reti idriche, di tutte le reti idriche, per diminuire le dispersioni; avviare azioni di informazione alla cittadinanza per sensibilizzare tutti all’uso responsabile dell’acqua”.  

E ancora, spiega Meritocrazia Italia, serve, “ridefinire l’impianto normativo per consentire l’utilizzazione delle acque dei depuratori per scopi agricoli e/o industriali, in luogo dell’uso delle acque di falda e dei corsi d’acqua. Questo permetterebbe di risparmiare la preziosa acqua delle falde e dei fiumi e, a un tempo, darebbe maggiore autonomia ai settori agricolo e industriale, che hanno bisogno sempre di grandi quantità di acqua. L’acqua può essere utilizzata all’infinito, non si consuma come il petrolio. Si usa e si restituisce tutta all’ambiente. Facendo tesoro, poi, dell’esperienza vissuta nel corso del passato lockdown, quando lo stop all’attività produttiva portò incredibili benefici alla salubrità dell’aria e dell’acqua, si punti al contenimento delle emissioni nocive, con premialità a favore delle imprese virtuose, che mostrano maggiore responsabilità etica, e con supporto economico a quelle che intendano convertire la propria attività o ridurre la produzione inquinante. Abbiamo le tecnologie e il know how per fare un uso corretto della preziosa risorsa ‘acqua’ e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Mettiamoli a frutto”, conclude Meritocrazia Italia.  

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Olimpiadi Milano Cortina 2026, Salvini in cabina regia con Abodi

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In apertura di riunione “il ministro Abodi ha annunciato la decisione di condividere la presidenza della Cabina con il vicepresidente del Consiglio Salvini e l’ingresso del ministro Locatelli”. E’ quanto emerso dalla cabina di regia che si è riunita oggi a Palazzo Chigi relativamente ai Giochi olimpici e paralimpici invernali ‘Milano Cortina 2026’. Lo si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.  

Sui temi organizzativi delle “si è data priorità all’individuazione del sito per le gare di pattinaggio di velocità, dopo la rinuncia di Baselga di Pinè. Sul tavolo ci sono due opzioni: la Fiera di Rho, la proposta di Milano presentata oggi nel dettaglio dall’amministratore delegato Varnier, e l’Oval di Torino. Il prossimo 29 marzo verrà portata al Cio la proposta della Fondazione valutata con quadro comparativo mentre la decisione finale è fissata per il 18 aprile”.  

Sempre relativamente alle strutture ospitanti “è stato fatto dal sindaco Sala il punto sull’avanzamento delle procedure tecnico-amministrative e di cantiere sul Villaggio Olimpico, su Santa Giulia, dove sorgerà il PalaItalia, sul Palasharp e il Forum, opere per le quali non si manifestano criticità. Tra i punti all’ordine del giorno esaminati anche la proposta di un protocollo della legalità per la realizzazione dei Giochi”, aggiunge. 

 

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Senato, Filippo Sensi proclamato senatore: prende il posto di Bruno Astorre

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“A seguito della morte di Bruno Astorre, Filippo Sensi è proclamato senatore in quanto primo dei non eletti”. Lo ha annunciato in Aula il presidente del Senato Ignazio La Russa prima della commemorazione del senatore Pd. 

“Lo scorso 3 marzo, pochi giorni prima di compiere 60 anni, ci ha tragicamente lasciato il senatore Astorre, un evento che ha scosso l’opinione pubblica e lasciato un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia ma in tutti noi, in chiunque lo ha conosciuto, frequentato o ha avuto semplicemente l’onore di condividere con lui un tratto della vita istituzionale della nazione”, ha scandito il presidente del Senato sottolineando come Astorre “si è sempre distinto per competenza, educazione e stile, come mi hanno confermato gli esponenti di forze politiche diverse dalla sua, a partire dal ministro Lollobrigida che ha tenuto oggi ad essere presente”.  

“Democratico Cristiano popolare ha saputo incarnare la politica dei nostri giorni mantenendo salde le tradizioni a partire dal radicamento nel territorio. La sua scomparsa un dolore per tutti noi, lo abbiamo salutato alla camera ardente del Senato, a partire da chi, come i colleghi del Pd, lo ha frequentato anche fuori da questa aula, molto più di altri. A voi colleghi del Pd, alla sua famiglia, il mio personale cordoglio e quello unanime dei senatori della Repubblica”, conclude La Russa invitando i senatori ad osservare un minuto di raccoglimento, al seguito del quale nell’Aula del Senato c’è stato un lungo applauso. 

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