Entra in contatto con noi

Cultura

Al via mostra a Modena ‘Nelle stanze dell’arte’

Pubblicato

il

La Galleria Bper Banca presenta, dal 17 marzo al 2 luglio 2023, presso la pinacoteca di via Scudari 9 a Modena, un nuovo approfondimento dedicato alla pittura emiliana dal XIV al XVIII secolo. L’esposizione ‘Nelle stanze dell’arte. Dipinti svelati di antichi maestri’, a cura di Lucia Peruzzi, prosegue idealmente il percorso presentato da La Galleria Bper Banca nel 2017, ‘Uno scrigno per l’arte’, offrendo ai visitatori la possibilità scoprire capolavori inediti del nucleo modenese, un tempo posti a decoro degli uffici della sede centrale. Con questo progetto, Bper Banca procede nella promozione del proprio patrimonio artistico, sempre più fruibile e accessibile grazie a un programma espositivo dinamico, costantemente in evoluzione. Lo annuncia una nota dell’istituto di credito. 

“Ripensare a quello che abbiamo realizzato in questi anni – racconta Sabrina Bianchi, Responsabile del Patrimonio Culturale Bper Banca – ci permette di confermare con convinzione che la valorizzazione del patrimonio artistico e archivistico di Bper Banca è ciò che rende possibile la diffusione della sensibilizzazione verso l’arte, un impegno che La Galleria Bper Banca si è assunta e che sta portando avanti affermandosi, oggi, come collezione d’impresa conosciuta, riconosciuta e apprezzata da oltre 30 mila visitatori. Evoluzione, sviluppo e trasformazione sono le parole chiave che caratterizzano il percorso de La Galleria Bper Banca, la cui direzione è sicuramente tracciata verso un futuro che ci vedrà protagonisti, già nel 2023, in diverse piazze del Paese”. 

“Seguendo il suggestivo fil rouge dell’arte emiliana – spiega Lucia Peruzzi – il percorso si apre con una piccola sezione dedicata a opere di carattere devozionale. Queste immagini, quasi tutte poetiche variazioni sul tema della figura della Vergine, a volte delicate e dolci, a volte intense e protettive, si susseguono nel breve spazio della parete come preghiere che scandiscono il tempo in un Libro d’Ore”. 

Tra le opere principali in esposizione, si segnalano “La continenza di Scipione” di Francesco Vellani (Modena, 1688 – 1768), un dipinto certamente destinato ad un’importante quadreria nobiliare, che si caratterizza per levità di tocco pittorico, la vena narrativa estenuata ed elegante e i colori freddi e nello stesso tempo smaglianti di tipico gusto barocchetto; la “Sacra Famiglia nella bottega del falegname” di Giuseppe Maria Crespi (Bologna, 1665 – 1747), capolavoro del maestro bolognese, capace di cogliere la realtà negli spunti più aneddotici e umani e di misurarsi con la tradizione locale, restituendola in un linguaggio del tutto personale, impregnato di accenti di verità talora così potenti da preludere a Goya; la “Morte di Priamo” di Giovan Gioseffo Dal Sole (Bologna, 1654 – 1719) che rende l’episodio virgiliano della Morte di Priamo con una concitazione drammatica e con una sapiente attenzione a sottolinearne in termini melodrammatici l’apice patetico costituito dal volto piangente della donna al centro della composizione. 

Precedenti sono la rara “Madonna dell’umiltà” del pittore bolognese Lippo di Dalmasio (Bologna, documentato dal 1377 al 1410), testimone di quell’adesione al clima tardogotico che, a cavallo tra il XIV e il XV secolo, si era diffusa anche a Bologna, e il “San Girolamo” di Annibale Carracci (Bologna, 1560 – Roma, 1609), in cui la devozione profondamente sincera e intima del penitente si riverbera in una natura dolcemente autunnale sotto il trascorrere della luce della sera. 

Il percorso espositivo comprende, inoltre, dipinti di Francesco Zaganelli, Innocenzo Francucci detto Innocenzo da Imola, Bartolomeo Ramenghi detto il Bagnacavallo, Orazio Samacchini, Alessandro Mazzola, Ludovico Carracci, Carlo Bononi, Giacomo Cavedoni, Alessandro Tiarini, Marcantonio Franceschini, Giuseppe Marchesi detto il Sansone e Giacomo Zoboli. 

Meritano una menzione a parte due preziose tele che, benché fuori dal contesto artistico emiliano, sono entrate, insieme ad altre opere, ad arricchire la raccolta in tempi recenti in seguito alla dispersione di una grande collezione privata emiliana. Si tratta di una rara opera a soggetto religioso, “Cristo e l’adultera”, del romano Ottavio Leoni (Roma, 1578 – 1630), “ritrattista della Roma caravaggesca”, come lo definisce Roberto Longhi, e della tela raffigurante “La continenza di Scipione” del napoletano Francesco Solimena (Canale di Serino, 1657 – Barra di Napoli, 1747), che, cimentandosi sempre più spesso sui grandi temi della pittura di storia, diventerà un protagonista di spicco nel panorama della più alta cultura tardo-barocca italiana tra il XVII e il XVIII secolo. 

La mostra è visitabile da venerdì a domenica con orario 10.00-18.00. Ingresso libero e gratuito. Per visite guidate per gruppi e scolaresche è necessario prendere contatto con La Galleria, mentre il catalogo è disponibile gratuitamente presso la sede della mostra. E’ anche possibile chiedere informazioni attraverso il numero di telefono 059 2021598 oppure via email a lagalleria@bper.it e www.lagalleriabper.it. 

La Galleria è la realtà culturale corporate che valorizza, tutela e rende fruibile il patrimonio artistico e archivistico di Bper Banca. Bper Banca crede in una cultura diffusa e si impegna affinché la propria corporate collection possa essere sempre accessibile, vicina ai territori e in continua evoluzione. Promuove il patrimonio culturale con obiettivi di responsabilità sociale, stimolando riflessioni su tematiche attuali e rilevanti, con una particolare attenzione alle nuove generazioni, per un futuro equo, consapevole e sostenibile. Lo spazio espositivo di Modena ospita mostre temporanee dinamiche che presentano i capolavori della corporate collection di Bper Banca, diventando così luogo di scambio e d’incontro, dove l’arte e la cultura sono protagoniste di una continua ricerca scientifica. 

Sbircia la Notizia Magazine unisce le forze con la Adnkronos, l'agenzia di stampa numero uno in Italia, per fornire ai propri lettori un'informazione sempre aggiornata e di alta affidabilità.

Cultura

Gianni Minà, una vita di interviste: da Fidel Castro a Muhammad Ali

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Una vita di interviste quella di Gianni Minà. Nato a Torino il 17 maggio del 1938 e morto oggi all’età di 84 anni, è stato un giornalista testimone del nostro tempo e protagonista di incontri memorabili: da Fidel Castro al Comandante Marcos, a Maradona fino a Muhammad Ali. Un agenda di numeri di telefono che spaziavano da Luis Sepúlveda a Robert Redford passando per Robert De Niro. 

Gianni Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a ‘Tuttosport’ (di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998). Nel 1960 debutta in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Approdato a ‘Sprint’, rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui ‘Tv7’, ‘AZ, un fatto come e perché’, ‘Dribbling’, ‘Odeon. Tutto quanto fa spettacolo’ e ‘Gulliver’.  

Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fonda ‘L’altra domenica’. Nel 1976 viene assunto al ‘Tg2’ diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il ‘Premio Saint Vincent’ in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a ‘Mixer’, debutta come conduttore di ‘Blitz’, programma di Raidue di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali.  

Minà ha diretto la rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo. Collaboratore per anni di quotidiani quali la Repubblica, l’Unità, Corriere della Sera e Manifesto, ha all’attivo numerose pubblicazioni, tra le quali: Il racconto di Fidel (1988), Un continente desaparecido (1995), Storie (1997), Un mondo migliore è possibile. Da Porto Alegre le idee per un futuro vivibile (2002), Politicamente scorretto (2007), Il mio Alì (2014), Così va il mondo. Conversazioni su giornalismo, potere e libertà (2017, con G. De Marzo), Storia di un boxeur latino (2020) e Non sarò mai un uomo comune (2021). 

Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali. Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato ‘Fidel racconta il Che’.  

In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Minà spiegava così l’affetto di personaggi intervistati e che erano entrati nella sua vita: “Credo sia una questione di intimità. Io ho i modi che soddisfano le relazioni umane. E quando mi dicevano no, non insistevo”. Il giornalista che ha intervistato quasi tutti, dai Beatles al Subcomandante Marcos, aveva spiegato al quotidiano che il suo rimpianto era non aver intervistato Nelson Mandela: “Mi è sfuggito Nelson Mandela. Ci eravamo messi d’accordo e mi aveva invitato in Sudafrica. Poi dovetti rinviare per tre quattro giorni e non siamo più riusciti a vederci”. 

Continua a leggere

Cultura

E’ morto Gianni Minà, aveva 84 anni

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Il giornalista e conduttore televisivo Gianni Minà è morto all’età di 84 anni. L’annuncio della scomparsa sulla sua pagina ufficiale di Facebook. “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Professor Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”. 

Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la carriera da giornalista nel 1959 a ‘Tuttosport’ (di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998). Nel 1960 debutta in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. Approdato a ‘Sprint’, rotocalco sportivo, diretto da Maurizio Barendson, a partire dal 1965 si occupa di documentari e inchieste per numerosi programmi, tra cui ‘Tv7’, ‘AZ, un fatto come e perché’, ‘Dribbling’, ‘Odeon. Tutto quanto fa spettacolo’ e ‘Gulliver’. Con Renzo Arbore e Maurizio Barendson fonda ‘L’altra domenica’. Nel 1976 viene assunto al ‘Tg2’, diretto da Andrea Barbato. Nel 1981 vince il ‘Premio Saint Vincent’ in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. Dopo aver collaborato con Giovanni Minoli a ‘Mixer’, debutta come conduttore di ‘Blitz’, programma di Raidue di cui è anche autore, che accoglie ospiti come Eduardo De Filippo, Federico Fellini, Jane Fonda, Enzo Ferrari, Gabriel Garcia Marquez e Muhammad Ali. 

Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali. Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato ‘Fidel racconta il Che’. 

 

SANGIULIANO – “Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. Ciao Gianni” twitta il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. 

 

 

Continua a leggere

Cultura

Al Prado inaugurata la mostra di Guido Reni

Pubblicato

il

(Adnkronos) – “La mostra di Guido Reni al Prado è motivo di orgoglio per tutti gli italiani. È un’esposizione che celebra giustamente il grande pittore bolognese, tra le massime espressioni del classicismo del Seicento, grazie anche ai prestiti di opere da diversi musei italiani. La collaborazione fra il sistema museale italiano e il museo Prado è un esempio virtuoso di circolazione europea delle opere. In contemporanea a Napoli, a Capodimonte, si può ammirare la Madonna del Pesce di Raffaello, prestata proprio dal museo spagnolo”. Lo ha detto il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, in occasione dell’inaugurazione questa sera al Prado, insieme all’omologo spagnolo, Miquel Iceta, della mostra ‘Guido Reni’, che, da domani al prossimo 9 luglio, vedrà esposte nel museo madrileno 96 opere, di cui 73 realizzate da Reni stesso, raccolte espressamente per l’occasione. 

In mattinata si è svolto un incontro tra i due ministri, che hanno messo a punto progetti comuni di scambio culturale tra le due Nazioni. Al centro del bilaterale anche le attività di contrasto al traffico illecito del patrimonio culturale, le possibili collaborazioni in ambito cinematografico nonché il programma culturale della prossima presidenza spagnola dell’Ue. 

Continua a leggere

Cultura

Libri: in uscita ‘L’ultima ombra d’estate’ di Mario Mattia, geofisico catanese dell’Ingv

Pubblicato

il

‘L’ultima ombra d’estate’ edito da Piemme è il romanzo d’esordio di Mario Mattia, geofisico presso l’Osservatorio Etneo dell’Ingv di Catania. Un giallo insolito, dove si intreccia la storia personale del protagonista, il giovane Marco, con uno spaccato della Sicilia degli anni ’70 dello scorso secolo, periodo in cui iniziò in grande stile il ‘sacco’ urbanistico delle città siciliane. In una intervista all’AdnKronos l’autore, a pochi giorni dal lancio nelle librerie e nei siti online, il prossimo 28 marzo, a precisa domanda su come si ‘passa’ dallo studio di vulcani e terremoti alla scrittura di un giallo, risponde che “non c’è tutta questa differenza che potrebbe sembrare. Nella scrittura, come nella ricerca scientifica, serve una buona dose di creatività ed il rispetto di alcune regole di massima. E in entrambi i casi serve molta pazienza e una buona capacità di osservazione!”.  

“Nel mio romanzo – risponde l’autore parlando della trama del suo libro- c’è un palcoscenico naturale che è la città di Licata e le sue spiagge e ci sono alcuni personaggi chiave che raccontano una storia fatta di rabbia e passione giovanile, di come la borghesia siciliana in un certo periodo si sia fatta attrarre dai facili guadagni che derivavano dallo sfruttamento urbanistico e di come, a volte, le scelte personali trascinano chi ci sta intorno in una spirale drammatica. Ma parla anche della meraviglia della scoperta dell’amore da parte di due ragazzi e della possibilità che è data a tutti di rimediare, col tempo, ai nostri errori”. Non sembrerebbe il solito giallo siciliano. “Non lo so – risponde Mario Mattia- Non mi sono posto il problema. La storia ruota intorno all’omicidio di un piccolo proprietario terriero ed alla facilità con cui la responsabilità di questo assassinio venga scaricata su un bracciante povero e ignorante. A partire da questo episodio – ricorda l’autore- il giovane Marco inizierà una indagine privata basata solo sulla sua certezza, che definirei ‘politica’ che si tratta di un abuso e su elementi fragilissimi”.  

“Questa indagine – prosegue Mattia- scatenerà un domino di eventi che però sfuggiranno al suo controllo e lo porteranno a fare scelte drammatiche. In questo senso è anche un romanzo di formazione, non solo un giallo”. Alla domanda se il ‘vulcanologo- scrittore’ dovesse indicare un modello di riferimento per la sua scrittura, Mattia sottolinea che “parlare di modelli potrebbe far sembrare che in qualche modo ci si paragoni ad essi. E non è, nel mio caso, nemmeno ipotizzabile. Nel mio romanzo ci sono ampie citazioni di ‘A ciascuno il suo’ di Leonardo Sciascia. Lui e il suo approccio razionale alla realtà siciliana – conclude- sono stati una guida, per me, e non solo in campo letterario”.  

(di Francesco Bianco)  

Continua a leggere

Cultura

Mostre: ‘FermoImmagine’, al via la personale di Vittorio Campana

Pubblicato

il

Inaugura oggi ‘FermoImmagine: sintesi di un istante’, mostra personale dell’artista romano Vittorio Campana che resterà aperta al pubblico presso Avangardysta bunker creativo fino al 2 aprile. Venti le opere fotografiche esposte, suddivise in tre sale, che tramite l’utilizzo della luce puntano a suscitare emozioni e raccontare storie: Cogliere l’attimo (Sala 1), Livorno: una terrazza sul mare (Sala 2), Dal classico al moderno (Sala 3). 

Linee, luci, ombre: tre elementi che caratterizzano gli scatti dell’autore il cui percorso artistico è contrassegnato dalla ricerca di linee essenziali, dalla fotografia di architettura alla natura, dando vita a immagini forti e rigorose. Via ogni elemento ‘disturbante’ per la composizione: restano le linee decise dei rami e le silhouette degli alberi, riflessi e ombre create dall’architettura delle città, colori spesso azzerati dal bianco e nero, luce e buio che scolpiscono le strade. Nascono così le opere fotografiche denominate ‘Trasparenze’ il cui processo consiste in più scatti, una volta scelto il migliore viene elaborato al computer e stampato su lastra di plexiglas, successivamente montata con elementi distanziatori ad un pannello bianco, tutto supportato dalla corretta illuminazione in grado di restituire, a chi osserva l’opera, una diversa prospettiva.  

“Il mio intento -spiega l’artista- è creare nello spettatore la sorpresa nel percepire che l’immagine sul pannello di forex non è un’altra fotografia o un disegno, ma solamente un’ombra che svanisce spegnendo la luce”. Nella prima sala, ‘Cogliere l’attimo’, sette scatti che rappresentano il passaggio in cui Campana introduce delle presenze umane in transito. Destinazione ignota, per questo Campana ‘coglie l’attimo’ e l’ignoto. “I personaggi sono presenze frettolose e secondarie che in realtà non lasciano traccia nella fotografia, sono lì solo per far capire che la vita scorre velocemente. Quindi la staticità dell’architettura è in contrapposizione allo scorrere del tempo”, dice l’artista. Focus sulle scale che rappresentano passaggi, attimi, ogni gradino è una transizione, un cambiamento, un movimento. 

Nella sala due (Livorno: una terrazza sul mare) protagonista è la città ligure con la serie di scatti della Terrazza Mascagni, con il suo pavimento a scacchiera bianca e nera fronte mare, uno dei luoghi più famosi e suggestivi della città. La serie è esposta a colori. Nella terza e ultima sala spazio a musei e luoghi di condivisione. Scatti che invitano lo spettatore a riflettere e a scoprire i luoghi di conservazione, valorizzazione e di cultura tra i più rappresentativi di Roma: Palazzo Barberini, il Maxxi, la Centrale Montemartini e l’Auditorium Parco della Musica. 

Continua a leggere

Cultura

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt apre a Hong Kong il Museum Summit

Pubblicato

il

L’evento museologico più grande al mondo – il Museum Summit – è stato aperto stamani a Hong Kong dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. Nella sua prima edizione post-pandemica, tenuta in contemporanea alla fiera Art Basel Hong Kong, la kermesse è stato organizzato dal Ministero del Tempo Libero, della Cultura e dello Sport della Regione di Amministrazione Speciale Hong Kong della Repubblica Popolare Cinese in collaborazione con Le Gallerie degli Uffizi. Partecipano all’evento 2.000 tra direttori e curatori di musei da tutto il mondo in presenza, più oltre 6,3 milioni di ulteriori individui (prevalentemente dai paesi asiatici) registrati online attraverso la piattaforma Ifeng.  

Presenti delegazioni da oltre 30 paesi, tra cui l’Arabia Saudita, Australia, Austria, Brunei, Cambodia, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Kazakistan, Laos, Malaysia, Maldive, Nepal, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Thailandia, Vietnam. 

La delegazione italiana presente a Hong Kong, guidata dal Console Generale della Repubblica Italiana a Hong Kong e Macao Carmela Ficarra, include anche Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Barberini e Corsini di Roma, Silvia Barlacchi in rappresentanza del Dipartimento per l’Educazione delle Gallerie degli Uffizi e Antonio Godoli, curatore emerito del patrimonio architettonico degli Uffizi e del Corridoio Vasariano e consigliere per i nuovi allestimenti, che sono tra i 30 conferenzieri che parlano in questi due giorni. 

Continua a leggere

Cultura

Lo scrittore Ian McEwan in visita agli Uffizi

Pubblicato

il

Lo scrittore britannico Ian McEwan ha visitato oggi pomeriggio la Galleria degli Uffizi. Il romanziere vincitore del Booker Prize, a Firenze per presentare il suo ultimo libro “Lezioni” (Einaudi) nell’ambito di un evento de ‘La Città dei lettori’, in compagnia della moglie Annalena McAfee ha trascorso circa due ore e mezzo nel celebre museo, dove non era mai stato fino ad oggi: “E’ la mia prima volta”. In particolare, Mc Ewan ha apprezzato i dipinti di Botticelli, soprattutto il piccolo Sant’Agostino nella sala della Venere, la sala delle Carte Geografiche e i capolavori di Leonardo da Vinci. 

Continua a leggere

Cultura

Intervista ad Omar Hassan

Pubblicato

il

(Adnkronos) –
Che sensazioni ti trasmette Palermo? Se guardi la mappa…Palermo è in linea d’aria in mezzo tra Milano e l’Egitto…
 

Palermo mi dà un’energia pazzesca, anche perché io amo il mare. Subendo il trauma del cemento e dell’asfalto delle periferie milanesi, amo, a maggior ragione, il mare. A Palermo si percepisce una dimensione di attraversamento di tante culture. Si percepisce dall’architettura, si percepisce dall’accoglienza della gente. Palermo, ed in generale la Sicilia, sono territori che amo in Italia. 

 

A Milano occorre fare un po’ di strada per passare dal centro alla periferia. A Palermo quartieri come l’Albergheria, i Danisinni, Ballarò, si raggiungono a piedi da Palazzo Reale, sono confinanti col centro storico, cuore pulsante e turistico della città. È un tutt’uno. Il concetto di periferia è in qualche modo stravolto…
 

Credo che Palermo sia quasi unica, nel senso che le grandi città tendono a isolare il centro dalla periferia il più possibile. Quando trovi, invece, una realtà, dove vicino al centro, si sviluppano anche quartieri non proprio facili, sei di fronte al primo vero segno di integrazione. In questo caso, proprio con questa configurazione la città prova a ricomporsi e a rivalutarsi. Tutto viene ricompreso in un articolato, complesso e interessante significato della città, nulla viene rimbalzato fuori. Tutto assume una configurazione, che nel suo complesso, diviene più potente. Adesso in Italia viviamo un po’ la realtà della “banlieue” parigina, che a Parigi trovi da 20 anni ed adesso inizia ad esserci anche da noi. Spero di scoprire ancora meglio Palermo, non vedo l’ora di viverci un po’, di conoscere queste realtà così vicine e interessanti. 

 

Punctum a Palazzo Reale di Palermo: che mostra vuole essere?
 

 

“Punctum” a Palazzo Reale vuole essere lo sguardo dell’arte in cammino. L’ulteriore nutrimento di quell’energia che rende l’artista come “la vita stessa”. Pollock diceva “essere un artista è la vita stessa: è vivere voglio dire”. 

Punctum è anche ulteriore tassello che si aggiunge al mio cammino di artista. Ogni mostra ed ogni luogo dove viene realizzata una mia mostra, contribuisce a farmi sentire artista del mondo. Contribuisce, contemporaneamente, a farmi sentire cittadino nel nostro mondo. Le suggestioni storico–artistiche e culturali di Palazzo Reale, di un laboratorio ben riuscito della storia, connotato da un incontro tra culture, visioni spirituali e linguaggio artistico, aggiunge un ulteriore impulso artistico in me che si concretizza nella realizzazione di opere site-specific per l’allestimento nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale: Autoritratto, ∞ Lights, Pax, Triloquio, No Filter, la Nona IX e la Mappa di Palermo. 

La mostra nasce da un dialogo intenso con la Fondazione Federico II. Sono stato attratto dal metodo di lavoro di questa Fondazione, del loro modo di intendere le mostre, come un pungolo, una leva di riflessione. Il loro NO alle mostre pre-confezionate è stato per me uno stimolo importante. Con loro ho visitato Palazzo Reale di Palermo, cogliendone il dispiegamento di energie che la storia ci ha donato, che merita anche quella vivificazione continua attraverso mostre di arte contemporanea. Il Palazzo Reale ha saputo guardare avanti, grazie ad una visione forte della Fondazione Federico II. Connettersi con quella energia, con quella luce e con la sua dimensione complessa è stato esaltante. Punctum a Palazzo Reale è anche una celebrazione della donna reale. Figura per me sacra che nella nostra contemporaneità, purtroppo, sta subendo atrocità indicibili in alcune parti del mondo. 

Con tutta la Fondazione Federico II abbiamo deciso di celebrare la figura femminile, accostandola ai miei gesti pittorici e attraverso una mostra fortissima. Punctum è la valorizzazione del singolo, perché ognuno di noi è fondamentale per creare un insieme sereno e armonioso. Punctum è quell’energia vitale dell’artista che rende unica ogni opera d’arte. 

 

 

Da dove nasce l’idea dei mosaici di “tappini” della serie Caps? Quanti sono i tappini che compongono l’opera nella mappa di Palermo?
 

 

Sono anni che sto realizzando la mappatura di tutte le città che mi ospitano, dove realizzo le mostre, con i tappini delle bombolette spray. Queste mappe sono composte da 8.000 /10.000 tappini dipinti a mano, ad uno ad uno, cosa che serve proprio a dare valore al singolo. Se fossimo tutti eticamente corretti nel proprio spazio e aperti al dialogo, nel nostro insieme saremmo un’armonia serena e meravigliosa. In ogni caso l’insieme non assorbe mai il significato di ciascuno e tutti non possiamo che essere posti in relazione. La mappa di Palermo è composta da ottomilanovecentoventotto tappini. 

Continua a leggere

Cultura

Reali, al via riprese serie tv dedicata a regina Maxima d’Olanda

Pubblicato

il

Sarà l’attrice di origine argentina Delfina Chaves, 27 anni, ad incarnare in una nuova serie tv l’attuale sovrana olandese, sua maestà la regina Maxima dei Paesi Bassi, principessa di Orange -Nassau, nata Zorreguieta Cerruti, anche lei nativa di Buenos Aires, moglie di re William-Alexander (interpretato dakll’attore Martijin Lakemeier), incoronata il 30 aprile 2013 dopo l’abdicazione della regina Beatrice. La serie è tratta dalla biografia intitolata ‘Maxima Zorreguieta. Motherland’ scritta da Marcia Luyten, le riprese, che si svolgeranno tra gli Stati Uniti, Spagna, Argentina, Belgio e naturalmente nei Paesi Bassi, cominceranno il prossimo giugno e la serie sarà programmata a partire dal 2024. 

Una fiaba da immortalare quella della giovane Maxima, figlia di Jorge Horacio Zorreguita Stefanini, ministro dell’Agricoltura durante il regime militare di Jorge Rafael Videla, e della seconda moglie Maria del Carmen Cerruti, con sangue italiano nelle vene, due fratelli (Juan e Martin) e una sorella (Ines), morta suicida nel 2018. Studi in Argentina alla Northlands School e laurea in economia all’Universidad Catolica Argentina, una carriera come top manager all’interno di importati società finanziarie, sempre divisa tra l’Argentina e gli Stati Uniti. Nulla lasciava presagire che Maxima Zorreguieta Cerruti sarebbe stata incoronata, un giorno, regina d’Olanda. Galeotta fu la Feria de Abril di Siviglia dove Maxima e William- Alexander si incontrano grazie ad amici comuni. Una relazione nascosta per molto tempo persino ai genitori del futuro marito. Il fidanzamento ufficiale e l’annuncio del matrimonio non furono senza polemiche.  

Il Paese non avrebbe mai accettato una futura regina, il cui padre si sospettava fosse coinvolto nella ‘guerra sporca’ della dittatura argentina. Ferma la posizione del futuro sposo. Non avrebbe lasciato la sua Maxima, ma l’Olanda se fosse stato necessario, non dimentico di quanto era accaduto ai genitori (il padre, Claus van Amsberg, diplomatico tedesco era stato membro della Gioventù hitleriana e della Wehrmacht nazista, non gradito agli Orange-Nassau e al Paese). Dopo ampio dibattito, e non senza numerose polemiche, l’approvazione alle nozze fu concessa dal Parlamento olandese (lei in abito firmato Valentino e preziosa tiara tempestata di diamanti proveniente dallo scrigno della regina Beatrice) ma i genitori di Maxima, non graditi, non parteciperanno alle nozze reali e la giovane principessa dovette prendere le distanze, pubblicamente, in tv dal padre e dalla sua famiglia.  

Ma la futura regina d’Olanda impara a farsi amare dal suo nuovo Paese e lo conquista giorno dopo giorno. Al momento è solo una principessa, con un doppio passaporto argentino e olandese, donna elegante (adora i colori vitaminici e i cappelli dalle larghe falde), carismatica, intelligente, dal sorriso contagioso, empatica, si impegna a difesa e a sostegno delle donne con iniziative legate all’inclusione, alla possibilità di poter accedere al microcredito a forme di finanziamenti bancari. E viaggia nel mondo accanto all’augusto consorte visitando le antiche colonie e i protettorati olandesi. Ovunque l’accoglienza à entusiasta. E i sondaggi volano.  

Sembra che l’attuale regina d’Olanda, madre di tre figlie, le principesse Amalia, Alexia e Ariane, sia considerata uno dei più accreditati ambasciatori del Paese nel mondo. In una recente intervista a Rtl Nieuws l’attore Martijin Lakemeier ha confessato: “E’ un onore e una grande sfida portare in tv e raccontare la grande storia d’amore tra Maxima e Willem- Alexander, negli anni in cui entrambi si sono follemente innamorati l’uno dell’altro”. Ancora un assit a favore di Maxima Orange-Nassau. La serie tv ha come obiettivo di far conoscere al Paese gli anni del’infanzia e degli studi in Argentina. Un ritorno al passato per cementare il presente, guardando già al futuro, alla prossima sovrana, la giovane Catharina-Amalia Beatrix Carmen Victoria di Orange-Nassau. Ha solo 20 anni, ma già perfettamente investita del suo ruolo.  

Continua a leggere

Cultura

Uffizi, visita del portiere della Nazionale e della Fiorentina Salvatore Sirigu

Pubblicato

il

Il portiere della Nazionale Azzurra e della Fiorentina Salvatore Sirigu in visita alla Galleria degli Uffizi. Sirigu, che si è trattenuto alcune ore tra i tesori del celebre museo vasariano, è stato accolto al suo arrivo dal direttore Eike Schmidt, che gli ha illustrato i capolavori del Botticelli e la Sala delle Carte Geografiche, recentemente riaperta; prima di salutarsi, i due si sono concessi un selfie davanti alla Primavera.  

Continua a leggere

Articoli recenti

Post popolari

Il contenuto di questa pagina è protetto.