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Russia, Carlson ha intervistato Putin: anchor Usa in...

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Russia, Carlson ha intervistato Putin: anchor Usa in missione al Cremlino

L'intervista sarà disponibile tra poche ore sulla sua piattaforma e domani mattina sul sito del Cremlino

Vladimir Putin e Tucker Carlson (Afp)

Tucker Carlson, l'anchor americano considerato vicino a Donald Trump in missione al Cremlino, ha già ottenuto i suoi obiettivi, commerciale e politico. Assicurarsi un pubblico stellare per l'intervista esclusiva a Vladimir Putin, con cui di fatto lancia la sua piattaforma streaming a pagamento (72 dollari l'anno), il Tucker Carlson Network, creando aspettativa e polemiche con un video già visualizzato da 60 milioni di persone, e far tornare il presidente russo al centro del dibattito politico negli Stati Uniti, mentre il Senato boccia gli aiuti all'Ucraina e nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali. L'intervista sarà disponibile gratuitamente su tuckercarlson.com (ora di New York, così come da domani mattina, sul sito del Cremlino (il video e la trascrizione, in russo e in inglese).

Il copione è stato scritto con cura. Carlson è approdato a Mosca. Ai suoi spostamenti in città la stampa ufficiale russa ha dato ampia copertura. Sono iniziate le speculazioni sulle ragioni del suo viaggio, anche sui media occidentali. In un video dalla sua suite a Mosca (da più di mille dollari a notte, come è stato fatto notare), l'ex star di Fox News, emittente di destra da cui si è fatto licenziare a sorpresa lo scorso anno, ha infine annunciato che avrebbe intervistato Vladimir Putin, primo giornalista occidentale a farlo dall'inizio della guerra, accusando i suoi colleghi "di non essersi neanche scomodati" a raccontare la versione russa.

"La maggioranza degli americani non ha idea delle ragioni che hanno portato Putin a invadere l'Ucraina o di quali siano i suoi obiettivi. Non hanno mai ascoltato la sua voce. E questo è sbagliato", ha aggiunto nel video, pubblicato poche ore prima del voto del Senato.

Le smentite sono state immediate, ma non hanno fatto che gonfiare ulteriormente la polemica, quindi l'aspettativa. Giornalisti del calibro di Christiane Amanpour hanno ricordato di aver chiesto, senza risultati, di intervistare Putin. "Davvero Tucker pensa che noi giornalisti non abbiamo cercato di intervistare Putin ogni giorno dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. E' assurdo. Continueremo a farlo, come lo facciamo da anni", ha detto Amanpour. Lo stesso ha precisato Steve Rosenberg, della Bbc. Tutti comunque con in mente il corrispondente a Mosca del Wall Street Journal Evan Gershkovich detenuto da dieci mesi con l'accusa di spionaggio.

"In passato molti giornalisti hanno intervistato Putin i cui frequenti discorsi sono coperti dalla stampa. Ma l'intervista di Carlson è diversa perché non è un giornalista, ma un propagandista con una storia nell'aiutare gli autocrati a nascondere la corruzione", ha scritto Anne Applebaum, giornalista e storica americana.

Perfino il portavoce del Cremlino ha smentito Carlson. Dmitry Peskov ha spiegato che Putin ha accettato la richiesta perché il giornalista noto per i suoi toni aggressivi e lontani dalla correttezza politica, "ha posizioni diverse da tutti gli altri giornalisti occidentali, non troppo filo Ucraina, anzi filo americana". "La sua posizione è in netto contrasto con quella di tutti gli altri media anglosassoni tradizionali", ha aggiunto.

"Fare un'intervista come questa è rischioso, quindi ci abbiamo pensato con attenzione per mesi. Siamo giornalisti. Il nostro dovere è informare la gente. La maggioranza degli americani non è informata sulla guerra che da due anni sta rimodellando il mondo. Ma devono esserlo", ha sottolineato Carlson, nel video pubblicato sul suo account X da 11,7 milioni di follower, dove dopo l'uscita da Fox News ha pubblicato i suoi show in attesa del lancio della sua piattaforma.

Show ancora con visualizzazioni complessive dell'ordine di milioni per puntata, anche se in netto calo rispetto all'audience a cui era abituato nella televisione tradizionale. Fino all'intervista con Putin.

Ue: "Putin bugiardo cronico, presto per parlare di sanzioni a Carlson"

"Non abbiamo visto l'intervista, ma possiamo immaginare" quello che il presidente russo Vladimir Putin dirà" all'ex anchorman di Fox News Tucker Carlson, dato che "è un bugiardo cronico". Lo ha detto il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, a Bruxelles. "Si discuterà e si prenderà una decisione, ma è prematuro prendere una decisione su questa intervista" specifica. In ogni caso "per quanto riguarda le sanzioni nei confronti delle persone, il processo è confidenziale". Tuttavia, ricorda, le misure devono essere adottate "all'unanimità" e avere solide basi giuridiche, dato che possono essere contestate in Corte di Giustizia.

Il portavoce Johannes Bahrke ha ricordato che "è in corso un'indagine nei confronti di X e guardiamo da vicino quello che fa la piattaforma. Ma è la piattaforma che deve intervenire sui contenuti specifici: noi ci occupiamo dei rischi sistemici". In questo caso, "non si tratta di contenuto terroristico", bensì di contenuto potenzialmente "illegale", che la piattaforma deve "rimuovere", una volta che si accorge della sua pubblicazione.

"Non discutiamo il problema di un'intervista, ma di una sistematica manipolazione dell'informazione, che sta diventando cronica, non solo da parte del Cremlino, ma anche da parte di altri Paesi - ha aggiunto Stano -. Noi combattiamo contro questa manipolazione, mantenendo la libertà di opinione e di espressione". "Vladimir Putin ha il desiderio contorto di ristabilire l'impero russo, per cui deve controllare tutto quello che accade nel suo vicinato e può imporre a tutti il suo volere. Non è una cosa che possiamo né siamo disponibili a tollerare, nel XXI secolo", ha concluso.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Decine di armi nucleari in Bielorussia, Lukashenko:...

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"Se Occidente continua pressioni su Mosca, rischio apocalisse nucleare", l'avvertimento lanciato dal presidente bielorusso

Missili nucleari - (123RF)

"Diverse decine" di armi tattiche nucleari russe sono state dispiegate nel territorio della Bielorussia. Lo ha detto il presidente dell'ex repubblica sovietica, Alexander Lukashenko, citato dalla Tass, in un riferimento all'accordo firmato lo scorso anno con il presidente russo Vladimir Putin.

In un discorso dinanzi all'Assemblea popolare, Lukashenko ha affermato che, se l'Occidente continua a fare pressioni sulla Russia, Mosca potrebbe utilizzare tutto il suo arsenale. "Sarebbe l'apocalisse nucleare", ha avvertito, spiegando che "una parola incauta, un movimento potrebbero causare un conflitto armato fino all'uso di armi nucleari". "Non vogliamo combattere contro nessuno. E sono convinto che non lo faremo. I nostri avversari hanno chiaro che possiamo sferrare una risposta seria che ucciderà milioni di persone all'istante. Sarà una nuova guerra", ha aggiunto.

Il presidente bielorusso ha paventato anche "l'alto rischio" di incidenti militari al confine con l'Ucraina, accusando gli Stati Uniti di "fare di tutto" per trascinare Minsk in guerra. In un discorso dinanzi all'Assemblea nazionale suprema, Lukashenko ha detto: "Il rischio principale è rappresentato da un punto caldo regionale, che è certamente l'Ucraina. Washington trascinerà in ogni modo il nostro Paese nel conflitto".

"Se l'Ucraina non dà il via a negoziati, perderà la sua statualità e potrà cessare di esistere", ha detto ancora il Presidente della Bielorussia. "E' la situazione migliore per fare la pace e firmare un accordo di pace", ha aggiunto. I russi, ha precisato, "non lasceranno la Crimea o le regioni dell'Est".

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Ue, Macron: “Europa oggi può morire, dipende da...

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Il presidente francese nel discorso alla Sorbona: "Siamo in ritardo, dobbiamo semplificare le regole e investire di più". E sottolinea: "Russia potenza disinibita, 'Ucraina e Moldova fanno parte nostra famiglia"

Emmanuel Macron  - (Afp)

"Siamo in un momento di grande accelerazione. Dobbiamo essere lucidi, l'Europa oggi può morire, è mortale. Questo dipende unicamente dalle nostre scelte, scelte che devono essere fatte oggi". Così Emmanuel Macron nel discorso che ha tenuto questa mattina alla Sorbona, sette anni dopo l'intervento con cui aveva gettato le basi per il suo impegno per l'Ue. Poi la denuncia: l'Europa "è circondata" e "ancora oggi è troppo lenta". Il presidente francese ha quindi citato la transizione ambientale, digitale, la difesa, la Russia e la Cina. "Sul nostro continente si gioca una questione di pace e di guerra".

L'Europa corre inoltre il rischio di impoverimento, di uno stallo, ha affermato ancora, precisando che "le regole del gioco sono cambiate" nel mondo. "La nostra Europa è sempre più contestata per il suo modello politico, nella sua capacità di costruire narrative", ha sottolineato Macron, ricordando che la "soluzione è la nostra capacità di prendere decisioni strategiche massicce, capire il cambiamento di paradigma e rispondere con la potenza, la prosperità e l'umanesimo", elementi "con cui sarà possibile dare contenuto all'Europa e a non farla sparire, un progetto politico".

La Russia è un vicino "disinibito, diventato aggressivo", l'Europa "deve cambiare paradigma" e costruire nuove capacità, ha affermato quindi Macron, senza escludere lo sviluppo di uno scudo antimissile. "La condizione necessaria per la nostra sicurezza è che la Russia non vinca la sua guerra contro l'Europa. Siamo di fronte a potenza disinibita, che ha attaccato un Paese d'Europa, che non ci dice quali sono i suoi limiti", ha denunciato, sottolineando: "Perché dovremmo dirglieli noi" i nostri limiti?

Stati Uniti e Cina stanno sovra finanziando i loro settori critici. "Va bene l'apertura commerciale, ma l'Europa deve difendere i suoi interessi". L'apertura non può funzionare se Stati Uniti e Cina "non rispettano le regole del commercio", ha affermato. "Se un bene non rispetta norme chiare, non potrà entrare in suolo Europeo. Giusto rispetto per le nostre frontiere e per i nostri produttori", ha aggiunto, denunciando il rischio che gli europei si trasformino in un popolo di soli consumatori.

Quanto a Ucraina e Moldova fanno parte "della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione", ha detto allora. "L'Europa si pensa oramai come un insieme coerente dopo l'aggressione russa, sostenendo che Ucraina e Moldova fanno parte della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione quando sarà il momento, come i Balcani occidentali".

"L'immigrazione comincia alle frontiere europee, non al confine della Francia", ha sottolineato, parlando del controllo delle frontiere esterne dell'Ue come di una delle sfide cruciali del blocco che in passato "ha dimenticato di proteggere le sue frontiere esterne". "La Francia è un Paese di movimento secondario. L'immigrazione rientra nello spazio europeo da altre frontiere e la Francia, più che altri Paesi ha bisogno di una politica efficace dato che comincia alle frontiere europee e non francesi"."Oggi siamo troppo divisi", ha aggiunto, sottolineando l'importanza del "rientro dei migranti nei loro Paesi di origine".

"Le nostre frontiere sono un bene comune. Dobbiamo costruire una struttura politica per prendere decisioni comuni su migrazioni ma anche terrorismo e criminalità organizzata", ha proposto il Presidente francese, nel discorso sull'Europa che ha tenuto alla Sorbona, a Parigi. L'Europa ha ora "iniziato a riaffermare chiaramente l'esistenza delle sue frontiere".

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Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...

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Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"

Joe Biden (Afp)

"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".

In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.

"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".

Cosa ha detto Biden

"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.

Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.

"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".

Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."

Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".

"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".

Aiuti per Israele e Gaza

Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".

Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.

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