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Gaza, tregua con Hamas estesa di un giorno: le condizioni...
Gaza, tregua con Hamas estesa di un giorno: le condizioni di Israele
8 in totale gli ostaggi da liberare nella lista di oggi, tra cui due minori. Consigliere Netanyahu: "Un giorno di stop per ogni 10 ostaggi liberati. Se Hamas non rispetta condizione, combattimenti possono riprendere". Dopo attacco a Gerusalemme Hamas chiede "escalation di resistenza". Frasi di Sanchez su Gaza, ira Israele
Settimo giorno di tregua oggi, 30 novembre 2023, a Gaza. Mentre i negoziatori egiziani e del Qatar stanno spingendo per una nuova estensione di due giorni del cessate il fuoco e il rilascio di più prigionieri, scrive Haaretz.
La proroga è arrivata dopo che è stato trovato l'accordo tra Israele e Hamas per liberazione di 8 ostaggi, sei donne e due minori. Lo riportano i media israeliani, precisando che al conteggio odierno vanno aggiunte le due donne russo-israeliane, Elena Trofanov ed Irena Tatti, liberate la scorsa notte dall'organizzazione palestinese in segno di riconoscimento nei confronti del presidente Vladimir Putin.
L'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha confermato che i parenti degli ostaggi che figurano nell'elenco sono già stati informati del loro imminente rilascio. Saranno rilasciati anche due ostaggi beduini un fratello e una sorella, Belal e Aisha Zaidna. La loro famiglia, composta da quattro persone, risulta dispersa dal 7 ottobre, quando i miliziani di Hamas hanno preso d'assalto il Kibbutz Holit dove lavoravano.
Secondo alcune fonti, oggi dovrebbero essere riconsegnate a Israele anche tre salme. Per Haaretz, tuttavia, non c'è ancora un accordo definitivo su questo punto e i negoziati vanno avanti.
Sono ancora 145 gli ostaggi nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza, ha dichiarato intanto il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, spiegando che tra gli ostaggi tre hanno meno di 18 anni e dieci più di 75. Finora sono stati rilasciati 102 ostaggi, tra cui 78 israeliani e 24 stranieri, ha affermato Levy.
2 ostaggi già consegnati alla Croce Rossa
Due degli ostaggi israeliani che saranno rilasciati oggi da Hamas sono intanto stati già consegnati alla Croce Rossa internazionale. Lo riferisce il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari, su 'X'. I due cittadini israeliani ''sono in viaggio verso il territorio israeliano'', scrive Hagari, affermando che ''ci si aspetta che nelle prossime ore altri ostaggi israeliani saranno consegnati alla Croce Rossa''.
Rilasciata Mia Shem, la cittadina francese di 21 anni che era apparsa ferita alla gamba e al braccio in un video diffuso da Hamas dove diceva che stava ricevendo le cure necessarie. La ragazza è stata liberata insieme ad Amit Soussana ed è stata consegnata dalla Croce Rossa Internazionale alle Forze di difesa israeliane.
Le condizioni di Israele
Intanto Mark Regev, consigliere del primo ministro Benjamin Netanyahu, in un'intervista alla Cnn ha definito "cristallina" la posizione dello Stato ebraico in merito alla proroga del cessate il fuoco a Gaza. Israele accetterà di estendere la tregua per ogni giorno in cui Hamas rilascerà 10 ostaggi "in vita", ha dichiarato. "Ogni giorno, abbiamo concordato una proroga (della tregua, ndr) in cambio del rilascio di 10 ostaggi, 10 ostaggi vivi - ha detto Regev - Se Hamas continua a rilasciare ostaggi, 10 al giorno, estenderemo la tregua". Regev ha quindi precisato che "se Hamas non riesce a soddisfare le condizioni della proroga allora ovviamente i combattimenti potranno riprendere".
Hamas chiede "escalation resistenza"
Hamas intanto chiede una "escalation della resistenza" dopo l'attacco al Gerusalemme, che ha fatto tre morti. Lo riporta il Times of Israel che dà notizia della rivendicazione dell'attacco all'ingresso della città da parte del gruppo, secondo cui "gli eroi" si "stanno mobilitando per vendicare il sangue dei martiri".
Nel suo messaggio Hamas afferma che due uomini armati del gruppo, i fratelli Murad (38 anni) e Ibrahim (30 anni) Nemer, di Sur Baher a Gerusalemme Est sono "martiri del jihad". Nella rivendicazione Hamas afferma che l'attacco di stamani è una "risposta" alle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, iniziate dopo il terribile attacco del gruppo del 7 ottobre in Israele, e all'uccisione di due minori ieri a Jenin (in Cisgiordania).
Nell'attacco odierno a Gerusalemme sono morti tre israeliani, raggiunti da colpi d'arma da fuoco esplosi contro una fermata dei bus. Secondo la polizia israeliana, due soldati liberi dal servizio e un civile armato hanno risposto al fuoco, uccidendo i due uomini armati, che - stando allo Shin Bet - erano già stati arrestati per attività di terrorismo (Murad era stato in carcere dal 2010 al 2020 per la pianificazione di attacchi e Ibrahim nel 2014 per reati non meglio precisati).
21enne ucciso da Israele dopo rilascio prigionieri in Cisgiordania
Un palestinese di 21 anni, Fadi Badran, è stato ucciso dal fuoco israeliano durante gli scontri successivi al rilascio dei prigionieri dal carcere di Ofer, in Cisgiordania, avvenuto nel quadro dell'accordo per la liberazione degli ostaggi a Gaza. Lo ha denunciato il ministero palestinese della Sanità, secondo quanto riferito dall'agenzia Wafa. Il giovane, originario di Beitunia, non era uno dei prigionieri rilasciati. Secondo la Wafa, è morto negli scontri scoppiati dopo che le forze di sicurezza israeliane hanno fatto irruzione nei quartieri vicini al carcere di Ofer, scontrandosi con gli abitanti.
Frasi Sanchez su Gaza, ira Israele
Non si placa l'ira di Israele contro Pedro Sanchez che stamani in tv ha detto di avere "seri dubbi" sul fatto che Israele stia "rispettando il diritto umanitario internazionale". Dopo aver convocato, per la seconda volta in pochi giorni, l'ambasciatore spagnolo in Israele, ora il ministro degli Esteri, Eli Cohen, comunica che "in seguito delle dichiarazioni oltraggiose del premier spagnolo, che ancora una volta ha ripetuto accuse senza fondamento, ho deciso di richiamare il nostro ambasciatore in Spagna per consultazioni a Gerusalemme".
"Israele sta agendo e continuerà ad agire secondo la legge internazionale - aggiunge in un post su X il ministro degli Esteri israeliano - e continuerà la guerra fino a quando tutti gli ostaggi saranno restituiti e Hamas sarà eliminata da Gaza".
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Decine di armi nucleari in Bielorussia, Lukashenko:...
"Se Occidente continua pressioni su Mosca, rischio apocalisse nucleare", l'avvertimento lanciato dal presidente bielorusso
"Diverse decine" di armi tattiche nucleari russe sono state dispiegate nel territorio della Bielorussia. Lo ha detto il presidente dell'ex repubblica sovietica, Alexander Lukashenko, citato dalla Tass, in un riferimento all'accordo firmato lo scorso anno con il presidente russo Vladimir Putin.
In un discorso dinanzi all'Assemblea popolare, Lukashenko ha affermato che, se l'Occidente continua a fare pressioni sulla Russia, Mosca potrebbe utilizzare tutto il suo arsenale. "Sarebbe l'apocalisse nucleare", ha avvertito, spiegando che "una parola incauta, un movimento potrebbero causare un conflitto armato fino all'uso di armi nucleari". "Non vogliamo combattere contro nessuno. E sono convinto che non lo faremo. I nostri avversari hanno chiaro che possiamo sferrare una risposta seria che ucciderà milioni di persone all'istante. Sarà una nuova guerra", ha aggiunto.
Il presidente bielorusso ha paventato anche "l'alto rischio" di incidenti militari al confine con l'Ucraina, accusando gli Stati Uniti di "fare di tutto" per trascinare Minsk in guerra. In un discorso dinanzi all'Assemblea nazionale suprema, Lukashenko ha detto: "Il rischio principale è rappresentato da un punto caldo regionale, che è certamente l'Ucraina. Washington trascinerà in ogni modo il nostro Paese nel conflitto".
"Se l'Ucraina non dà il via a negoziati, perderà la sua statualità e potrà cessare di esistere", ha detto ancora il Presidente della Bielorussia. "E' la situazione migliore per fare la pace e firmare un accordo di pace", ha aggiunto. I russi, ha precisato, "non lasceranno la Crimea o le regioni dell'Est".
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Ue, Macron: “Europa oggi può morire, dipende da...
Il presidente francese nel discorso alla Sorbona: "Siamo in ritardo, dobbiamo semplificare le regole e investire di più". E sottolinea: "Russia potenza disinibita, 'Ucraina e Moldova fanno parte nostra famiglia"
"Siamo in un momento di grande accelerazione. Dobbiamo essere lucidi, l'Europa oggi può morire, è mortale. Questo dipende unicamente dalle nostre scelte, scelte che devono essere fatte oggi". Così Emmanuel Macron nel discorso che ha tenuto questa mattina alla Sorbona, sette anni dopo l'intervento con cui aveva gettato le basi per il suo impegno per l'Ue. Poi la denuncia: l'Europa "è circondata" e "ancora oggi è troppo lenta". Il presidente francese ha quindi citato la transizione ambientale, digitale, la difesa, la Russia e la Cina. "Sul nostro continente si gioca una questione di pace e di guerra".
L'Europa corre inoltre il rischio di impoverimento, di uno stallo, ha affermato ancora, precisando che "le regole del gioco sono cambiate" nel mondo. "La nostra Europa è sempre più contestata per il suo modello politico, nella sua capacità di costruire narrative", ha sottolineato Macron, ricordando che la "soluzione è la nostra capacità di prendere decisioni strategiche massicce, capire il cambiamento di paradigma e rispondere con la potenza, la prosperità e l'umanesimo", elementi "con cui sarà possibile dare contenuto all'Europa e a non farla sparire, un progetto politico".
La Russia è un vicino "disinibito, diventato aggressivo", l'Europa "deve cambiare paradigma" e costruire nuove capacità, ha affermato quindi Macron, senza escludere lo sviluppo di uno scudo antimissile. "La condizione necessaria per la nostra sicurezza è che la Russia non vinca la sua guerra contro l'Europa. Siamo di fronte a potenza disinibita, che ha attaccato un Paese d'Europa, che non ci dice quali sono i suoi limiti", ha denunciato, sottolineando: "Perché dovremmo dirglieli noi" i nostri limiti?
Stati Uniti e Cina stanno sovra finanziando i loro settori critici. "Va bene l'apertura commerciale, ma l'Europa deve difendere i suoi interessi". L'apertura non può funzionare se Stati Uniti e Cina "non rispettano le regole del commercio", ha affermato. "Se un bene non rispetta norme chiare, non potrà entrare in suolo Europeo. Giusto rispetto per le nostre frontiere e per i nostri produttori", ha aggiunto, denunciando il rischio che gli europei si trasformino in un popolo di soli consumatori.
Quanto a Ucraina e Moldova fanno parte "della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione", ha detto allora. "L'Europa si pensa oramai come un insieme coerente dopo l'aggressione russa, sostenendo che Ucraina e Moldova fanno parte della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione quando sarà il momento, come i Balcani occidentali".
"L'immigrazione comincia alle frontiere europee, non al confine della Francia", ha sottolineato, parlando del controllo delle frontiere esterne dell'Ue come di una delle sfide cruciali del blocco che in passato "ha dimenticato di proteggere le sue frontiere esterne". "La Francia è un Paese di movimento secondario. L'immigrazione rientra nello spazio europeo da altre frontiere e la Francia, più che altri Paesi ha bisogno di una politica efficace dato che comincia alle frontiere europee e non francesi"."Oggi siamo troppo divisi", ha aggiunto, sottolineando l'importanza del "rientro dei migranti nei loro Paesi di origine".
"Le nostre frontiere sono un bene comune. Dobbiamo costruire una struttura politica per prendere decisioni comuni su migrazioni ma anche terrorismo e criminalità organizzata", ha proposto il Presidente francese, nel discorso sull'Europa che ha tenuto alla Sorbona, a Parigi. L'Europa ha ora "iniziato a riaffermare chiaramente l'esistenza delle sue frontiere".
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Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...
Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"
"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".
In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.
"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".
Cosa ha detto Biden
"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.
Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.
"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".
Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."
Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".
"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".
Aiuti per Israele e Gaza
Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".
Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.