Cronaca
Strage di Fiumicino, Elio Vergati: “Scattai foto...
Strage di Fiumicino, Elio Vergati: “Scattai foto attentato ma tremarella arrivò dopo”
Il fotografo: "Sapevo cosa stavo fotografando in quel momento, riconoscevo il valore storico di quanto si consumava davanti ai miei occhi, a nemmeno 50 metri di distanza"
Il finanziere Antonio Zara, 25 anni, è a terra, in posizione prona. Sul volto ancora la bocca contratta in una smorfia di dolore. Accanto a lui, ma subito dietro, come in un macabro ordine di drammaticità, il comandante dell'areo incendiato e un operaio. Sono entrambi vestiti di bianco, quasi a prendere le distanze, in uno scatto scenograficamente perfetto, dall'attentatore che in abiti scuri li segue con la pistola in pugno. "Sapevo cosa stavo fotografando in quel momento, riconoscevo il valore storico di quanto si consumava davanti ai miei occhi, a nemmeno 50 metri di distanza. E non avevo paura, scattavo mentre Zara giaceva esanime a terra. Il tremore alle gambe è arrivato immediatamente dopo" racconta all'Adnkronos Elio Vergati.
Storico fotografo in servizio nell'aeroporto 'Leonardo da Vinci' di Fiumicino, per quella foto in bianco e nero vanta un secondo posto al premio Pulitzer e al World Press Photo. "Oggi torno indietro a 50 anni fa. Alla corsa che feci dietro ai poliziotti scattati in direzione dell'aereo in fiamme, a quel giovane finanziere colpito dai proiettili alle spalle. Non avevo cognizione del pericolo, della paura: quando un fotografo ha lo scatto da fare non ha tempo per pensare ai rischi. Io poi sono sempre stato una persona tranquilla e forse questo mi ha aiutato. Pensavo solo a scattare, a immortalare quello che avevo davanti ai miei occhi. La tremarella è arrivata dopo, più o meno insieme al pensiero 'Mamma mia, cosa ho appena visto?'".
Scene terribili, che Elio Vergati non ha mai dimenticato. E che avrebbe rivissuto, suo malgrado, non molti anni dopo. Ancora una volta a dicembre, il 27, 1985. "Di quel giorno ricordo i feriti, buttati a terra insieme ai morti. Aspettavano i soccorsi che sembravano non arrivare mai". E oggi, esattamente 50 anni dopo il primo attentato e a quasi 38 dal secondo, cosa è cambiato? "Da 60 anni ho sempre lavorato nello scalo internazionale di Fiumicino - dice - e c'é una grande differenza tra come era prima e com'é oggi. Adesso è davvero difficile entrare con un'arma, c'é molta sorveglianza e credo sia improbabile che un attentato di quel tipo si ripeta". (di Silvia Mancinelli)
Cronaca
Assalto Cgil, Cassazione: Appello bis per nove imputati
I giudici hanno annullato con rinvio le sentenze della Corte di Appello di Roma, che avevano confermato le condanne degli imputati per devastazione
Appello bis per nove imputati nel processo con rito abbreviato per l’assalto alla sede della Cgil avvenuto nel corso della manifestazione “no green pass” del 9 ottobre del 2021 a Roma. I giudici della Prima Sezione Penale della Cassazione hanno annullato con rinvio le sentenze della Corte di Appello di Roma, che avevano confermato le condanne degli imputati per devastazione. Tra questi Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova, Mirko Passerini e Claudio Toia, appartenente al gruppo ultras juventino 'Antichi valori' e considerato dagli inquirenti vicino al movimento di estrema destra.
“L’annullamento è stato determinato da carenze di motivazione di entrambe le sentenze in ordine alla ricostruzione dei fatti sotto il profilo del turbamento dell’ordine pubblico, oggetto giuridico della fattispecie”, si spiega in una nota della Suprema Corte.
Cronaca
Cospito, Cassazione conferma condanna a 23 anni per...
Difesa Cospito: "Rammarico per condanna estremamente severa". Confermata la pena a 17 anni e 9 mesi per Anna Beniamino
La Cassazione ha confermato le condanne a 23 anni per Alfredo Cospito e a 17 anni e 9 mesi per Anna Beniamino. Diventa così definitiva la sentenza emessa lo scorso 26 giugno dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino nei confronti dei due anarchici imputati per l’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano del 2006.
I supremi giudici della sesta sezione penale in particolare, accogliendo quanto chiesto oggi dal sostituto procuratore generale Perla Lori, hanno rigettato il ricorso della procura generale di Torino, che per Cospito, detenuto a Sassari in regime di 41bis, sollecitava la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per 12 mesi e per Beniamino a 27 anni e un mese, e dichiarato inammissibili i ricorsi delle difese.
Per Alfredo Cospito e Anna Beniamino, difesi rispettivamente dagli avvocati Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia, la Corte d’Assise d’Appello di Torino nel rideterminare le pene aveva riconosciuto ad entrambi le circostanze attenuanti previste dall’articolo 311 del codice penale e ritenuto le attenuanti generiche, già applicate, prevalenti sulla recidiva. Il 18 aprile dello scorso anno la Corte Costituzionale, interpellata nel dicembre 2022 dai giudici torinesi sull’eccezione di legittimità riguardante la ‘lieve entità’, si era espressa a favore del bilanciamento tra attenuanti e aggravanti.
La difesa di Cospito
“La decisione della Corte di Cassazione conferma quanto sostenuto dalle difese nel corso del giudizio di rinvio, ovvero che la pena dell'ergastolo con un anno di isolamento diurno invocato dalla procura generale di Torino rappresentava una richiesta sproporzionata e non sorretta da alcuna valida ragione giuridica. Rimane comunque il rammarico per una condanna estremamente severa”, ha dichiarato l’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Cospito.
Oggi, davanti alla Cassazione, si è svolto un presidio dei movimenti anarchici: esposti striscioni con scritto ‘fuori Alfredo dal 41 bis, ‘con Alfredo Cospito per la solidarietà internazionale’, ‘il carcere uccide’.
Cronaca
Furti d’auto, cosa c’è dietro i dati: il 29 aprile online...
In collaborazione con LoJack Italia. La prevenzione e il recupero dei veicoli, una partita guidata dalla tecnologia
Quanti sono, dove sono più frequenti, quali sono le tecniche più avanzate, quanti veicoli si riescono a ritrovare. Leggere e interpretare i dati sui furti di auto aiuta a comprendere quanto possano incidere la prevenzione e le azioni per il recupero. È una partita che si gioca, oltre che sul piano della sicurezza e dell’azione delle forze di polizia, con il contributo della tecnologia, delle soluzioni innovative e della gestione dei dati. Con un approccio che coinvolge le Istituzioni, le aziende specializzate in antifurti e sistemi di recupero, le case automobilistiche e le società di noleggio.
Ne parlano, durante un confronto organizzato dall’Adnkronos, che sarà online il 29 aprile:
- Deborha Montenero, Direttore della Terza Divisione del Servizio Polizia Stradale
- Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE
- Paolo Ghinolfi, già Fondatore/CEO di Arval Italia - BNP Paribas Group, Fondatore/AD di SIFÀ e già Presidente di ANIASA (Confindustria)
- Maurizio Iperti, Presidente LoJack Emea e AD LoJack Italia
- Modera Fabio Insenga, vicedirettore Adnkronos