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Lavoro, dopo la Great Resignation arriva la ‘grande...
Lavoro, dopo la Great Resignation arriva la ‘grande tristezza’: ecco come correre ai ripari
Sono sempre maggiori le aziende che stanno sperimentando la 'Great Gloom' ma la felicità dei dipendenti è un driver di produttività
Dopo la Great Resignation, che ha raggiunto il suo picco nel periodo immediatamente successivo alla pandemia da Covid, con una percentuale altissima di dimissioni per uscire da un contesto lavorativo poco soddisfacente, un altro fenomeno sta esplodendo in questi ultimi anni, con una crescita ancora più decisa dal 2023: sono sempre maggiori le aziende che stanno sperimentando all’interno della propria organizzazione la 'Great Gloom', la grande tristezza dei lavoratori. Dal 2020 il termometro che misura la felicità dei dipendenti è sceso a un tasso costante del 6%, con aumento al 9% nell’ultimo anno, secondo i dati diffusi da una recente indagine di BambooHR.
Con il morale dei dipendenti che peggiora di anno in anno, le aziende hanno un ruolo sempre più importante per innescare il cambiamento e arrestare questa tendenza che sta costando all’economia globale una cifra vicina al 9% del Pil, pari a 8,8 trilioni di dollari, secondo la società di consulenza statunitense Gallup. Favorire un clima aziendale positivo, stimolando l’engagement e il benessere dei dipendenti può infatti avere un impatto sulla produttività, rappresentando uno dei driver principali di crescita e sviluppo dell’azienda.
“Gli investimenti nella felicità dei dipendenti possono generare ritorni tangibili e misurabili", afferma Stefano Brigli Bongi, co-founder & cmo di Kampaay, piattaforma innovativa per eventi aziendali, che il 10 aprile stimolerà il dibattito su questi temi coinvolgendo voci esperte e testimonianze aziendali, tra cui Great Place to Work, Michelangelo International Travel e Silvia Zanella, autrice e Linkedin Top Voice. "Se pensiamo che trascorriamo la maggior parte della nostra giornata al lavoro - dice - è naturale come sia importante creare un ambiente sereno e positivo, che possa favorire il benessere dei dipendenti, fattore cruciale per aumentarne la produttività ma anche per consentire loro di realizzarsi pienamente come persone. Aspetti che sono sempre più sentiti soprattutto dai Millenial e dalla GenZ che hanno attribuito un nuovo significato al lavoro felice. E, in questa direzione, gli eventi aziendali possono servire da catalizzatori per una cultura aziendale più coesa e motivata”.
Della stessa opinione anche Laura Basili e Ilaria Cecchini, socie fondatrici di Women at Business, il progetto tecnologico italiano per la valorizzazione del talento femminile, che spiegano: “Sentirsi parte di un progetto più grande coinvolge, appassiona e forma. Dalla nostra esperienza personale e dal nostro osservatorio privilegiato sul mondo del lavoro, crediamo siano tre gli ingredienti principali capaci di creare un clima aziendale inclusivo, stimolante e gratificante: a partire dall’empowerment, promuovendolo attraverso politiche che possano incoraggiare il senso di appartenenza all’azienda e coinvolgendo le risorse nel raggiungimento di obiettivi comuni; quindi, piani di upskilling e reskilling capaci di valorizzare il potenziale di ciascun dipendente, in linea anche con il suo ruolo, sono una strategia vincente per attrarre, trattenere i talenti e aiutarli a raggiungere i loro progetti di carriera; infine, dimostrare coerenza a valori, forti e saldi, e alla missione espressi al momento dell’assunzione è sinonimo di integrità che contribuisce a creare un ambiente di lavoro sano, trasparente e virtuoso”.
Sempre secondo Gallup, nel 2023 l’insoddisfazione e lo stress nel lavoro ha raggiunto picchi storici del 44%, in Italia addirittura il 46% dei dipendenti parla di alti livelli di stress quotidiano. “Spossatezza, mancanza di energia, stanchezza cognitiva, isolamento lavorativo - evidenzia Michela Romano, psicologa e psicoterapeuta di Santagostino Psiche - sono tutti sintomi generati dal contesto lavorativo e gestiti in modo poco efficace o addirittura sottovalutati. Le cause possono essere molteplici, possono riguardare l'organizzazione degli spazi lavorativi, così come i conflitti interpersonali, lo stile di leadership, il ritmo di lavoro, la mancanza di riconoscimento dei propri meriti, una retribuzione più adeguata in base alla propria qualifica o al tempo speso in ufficio, la gestione del tempo casa-lavoro".
"Ad esempio, ambienti di lavoro - prosegue - che hanno delle buone caratteristiche fisiche, come la presenza di una buona luce (meglio se naturale), un buon contrasto dell'uso del colore, la presenza di elementi biofilici che riducono lo stress, aumentano il livello di concentrazione e migliorano il tono dell'umore, elementi di design che caratterizzano il contesto e ne danno identità, la possibilità di avere il controllo della propria postazione di lavoro (con la regolazione della temperatura, della luce e l'orientamento della seduta) e di personalizzare lo spazio (con uso di foto e oggetti personali), avere luoghi di socializzazione che favoriscano l'interazione tra colleghi, avere un'area relax o aree ristoro e, infine, uno spazio che dia un senso di privacy dove la persona possa isolarsi e concentrarsi sul proprio progetto, sono aspetti che favoriscono l'aumento di attenzione, di concentrazione, sviluppano un pensiero riflessivo e, la persona si sente più soddisfatta e più efficace nell'attività da svolgere nonché più motivata a farlo meglio".
"Allo stesso modo, le caratteristiche di leadership sono importanti, un leader e un ambiente lavorativo caratterizzato da ascolto, inclusione, valorizzazione delle competenze personali e trasversali sia nel lavoro individuale che in quello di gruppo porta le persone a sentirsi parte integrante del contesto”, aggiunge.
Aziende 'illuminate' hanno già intrapreso azioni per migliorare il benessere dei dipendenti, investendo risorse volte a trasformare la cultura aziendale per valorizzare il capitale umano, fondamentale per promuovere lo sviluppo dell’organizzazione nel lungo periodo. Come spiegano Carlo Majer ed Edgardo Ratti, co-managing partner di Littler Italia: “L’attenzione al benessere e alla salute dei dipendenti sta diventando sempre più una priorità per le aziende che hanno compreso come questi aspetti siano strettamente correlati a una maggiore produttività e al successo di tutta l’organizzazione. I dati della nostra indagine annuale European Employer Survey 2023 lo confermano: il 70% delle aziende coinvolte ha dichiarato di promuovere azioni volte al benessere dei dipendenti, come chiave per attrarre e trattenere i talenti.
"Una trasformazione culturale che si ispira anche agli insegnamenti dei grandi pensatori e filosofi per potenziare la leadership all’interno dell’organizzazione e aiutare a far emergere le competenze delle singole risorse: tema che sarà peraltro al centro dell’evento che abbiamo organizzato per il 22 aprile a Milano insieme a Luca Barni, manager appassionato di filosofia che ha provato a portare alcuni capisaldi del pensiero socratico in azienda scrivendo il libro ‘Socrate in azienda. Da manager a leader con l’aiuto dei grandi filosofi’”, concludono.
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Driverso: in Ue fatturato a 169 mln per car hiring d’alta...
Al Museo Maxxi di Roma il secondo global meeting della prima piattaforma digitale europea
Un comparto in grande espansione a livello europeo, con 169 milioni di euro di fatturato nel 2023, 192 imprese attive e un parco auto di 3.456 unità. E per quanto riguarda l'Italia i dati parlano di 45 milioni di euro di fatturato con circa 1000 auto. I numeri che arrivano da Driverso’s Analysis Lab riguardano il mercato del car hiring d’alta gamma nel Continente e segnalano anche un costo medio per noleggio di 2.916 euro per 58.074 transazioni nell’anno.
La durata media dei contratti è stata di 5,4 giorni per 313.600 giornate complessive, con ricavi medi sul singolo veicolo pari a 49mila euro. Ma c’è soprattutto un’aspettativa di crescita rilevante: il fatturato del settore è atteso a 195 milioni di euro già alla fine di quest’anno, per poi salire via via fino ai 714 milioni previsti nel 2030. Il bacino di mercato potenziale, comunque, è enorme, dato che il giro d’affari del luxury travel è calcolato oggi in 1.380 miliardi di euro.
Circa 40 di queste aziende, che rappresentano il meglio dell’offerta del car hiring d’alta gamma e rispettano standard di qualità predefiniti, operano su Driverso, la prima piattaforma digitale europea, nata in Italia, per il noleggio auto premium. L’aggregatore online mette a disposizione centinaia di veicoli di tutti i marchi più prestigiosi, forniti dai player attivi su 10 Paesi (Austria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Principato di Monaco, Regno Unito, Spagna, Svizzera).
Decine di aziende, esperti, stakeholder qualificati e appassionati provenienti da tutta Europa si sono ritrovati oggi nel suggestivo scenario del Museo Maxxi di Roma per il secondo global meeting di Driverso, da cui sono emersi numeri, scenari e tendenze di un ramo dell’automotive che incrocia i temi del lusso, del lifestyle, dell’economia digitale e soprattutto le sempre mutevoli abitudini di consumo turistico. Il servizio, infatti, si rivolge soprattutto a un target di clientela legata al tempo libero e alla ricerca di un’esperienza esclusiva di viaggio e di mobilità del tutto customizzata.
Durante la giornata al Maxxi, sono intervenuti esperti del calibro di Ryan Sarver, Partner Redpoints Ventures e soprattutto ex direttore della piattaforma Twitter, Massimiliano Archiapatti, Ceo di Hertz Italy, Jasmine Boni-Ball, Executive assistant di ‘Tuscany Now and More’, Ferruccio Rossi, Direttore generale di Sanlorenzo Yacht, Leopoldo Gasbarro, direttore di Wall Street Italia, e Maurizio Iperti, Ceo di LoJack.
Pierluigi Galassetti, co-founder con Saverio Castellaneta di Driverso, ha detto: “Il noleggio auto di alta gamma riveste un ruolo chiave nell’offerta turistica italiana e internazionale e agisce come un elemento in grado di caratterizzare e arricchire l’intera esperienza di viaggio. Questa proposta di mobilità è apprezzata sia dai visitatori nazionali che da quelli internazionali e si inserisce in un contesto in cui la clientela ricerca non solo comfort ed esclusività, ma richiede esperienze immersive e personalizzate in ogni dettaglio del soggiorno, dalla cucina all'alloggio, fino agli spostamenti in auto, che completano la gamma dei servizi”. “Nell’ambito del settore lusso, fortemente in crescita
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Peste Suina, Martinelli (Assosuini): “Se crolla...
Il presidente dell'associazione: "Allevamenti e prosciutti sono sicuri, al mercato però non interessa"
"Il rischio grosso che stiamo correndo è di perdere un settore importante, un'eccellenza del made in Italy. La Cina già non importa i nostri prosciutti da due anni, com e anche la Corea e il Giappone. Adesso anche il Canada e se poi decideranno di fare la stessa cosa Stati Uniti, Francia e Germania che rappresentano i nostri principali mercati allora resteremo con i maiali negli allevamenti e i prosciutti nei prosciuttifici. Questo perchè il 30% dei prosciutti che si producono in Italia vengono esportati. Se crolla l'export sarà una catastrofe per i 4mila allevamenti italiani e per i trasformatori ma anche per tutto l'indotto". E' l'allarme che lancia, con Adnkronos/Labitalia, Elio Martinelli, presidente di Assosuini, dopo che il diffondersi della peste suina sui cinghiali anche nella zona del Parmense ha portato l'Ue a stabilire la zona di restrizione II a Langhirano, patria del Prosciutto di Parma.
E per Martinelli "se crolla l'export le aziende non avranno alternativa che chiudere e se, guardiamo all'esempio della Germania che ha affrontato il problema prima di noi, adesso il Paese fa segnare un 20% in meno di allevamenti dopo la fine dell'emergenza". "Questo fa capire che una volta chiusa l'attività è difficile che questa riparta dopo la fine dell'emergenza", sottolinea.
Secondo il presidente di Assosuini "finora il contrasto alla peste suina nel selvatico si è fatto solo in teoria, basti pensare che dopo un anno e mezzo il commissario straordinario non è ancora operativo. Si dove agire come fatto in Sardegna, dove il virus è stato eradicato con il coinvolgimento di tutte le forze in campo, a partire dai cacciatori che sono stati la chiave per sconfiggere il problema. E invece ora abbiamo un virus che corre velocissimo in Italia dove si calcola che ci siano 1,5-2 milioni di cinghiali", sottolinea.
Ma nonostante il virus corra tra i cinghiali gli allevamenti italiani di suinbi sono al sicuro. "I nostri allevamenti di suini, grazie agli investimenti fatti dagli allevatori in materia di recinti e barriere e anche con i controlli che vengono fatti di continuo, sono super sicuri. Ricordiamo che la peste suina non si trasmette all'uomo ma colpisce cinghiali e suini, si propaga velocemente e porta nel 90% dei casi alla morte degli animali. Detto questo, i nostri prosciutti sono sicuri e super controllati ma questo non interessa al mercato che non intende rischiare", conclude Martinelli.
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Ai, Iannicelli (Ordine Ingegneri): “Fondamentale dare...
Parla il responsabile scientifico della Commissione Metrologia agli "Stati generali delle ingegnerie digitali”
“La metrologia è la scienza della misura che si divide tra la metrologia scientifica, legale, industriale. In Italia è stata un po' trascurata ed è per questo che ci siamo riuniti una commissione. La prima commissione di metrologia è nata a Milano e vi collaborano persone da tutta Italia perché è fondamentale dare peso a questa scienza che sta dietro a tutte le cose”. A parlare è Carmelo Iannicelli, presidente Commissione Metrologia dell'Ordine degli Ingegneri, dal palco degli "Stati generali delle ingegnerie digitali - Costruendo il futuro tecnologico di Milano e del Paese", organizzato dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano all'Acquario civico del capoluogo lombardo. Nel panel “Metrologia 4.0: verso una misurazione smart e intelligente” si è discusso di smart Metrology: “Se l'intelligenza artificiale si basa su numeri sbagliati perché non abbiamo conoscenza e competenza, stiamo perdendo il controllo delle nostre misure. Il controllo dei dati, il controllo delle misure, il controllo delle tolleranze dei nostri strumenti di misura è fondamentale- illustra Iannicelli - Abbiamo deciso di metterci insieme per cercare di far capire l'importanza e il presidio che deve essere fatto su tutto questo”, conclude.