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Russia, Putin e le famiglie dei soldati morti: il...
Russia, Putin e le famiglie dei soldati morti: il ‘copione’ dell’incontro
Il presidente riceve persone accuratamente scelte dal Cremlino fra soggetti legati al governo e all'esercito
Le famiglie di soldati morti in guerra in Ucraina, che sono state ricevute da Vladimir Putin per il Natale ortodosso, erano state accuratamente scelte dal Cremlino fra persone legate al governo e all'esercito. Alcuni dei presenti erano già apparsi in altri eventi con il presidente russo. L'Institute for the study of war accende i riflettori sull'evento andato in scena nel giorno di festa in Russia. Putin, secondo l'Isw, continuerà a usare questo tipo d'incontri per la sua campagna elettorale delle presidenziali in modo da mostrarsi come un leader sensibile alle istanze delle famiglie dei militari.
Cos'è successo
Le famiglie dei cinque caduti scelte dal Cremlino, ha riferito l'outlet dell'opposizione Agentsevo, hanno tutte legami con il governo e i militari e i loro cari sono stati decorati alla memoria come Eroi della Russia o con l'Ordine del Coraggio. Le persone coinvolte nell'evento, a quanto pare, sono note. Una vedova è il capo del Comitato delle famiglie dei soldati della patria, un'altra guida la sezione di Tambov della Fondazione della patria creata dal Cremlino. Due dei figli avevano già partecipato ad un evento con Putin il 4 novembre.
Uno dei caduti era il rettore della chiesa nel quartier generale delle Forze strategiche missilistiche, noto come il "prete dei parà" per aver partecipato ad operazioni belliche in Cecenia e Siria.
Il Cremlino ha scelto con cura le famiglie "per evitare il rischio che possano dire o chiedere cose sconvenienti", nota il think tank americano, dopo che vi sono state proteste di mogli di soldati andati a combattere in Ucraina.
Alla vigilia del Natale ortodosso, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, Putin "ha avuto una conversazione approfondita con le famiglie, ha parlato sia con le vedove che con i bambini" a Novo-Ogaryovo, e poi ha invitato gli ospiti alla cena di Natale. Nel suo discorso di auguri, il presidente ha sottolineato che "i nostri eroi che servono nell'operazione militare speciale meritano il nostro più sincero e profondo rispetto".
L'incontro con le famiglie dei soldati uccisi nel conflitto è arrivato all'indomani della tragica previsione del ministero della Difesa britannico secondo il quale, entro il 2024 e se le morti tra le file dell'esercito di Mosca continueranno con questo ritmo, la Russia rischia di perdere oltre 500mila uomini in Ucraina.
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G7, Tajani: “Convergenza su tutte le questioni...
A Capri il vertice dei ministri degli Esteri
"Grande unità d'intenti e convergenza su tutte le questioni internazionali". Così Antonio Tajani nella conferenza finale del vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi del G7 a Capri. Ribadito il no all'operazione militare israeliana a Rafah, per il Medio Oriente va perseguita la de-escalation. Ok alle sanzioni all'Iran ma la porta del dialogo resta aperta.
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Israele-Iran, l’esperto Litvak: “Da Tel Aviv...
Se ci sarà la rappresaglia di Teheran? La Repubblica islamica "non è uno Stato monolitico, le opzioni sono diverse"
Con l'attacco 'limitato' della scorsa notte contro l'Iran, Israele ha mandato il messaggio di "non essere interessato all'escalation", quanto ad una possibile rappresaglia di Teheran, le opzioni "sono diverse", perché diverse sono le voci nella Repubblica islamica, che "non è uno stato monolitico". E' l'interpretazione che Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv, dà dell'operazione della scorsa notte, scattata in risposta all'attacco iraniano del 13 aprile contro Israele.
"Credo che Israele abbia voluto inviare a Teheran il messaggio che non è scoraggiato dal recente attacco iraniano, che l'Iran è vulnerabile e che Israele dispone di una buona intelligence, e che quindi continuerà a impegnarsi per cercare di interrompere le forniture di armi avanzate a Hezbollah", spiega Litvak all'Adnkronos. Per il quale poi è "altrettanto importante la portata e il modo con cui è stato condotto l'attacco", perché così Israele "ha anche inviato il messaggio di non essere interessato a un'escalation, dando all'Iran il modo di minimizzare l'attacco e il suo significato, in modo che Teheran non debba rispondere di nuovo", sostiene l'esperto.
Litvak dice poi di "non avere idea se ci sarà o meno un'escalation: molto dipende da quale sarà la reazione iraniana". "L'Iran non è uno Stato monolitico - sottolinea il professore dell'Università di Tel Aviv - Una fonte potrebbe negare la necessità di rispondere, mentre i Pasdaran potrebbero cercare di spingere la Guida Suprema Khamenei a vendicarsi in qualche modo".
"Non so come reagirà l'Iran se Israele dovesse attaccare in Siria un altro convoglio di armi consegnate a Hezbollah", l'affermazione di una fonte anonima di Teheran secondo cui "non ci saranno ritorsioni potrebbe essere autentica, ma potrebbe anche essere una disinformazione deliberata - conclude Litvak - Non lo so davvero, e ci sono molte opzioni diverse".
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Israele Iran, Blinken: “Usa non coinvolti in...
L'attacco attribuito a Israele nella zona a Isfahan, in Iran, è stato al centro dei lavori dell'ultima giornata del G7 degli Esteri a Capri. I ministri hanno invitato alla prudenza e convenuto sulla necessità di evitare una escalation nell'area dove va avanti il conflitto tra Israele e Hamas. Le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken:"Non siamo coinvolti in alcuna operazione offensiva".