Cultura
Di Pietrantonio: “Nei miei personaggi la fragilità...
Di Pietrantonio: “Nei miei personaggi la fragilità della società in cui viviamo”
La scrittrice in gara al premio Strega con 'L'età fragile' per la seconda volta
La fragilità indagata in tutte le sue differenti declinazioni. Una debolezza che unisce le generazioni, da quelle più giovani a quelle più adulte, e che diventa la condizione prevalente nella nostra quotidianità. Una debolezza che si tocca con mano nelle relazioni familiari e nei legami "con le persone significative della vita". Uno stato "ben rappresentato nella nostra società" che i "personaggi riflettono a modo loro". Donatella Di Pietrantonio torna a concorrere al premio Strega. Dopo avervi partecipato nel 2021 con 'Borgo Sud', libro con cui è arrivata seconda preceduta da 'Due vite' di Emanuele Trevi, la scrittrice abruzzese ora si ripresenta con 'L'età fragile' (Einaudi), romanzo proposto da Vittorio Lingiardi.
"Mi sono voluta rimettere in gioco con questo libro al quale ho lavorato tanto e che per me è importante", racconta all'AdnKronos Di Pietrantonio. Una seconda volta che genera nella scrittrice "emozione anche se la partecipazione al premio Strega è un'esperienza che ho già vissuto. Penso quindi di poterla governare, di poterla attraversare di nuovo". Si tratta di un ritorno che sarebbe già segnato dal favore dei pronostici. Il suo libro, insieme a quello di Chiara Valerio 'Chi dice e chi tace', edito da Sellerio, sembra infatti in pole position per il tratto finale della 'competizione'. La scrittrice, però, non si scompone più di tanto, non si sbilancia, e afferma: "Farò il mio percorso, farò la mia gara. Anzi, i libri sono già lì non dobbiamo fare altro che accompagnarli".
Un dato, comunque, finora è certo. Uno degli elementi qualificanti della dozzina di quest'anno è la prevalenza delle scrittrici: sui dodici libri ai ranghi di partenza, infatti, sette sono firmati da donne. Un segnale che l'autrice giudica in modo positivo. "Sicuramente è la prova che non ci sono discriminazioni di genere", dice Di Pietrantonio, aggiungendo che questo risultato "non deve stupire. Deve diventare qualcosa di normale, di naturale, il fatto che un anno, magari, ci siano più scrittrici e un anno più scrittori". Un andamento che "dovrebbe rientrare in una routine". Nel romanzo di Donatella Di Pietrantonio, come ha scritto Vittorio Lingiardi, "l'età fragile non è un'età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza".
Un tema che, spiega Di Pietrantonio, "è declinato attraverso varie fasi. Nel romanzo sembra che ogni personaggio reclami per sé la definizione di fragilità: Amanda, suo nonno, un vecchio patriarca ormai anziano e malato. E Lucia, la voce narrante che è madre dell'una e figlia dell'altro. Lucia, in particolare, si trova a dover rispondere ai bisogni di tutti. A dover soccorrere tutti. E a non avere, quindi, lo spazio per occuparsi della sua fragilità".
Difficoltà che, in particolare, si trova ad affrontare "specialmente la giovane Amanda, una ragazza di oggi interrotta nei suoi sogni, nelle sue aspettative che riflette una fragilità generale della società che non sa dare risposte alle fragilità dei singoli e soprattutto dei giovani. Il disagio di Amanda ha varie componenti che chiamano in causa la complessità dei nostri tempi e che si caratterizza nell'incapacità di dare risposte ai giovani dando loro punti saldi a cui ancorarsi". Nel libro quindi "c'è anche una fragilità epocale".
Un tratto distintivo, dice in fondo la scrittrice, "della nostra contemporaneità" che segna "il periodo che stiamo vivendo". Non è forse un caso che il romanzo prenda "avvio nel periodo della pandemia". Un periodo in cui il confinamento, imposto dalla necessità di contenere la diffusione del contagio, ha obbligato la popolazione a vivere nell'isolamento totale. Una situazione che ha creato molti problemi soprattutto ai giovani. "La pandemia non è un tema del mio romanzo, ma è uno sfondo importante che si riverbera nell'isolamento di Amanda". Nel romanzo, infine, c'è un ulteriore tipo di fragilità. E' quella "che si connette con un passato lontano e rimosso in cui è accaduto, nella piccola comunità rurale che descrivo, un episodio di sangue molto grave", conclude la scrittrice.
(di Carlo Roma)
Attualità
Claudia Conte di nuovo in libreria con un nuovo libro: La...
Ad annunciarlo la stessa conduttrice e opinionista tv, volto noto di Rai, Canale 5 e La7 nonché attivista per i diritti umani in un post sul suo seguitissimo canale Instagram (claudiaconte.it 318.000 follower).
“Vi presento LA VOCE DI ISIDE, la mia nuova creatura letteraria. Uno strumento per confrontarmi con le nuove generazioni sulle questioni sociali più pressanti e attuali: il disagio giovanile, la violenza, le disuguaglianze di genere, il rapporto genitori e figli e la bellezza del volontariato.”
Queste le parole che accompagnano la foto di Claudia con il libro tra le mani. Una copertina accattivante e simbolica che fa venire il desiderio di leggere il libro e la prefazione scritta da Maurizio De Giovanni (scrittore napoletano che ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi).
Dopo “La legge del cuore. Storia di assassini, vigliacchi ed eroi”, storia dedicata a Falcone e Borsellino e tutte le vittime di mafia, il quarto libro di Claudia Conte e’ dedicato e rivolto ai giovani e affronta temi di attualità che mettono in evidenza la sua attività a tutela dei diritti umani e delle donne.
Chi è la protagonista? E’ un romanzo autobiografico? La protagonista è Iside, una diciottenne che attraverso il volontariato presso casa-famiglie mamma-bambino, cura il proprio disagio esistenziale. Ricordiamo che Claudia conduce su Rai Isoradio “Cambiare si può. Storie di successo al femminile” ed è molto attiva nel campo della legalità. Figlia di poliziotto, non fa mancare mai il suo sostegno alla Polizia e alle forze dell’ordine.
Claudia Conte, come rivela la rivista americana Forbes, si conferma “tra le più giovani e visionarie rappresentanti del panorama culturale italiano”.
E’ possibile acquistare il libro qui
https://www.mondadoristore.it/La-voce-di-Iside-Claudia-Conte/eai979128084454/
Cultura
“Agdam delenda est”, in 150 foto di Fabrizio...
Presentato al Palazzo dell'Informazione Adnkronos il volume del direttore creativo di Artcloud Network International
"Agdam delenda est. Immagini dal Karabakh" è il titolo del libro fotografico di Fabrizio Conti che raccoglie oltre 150 scatti attraverso i quali l'autore racconta per immagini la lontana e martoriata regione del Caucaso meridionale. Una terra sconosciuta, situata nel territorio dell’Azerbaijan ai confini con l’Armenia, da sempre contesa e teatro di un lunghissimo conflitto tra i due stati. Il libro è stato presentato oggi a Roma, al Palazzo dell’Informazione AdnKronos.
Nel 2021 Fabrizio Conti, direttore creativo di Artcloud Network International, azienda italiana che opera nel settore dei Beni culturali, viene invitato dal Governo Azero a partecipare all’imponente opera di ricostruzione della regione del Karabakh, avviata appena dopo la fine del trentennale conflitto con l’Armenia. A Conti viene chiesto di concepire musei di ultimissima generazione, densi di tecnologia, per salvaguardare la memoria - e virtualmente ricostruire- ciò che era, un tempo, il Karabakh. "Agdam delenda est" - titolo che rimanda inequivocabilmente alla leggendaria e proverbiale frase 'Carthago delenda est' - raffigura e testimonia l’insensatezza dei popoli in guerra che per affermare la propria superiorità mirano ad annientare il nemico, cancellandone l’identità, la cultura, la storia. Una strategia di guerra - ancora oggi utilizzata – che trae origini dai tempi del dominio romano, quando Catone, con sole tre parole esplicitò lo scopo degli eserciti romani: cancellare definitivamente Cartagine affinché non potesse essere più abitata.
"Agdam delenda est" è un viaggio per immagini nell’anima del Karabakh. Un viaggio nel silenzio di un luogo fantasma fra le trincee abbandonate e i resti di ciò che un tempo fu un luogo abitato. Un viaggio nei ricordi della gente, alla ricerca di un passato che non c’è più. "E’ il mio viaggio, fra coprifuochi e ricoveri di fortuna, in un luogo surreale dove i cellulari funzionano a singhiozzo, l'acqua è gelida e a tavola si beve solo vodka", racconta Conti. "Agdam delenda est" - aggiunge l’autore - è la mia esperienza personale, in una terra che non conoscevo, che mi ha travolto, appassionato e arricchito. Senza questi scatti - sottolinea - non avrei potuto raccontare le emozioni provate, attraversando questo luogo, di cui è rimasto poco, ma in cui ancora ad ogni passo si respira il suo passato e una potente voglia di rinascita dimenticare. Ho voluto fermare il mio sguardo attraverso le immagini - conclude - per fissare la memoria di un luogo, di un conflitto dimenticato ma terribile e insensato come tutte le guerre".
Cultura
Musa tv n. 17 del 24 aprile 2024
Il regista e scrittore Antonio Centomani parla all’Adnkronos di ‘Il Mercante di Seta Nera’ Oscio ‘Il Santone’ torna in tv per la seconda stagione, e stavolta è una donna La fiction basata sul personaggio di Federico Palmaroli da venerdì 19 aprile su Raiplay