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Acqua, arriva il gemello digitale di Almaviva per reti più efficienti

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E’ in arrivo il gemello digitale di Almaviva che consentirà di combattere perdite e sprechi di acqua della maggior parte delle reti idriche italiane. Un risparmio che consentirà di salvaguardare fino al 20% della risorsa acqua. Ma non solo. Quando entro fine del 2023 saranno digitalizzati da Almaviva oltre 14mila chilometri di rete idrica del Paese, tra il gemello digitale della rete, le tecnologie sensoristiche e satellitari d’avanguardia si conterà anche un risparmio aggiuntivo nell’uso di energia fino a 0,4 KW/ora ed un contenimento delle emissioni di CO2 fino 110 grammi per ogni metro cubo d’acqua. Insomma, nella Giornata mondiale dell’acqua la parola d’ordine messa in campo da Almaviva è digitalizzazione per la gestione della risorsa idrica. E tutto questo “fa bene al Pianeta”. “Digital Twin, IoT Connectivity, Remote Sensing, Gis & Location Intelligence, Edge Computing, Advanced Analytics, Machine Learning stanno disegnando il futuro degli acquedotti e delle reti idriche nel segno della sostenibilità” sottolinea il direttore generale It di Almaviva, Antonio Amati, conversando con l’Adnkronos.

In questo quadro il gruppo italiano dell’innovazione digitale conferma anche di avere sottoscritto contratti con acquedotti del Sud Italia, in Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia, proprio in quei territori dove la dispersione d’acqua è più alta della media italiana – supera il 40% – e dunque si tratta di aree dove è necessario “l’intervento più urgente”. Il primo passo è creare il modello digitale della rete, delle infrastrutture e degli impianti con la piattaforma proprietaria di Smart Water Management di Almawave, società del Gruppo Almaviva. In questo modo, spiegano gli esperti di Almaviva, si può attuare un monitoraggio in tempo reale che permetta una raccolta puntuale di dati sul funzionamento, sulla segnalazione di anomalie – un early worning – insieme al monitoraggio di consumi, perdite, guasti, fabbisogni e che segnali ogni comportamento fuori standard. Questa strada permette così di anticipare i disservizi e gestire la manutenzione.

Almaviva evidenzia che al momento per l’acquedotto Abc Napoli sta ricercando perdite e digitalizzando la rete per 1.300 chilometri, per Aica, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini è a caccia di perdite e sta digitalizzando ben 1.125 chilometri di rete, e così anche per Sogip, l’azienda acqua e gas di Acireale con la quale sta digitalizzando monitorando le perdite di 1.053 chilometri di rete. E anche dallo spazio si può proteggere il bene ‘acqua’. La tecnologia satellitare, spiegano gli esperti di Almaviva, viene infatti in aiuto per l’individuazione delle zone di umidità permanente d’acqua dolce. Tutto accade eseguendo una scansione totale della rete che indicherà le zona di probabile perdita e permetterà di agire tempestivamente sul territorio e andare a individuare le condutture lesionate con strumentazioni acustiche. Ma non è tutto. La tecnologia Scada – Supervisory Control And Data Acquisition – è in grado di monitorare ed intervenire sulla rete dalla clorazione dell’acqua all’apertura e chiusura delle paratie. Dati di flusso, di volume, di pressione, di livello del cloro. In un prossimo futuro la raccolta omogenea e strutturata dei dati nel tempo consentirà l’addestramento degli Algoritmi, grazie all’Intelligenza Artificiale, e si potrà procedere alla manutenzione predittiva, ovvero ad avere indicazioni su quale parte della rete o snodo potrebbe presentare guasti, intervenendo in anticipo, evitando sprechi e disservizi.

Realizzare il modello idraulico della rete, proseguono gli esperti di Almaviva, rende possibile in real time, grazie ai dati che pervengono dai sensori intelligenti connessi, IoT, distribuiti lungo tutti i tubi, di osservare da una control room il funzionamento in tempo reale e tutto quello che sta succedendo sulla propria infrastruttura. Inoltre, grazie alla sensoristica, è possibile verificare anche le caratteristiche qualitative, verificando la presenza di agenti inquinanti e di virus, una funzionalità che permette di identificare con tempestività il sorgere di una pandemia. E ottimizzare la gestione dell’acqua vuol dire anche raccogliere quella piovana, utilizzarla per l’agricoltura, così come si può migliorare la gestione della rete fognaria con sistemi di drenaggio urbano per evitare che piogge torrenziali, sempre più frequenti e forti a causa del cambiamento climatico, provochino allagamenti e inondazioni. I tecnologi di Almaviva indicano infine che la tecnologia permette l’implementazione di un “modello matematico mono-bidimensionale per simulare il comportamento idraulico della rete fognaria a seguito di sollecitazioni pluviometriche per determinati tempi di ritorno”.

(di Andreana d’Aquino)

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Cronaca

Emanuela Orlandi, rivelazione dell’ex carabiniere: “Sepolta sotto Castel Sant’Angelo”

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L'ex militare dell'Arma ha scritto una lettera al pm Luciani che ha appena riaperto le indagini

“Avendo condotto studi approfonditi e basandomi su fatti concreti che al momento ritengo preferibile non porre in evidenza, Vi comunico che nei sotterranei del Castel Sant’ Angelo”, “dietro una porta rinforzata dovrebbe trovarsi una stanza di circa 20 metri quadri. Nella quale dovrebbero trovarsi resti umani, compresi quelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori”. E’ un passaggio di una lettera inviata dall’ex carabiniere Antonio Goglia al sostituto procuratore Stefano Luciani, incaricato dalla Procura di Roma di riaprire le indagini sulla sparizione di Emanuela Orlandi. Il contenuto della lettera è stato pubblicato da Italia Oggi.

“La struttura dovrebbe ricadere sotto l’Autorità del Comune di Roma e perciò non dovrebbe essere difficile approntare un sopralluogo. Mi assumo tutta la responsabilità di quanto dichiaro e sono pronto a risponderne civilmente e penalmente”, si legge ancora.

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Emanuela Orlandi, rivelazione dell’ex carabiniere: “Sepolta sotto Castel Sant’Angelo”

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“La struttura dovrebbe ricadere sotto l’Autorità del Comune di Roma e perciò non dovrebbe essere difficile approntare un sopralluogo. Mi assumo tutta la responsabilità di quanto dichiaro e sono pronto a risponderne civilmente e penalmente”, si legge ancora.

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Esteri

Ucraina, guerra arriva in Russia: “Attacchi con armi e mezzi Usa”

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Nuovi raid oltre il confine. Il Washington Post: "Usati armi e mezzi forniti da Washington"

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La guerra arriva in Russia con nuovi attacchi nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. E’ di almeno 2 morti e 6 feriti il bilancio del bombardamento avvenuto nelle ultime ore. Da venerdì, le vittime sono 7 e le zone colpite sono almeno 4. “Gli insediamenti del distretto urbano di Shebekino è sotto il fuoco delle forze armate ucraine”, ha scritto su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov precisando che i due civili uccisi erano nel cortile delle loro abitazioni al momento dell’attacco.

Tra i feriti vi sarebbero poi due bambini, ha aggiunto, un ragazzo di 13 anni colpito alla spalla ed una bambina di 11 ferita da una scheggia ad un occhio. Le azioni sono attribuite alla Legione per la libertà della Russia e al Corpo dei volontari russi: formate da elementi che si oppongono a Vladimir Putin, le milizie non fanno ufficialmente parte delle forze armate dell’Ucraina. La Legione è coordinata dall’ex deputato Ilya Ponomarev, si inserisce nel quadro di una Legione internazionale, composta da volontari e controllata da militari ucraini. Il Corpo dei volontari russi (Rdk) è composto soprattutto da russofoni, alcuni dei quali ultra nazionalisti.

Le loro incursioni hanno un duplice obiettivo: costringere la Russia a dispiegare forze al confine, sottraendole da altre aree, e colpire il morale del nemico, obbligato a combattere sul proprio suolo. “Non si tratta di morire da eroi”, ha detto Alexei Baranovksiy, portavoce della Legione, alla tv ucraina. “L’obiettivo è distrarre l’esercito russo da altre direzioni, sono operazioni per acquisire esperienza sul campo e per mostrare in Russia che la resistenza è possibile e va sostenuta”, ha affermato.

Il legame con Kiev viene evidenziato da quanto scrive il Washington Post, citando fonti americane. I combattenti filo ucraini che la scorsa settimana hanno lanciato un raid oltre frontiera hanno usato quattro mezzi tattici offerti dall’Ucraina dagli Stati Uniti e dalla Polonia, almeno due dei quali sono stati catturati dalle forze russe, fucili forniti dal Belgio e dalla Repubblica Ceca, e almeno una arma anti carro At-4 in dotazione alle forze Usa e di altri Paesi occidentali.

Viene sollevata inevitabilmente la questione dell’impiego di armi fornite a Kiev dalla Nato non conforme e dell’impegno di Kiev a mantenerle in sicurezza. Tre dei veicoli portati in Russia erano stati forniti dagli Usa e il quarto dalla Polonia. I raid sono stati firmati

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Ucraina, guerra arriva in Russia: “Attacchi con armi e mezzi Usa”

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Nuovi raid oltre il confine. Il Washington Post: "Usati armi e mezzi forniti da Washington"

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La guerra arriva in Russia con nuovi attacchi nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina. E’ di almeno 2 morti e 6 feriti il bilancio del bombardamento avvenuto nelle ultime ore. Da venerdì, le vittime sono 7 e le zone colpite sono almeno 4. “Gli insediamenti del distretto urbano di Shebekino è sotto il fuoco delle forze armate ucraine”, ha scritto su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov precisando che i due civili uccisi erano nel cortile delle loro abitazioni al momento dell’attacco.

Tra i feriti vi sarebbero poi due bambini, ha aggiunto, un ragazzo di 13 anni colpito alla spalla ed una bambina di 11 ferita da una scheggia ad un occhio. Le azioni sono attribuite alla Legione per la libertà della Russia e al Corpo dei volontari russi: formate da elementi che si oppongono a Vladimir Putin, le milizie non fanno ufficialmente parte delle forze armate dell’Ucraina. La Legione è coordinata dall’ex deputato Ilya Ponomarev, si inserisce nel quadro di una Legione internazionale, composta da volontari e controllata da militari ucraini. Il Corpo dei volontari russi (Rdk) è composto soprattutto da russofoni, alcuni dei quali ultra nazionalisti.

Le loro incursioni hanno un duplice obiettivo: costringere la Russia a dispiegare forze al confine, sottraendole da altre aree, e colpire il morale del nemico, obbligato a combattere sul proprio suolo. “Non si tratta di morire da eroi”, ha detto Alexei Baranovksiy, portavoce della Legione, alla tv ucraina. “L’obiettivo è distrarre l’esercito russo da altre direzioni, sono operazioni per acquisire esperienza sul campo e per mostrare in Russia che la resistenza è possibile e va sostenuta”, ha affermato.

Il legame con Kiev viene evidenziato da quanto scrive il Washington Post, citando fonti americane. I combattenti filo ucraini che la scorsa settimana hanno lanciato un raid oltre frontiera hanno usato quattro mezzi tattici offerti dall’Ucraina dagli Stati Uniti e dalla Polonia, almeno due dei quali sono stati catturati dalle forze russe, fucili forniti dal Belgio e dalla Repubblica Ceca, e almeno una arma anti carro At-4 in dotazione alle forze Usa e di altri Paesi occidentali.

Viene sollevata inevitabilmente la questione dell’impiego di armi fornite a Kiev dalla Nato non conforme e dell’impegno di Kiev a mantenerle in sicurezza. Tre dei veicoli portati in Russia erano stati forniti dagli Usa e il quarto dalla Polonia. I raid sono stati firmati

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Giulia Tramontano, i messaggi di Impagnatiello prima e dopo l’omicidio

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Due giorni prima di ucciderla, quando lei voleva lasciarlo: "Mi lasci? Che madre sei?". E dopo il delitto: "Batti un colpo"

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“Ma che madre sei!”. Giulia Tramontano aveva scoperto dei tradimenti e delle menzogne del fidanzato Alessandro Impagnatiello e aveva deciso di lasciarlo. “Veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!”, scriveva il 30enne il 25 maggio, due giorni prima dell’omicidio. “Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso”, scriveva la 29enne incinta al settimo mese, spiegando concitata ad Alessandro di non volerlo più vedere come il suo compagno, “così da non aspettarmi più nulla e trovare la mia pace”. Nel frattempo “condividiamo una casa finché sarà necessario”.

E a lui che le ribatteva “che madre sei?”, la 29enne rispondeva sarcastica: “L’importante è che tu sia un buon padre, io penso a me, tranquilla”. E lui: “Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia?”. E Giulia esasperata: “Non mi sembra normale far arrivare invece una persona a questo limite”.

E dopo aver ucciso la compagna, allo scopo – secondo gli inquirenti – di depistare le indagini sulla sua scomparsa, Impagnatiello ha continuato per giorni a scrivere messaggi. Si lamentava di avere i “giornalisti” che “mi stanno molestando sotto casa. Ti prego – supplicava la donna morta quattro giorni prima – è invivibile così”. E’ dalla mezzanotte di sabato, poche ore dopo averla uccisa, che Impagnatiello inizia a inviare messaggi al cellulare della vittima. La mattina successiva le scrive dal lavoro, raccomandandole di riposarsi. E di fronte al silenzio di lei, ormai morta: “Hey ma sei ancora a letto?”. E così per tutta la giornata di domenica, quando viene sporta la denuncia di scomparsa.

I messaggi proseguono anche nei giorni successivi, mentre continua la disperata ricerca della 29enne. “So che non son stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto. A te che sei stata la prima ed unica ragazza ad avere accolto mio figlio”, scrive Impagnatiello, già padre di un bambino avuto da una precedente relazione. “Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo io invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme. Hai il pieno delle ragioni, ma voglio chiederti solo un favore: dicci solo che stai bene”, le parole che rivolge alla donna che ha ucciso due giorni prima.

La mattina del 31 maggio, dopo aver lasciato – stando alla confessione fatta la notte successiva – il corpo di Giulia in un’intercapedine, Alessandro le scrive ancora, chiamandola affettuosamente “Tata”. E dopo essersi lamentato dei giornalisti sotto casa, “Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”. E’ l’ultimo messaggio, poche ore dopo Impagnatiello, di fronte alle prove ormai evidenti raccolte contro di lui dagli inquirenti, confesserà l’omicidio, facendo ritrovare il corpo della 29enne incinta.

Giulia sapeva che il 30enne aveva una relazione con un’altra donna già dal mese di gennaio, ha riferito la sorella di Giulia, Chiara, quando lo scorso lunedì è stata sentita dai carabinieri della stazione di Senago, all’indomani della denuncia di scomparsa della 29enne.

Le due sorelle, legatissime, vivevano lontane da cinque anni ma si sentivano quotidianamente e trascorrevano le vacanze insieme. Chiara, di due anni più piccola, però non approvava la relazione con Impagnatiello. “Fin dall’inizio non ho mai avuto una grande stima di Alessandro”, racconta Chiara ai carabinieri. Perplessità manifestate anche alla sorella, che dal canto suo non le nascondeva che fin dal “febbraio 2021, quando è iniziata la convivenza con Alessandro” nella casa di Senago “c’erano problematiche sentimentali con il compagno”, che “spesso assente per lavoro” lasciava Giulia a casa da sola.

La situazione si aggrava quando “nel mese di gennaio 2023 mia sorella mi riferiva che Alessandro le aveva confidato di avere un’altra relazione sentimentale con un’altra ragazza”. Giulia, che ha superato il primo trimestre di gravidanza, lascia Senago e trascorre due settimane con la famiglia nella casa di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Racconta ai genitori di essere incinta e delle “problematiche sentimentali con Alessandro”, ricevendo da loro tutto il supporto necessario. La ragazza si congeda dalla famiglia dicendo che “non avrebbe perdonato Alessandro, ma sarebbe tornata a Senago temporaneamente in attesa di trovare un’altra soluzione abitativa oppure tornare a casa dei genitori”.

Passano i mesi e la 29enne resta a vivere con il compagno nel milanese. Ad aprile i due decidono di fare qualche giorno di vacanza a Ibiza. Chiara non approva e le due sorelle discutono. I rapporti si raffreddano, ma i primi di maggio, quando si ritrovano insieme a casa dei genitori, tra loro torna tutto come prima, con scambi di messaggi e telefonate quotidiani, fino a quando Giulia, domenica scorsa, smette di rispondere. Era già morta, uccisa la sera prima da Alessandro.

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Cronaca

Giulia Tramontano, i messaggi di Impagnatiello prima e dopo l’omicidio

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Due giorni prima di ucciderla, quando lei voleva lasciarlo: "Mi lasci? Che madre sei?". E dopo il delitto: "Batti un colpo"

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“Ma che madre sei!”. Giulia Tramontano aveva scoperto dei tradimenti e delle menzogne del fidanzato Alessandro Impagnatiello e aveva deciso di lasciarlo. “Veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!”, scriveva il 30enne il 25 maggio, due giorni prima dell’omicidio. “Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso”, scriveva la 29enne incinta al settimo mese, spiegando concitata ad Alessandro di non volerlo più vedere come il suo compagno, “così da non aspettarmi più nulla e trovare la mia pace”. Nel frattempo “condividiamo una casa finché sarà necessario”.

E a lui che le ribatteva “che madre sei?”, la 29enne rispondeva sarcastica: “L’importante è che tu sia un buon padre, io penso a me, tranquilla”. E lui: “Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia?”. E Giulia esasperata: “Non mi sembra normale far arrivare invece una persona a questo limite”.

E dopo aver ucciso la compagna, allo scopo – secondo gli inquirenti – di depistare le indagini sulla sua scomparsa, Impagnatiello ha continuato per giorni a scrivere messaggi. Si lamentava di avere i “giornalisti” che “mi stanno molestando sotto casa. Ti prego – supplicava la donna morta quattro giorni prima – è invivibile così”. E’ dalla mezzanotte di sabato, poche ore dopo averla uccisa, che Impagnatiello inizia a inviare messaggi al cellulare della vittima. La mattina successiva le scrive dal lavoro, raccomandandole di riposarsi. E di fronte al silenzio di lei, ormai morta: “Hey ma sei ancora a letto?”. E così per tutta la giornata di domenica, quando viene sporta la denuncia di scomparsa.

I messaggi proseguono anche nei giorni successivi, mentre continua la disperata ricerca della 29enne. “So che non son stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto. A te che sei stata la prima ed unica ragazza ad avere accolto mio figlio”, scrive Impagnatiello, già padre di un bambino avuto da una precedente relazione. “Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo io invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme. Hai il pieno delle ragioni, ma voglio chiederti solo un favore: dicci solo che stai bene”, le parole che rivolge alla donna che ha ucciso due giorni prima.

La mattina del 31 maggio, dopo aver lasciato – stando alla confessione fatta la notte successiva – il corpo di Giulia in un’intercapedine, Alessandro le scrive ancora, chiamandola affettuosamente “Tata”. E dopo essersi lamentato dei giornalisti sotto casa, “Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”. E’ l’ultimo messaggio, poche ore dopo Impagnatiello, di fronte alle prove ormai evidenti raccolte contro di lui dagli inquirenti, confesserà l’omicidio, facendo ritrovare il corpo della 29enne incinta.

Giulia sapeva che il 30enne aveva una relazione con un’altra donna già dal mese di gennaio, ha riferito la sorella di Giulia, Chiara, quando lo scorso lunedì è stata sentita dai carabinieri della stazione di Senago, all’indomani della denuncia di scomparsa della 29enne.

Le due sorelle, legatissime, vivevano lontane da cinque anni ma si sentivano quotidianamente e trascorrevano le vacanze insieme. Chiara, di due anni più piccola, però non approvava la relazione con Impagnatiello. “Fin dall’inizio non ho mai avuto una grande stima di Alessandro”, racconta Chiara ai carabinieri. Perplessità manifestate anche alla sorella, che dal canto suo non le nascondeva che fin dal “febbraio 2021, quando è iniziata la convivenza con Alessandro” nella casa di Senago “c’erano problematiche sentimentali con il compagno”, che “spesso assente per lavoro” lasciava Giulia a casa da sola.

La situazione si aggrava quando “nel mese di gennaio 2023 mia sorella mi riferiva che Alessandro le aveva confidato di avere un’altra relazione sentimentale con un’altra ragazza”. Giulia, che ha superato il primo trimestre di gravidanza, lascia Senago e trascorre due settimane con la famiglia nella casa di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Racconta ai genitori di essere incinta e delle “problematiche sentimentali con Alessandro”, ricevendo da loro tutto il supporto necessario. La ragazza si congeda dalla famiglia dicendo che “non avrebbe perdonato Alessandro, ma sarebbe tornata a Senago temporaneamente in attesa di trovare un’altra soluzione abitativa oppure tornare a casa dei genitori”.

Passano i mesi e la 29enne resta a vivere con il compagno nel milanese. Ad aprile i due decidono di fare qualche giorno di vacanza a Ibiza. Chiara non approva e le due sorelle discutono. I rapporti si raffreddano, ma i primi di maggio, quando si ritrovano insieme a casa dei genitori, tra loro torna tutto come prima, con scambi di messaggi e telefonate quotidiani, fino a quando Giulia, domenica scorsa, smette di rispondere. Era già morta, uccisa la sera prima da Alessandro.

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Saviano e il “saluto romano a parata 2 giugno”: la replica di Crosetto

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Lo scrittore riprende il post di Murgia: "Gravissimo è il gesto di La Russa che fa segno di vittoria dopo che sente celebrare la Decima"

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“Riprendo il post di Michela Murgia per segnalare che ieri alla sfilata del #2giugno è accaduto un episodio inquietante. Stavano marciando gli incursori in basco verde del COMSUBIN quando giunti alla tribuna autorità gridano: #DECIMA!”. Inizia così il post su Twitter di Roberto Saviano che interviene sull’argomento.

“Decima? Fare un omaggio durante la festa della Repubblica democratica al corpo militare #fascista #XMas! Chi lo ha autorizzato? Il corpo militare X Mas comandato da Junio Valerio Borghese combatté a fianco dei nazisti con il compito di rastrellare i partigiani e fronteggiare gli alleati. Gravissimo è il gesto di Ignazio #LaRussa che fa segno di vittoria dopo che sente celebrare la Decima”, prosegue lo scrittore aggiungendo: “È prioritario che il Contrammiraglio Giurelli comandate della Marina Militare prenda le distanze ufficialmente da questo omaggio e che lo faccia formalmente anche il contrammiraglio Massimiliano Rossi da cui dipendono gli incursori del COMSUBIN”.

Riprendo il post di Michela Murgia per segnalare che ieri alla sfilata del #2giugno è accaduto un episodio inquietante. Stavano marciando gli incursori in basco verde del COMSUBIN quando giunti alla tribuna autorità gridano: #DECIMA!

Decima? Fare un omaggio durante la festa… pic.twitter.com/WV5Gktw1Gb

— Roberto Saviano (@robertosaviano) June 3, 2023

“Alla fine del video vedrete la foto del 22enne Ferruccio Nazionale partigiano ucciso dai fascisti della Decima Mas, impiccato in pubblica piazza a Ivrea. Tra i vari numerosi crimini di guerra della Decima, a Crocetta del Montello nel ‘45 torturarono sei partigiani con stracci infuocati usati come frusta. Viene fatto omaggio ai torturatori, resterà in silenzio il ministro della Difesa Crosetto, come sempre”, conclude Saviano.

“Si guardi i filmati delle parate degli ultimi decenni e vedrà che il passaggio davanti alla tribuna presidenziale è sempre stato identico in tutto, a quello di quest’anno. Per i COMSUBIN come per gli altri”, replica al tweet il ministro della Difesa Guido Crosetto che conclude: “Poi si informi sul significato di quel motto”.

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Politica

Saviano e il “saluto romano a parata 2 giugno”: la replica di Crosetto

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Lo scrittore riprende il post di Murgia: "Gravissimo è il gesto di La Russa che fa segno di vittoria dopo che sente celebrare la Decima"

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“Decima? Fare un omaggio durante la festa della Repubblica democratica al corpo militare #fascista #XMas! Chi lo ha autorizzato? Il corpo militare X Mas comandato da Junio Valerio Borghese combatté a fianco dei nazisti con il compito di rastrellare i partigiani e fronteggiare gli alleati. Gravissimo è il gesto di Ignazio #LaRussa che fa segno di vittoria dopo che sente celebrare la Decima”, prosegue lo scrittore aggiungendo: “È prioritario che il Contrammiraglio Giurelli comandate della Marina Militare prenda le distanze ufficialmente da questo omaggio e che lo faccia formalmente anche il contrammiraglio Massimiliano Rossi da cui dipendono gli incursori del COMSUBIN”.

Riprendo il post di Michela Murgia per segnalare che ieri alla sfilata del #2giugno è accaduto un episodio inquietante. Stavano marciando gli incursori in basco verde del COMSUBIN quando giunti alla tribuna autorità gridano: #DECIMA!

Decima? Fare un omaggio durante la festa… pic.twitter.com/WV5Gktw1Gb

— Roberto Saviano (@robertosaviano) June 3, 2023

“Alla fine del video vedrete la foto del 22enne Ferruccio Nazionale partigiano ucciso dai fascisti della Decima Mas, impiccato in pubblica piazza a Ivrea. Tra i vari numerosi crimini di guerra della Decima, a Crocetta del Montello nel ‘45 torturarono sei partigiani con stracci infuocati usati come frusta. Viene fatto omaggio ai torturatori, resterà in silenzio il ministro della Difesa Crosetto, come sempre”, conclude Saviano.

“Si guardi i filmati delle parate degli ultimi decenni e vedrà che il passaggio davanti alla tribuna presidenziale è sempre stato identico in tutto, a quello di quest’anno. Per i COMSUBIN come per gli altri”, replica al tweet il ministro della Difesa Guido Crosetto che conclude: “Poi si informi sul significato di quel motto”.

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Mentana: “Fazio lascia la Rai? Non c’è un Maradona in tv…”

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"E' semplice e gratificante fare il ruolo del perseguitato, di chi è martire"

“Fabio Fazio va in un altro canale, il pubblico lo vedrà sul Nove. E’ semplice e gratificante fare il ruolo del perseguitato, di chi è martire. Ma sarebbe più semplice fare le proprie scelte e motivarle. Non esiste Maradona, siamo tutti onesti lavoratori di questo settore. Nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda. Io ho visto andar via dalla Rai figure come Raffaella Carrà, Mike Bongiorno, Corrado. Io sono andato dalla Rai a dirigere il Tg5”. E’ un passaggio dell’intervento di Enrico Mentana, direttore del Tg La7, al Festival della tv di Dogliani. “Fabio Fazio va a Discovery, è stato annunciato una decina di giorni fa. Quel contratto si fa in 3 mesi, non in 3 giorni. C’era già una sorta di contrattazione ‘vai o resti?’. Non possiamo più pensare che ci sia un vulnus se qualcuno va via dalla Rai. E’ vero, siamo governati da una destra-centro, ma parliamo di un partito che ha vinto le elezioni nel 2022 dopo 10 anni all’opposizione.

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Spettacolo

Mentana: “Fazio lascia la Rai? Non c’è un Maradona in tv…”

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