

Sport
Abodi e Calderone sulla riforma dello Sport: “Tutele, semplificazione e trasparenza le parole chiave dei correttivi”
Il provvedimento contiene sei articoli uno per ogni correttivo ed entrerà in vigore dal 1 luglio

Tutele, semplificazione e trasparenza sono le parole chiave che identificano il correttivo proposto ai decreti attuativi della delega contenuta nella legge 86/2019 con l’obiettivo di portare migliorie ed innovazioni normative nel mondo dello sport, a iniziare dal lavoro sportivo di cui al d. lgs. 36/2021, con il riconoscimento delle dovute tutele a chi opera nel suo ambito, incluse tutele fondamentali come quelle relative alla maternità e alla malattia, in un quadro sostenibile per il mondo del dilettantismo. I correttivi sono stati illustrati oggi dai co-proponenti, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. Approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e che, come previsto, è stato trasmesso alle Camere e alle Conferenze, Unificata e Stato-Regioni, per l’acquisizione dei rispettivi pareri e intese per poi tornare in Consiglio dei Ministri per la seconda e definitiva lettura entrerà in vigore dal 1° luglio 2023.
“Il provvedimento contiene sei articoli uno per ogni correttivo, in particolare quello sul lavoro è quello più rilevante. Siamo convinti che quello che abbiamo prodotto rispecchi le esigenze del sistema. Un salto di qualità etico ed industriale del lavoro sportivo”, ha sottolineato il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi. “Se dovessi definire come si evolverà la norma, parlerei di affermazione delle tutele nell’equilibrio degli interessi del datore di lavoro e del lavoratore. Il secondo aspetto da sottolineare è quello della trasparenza. Dopodiché c’è anche una efficienza del sistema che si associa alla semplificazione, perché una delle preoccupazioni principali era quello di non sobbarcare ulteriori oneri sui datori di lavoro in strutture fragili a livello gestionale, ma che sono l’innervatura principale del sistema sportivo, ma abbiamo pensato anche alla sostenibilità che debba essere sostenibile”, ha sottolineato Abodi che ha aggiunto come “dal primo luglio ci sarà piena attuazione di queste norme, ma metteremo in piedi una piattaforma con Coni, Cip, Sport e Salute, Eps, Federazioni e tutti gli attori in causa, per fare in modo che in un tempo breve ci sia la necessaria alfabetizzazione per rispettare gli obblighi che saranno differiti nel tempo -ha aggiunto il ministro per lo sport-. Inoltre sarà istituito un osservatorio che studierà il fenomeno, perché non abbiamo assoluta certezza delle dinamiche che queste norme produrranno”.
Da parte sua la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha sottolineato che questo correttivo alla riforma “richiedeva un’attenzione specifica alle norme di legge e richiedeva una valutazione di come prendere quell’apparato di adempimenti e norme e calarlo in un contesto specifico. L’intento era quello di individuare uno schema di tutele che non fosse impattante. Un lavoro che abbiamo portato a termine, ma che non è stato facile. Gli adempimenti che rimangono, non potevamo destrutturare un sistema efficiente nel mondo del lavoro, ma vengono ridefiniti in un contesto di semplificazioni importanti”, ha spiegato. “Mi piace particolarmente la sensibilità che si manifesta per gli atleti paralimpici all’interno del decreto correttivo, consentendo loro l’attività garantendo il mantenimento del posto di lavoro e la salvaguardia dello stipendio e dei contributi previdenziali: avranno 30 giorni continuativi di permesso per preparare gare ed eventi, fino a un massimo di 90 giorni l’anno. E i datori di lavoro potranno chiedere un rimborso per le spese sostenute”, ha sottolineato la ministra del lavoro e delle politiche sociali.
Diverse le novità, tra le quali si segnalano in particolare: le semplificazioni degli adempimenti in materia di lavoro sportivo, con norme che disciplinano le comunicazioni al centro dell’impiego e la tenuta del libro unico del lavoro, da effettuare anche attraverso il registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche le cui implementazioni saranno disciplinate nel pieno rispetto degli obblighi di legge con un decreto interministeriale da emanare entro il 1° luglio; tale registro potrà consentire ad associazioni e società sportive dilettantistiche di inserire, tramite interfaccia web, i dati dei collaboratori sportivi che saranno disponibili per tutti gli enti competenti; il registro verrà dotato di ulteriori funzioni: gli uffici dei due ministeri sono al lavoro per assicurare il rispetto dei tempi previsti per i primi adempimenti; le norme specifiche per i giudici di gara, per quali il rapporto di lavoro potrà essere attivato tramite convocazione o designazione dell’organismo sportivo; le norme specifiche per i dipendenti pubblici, con la previsione di un meccanismo di silenzio assenso per il rilascio dell’autorizzazione necessaria per lo svolgimento dell’attività sportiva retribuita (extra orario di lavoro), mentre, in caso di attività non retribuita, sarà sufficiente una comunicazione al datore di lavoro; la maggiore flessibilità nella individuazione del tipo di rapporto da instaurare nel lavoro sportivo dilettantistico, con l’innalzamento a 24 ore settimanali del limite previsto per mantenere la presunzione di lavoro autonomo.
Inoltre il sostegno al mondo paralimpico, con l’introduzione di una nuova disciplina che consente agli appartenenti al club paralimpico di partecipare a competizioni e ad allenamenti con un permesso speciale retribuito, senza richiedere quindi ferie e conservando il posto di lavoro con rimborso degli oneri sostenuti dal datore di lavoro; l’abbassamento a 14 anni dell’età minima per l’apprendistato per l’istruzione secondaria sia nel professionismo, sia nel dilettantismo; l’intervento in tema di Irap con la previsione, per il mondo del dilettantismo, che non concorrono a determinarne la base imponibile i corrispettivi inferiori fino a 85mila euro; la previsione di un Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, da istituire di concerto con il Ministero del Lavoro, con compiti di promozione di iniziative di monitoraggio e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
“Parliamo di una platea di 495mila unità che si scompone dal punto di vista delle potenziali entrate in tre cluster, quelli sotto i 5mila euro su cui non si prevede alcun impatto né fiscale né previdenziale e sono circa l’82% e dove non ci saranno modifiche non essendoci impatti fiscali e previdenziali, e ai quali possono aggiungersi 150 euro di rimborso spese al mese per arrivare ad un limite massimo di 6800 euro. Poi c’è la platea dai 5 ai 15 mila, il 16% pari a 80.300 unità su cui non c’è impatto fiscale, ma del 50% dal punto di vista contributivo per i primi 5 anni. Infine c’è l’ultima categoria sopra i 15mila euro che arriva a poco meno del 2%. Il sistema avrà bisogno di analisi e approssimazioni successive e si è pensato anche di istituire un Osservatorio per monitorare il fenomeno e migliorare la norma”, ha aggiunto Abodi. “Per quanto riguarda le comunicazioni obbligatorie telematiche noi abbiamo già introdotto una semplificazione, dovranno essere fatte a regime entro il 30esimo giorno del mese successivo. Tutto ciò che avviene, invece, nel mese di luglio, agosto e settembre può esser comunicato entro il 31 ottobre, stessa cosa per gli adempimenti previdenziali, che è il periodo di salvaguardia”, ha concluso Calderone.
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MotoGp Giappone 2023, Martin vince gara sprint e Bagnaia terzo

Lo spagnolo conquista la pole e si impone a Motegi

Jorge Martin vince la sprint MotoGp del Gp del Giappone 2023, oggi 30 settembre 2023 sul tracciato di Motegi. Lo spagnolo, autore della pole position con la Pramac Racing, si impone nella gara di 12 giri chiudendo in 21’00”734 davanti alla Ktm del sudafricano Brad Binder e alla Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia, campione del mondo e leader del Mondiale. Quarto posto per l’australiano Jack Miller (Ktm), seguito dal francese Johann Zarco (Pramac), da Marco Bezzecchi (Ducati VR46) e dallo spagnolo Marc Marrquez (Honda).
Martin conquista la seconda pole position dell’anno, dopo quella ottenuta a Misano, girando in 1’43”198, nuovo record della pista di Motegi. Secondo tempo per la Ducati di Bagnaia e terza posizione per la Ktm di Miller che chiude la prima fila. Alle loro spalle la Ducati privata di Bezzecchi, la Ktm di Binder e la Ducati Gresini di Fabio Di Giannantonio, sesto in griglia davanti alla Honda di Marquez.
Nella classe Moto2, pole position per il thailandese Somkiat Chantra (1’49”898), che precede il giapponese Ai Ogura (1’50”018), il britannico Jake Dixon (1’50”058) e lo spagnolo Pedro Acosta (1’50”131). Nella Moto3, pole dello spagnolo Jaume Masia (1’56”331) con la Honda, davanti alla Ktm del turco Deniz Oncu (1’56”539) e alla Honda di Marco Bertelle (1’56”651), seguito dalla Ktm di Stefano Nepa (1’56”695).
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Nuova Zelanda-Italia 96-17, All Blacks a valanga

Nella sfida della Coppa del Mondo a Lione
La Nuova Zelanda travolge l’Italia per 96-17 oggi a Lione nel match valido per la Pool A della Rugby World Cup 2023. Gli All Blacks si avvicinano ai quarti di finale dopo la vittoria nettissima in una sfida senza storia.
La Nuova Zelanda affonda subito i colpi e va in meta con Varney, che apre il diluvio sull’Italia. Gli azzurri rimangono agganciati alla partita con il piazzato di Allan, ma la partita non esiste. Smith e Savea realizzano 3 mete a testa nel primo tempo, che si chiude con un eloquente 49-3 in virtù delle 7 segnature degli All Blacks. In avvio di secondo tempo l’Italia si fa apprezzare per la meta di Capuozzo, ma il martellamento neozelandese continua. Segnano Retallick, Papali’i, Coles e McKenzie. Il 73-10 non placa i tutti neri che proseguono il monologo. Arrivano le mete di Savea, Coles e Lienert-Brown. La Nuova Zelanda si ferma in prossimità dei 100 punti e nel recupero l’Italia si consola con la meta di Ioane. Ora bisogna recuperare per la sfida del 6 ottobre, sempre a Lione, con la Francia.
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Milan-Lazio, Pioli: “Juve favorita per scudetto”

Il tecnico rossonero e il pronostico per il tricolore: "Bianconeri favoriti perché non giocano le coppe"

“Sono quattro squadre in lotta per lo scudetto con la Juventus favorita, perché non giocare le coppe ti dà qualche punto in più”. Stefano Pioli, allenatore del Milan, alla vigilia del match con la Lazio piazza la Juventus in pole position nella corsa scudetto, davanti a Inter, Milan e Napoli. L’assenza di impegni infrasettimanali, dice il tecnico rossonero, può fare la differenza in campionato. Intanto, il Milan vuole proseguire la corsa dopo aver agganciato l’Inter in vetta alla classifica.
“Si può dire che stiamo bene. Vogliamo trovare continuità per fare bene in campionato e in Champions. Domani è la partita più importante. Abbiamo sempre vissuto con grande equilibrio: il derby non era la fine del nostro percorso, ma un nuovo inizio da cui ripartire. Ora non siamo perfetti, non siamo impeccabili, ma possiamo mettere in campo domani la nostra miglior prestazione”, dice Pioli.
“La Lazio gioca insieme da anni con un ottimo allenatore e ha delle linee di gioco riconoscibili, con grande velocità e grande qualità. Al di là del loro momento – e stanno bene – sono una squadra forte”.
“Non conta la vetta ora, ma la voglia di fare bene e di interpretare bene le partite. Non esistono partite facili e nemmeno partite impossibili. Sono contento di ciò che la squadra ha fatto in questi due giorni”, afferma ancora.
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Nizza, calciatore minaccia suicidio da ponte su autostrada

Soccorsi in azione per soccorrere il giovane
Un giocatore del Nizza, club francese di Ligue 1, minaccia di gettarsi dal viadotto Magnan a Nizza, altro circa 100 metri. Si tratterebbe del centrocampista francese 22enne Alexis Beka Beka, secondo quanto riportano i media transalpini. Il giocatore si è fermato sulla corsia d’emergenza dell’autostrada A8 e minaccia di lanciarsi nel vuoto. Sul posto sono intervenuti i servizi di emergenza e la gendarmeria per dissuadere il ragazzo anche con uno psicologo inviato dal club. Il Nizza è allenato dal tecnico italiano Francesco Farioli, ed è attualmente secondo in campionato, a una lunghezza dalla capolista Brest.
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Genoa-Roma, Mourinho e il messaggio ai tifosi: “Fa male al cuore”

Il tecnico giallorosso dopo il pesante ko per 4-1: "Analizzare ogni dettaglio con i calciatori"

Dopo il pesante ko per 4-1 della Roma con il Genoa è il momento dell’analisi. Il tecnico giallorosso José Mourinho in un’intervista pubblicata questa mattina dal club sui propri canali social spiega che deve “analizzare con i calciatori, devo arrivare a Trigoria invece di dormire devo mettere su la partita e analizzare ogni dettaglio, se non possiamo lavorare sul campo. Io sono così dopo questo tipo di partite non piace entrare nello spogliatoio e dire cose giuste o sbagliate”.
E’ stata fissata per le 15.30 la ripresa degli allenamenti in vista della sfida di domenica sera contro il Frosinone. “Abbiamo perso una palla bassa, incredibile in cui il Genoa segna il primo gol. Era rischioso tenere Mancini in campo dopo l’ammonizione, conoscendo il tipo di arbitro”, dice ripercorrendo alcuni passaggi della gara. Alla fine, dopo “una sconfitta che pesa, il mio messaggio ai tifosi è semplice. Mi conoscono da più di due anni, sanno cosa significano per me, fa male al cuore, io sono lo stesso di Budapest e Tirana”, dice ricordando le due finali europee giocate in 12 mesi. “Tutti insieme cerchiamo di cambiare e tornare a vincere. Quando si guarda la classifica è brutto, dobbiamo migliorare per vincere più partite”, aggiunge Mou.
“E’ il peggior inizio della mia carriera, ma penso che per la prima volta nella storia della Roma siano state giocate due finali di fila in Europa”, le parole di Mourinho a caldo, subito dopo la sconfitta a Marassi. “Il gruppo è questo, non arriva nessuno e non va via nessuno. Dobbiamo uscire da questa situazione, non c’è da piangere”, le parole a Dazn.
“Abbiamo segnato un gol annullato per fuorigioco, sentivamo in panchina che il pareggio potesse arrivare visto che avevamo il possesso del pallone seppure senza grande qualità”, afferma il portoghese.
Sport
José Mourinho e la Roma, la crisi (irreversibile?) di un grande leader

Il calcio si evolve rapidamente, non basta più la capacità di motivare e comunicare

Leader indiscusso, grande motivatore, ottimo comunicatore. A Roma ha costruito un legame profondo con la tifoseria e con la città. A Mourinho manca però un riscontro fondamentale per un allenatore di calcio, quello del campo. La crisi conclamata che sta attraversando la sua squadra è esclusivamente tecnica e ha trovato nella sconfitta con il Genoa la sua rappresentazione plastica.
E’ una crisi che viene da lontano, nonostante le due grandi annate in Europa, e prima ancora che in un gioco inesistente, si legge nei numeri. Da aprile 2023, la Roma ha giocato in campionato 14 partite di campionato: 8 nello scorso campionato e 6 in questo appena iniziato. Ha vinto 2 partite, ne ha pareggiate 6 e ne ha perse 6. Vuol dire fare 12 punti su 42 disponibili. E’ una media da retrocessione.
La domanda da porsi è se la crisi di Mourinho sia irreversibile o se si possa pensare a una reale inversione di tendenza. La Roma tornerà a fare punti, prima o poi. Ma chiedersi se Mourinho sia ancora in grado o meno di fare un calcio che possa competere con le conoscenze degli altri non è un’eresia. La principale obiezione alle critiche sulla progressiva involuzione tattica e tecnica del progetto di Mourinho alla Roma è sempre stata: conta il risultato. E la vittoria della Conference League, insieme alla finale di Europa League dello scorso anno, sono risultati importanti e sono risultati di Mourinho prima ancora che della Roma. Quel percorso in Europa poteva farlo solo lui, saldando il ‘mourinismo’ al ‘romanismo’, come lo chiama lui. Resterà per questo nella storia della Roma.
E’ il Mourinho che sa vincere comunque. In campionato però, corsa lunga dove improvvisare e strappare risultati senza il gioco è più complicato, proprio i risultati dicono il contrario. La partita di Genova, e prima ancora una sequenza di altre partite, dicono che squadre di medio valore, preparate tatticamente e fisicamente, prevalgono su una squadra che ha sicuramente un livello tecnico superiore ma che è senza organizzazione di gioco e senza una adeguata preparazione tattica. I calciatori, con la componente agonistica e con le motivazioni che possono prevalere sulle doti tecniche, ci mettono il resto. Ma la responsabilità finale non può che essere dell’allenatore.
E qui entra in gioco la storia di Mourinho, che va letta interamente. Ha vinto tutto, e ovunque. Gli ultimi dieci anni però, dal Chelsea in poi, passando per Manchester United e Tottenham e fino alla Roma, sono fatti di cicli molto simili tra loro, nella durata, nella proposta di gioco e nei risultati.
Con un’altra evidenza. Mourinho vince quando ha giocatori adatti a lui, e quando costruisce gruppi pronti a immolarsi per lui. Quando l’energia che nasce dalla somma di questi due fattori finisce, le squadre di Mourinho si spengono. Nel frattempo, il calcio sta cambiando velocemente. E in giro ci sono allenatori grandissimi, e giovani allenatori, che lo conoscono a fondo perché lo studiano, lo cambiano, lo adattano continuamente. Mourinho invece è sempre uguale a se stesso. Nel bene e nel male. E forse non basta più. (Di Fabio Insenga)
Sport
Ryder Cup 2023, poker Europa e Usa sotto 4-0

La selezione del Vecchio Continente in vantaggio
Il Team Europa chiude in netto vantaggio la prima mattinata di golf alla Ryder Cup in corso al Marco Simone di Guidonia. Gli uomini di Luke Donald si sono imposti 4-0. La coppia McIlroy-Fleetwood ha vinto anche l’ultimo foursome della mattina battendo la coppia americana Schauffele-Cantlay. E’ la prima volta nella storia della Ryder Cup che il team Europe vince tutti e quattro i foursome nella mattinata di apertura del venerdì.
Sport
Jannik Sinner agli ottavi dell’Atp di Pechino, l’azzurro batte Evans

Sinner batte Evans, Musetti supera Kachanov

Jannik Sinner batte Daniel Evans e si qualifica per gli ottavi di finale dell’Atp 500 di Pechino. L’azzurro, testa di serie numero 6, supera il britannico per 6-4, 6-7 (2-7), 6-3 in 2h50′ e attende ora il vincente della sfida tra il cinese Juncheng Shang e il giapponese Yoshihito Nishioka.
Sinner, al rientro nel circuito da 3 settimane dagli US Open, gioca un match impeccabile per quasi 2 set. Il calo costa caro e porta la sfida al terzo set, dove il 22enne azzurro riprende in mano le redini del’incontro. L’altoatesino piazza 11 ace anche se la percentuale di prime palle (55%) non ruba l’occhio. Si spiegano anche così le 4 palle break concesse in una partita in cui i vincenti sono 39 e gli errori gratuti sono 13.
Sinner prende il largo nel primo set con il break al quinto game e inserisce il pilota automatico: Evans prova a rimanere in scia, ma il 6-4 arriva senza sussulti. Il copione pare delineato anche nel secondo parziale, che Sinner controlla fino al 4-2 dopo un break in apertura. Sul 5-4, Sinner stacca la spina: cede il servizio a zero e si va al tie-break. Evans non sbaglia nulla e chiude 7-2 contro un avversario che appare in riserva.
Il terzo set si apre con l’allungo di Sinner (3-0) ma lo strappo non è definitivo. Evans va avanti a fiammate e risale sul 3-3 mentre l’azzurro ha bisogno dell’intervento del fisioterapista: i muscoli non rispondono al 100%, ma non scatta nessun allarme. Sinner è bravo ad alzare il ritmo in vista del traguardo. La terza palla break nell’ottavo game è quella giusta: 5-3 e chiusura in scioltezza per 6-3 con un filotto di 7 punti consecutivi.
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Gp Giappone 2023, Martin leader prime prove libere MotoGp

Lo spagnolo della Pramac Racing ha girato in 1’45”192 sul tracciato di Motegi
Lo spagnolo Jorge Martin è stato il più veloce nelle prime prove libere MotoGp del Gp del Giappone 2023. Lo spagnolo della Pramac Racong ha girato in 1’45”192 sul tracciato di Motegi. Dopo aver realizzato il miglior tempo, liberino è stato protagonista di una caduta. Secondo tempo per Augusto Fermandez, in sella ad una Tech 3. Terzo crono per la Ducati VR46 di Marco Bezzecchi, seguito dalla Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia.
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Mourinho e disastro Roma: “Mio peggior inizio in carriera”

Lo Special One: "Mai così male, ma per la prima volta nella storia della Roma sono state giocate due finali di fila in Europa"

“E’ il peggior inizio della mia carriera, ma penso che per la prima volta nella storia della Roma siano state giocate due finali di fila in Europa”. José Mourinho fotografa il momento della sua Roma, sconfitta 4-1 in casa del Genoa e ferma a 5 punti nelle zone basse della classifica. “Il gruppo è questo, non arriva nessuno e non va via nessuno. Dobbiamo uscire da questa situazione, non c’è da piangere”, dice a Dazn lo Special One.
“Non ho tanto da dire, non ho molto di cui parlare. Non ho parlato con i giocatori, in questi casi non mi sento di rispondere alle domande dello studio. Abbiamo iniziato male, abbiamo incassato il gol e abbiamo avuto una reazione fino al pareggio. Poi con l’infortunio di Llorente è cambiata la struttura della squadra ed è iniziata a peggiorare. Mancini era ammonito e visto l’arbitro abbiamo pensato di cambiarlo. Abbiamo segnato un gol annullato per fuorigioco, sentivamo in panchina che il pareggio potesse arrivare visto che avevamo il possesso del pallone seppure senza grande qualità”, afferma il portoghese.
“Il 3-1 ha chiuso la partita, il quarto gol è fuori dal contesto. In questi casi può succedere un disastro, possono arrivare anche il quinto e il sesto gol… La gente parlava degli errori di Ibanez che creavano situazioni ‘iconiche’ in partite speciali: ma Ibanez dava una solidità incredibile a livello difensivo. Con Smalling”, assente a Genova, “potete vedere quante partite abbiamo vinto. Ma non è nemmeno corretto dire che la solidità è legata a particolari giocatori, è anche la conseguenze di un lavoro e uno spirito collettivo. Siamo in un momento particolare, prendiamo gol al primo tiro e non è una situazione che riguarda Rui Patricio. E’ un momento particolare, io lo avverto in panchina e i genitori lo vivono in campo”, aggiunge.
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