Tra padiglioni affollati e voci che si rincorrono, a Rimini la giornata ha intrecciato acqua, città, imprese e materiali: una trama fitta di scelte possibili, strumenti concreti e responsabilità condivise, nel cuore di Ecomondo, in corso al Rimini Expo Centre dal 4 al 7 novembre 2025.
Un mosaico di scelte concrete
L’edizione 2025 di Ecomondo ha aperto le porte con un respiro più ampio del solito: 30 padiglioni su 166mila metri quadrati e un programma pensato per parlare la lingua del mondo, dalle filiere del riciclo all’intelligenza artificiale applicata ai processi industriali, passando per il monitoraggio satellitare e la decarbonizzazione. La prospettiva è chiara: tessere relazioni tra imprese, istituzioni e ricerca per accelerare una transizione che non è più uno slogan ma una catena di decisioni pratiche. È il messaggio ribadito nelle comunicazioni ufficiali dell’organizzatore, Italian Exhibition Group, che lega la crescita del business alla tutela ambientale e sociale, proiettando l’evento oltre i confini nazionali.
Il disegno complessivo si allarga anche fuori dalla fiera, con iniziative diffuse e attenzione alla logistica sostenibile della manifestazione. La direzione presa è quella di un appuntamento che prova a essere incisivo non solo nei convegni, ma nell’organizzazione quotidiana e nell’uso delle risorse, come raccontano le note diffuse alla vigilia dell’apertura. Questa impostazione rende più leggibili i filoni di lavoro: economia circolare, acqua e città, rischi climatici e finanza, innovazione e competenze.
Acqua sotto pressione: tecnologie e soluzioni basate sulla natura per un nuovo equilibrio
La risorsa che più chiede ascolto è l’acqua. Nel workshop “European and Mediterranean nature-based, digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management” si è fatto il punto su sistemi idrici sottoposti a un doppio stress: quello climatico e quello demografico-produttivo. Si è discusso di IoT, intelligenza artificiale, analisi dei dati e digital twin per monitorare qualità, sprechi e perdite, ma anche di come integrare queste tecnologie con soluzioni nature-based capaci di restituire resilienza nel lungo periodo. Una cabina di regia che ha messo insieme Utilitalia, IRSA-CNR, mondo accademico e reti europee, con poster session e interventi selezionati.
Il quadro europeo conferma che l’acqua sarà una delle variabili più delicate dei prossimi anni: l’Agenzia europea dell’ambiente e le analisi sul campo richiamano fenomeni sempre più intensi, con una quota crescente di popolazione che sperimenta stress idrico stagionale. A colpire non è solo la cronaca di siccità e nubifragi, ma la spinta a ripensare i servizi idrici come infrastrutture intelligenti, capaci di leggere in tempo reale reti e bacini, e di prevenire gli impatti più severi. È in questo incrocio tra dati e natura che il workshop ha cercato risposte operative.
Governance locale e progettazione urbana: il laboratorio che accelera le decisioni
La leva urbanistica è stata al centro dell’incontro “Rafforzare i processi di governance ambientale locale”, curato dal Comune di Rimini. Qui ha preso forma il cantiere del progetto europeo LIFE HELP, concepito per aiutare le amministrazioni a incorporare obiettivi ambientali nella pianificazione e nella gestione quotidiana del territorio. Rimini, capofila, sta lavorando al nuovo Piano Urbanistico Generale usando gli strumenti del progetto per orientare scelte strategiche e misurarne gli impatti, con l’obiettivo di città più integrate, robuste e trasparenti nel coinvolgimento dei cittadini.
La riflessione è scesa poi nell’officina dell’“Urban Sustainability Speed Lab”, un laboratorio collaborativo ad alta intensità coordinato dalla Fondazione Piano Strategico. Tre tavoli – governance ambientale, rigenerazione, comunicazione e partecipazione – per far circolare idee, strumenti e azioni, e trasformare le prassi in decisioni. Il valore è nella rapidità del confronto tra tecnici, amministratori e stakeholder, con l’obiettivo di sbloccare inerzie e dare continuità alle politiche, dal quartiere alla scala metropolitana.
Rischio climatico e assicurazioni: dall’obbligo alle strategie di adattamento
Il clima presenta già il conto. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, tra il 1980 e il 2023 gli eventi meteo-climatici estremi hanno provocato perdite economiche stimate in 738 miliardi di euro nell’Unione, con oltre un quinto del totale concentrato nel triennio 2021-2023. A Ecomondo, l’evento “Gestire il rischio climatico: strumenti assicurativi e obblighi per le imprese” ha messo in fila quadro dei rischi, strumenti CatNat e aggiornamenti normativi, chiarendo la funzione sistemica del settore assicurativo in una fase di frequenza e severità crescenti degli impatti.
Dal piano delle analisi a quello degli obblighi: la Legge di Bilancio 2024 (Legge 213/2023) ha introdotto la copertura assicurativa obbligatoria per le imprese operanti in Italia contro gli eventi catastrofali; il DM 18/2025 ha definito regole operative e perimetro degli asset da assicurare. Il calendario prevede l’avvio per le grandi imprese dal 1° aprile 2025 (con 90 giorni di tolleranza), dal 1° ottobre 2025 per le medie e dal 1° gennaio 2026 per piccole e micro. Una riforma che affianca alle compensazioni ex post una gestione del rischio più matura e preventiva.
Abitare il futuro: spazi che curano relazioni e sostenibilità
Dentro i padiglioni, il confronto su come vivremo è entrato nel merito con “Abitare il futuro. Nuovi modelli per studentati, senior housing, RSA e ospitalità”, curato da SGR Efficienza Energetica. Dalla qualità dell’aria agli impianti, dai materiali agli usi ibridi, il dibattito ha insistito sul ruolo degli edifici come luoghi di relazioni, dove tecnologia e sostenibilità devono generare comfort, accessibilità e inclusione. Un’agenda che incrocia bisogni generazionali diversi e richiede politiche e investimenti coerenti per studentati, residenze per anziani e strutture ricettive.
A tenere insieme visione e responsabilità istituzionale sono stati gli interventi del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, e del presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, intervenuti per aprire un confronto che unisce filiere industriali e amministrazioni locali. La cornice regionale, guidata da de Pascale, sta lavorando su innovazione, relazioni internazionali e gestione dei rischi, temi che si riflettono anche nella programmazione urbana e nei servizi alla persona.
Materia che torna materia: RAEE, batterie e imballaggi tra regole e casi concreti
La pratica dell’economia circolare si misura nella capacità di raccogliere, riutilizzare e riciclare di più e meglio. Nell’evento “Buone pratiche di economia circolare dei RAEE, dei Rifiuti di Batterie e dei Rifiuti di Imballaggi”, curato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo insieme a Erion, si sono incrociati casi industriali e aggiornamenti regolatori: il nuovo regolamento europeo imballaggi è entrato in vigore l’11 febbraio 2025 con applicazione generale dopo 18 mesi; la Regolamentazione batterie vede slittare al 18 agosto 2027 l’avvio degli obblighi di due diligence; il CRMA fissa obiettivi 2030 su estrazione, lavorazione e riciclo delle materie prime critiche.
In parallelo, la Commissione europea ha pubblicato a luglio la valutazione della Direttiva RAEE, evidenziando criticità su raccolta e recupero di materiali strategici e aprendo la strada a una revisione entro i prossimi anni. Le discussioni a Rimini hanno toccato anche filiere complesse come quella dei pannelli fotovoltaici e degli elettrodomestici, dove standard e tracciabilità diventano fattori decisivi per qualità e quantità dei materiali reimmessi nei cicli produttivi.
Un cantiere di idee: gli Stati Generali delineano la rotta
La giornata inaugurale ha coinciso con l’apertura della 14ª edizione degli Stati Generali della Green Economy, organizzati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con il MASE. Dopo i saluti di Maurizio Ermeti (IEG) e Irene Priolo (Regione Emilia-Romagna), Edo Ronchi ha presentato la Relazione sullo stato della green economy 2025, cui hanno fatto seguito gli interventi di Paolo Gentiloni e dell’economista Lucrezia Reichlin, con un videomessaggio del ministro Gilberto Pichetto Fratin.
La sessione plenaria internazionale è in programma nella mattinata del 5 novembre, per la prima volta interamente in lingua inglese: una scelta che apre il confronto a una platea più ampia sul tema “Guidare il futuro in tempi di incertezza”. L’impostazione, spiegano gli organizzatori, punta a intrecciare l’orizzonte europeo con quello globale, tra competitività industriale, politiche climatiche e ruolo della finanza.
Domande in primo piano
Che cosa rende Ecomondo 2025 diverso dalle edizioni precedenti? La scala e la direzione. I numeri parlano chiaro: 30 padiglioni e 166mila metri quadrati, ma soprattutto un’agenda che salda innovazione digitale, riciclo, osservazione della Terra e nuove competenze. Non è un semplice calendario di convegni: è un luogo in cui aziende, istituzioni e ricerca entrano in contatto per delineare impegni e investimenti che avranno ricadute concrete nei territori e nelle filiere produttive.
Perché si parla tanto di obbligo assicurativo CatNat per le imprese? Perché il rischio fisico è già qui e pesa sui bilanci. La Legge 213/2023 ha introdotto la copertura obbligatoria contro eventi catastrofali, il DM 18/2025 ha definito come si applica, e le scadenze scattano in modo graduale: grandi imprese dal 1° aprile 2025 con 90 giorni di tolleranza, medie dal 1° ottobre 2025, piccole e micro dal 1° gennaio 2026. Il principio è spostare risorse sulla prevenzione e la resilienza.
Per quale motivo il tema dell’acqua è così centrale nel programma? Perché la pressione cresce su più fronti: clima, urbanizzazione, domanda agricola e industriale. Il workshop dedicato ha mostrato come sensori di rete, intelligenza artificiale e gemelli digitali possano dialogare con interventi basati sulla natura per migliorare qualità e disponibilità della risorsa, riducendo perdite e vulnerabilità. Non si tratta solo di tecnologia, ma di una nuova cultura del servizio idrico, capace di leggere in anticipo trend e criticità.
Cosa cambia per RAEE, batterie e imballaggi con le nuove norme europee? Molto, sul piano operativo. Il regolamento imballaggi è in vigore dall’11 febbraio 2025 con applicazione generale dopo 18 mesi e prevede obiettivi su riduzione, riuso, riciclabilità e limiti a sostanze problematiche. Sulle batterie, l’avvio degli obblighi di due diligence slitta al 18 agosto 2027 per dare tempo a imprese e verificatori. Il CRMA fissa target 2030 per estrazione, lavorazione e riciclo delle materie prime critiche: un quadro che richiede filiere più tracciabili ed efficienti.
Una spinta che lascia il segno
La giornata a Rimini ha tenuto insieme urgenza e concretezza. Non si è parlato di obiettivi generici, ma di regole, strumenti e cantieri che toccano la vita delle città, la gestione dell’acqua, i conti delle imprese, la qualità dei materiali che rimettiamo in circolo. Un passo avanti che chiede continuità: politiche coerenti, amministrazioni preparate, filiere collaborative.
Se c’è una lezione che ci portiamo via, è questa: la transizione non è un annuncio, è una pratica quotidiana fatta di scelte misurabili. Ecomondo, con i suoi confronti e i suoi numeri, ricorda che il tempo del “poi” è scaduto. Ora tocca a tutti – istituzioni, aziende, cittadini – prendersi la propria parte di responsabilità e trasformare le parole in risultati che durino nel tempo.
