Tra gli stand di BolognaFiere, il confronto tra imprese e mondo scientifico richiama una sfida urgente: conciliare crescita e tutela del pianeta. Refrigera 2025 e Applitech 2025 diventano il palcoscenico dove strategie industriali e responsabilità ambientale si intrecciano, con dati, visioni e obiettivi che riguardano l’intera filiera del freddo e degli elettrodomestici.
Tecnologie del freddo, investimenti e ritorni rapidi
Per Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria, la catena della refrigerazione – dall’industriale al commerciale e logistico, fino a surgelazione e criogenia – sta vivendo un passaggio decisivo. L’adozione di soluzioni orientate alla sostenibilità non è un costo ma un’occasione concreta per tagliare i consumi energetici, contenere l’impronta ambientale e perfezionare la gestione degli impianti. Il rientro dell’investimento sui nuovi sistemi, ha spiegato, si colloca nell’ordine di due anni. Questo messaggio è risuonato con forza durante il convegno inaugurale di Refrigera 2025 a BolognaFiere, manifestazione internazionale organizzata da A151 srl, dove il tema dell’efficienza ha incontrato quello della competitività.
Al cuore della riflessione di Nocivelli c’è anche il quadro delle politiche di supporto: serve stabilità. La richiesta di Confindustria è quella di incentivi strutturali e di lungo respiro, con una durata minima triennale, in grado di offrire prevedibilità alle imprese che investono. Tra le leve emergenti spicca l’intelligenza artificiale, considerata un alleato per individuare soluzioni inedite e presidiare una fase spesso trascurata, la riciclabilità a fine utilizzo. L’obiettivo è coniugare innovazione e sostenibilità in progetti industriali misurabili, capaci di restituire valore nel breve periodo e al tempo stesso di innalzare gli standard ambientali dell’intero comparto.
Cultura della sostenibilità e il ruolo delle istituzioni
L’apertura dei lavori ha visto l’intervento di Mario Tozzi, primo ricercatore del CNR e divulgatore ambientale, che ha spostato l’attenzione su un punto essenziale: la tecnologia, da sola, non risolve le sfide del clima. Occorre un coinvolgimento culturale profondo, che chiami in causa istituzioni e imprese in egual misura. La sostenibilità, nella sua visione, deve diventare priorità e bussola delle decisioni. Per accompagnare le aziende in questo percorso, Tozzi ha indicato come utile strumento anche la defiscalizzazione, capace di sostenere la transizione senza frenare l’innovazione. Solo un cambio di mentalità trasforma i buoni propositi in prassi quotidiana.
Il messaggio è netto: senza consapevolezza diffusa, le migliori tecnologie rischiano di restare soluzioni isolate. La cultura della sostenibilità, infatti, non è un orpello ma un fattore abilitante che consente al sistema produttivo di operare scelte coerenti nel tempo, evitando oscillazioni e ripensamenti. In questo equilibrio virtuoso, le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte fissando obiettivi chiari e premiando i comportamenti più responsabili, mentre le imprese sono invitate a tradurre la visione in piani industriali che integrino criteri ambientali sin dalla progettazione. Responsabilità condivisa e ambizione comune diventano, così, il terreno su cui far crescere risultati duraturi.
Cibo sprecato e catena del freddo
Dal fronte alimentare è arrivata la sollecitazione di Maurizio Martina, vicedirettore di FAO Italia, che ha riportato l’attenzione su numeri che interrogano le coscienze: oggi, nel mondo, circa il 17% del cibo prodotto finisce sprecato e il 14% si perde lungo la filiera. In questo quadro, la refrigerazione assume un valore strategico, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove la disponibilità di tecnologie adeguate può aprire spazi di miglioramento lungo tutta la catena alimentare. Le opportunità da cogliere sono evidenti: dalla conservazione più efficiente alla riduzione delle perdite, con impatti sociali ed economici che vanno oltre i confini dei singoli mercati.
Martina ha evidenziato anche un aspetto spesso trascurato: si parla molto di cibo, ma troppo poco di educazione a un rapporto più consapevole con la filiera. Qui il ruolo delle istituzioni è determinante, perché possono orientare comportamenti e scelte, ma serve pure il contributo delle aziende private, chiamate a fare la loro parte con strumenti, competenze e responsabilità. Coltivare consapevolezza significa dare continuità ai risultati: solo così la catena del freddo diventa architrave di un sistema alimentare più equo, riducendo sprechi e perdite, e valorizzando ogni passaggio dal campo alla tavola.
Elettrodomestici, primati italiani e sfide regolatorie
Nell’ambito di Applitech 2025 – la fiera dedicata all’industria produttiva e alla filiera degli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo, organizzata in collaborazione con Senaf srl – è intervenuto Marco Imparato, direttore di APPLiA Italia. I dati raccontano un sistema robusto: l’Italia è il secondo Paese dell’Unione europea per esportazioni nella filiera core degli elettrodomestici, con un valore vicino agli 11 miliardi di euro. Il 13,2% dell’export europeo del comparto porta il marchio Made in Italy, e il nostro Paese guida in Europa per produzione ed export di cappe. Una filiera, dunque, da considerare strategica e da proteggere con scelte coerenti.
Imparato ha richiamato però le criticità che comprimono la competitività: oneri regolamentari giudicati eccessivi, costi energetici elevati e assenza di un reale level playing field, con squilibri normativi che penalizzano la produzione europea rispetto alle importazioni. A questo si somma la mancanza di meccanismi di compensazione per le esportazioni e di un riconoscimento strategico adeguato del comparto. Il rischio, ha avvertito, è la tenuta stessa dell’industria europea degli elettrodomestici. La ricetta proposta punta su una riforma regolamentare e una deregolamentazione mirata, per garantire un ambiente operativo competitivo a livello globale e prepararsi al futuro con innovazione e competenze.
BolognaFiere, calendario e prospettive
Refrigera e Applitech 2025 proseguono fino a venerdì 7 novembre a BolognaFiere, in un percorso espositivo che mette al centro il dialogo tra industria e ambiente. La contemporaneità delle due manifestazioni consente di leggere in controluce gli snodi comuni tra filiera del freddo ed ecosistema degli elettrodomestici: modelli di investimento, qualità tecnologica, organizzazione della supply chain e competenze, con un’attenzione condivisa alla riduzione degli impatti ambientali e al miglior uso delle risorse.
Il filo rosso che emerge dagli interventi di Nocivelli, Tozzi, Martina e Imparato è la convergenza tra convenienza economica e responsabilità. La sostenibilità diventa una scelta di efficienza: ritorni rapidi sugli impianti più avanzati, cornici regolatorie che diano continuità, cultura diffusa che orienti consumi e produzioni, innovazione capace di immaginare nuove soluzioni e di garantire riciclabilità a fine vita. È in questa sintesi che l’industria può crescere, generando valore e tutelando il futuro.
