Il 10 novembre, nella solenne Sala della Regina alla Camera dei Deputati, Massimo Venturiello riceverà il Premio Petrolini. Un tributo che riconosce un cammino capace di intrecciare radici e rinnovamento, tra rigore e poesia, con la rara abilità di passare dall’intensità drammatica a un’ironia lucidissima, sempre al servizio di un teatro che parla al presente.
La cerimonia
La cerimonia è fissata per lunedì 10 novembre, alle ore 18.00, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, con ingresso da Piazza Montecitorio 1. Per i signori è richiesto l’uso della giacca. Un contesto istituzionale che sottolinea il carattere simbolico del riconoscimento e ne accentua la dimensione di dialogo con la città e con il suo pubblico. In un luogo così, la festa per Massimo Venturiello diventa anche occasione per misurare il valore di una tradizione che continua a rinnovarsi senza perdere autenticità.
La consegna del Premio Petrolini non si limita a sancire un traguardo personale: è la rappresentazione concreta di un’idea di scena viva, indocile, curiosa, in cui la risata non distrae ma conduce a un sentire più profondo. È questo il filo che lega il nome di Venturiello a quello di Ettore Petrolini, una continuità che parla al presente. In questo solco, l’omaggio svela un’eredità artistica ancora fertile, capace di intercettare lo sguardo di oggi senza smarrire le proprie radici, e di restituire senso condiviso al rito del teatro.
Un interprete che sposa tradizione e innovazione, tra dramma e ironia
Massimo Venturiello si è distinto come attore e regista dalla versatilità rara, attraversando i palcoscenici italiani con un’idea di teatro che tiene insieme rigore e poesia, radici e rischio. La sua cifra abita il confine tra l’intensità del dramma e l’acutezza di un’ironia sottile, mai compiaciuta. Nel tempo ha costruito un linguaggio riconoscibile, dove ogni scelta formale apre a un significato più ampio e in cui l’attenzione al presente si intreccia con il rispetto di una tradizione viva, mai museale.
Nel suo modo di concepire la scena si avverte un’eco dell’eredità di Ettore Petrolini che sfugge a definizioni strette: la leggerezza capace di convivere con la profondità, l’intelligenza di un’ironia mai gratuita, la libertà di contaminare i linguaggi in nome di una verità più grande. È la scelta di chi guarda l’essere umano con affetto e lucidità, lasciando che il palcoscenico diventi il luogo in cui le contraddizioni trovano forma condivisa. Questa visione, coerente e appassionata, è divenuta negli anni una firma inconfondibile, riconoscibile per precisione artigianale e slancio poetico.
Le parole dell’artista
Alla notizia del riconoscimento, Venturiello ha espresso un’emozione limpida e sincera. Ha detto di sentirsi particolarmente onorato per un premio che porta il nome di un grande protagonista del nostro teatro, tra i più originali e dirompenti. Non è un ringraziamento di rito, ma il segno di un rapporto profondo con un modello che continua a ispirare: un tributo che pesa, perché richiama responsabilità e libertà insieme, e chiama l’artista a misurarsi ogni volta con la propria idea di scena.
Raccontando il legame con Ettore Petrolini, l’artista ha ribadito quanto la sua scrittura conservi una modernità sorprendente: secondo Venturiello, lo si potrebbe incontrare ai tempi dell’antica Roma e immaginarlo, con ancora maggiore forza innovativa, anche tra duemila anni. Nella stessa direzione, ha definito Chicchignola una commedia capace di essere al contempo contemporanea e tradizionale, segno di una drammaturgia che attraversa le epoche senza invecchiare nella visione né nel linguaggio. Una percezione che per Venturiello coincide con un’idea di teatro come spazio di libertà assoluta, in cui l’ironia non è gioco decorativo ma strumento per indagare più a fondo l’animo umano.
Chicchignola: regia, interpreti e una grazia malinconica ritrovata
L’incontro più recente di Massimo Venturiello con l’universo di Ettore Petrolini passa da Chicchignola, commedia che l’autore romano portò in scena nel 1931. Venturiello ne ha firmato la regia e ha interpretato il protagonista, affiancato da Maria Letizia Gorga, Franco Mannella, Claudia Portale e Carlotta Proietti; le scene sono di Alessandro Chiti, le musiche arrangiate da Mariano Bellopede, le luci disegnate da Marco Laudando. Una produzione Officina Teatrale, distribuita da BM Produzioni, che ha restituito al pubblico una grazia ribelle e malinconica.
Il lavoro ha messo in luce una precisione teatrale limpida, capace di far affiorare il tono insieme popolare e poetico del testo. La regia, nel dialogo serrato con gli interpreti e con l’impianto visivo e sonoro, ha fatto emergere quella miscela di sarcasmo e tenerezza che appartiene alla penna di Petrolini. Ne è nata una restituzione attuale, fedele allo spirito e allo stesso tempo aperta, che ha permesso al pubblico di riconoscere la vitalità di una scrittura che non smette di sorprendere.
La storia
Chicchignola racconta la vicenda di un uomo semplice, un venditore ambulante di giocattoli che percorre le strade di Roma. Fragile nel suo candore e per questo esposto al dileggio e al tradimento, il protagonista attraversa una serie di incontri che sembrano schiacciarlo. Eppure, nel finale, ribalta lo sguardo di tutti. È un racconto in cui il sorriso convive con la ferita, dove la comicità si intreccia alla pietà umana, senza semplificazioni né indulgenze. La delicatezza del personaggio, lontana da ogni retorica, diventa specchio di una città e di un tempo che rivelano le proprie contraddizioni.
Nella lettura proposta da Venturiello, la commedia è assieme radicata nella tradizione e sorprendentemente attuale. La forza di Petrolini risiede proprio in questa perenne modernità, che rende credibile l’idea di incontrarlo tanto nel teatro dell’antichità quanto in un futuro remoto. La risata, qui, non è evasione: è un modo di guardare le cose fino in fondo, una chiave di accesso a ciò che spesso preferiamo non vedere, senza rinunciare alla tenerezza che salva. In questo equilibrio fra sorriso e compassione si riconosce l’orizzonte poetico che guida il lavoro dell’attore e del regista.
Un percorso coerente che guarda al presente e al futuro
Per Massimo Venturiello, il Premio Petrolini arriva come esito naturale di un cammino coerente e appassionato. È un riconoscimento che rende omaggio a un’eredità viva, capace di parlare all’oggi senza perdere complessità. Nella sua poetica, il teatro è un luogo di libertà assoluta in cui l’ironia scava, non distrae; un laboratorio in cui radici e rischio dialogano e generano forme nuove, tenendo costantemente aperto il rapporto con il pubblico e con la realtà che lo circonda. È qui che la tradizione si trasforma in energia creativa, senza nostalgie, con la responsabilità di un presente da illuminare con intelligenza e misura.
Dopo il successo di Chicchignola, Venturiello tornerà presto a confrontarsi ancora con l’universo di Ettore Petrolini, segno di un dialogo che continua a rinnovarsi. Non si tratta di un tributo celebrativo, ma di una ricerca che cresce progetto dopo progetto, inseguendo quella scossa poetica che unisce comicità e verità. Ogni ritorno è un passo avanti: un modo per interrogare il repertorio con occhi nuovi e per misurare, di volta in volta, la capacità del teatro di incidere sulla nostra sensibilità.
