Un’idea capace di intrecciare vino e arti prende forma a Verona. “Sometimes Somewhere. Noi siamo Arte”, concepito da Marco Signorini, verrà presentato il 12 novembre 2025, alle 20.30, nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico: un invito a vivere l’emozione dell’attesa e la rarità dell’opera unica.
Un manifesto che nasce dall’attesa
Un tempo non segnato e un luogo che cambia continuamente fanno da cornice a un’idea che ambisce a toccare corde profonde. “Sometimes Somewhere. Noi siamo Arte” è la prima edizione di un percorso in cui enologia, musica, pittura, danza, scrittura, poesia e fotografia si incontrano e si rispecchiano. La proposta, concepita dal veronese Marco Signorini, mette al centro una dimensione esperienziale che chiama tutti i sensi in causa e che rifiuta etichette precostituite. L’obiettivo è imprimersi nella memoria delle persone, non come evento effimero, ma come esperienza capace di generare risonanze nel tempo, trasformando l’atto creativo in un dialogo sincero tra chi produce e chi ascolta, tra materia e emozione, tra gesto e ricordo.
La sua chiave è l’attesa, fatta di tempo scelto e di attenzione, e la rarità dell’opera non replicabile. L’iniziativa celebra la dimensione irripetibile del fare artistico e la forza del collettivo umano quando si mette in ascolto. L’arte, il vino, la musica o un verso condividono qui un lessico comune che parla all’anima e attraversa udito, vista, tatto, gusto e olfatto. Non c’è fretta, non c’è sovraccarico: c’è la volontà di permettere a ogni gesto creativo di emergere con nitidezza, affinché il pubblico possa riconoscere in quell’intensità un frammento di sé e farlo diventare parte della propria storia. È questo lo spirito racchiuso nel manifesto poetico “In qualche tempo, in qualche luogo. Noi siamo Arte”, creato da Marco Signorini come bussola degli artisti coinvolti.
Una casa di produzione per talenti, oltre le logiche commerciali
Tra le finalità dichiarate c’è la volontà di sostenere produzioni inedite attraverso la committenza privata, trasformando “Sometimes Somewhere. Noi siamo Arte” in una vera casa di produzione artistica. L’intento è dare voce a talenti emergenti e tutelare la libertà d’espressione degli artisti, liberandoli dalle consuete dinamiche di mercato. Non un contenitore, ma un luogo di creazione in cui l’originalità viene curata e accompagnata, con attenzione ai processi, ai tempi, alla qualità e alla verità di ogni gesto. Ogni opera nasce così da un patto di fiducia tra artista e comunità, con un orizzonte comune: far sbocciare progetti che non troverebbero spazio nei circuiti convenzionali.
Accanto alla produzione, il progetto punta a forgiare un movimento culturale vivo, fatto di incontri, eventi, meetup e occasioni di condivisione. L’idea è alimentare uno scambio continuo tra discipline e persone, permettendo alle opere di crescere nel confronto e al pubblico di entrare in contatto con i processi creativi. La comunità diventa parte integrante dell’esperienza: osserva, partecipa, dialoga, conosce. Così l’arte non resta confinata alla fruizione passiva, ma si trasforma in esperienza partecipata che mette in circolo energie e che invita a coltivare sensibilità, ascolto e responsabilità reciproca.
Vino e arti in ascolto reciproco
Per Marco Signorini, produrre vino non coincide con un esercizio tecnico né con una catena produttiva. È un gesto che nasce da sensibilità, creatività e intuito, un’opzione estetica che dà voce alla materia viva della terra, della vite e dei suoi frutti. L’enologia è trattata come linguaggio artistico a pieno titolo: ascolta il territorio, ne accoglie i dettagli, trasforma ogni vendemmia in racconto. In questo approccio, la bottiglia non è un prodotto da catalogo, ma un medium espressivo che condensa memorie, luoghi e relazioni, e che invita chi assaggia a leggere oltre la superficie.
Secondo la visione del suo ideatore, un grande vino si fa Arte quando riesce a evocare con trasparenza territorio, memorie e persone. È unico, irripetibile, testimone di un tempo e di uno spazio, capace di catalizzare emozioni e di ispirare altra arte. Ogni bottiglia nient’altro è che il risultato di una visione artistica: accompagna chi la incontra in un percorso di riconoscimento, verso una verità che riguarda sé stessi e le proprie origini. In questa prospettiva, il vino dialoga naturalmente con musica, parole e immagini, generando un equilibrio sensoriale che unisce esperienza e riflessione.
Un vino itinerante accompagnato da inediti e da una comunità in cammino
Il vino al centro del progetto non sarà legato ad alcuna azienda vitivinicola. Ogni anno verrà creato in un territorio diverso, in Italia e all’estero, partendo da vigne selezionate e da un approccio rispettoso della produzione e della trasformazione di grandi uve. Questa scelta itinerante consente di raccontare più paesaggi e più identità, restituendo voce ai luoghi attraverso la materia che li rappresenta. Il risultato non è un’etichetta seriale, ma un racconto liquido che assume di volta in volta tonalità nuove, in dialogo diretto con chi lo degusta e con chi lo ha generato.
Accanto al vino, la prima edizione ospiterà inediti di pittura, musica, poesia, narrativa e fotografia, frutto del lavoro di artisti selezionati che condividono valori e visione del progetto. L’idea è che ogni linguaggio non sia un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza capace di innescare nuove creazioni, nuove emozioni e nuove forme di bellezza. Ogni opera risuona con le altre, in un equilibrio che supera i confini disciplinari e invita il pubblico a farsi parte attiva di un’esperienza multisensoriale.
La bellezza che pretende il suo tempo
Come ogni gesto autenticamente artistico, anche questa iniziativa rifiuta i meccanismi della produzione di massa. Non c’è scorciatoia possibile: ogni inedito, a partire dal vino, nasce da una costruzione lenta, da una cura minuziosa, da un tempo scelto e non imposto. L’attenzione per i dettagli, il rispetto dei ritmi naturali e la pazienza nel processo diventano parte stessa dell’opera. Ciò che viene alla luce non è un bene replicabile, ma un’esperienza che porta impressa la traccia del tempo che l’ha generata.
Per questa ragione, l’attesa non è un accessorio: è il cuore dell’esperienza. Aspettare significa riconoscere valore, concedere all’opera lo spazio per maturare, permetterle di diventare memoria, profumo, emozione. È in questo intervallo consapevole che il pubblico si apre all’ascolto e lascia che ciò che nasce diventi parte di sé. La lentezza si trasforma in intensità, la rarità in presenza viva, e ciò che si riceve non è un oggetto, ma un frammento di senso da custodire.
Partecipazione, ricompense e spettacolo finale: il percorso della prima edizione
Dopo il lancio ufficiale della prima edizione, il progetto potrà essere sostenuto tramite il sito dedicato o attraverso una successiva campagna di crowdfunding su piattaforma. Chi aderirà non sarà un semplice sostenitore: diventerà committente d’opera, un mecenate di un nuovo Umanesimo che mette la persona al centro di un universo multidisciplinare e multisensoriale. L’esperienza proposta rende ciascuno protagonista: gli incontri e le opere si dilatano nello spazio della comunità, e il partecipante diventa esso stesso luogo di un’evocazione artistica che si fa estesa, condivisa, memorabile.
A seconda del livello di sostegno, sono previste ricompense che spaziano dall’ingresso in una membership con eventi riservati o prezzi ridotti in altre occasioni, fino a un cofanetto esclusivo in tiratura limitata, circa 700 pezzi, contenente le opere prodotte: bottiglia d’autore, vinile inedito, stampe e racconti inediti. Il percorso culminerà nella possibilità di partecipare a uno spettacolo teatrale conclusivo di ogni edizione, una grande orchestra d’arti in cui le discipline si intrecciano e le opere vengono svelate davanti al pubblico.
Il profilo di Marco Signorini
Nato l’11 maggio 1995 e cresciuto a Verona, Marco Signorini ha diviso gli anni della formazione tra libri e campi da calcio, apprendendo tenacia, impegno, sacrificio e lavoro di squadra. La curiosità di comprendere ciò che si cela dietro la nascita di un vino lo ha portato a iscriversi a Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche. Dopo la laurea conseguita con il massimo dei voti, ha mosso i primi passi professionali a Montalcino, per poi proseguire in Valpolicella e fare esperienza in Australia e Sud Africa.
Negli anni ha coltivato la crescita professionale attraverso formazione continua e collaborazioni con produttori, enologi, agronomi e consulenti strategici di profilo internazionale, cercando di raccogliere ciò che oggi ne contraddistingue la visione. Ha partecipato, in prima persona o come parte di team, alla produzione di vini riconosciuti a livello mondiale, e la qualità del suo lavoro è stata segnalata da più professionisti del settore. Non impone uno stile ai vini: lascia che territorio, clima e varietà guidino le scelte. Il suo compito è valorizzare il frutto, fuggire dall’omologazione e creare vini rappresentativi e longevi, unendo conoscenze tecniche e scientifiche a una marcata sensibilità artistica.
L’opening a Verona e il viaggio di un anno che seguirà
Il primo passo di questa avventura multisensoriale sarà svelato il 12 novembre 2025, alle 20.30, nella Sala Maffeiana all’interno del Teatro Filarmonico di Verona, in via Roma 1/F. La serata si annuncia come una celebrazione di Arte e vino: il pubblico vivrà un itinerario tra suoni, parole, immagini e degustazione. Gli artisti coinvolti nella prima edizione si presenteranno attraverso il proprio linguaggio e verrà rivelato il primo territorio da raccontare, per un’emozione che si accende nel presente e sceglie di diventare memoria nel futuro.
Per l’Opening è previsto un biglietto dal costo di 10 euro. A seguire, tra dicembre 2025 e gennaio 2026, prenderà il via la campagna di crowdfunding; l’intera edizione vivrà nell’arco di un anno, tempo durante il quale gli artisti prepareranno le opere destinate al cofanetto da consegnare a fine 2026. I sostenitori potranno partecipare a progetti collaterali con accesso riservato e prezzi ridotti: incontri culturali e artistici, degustazioni accompagnate da arti performative, convegni di diffusione culturale, esperienze culinarie artistiche ed eventi immersivi. A novembre 2026 è previsto lo spettacolo finale in teatro a Verona, con presentazione della seconda edizione e rivelazione di nuovo territorio e nuovi artisti.
