Da Milano a Bari, la nuova stagione 2025/2026 della compagnia Dammacco/Balivo intreccia vita, amore, morte e futuro in un itinerario teatrale capace di toccare corde intime e collettive. La scrittura di Mariano Dammacco e la presenza di Serena Balivo guidano tre spettacoli che parlano al presente con poesia, ironia e una precisione rara.
Un filo che attraversa l’esistenza
Tre spettacoli, tre sguardi sull’umano, un unico disegno che attraversa trasformazioni e domande di oggi. La stagione 2025/2026 della compagnia guidata da Mariano Dammacco e Serena Balivo unisce rigore e immediatezza, poesia e sorriso, per entrare con delicatezza nella materia viva dell’esistenza. La vita, l’amore, la morte e l’idea di futuro diventano sostanza scenica, affidati a una drammaturgia nitida e a una presenza attorale di grande intensità. Prodotta da Compagnia Diaghilev, questa traiettoria conferma una ricerca autoriale capace di restare vicina al pubblico e, allo stesso tempo, di non rinunciare alla profondità di sguardo, all’ironia che alleggerisce senza cancellare, e a una precisione che illumina i dettagli del quotidiano.
Il nuovo percorso nasce dopo il successo di La morte ovvero il pranzo della domenica, finalista al Premio Ubu 2024 per la drammaturgia, e riparte con una tournée che disegna un paesaggio coerente e vitale. Dal Teatro Elfo Puccini di Milano alla sala del Teatro Petruzzelli di Bari, il viaggio di Dammacco/Balivo intreccia filosofia e carne, leggerezza e commozione. Ogni tappa è un invito a guardare negli occhi ciò che siamo, mettendo in scena il bisogno di essere ascoltati e riconosciuti. È un teatro d’autore che parla con chiarezza, sa ridere di sé e non teme le pieghe più vulnerabili dell’esperienza.
Dal tavolo di famiglia alle vertigini del desiderio: i tre sguardi della nuova stagione
Nella partitura di La morte ovvero il pranzo della domenica, Serena Balivo dà corpo a una donna che ogni domenica siede accanto ai genitori ultranovantenni, lucidi e affettuosi, consapevoli che il tempo si accorcia. Attorno a una tavola, tra piatti e gesti consueti, Mariano Dammacco firma ideazione, drammaturgia, spazio, luci e regia, con le musiche originali di Marcello Gori. Prodotto da Compagnia Diaghilev con il sostegno di Spazio Franco (Palermo) e della Casa della Cultura Italo Calvino (Calderara di Reno), il lavoro, finalista al Premio Ubu 2024, affronta con precisione e leggerezza il grande tabù: guardare la morte con pudore, senza paura, come parte del nostro stare al mondo.
Con Spezzato è il cuore della bellezza, in scena al Teatro Elfo Puccini – Sala Bausch dal 2 al 7 dicembre 2025, la fragilità dei sentimenti viene messa a fuoco dentro un triangolo amoroso: lui, lei, l’altra. Serena Balivo interpreta entrambe le protagoniste femminili, dando voce alla tensione tra l’amore vissuto e quello immaginato, mentre la figura muta dell’uomo è agita da Mariachiara Falcone. L’ideazione, la drammaturgia e la regia sono di Mariano Dammacco; la produzione è Compagnia Diaghilev. Vincitore del Premio Ubu 2020–2021 per la migliore drammaturgia italiana, il lavoro racconta con humour e dolore il punto in cui la passione si incrina e resta la bellezza, persino quando tutto si spezza.
Accanto alle produzioni firmate Diaghilev, la compagnia prosegue con Arlecchino nel futuro, nuovo progetto prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale. La maschera più popolare della Commedia dell’Arte viene riletta per parlare del presente con la lingua del domani, in un racconto visionario sospeso tra ironia e malinconia. È un viaggio che testimonia la vitalità e la costante capacità di reinvenzione di Mariano Dammacco e Serena Balivo, artisti che attraversano i generi senza tradire la propria identità poetica e la vicinanza al pubblico.
Le tappe: calendario 2025/2026
Il cammino riparte a novembre. Sabato 8 novembre 2025 Spezzato è il cuore della bellezza approda a Villastrada (MN). Da martedì 18 a domenica 23 novembre 2025, a Bologna, è la volta di Arlecchino nel futuro, ospite dell’Arena del Sole/ERT: appuntamenti martedì 18, mercoledì 19, giovedì 20, venerdì 21, sabato 22 e domenica 23. Una settimana intera per attraversare il presente con lo sguardo di una maschera antica resa contemporanea, in un dialogo continuo con la città e il suo pubblico.
A dicembre 2025, il cuore batte a Milano: da martedì 2 a domenica 7 dicembre Spezzato è il cuore della bellezza è in cartellone al Teatro Elfo Puccini, per una tenitura che mette al centro la trasformazione del desiderio. La rotta prosegue venerdì 12 dicembre a Prato, negli spazi di Officina Giovani, con La morte ovvero il pranzo della domenica, che riporta in scena l’intimità di una tavola familiare e il coraggio di nominare l’addio come gesto d’amore.
Gennaio 2026 si apre in Piemonte: giovedì 15 gennaio La morte ovvero il pranzo della domenica è a Saluzzo (TO), mentre venerdì 16 gennaio raggiunge Monastero Bormida (AT). Il viaggio continua mercoledì 21 gennaio a Barletta, prima di arrivare domenica 25 gennaio a Roma, allo Spazio Rossellini. Quattro tappe per ritrovare, a ogni incontro, quella misura lieve e profonda che trasforma un rito domestico in una riflessione universale sulla separazione e sulla gratitudine.
Nel febbraio 2026 torna protagonista Arlecchino nel futuro, con un itinerario nel Nord-Est: giovedì 12 febbraio a Tavagnacco (UD) e venerdì 13 a Polcenigo (PN). Mercoledì 18 febbraio tocca a La morte ovvero il pranzo della domenica a Maranello (MO). Poi si riparte martedì 24 febbraio a Ravenna, al Teatro Rasi, e si prosegue con Arlecchino giovedì 26 a San Daniele del Friuli (UD), venerdì 27 a Cividale del Friuli (UD) e sabato 28 a Lestizza (UD).
Marzo 2026 si apre con Spezzato è il cuore della bellezza, giovedì 5 marzo a Novara, al Teatro Faraggiana. Poi il testimone passa a La morte ovvero il pranzo della domenica: venerdì 20 marzo a Lanusei con CEDAC Sardegna, sabato 21 a San Gavino con CEDAC, domenica 22 a Oristano con CEDAC, e infine venerdì 27 marzo a Cascina (PI), alla Città del Teatro. Un arco di date che unisce isole e continente nel segno di una stessa emozione condivisa.
Tra palcoscenico e opera lirica: la regia al Petruzzelli
In parallelo al lavoro con la compagnia, Mariano Dammacco firma la regia dell’opera Il Gobbo del Califfo di Francesco Casavola, in scena al Teatro Petruzzelli di Bari dal 21 al 24 maggio 2025. La produzione è diretta da Matteo Dal Maso, con le scene di Angelo Linzalata e i costumi della Premio Oscar Franca Squarciapino. Un progetto pensato anche per il giovane pubblico, che segna il ritorno di Dammacco alla regia d’opera e allarga il suo orizzonte creativo oltre il perimetro del teatro di prosa.
Questa apertura all’opera lirica conferma la capacità di Dammacco di dialogare con linguaggi diversi, portando nella musica e nel gesto scenico la stessa cura compositiva che attraversa i suoi testi. La visione teatrale resta riconoscibile: l’attenzione ai dettagli, il respiro poetico e l’ironia che scava, mentre la grande macchina del Petruzzelli diventa spazio di incontro tra percorsi apparentemente lontani e, invece, intimamente connessi.
Un’identità artistica e i riconoscimenti
Mariano Dammacco, autore, regista e pedagogo, e Serena Balivo, attrice, coltivano un’idea di teatro d’arte e d’autore che al tempo stesso è popolare, accessibile a tutti per contenuti e linguaggi. La loro ricerca, sul piano formale e tematico, mette al centro il lavoro dell’attore e la composizione di drammaturgie originali. Raccontare l’umano restando vicini alle persone: è il principio che orienta un percorso in cui raffinatezza e chiarezza non si escludono ma si sostengono.
Insieme hanno firmato otto spettacoli, che segnano le tappe di una crescita condivisa: L’ultima notte di Antonio (2012), L’inferno e la fanciulla (2014), Esilio (2016), La buona educazione (2018), Spezzato è il cuore della bellezza (2020), Danzando con il mostro (2022), La morte ovvero il pranzo della domenica (2024), Arlecchino nel futuro (2024). Una mappa che tiene insieme linguaggi diversi, sguardi in dialogo e la costante attenzione al punto di vista del pubblico.
Il loro lavoro è stato più volte riconosciuto. Serena Balivo ha ricevuto il Premio Ubu 2017 come miglior attrice under 35, il Premio internazionale Ivo Chiesa 2021 e il Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2011. Mariano Dammacco ha vinto il Premio Ubu 2020–2021 (Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica) per Spezzato è il cuore della bellezza ed è finalista al Premio Ubu 2024 per La morte ovvero il pranzo della domenica; è vincitore dell’Italian And American Playwrights Project 2020/22 per La buona educazione, del Premio nazionale di drammaturgia Il centro del discorso 2010 per L’ultima notte di Antonio, e, in precedenza, dei premi ETI/Scenario 1993 per Sonia la Rossa e ETI/Vetrine 1996 per Amleto e la Statale 16. Esilio è vincitore di Last Seen 2016 (spettacolo dell’anno su Krapp’s Last Post), del Premio Museo Cervi, finalista al Premio Rete Critica 2016 e al Premio Cassino OFF 2017, e Selezione Premio In Box blu 2017; L’inferno e la fanciulla è finalista al Premio In Box blu 2016.
Le drammaturgie in volume: una traccia nel tempo
Le scritture nate dal sodalizio tra Dammacco e Balivo sono raccolte nel volume Danzando con l’umano. Cinque drammaturgie di Mariano Dammacco, a cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono. Il libro è pubblicato nella collana Linea di Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale per i caratteri di Luca Sossella Editore, e riunisce i testi composti negli anni di collaborazione fra i due artisti, offrendo una mappa organica del loro percorso di ricerca.
Ad accompagnare le drammaturgie, quattro apparati critici a firma di Gerardo Guccini, studioso di teatro e già docente di Drammaturgia presso l’Università di Bologna. Una traccia lasciata sulla pagina che restituisce la densità del lavoro scenico, ne illumina le scelte e consente di seguire, nel tempo, lo sviluppo di una poetica che unisce sguardo, precisione formale e apertura al dialogo con chi siede in platea.
