Esordio oltreconfine di grande impatto per Luana Bongiorno: alla versione 2025 di The Voice Romania la cantautrice torinese ha superato le Blind Auditions con tre sedie voltate dopo un’intensa rilettura in italiano de L’Appuntamento di Ornella Vanoni, conquistando pubblico e coach.
Una voce italiana che parla al mondo
Figlia artistica di più geografie, Luana Bongiorno è italiana con radici a Parigi e un’identità sonora che affonda nel soul e nel pop R&B, rinnovati con un tocco personale e contemporaneo. Fin dalla prima adolescenza guarda ai riferimenti internazionali come Whitney Houston, Toni Braxton e Mariah Carey, senza rinunciare all’eredità delle grandi voci italiane – Mina e Giorgia – che le hanno insegnato misura, intensità e controllo. Questo intreccio di influenze ha modellato un timbro caldo e riconoscibile, capace di muovere emozioni senza eccessi, e di restare fedele a se stesso anche quando attraversa palchi lontani da casa. La sua cifra unisce eleganza ed energia, con una naturalezza che parla subito alle platee, in Italia e, oggi, anche in Europa.
Nel 2025 questa maturità si è tradotta in un’uscita che ha segnato il suo percorso: Dimmi Cosa Rimane, scritta a Parigi e prodotta da Nicolo Fragile. Il brano, sostenuto da una produzione essenziale e pulita, è rimasto per cinque settimane consecutive nella classifica degli artisti indipendenti italiani, confermando la coerenza di una rotta che coniuga gusto internazionale e radici nostrane. Non un episodio isolato, ma l’istantanea di un’artista che cerca la verità della canzone e la restituisce con cura, precisione e autenticità nel suono e nella parola. Quel risultato ha consolidato la percezione di una voce credibile nel panorama soul-pop contemporaneo, pronta a misurarsi con platee sempre più ampie e con uno sguardo dichiaratamente europeo.
L’ingresso a The Voice Romania e la sfida delle Blind Auditions
Il passo successivo è arrivato sul palco di The Voice Romania 2025, trasmesso su PROTV Romania e disponibile su VOYO. Alle Blind Auditions, Luana Bongiorno ha scelto di presentarsi in italiano con L’Appuntamento di Ornella Vanoni, puntando su un legame affettivo e culturale prima ancora che tecnico. La performance ha convinto tre coach, che hanno girato la sedia: Tudor Chirilă, Irina Rimes e il duo Theo Rose & Horia Brenciu. Per lei, quel momento è stato vissuto come un’esperienza di rara intensità; cantare nella propria lingua in un contesto estero è stata una scelta istintiva, sentita, che le ha restituito orgoglio quando ha ascoltato le prime impressioni sul suo vibrato e sulla qualità della voce.
I giudizi sono stati netti. I coach hanno sottolineato un vibrato caldo ma controllato, una vocalità piena e armoniosa e una presenza scenica elegante, capace di tenere lo sguardo e il respiro della sala. Irina Rimes ha messo l’accento sulla profondità e l’avvolgenza del timbro, mentre Theo Rose e Horia Brenciu hanno descritto l’esibizione come un passaggio di rara raffinatezza emotiva. In quella interpretazione, il suo sostrato soul-pop e il pathos narrativo si sono intrecciati con naturalezza, generando un dialogo immediato con il pubblico e una connessione autentica con chi l’ascoltava in studio.
Scelta di squadra e prossime tappe
Dopo le sedie girate, Luana Bongiorno ha abbracciato la proposta del tandem Theo Rose & Horia Brenciu, entrando ufficialmente nella loro squadra. Ora la attende la costruzione delle prossime performance in vista delle Battles, un terreno che richiede lucidità, ascolto e capacità di crescere di brano in brano. È il momento della preparazione, del cesello, della scelta accurata dei dettagli, perché il confronto diretto con altri concorrenti mette a nudo solidità tecnica, intenzione interpretativa e presenza scenica, tre elementi che in questo debutto sono già apparsi in equilibrio.
La decisione di approdare in Romania nasce da una convinzione precisa: confrontarsi con un ecosistema musicale aperto e inclusivo, dove la qualità artistica pesa più della lingua scelta. In quel contesto, Luana Bongiorno racconta di aver trovato un ambiente libero, rispettoso di tutte le culture sonore, in cui l’espressione viene incoraggiata senza schemi rigidi. Mettere l’arte davvero al centro significa accogliere differenze, ascoltare le storie e lasciare che la musica indichi la rotta; è in questo spazio di fiducia che la sua candidatura ha preso forma e ha trovato consenso.
