Con “Nascondino”, il nuovo singolo indie pop di Fascal, l’infanzia si specchia nei silenzi digitali. Pubblicato da Estro Records con distribuzione Virgin Music Group, il brano fonde leggerezza e malinconia per raccontare un’assenza che brucia.
Un gioco d’infanzia che parla al presente
Tutti ricordiamo il brivido del nascondersi, l’ansia dolce di non farsi scoprire, la corsa verso un rifugio improbabile. Fascal parte proprio da quell’immagine accesa della memoria per affrontare una sfumatura amara della contemporaneità: il ghosting. Il singolo mette in relazione un gioco di ieri con un vuoto di oggi, conservando il tono lieve di chi non vuole giudicare ma osservare. L’ironia c’è, ma resta sottovoce; la malinconia affiora senza invadere. Il risultato è un racconto personale che parla a molti, laddove l’attesa si fa pensiero e il pensiero, spesso, si fa eco.
La narrazione si appoggia al gesto più semplice e disarmante: un messaggio lasciato in segreteria. Non c’è dialogo, solo una voce che si affida al nastro. È il gesto di chi prova ancora a cercare, pur sapendo che dall’altra parte non risponde nessuno. In “Nascondino”, la distanza prende la forma di un telefono muto, e il gioco infantile diventa la lente per capire cosa succede quando l’altro si sottrae. Tra ricordi e realtà, quel respiro sospeso trasforma l’assenza in materia emotiva, incisiva e immediata.
Architettura musicale e racconto in segreteria
La struttura sonora del brano è essenziale e magnetica: un loop di chitarra acustica che torna come un pensiero fisso, un basso dal battito vivo, una batteria che attinge a un ritmo hip hop con naturalezza. Le atmosfere rimandano a certe suggestioni alla Gazzelle, senza imitazioni, ma con quella stessa capacità di far convivere intimità e impatto. Su questa base, la voce non cerca orpelli: s’insinua, confida, resta. L’economia degli elementi suona come una scelta precisa, quasi un invito ad ascoltare ciò che non viene detto, le pieghe del non-detto, dove spesso si annida il senso.
Dentro questo disegno, l’artista spiega l’intento: dare parola a chi attende, a chi resta in disparte mentre l’altro si dissolve dietro lo schermo di un telefono spento. Chi subisce il silenzio ripercorre ogni dettaglio, come se la memoria potesse ricucire ciò che è stato reciso. Ma, esattamente come in quel gioco, arriva il momento in cui chi conta perde la pazienza e smette di cercare. “Nascondino” diventa così una meditazione dolceamara sull’amore fluido e sui silenzi di oggi, dove può bastare una spunta blu per svanire — non però per dimenticare.
L’identità di Fascal
FASCAL è il nome con cui Fabio racconta una parte di sé rimasta a lungo in ombra, tenuta in stand-by come una valigia pronta ma mai davvero aperta. In questo progetto riaffiora una dimensione romantica e istintiva, quel bambino interiore che ancora interroga il mondo, forse perché non lo capisce fino in fondo o forse perché non lo accetta così com’è. L’alter ego diventa un luogo espressivo in cui fragilità e impulso creativo si incontrano, senza filtri inutili, con la naturalezza di chi sceglie l’onestà come bussola.
Attraverso Fascal, Fabio mette in musica pensieri e visioni che spaziano dai brani d’amore a temi più profondi: la perdita, i fatti di cronaca, le lotte interiori. Ogni testo cerca almeno una parola inattesa o una frase capace di accendere un’immagine, quasi una cartolina che resta impressa. Un dettaglio anomalo può aprire un paesaggio intero, e questa è la sua cifra: un linguaggio che trasforma episodi personali e risonanze collettive in immagini nitide, costruite per restare nel tempo di chi ascolta.
Dalla prima chitarra ai palchi: le tappe recenti
La storia musicale inizia tra i banchi del liceo, con una chitarra e la voglia di misurarsi con il palco. Fascal si è messo alla prova come solista in diverse cover band, attraversando generi lontani tra loro — dal punk al blues, dal rock al funk — per allenare orecchio e presenza. In parallelo ha intrapreso lezioni di canto, cercando maggiore sicurezza nelle esibizioni live. Il biennio 2023/2024 segna l’esordio discografico con i singoli “Detesto gli spoiler”, “Origami” e “Scoglio”, pubblicati con l’etichetta Step Musique, tasselli che definiscono un’identità in movimento.
L’estate 2024 lo vede al festival per emergenti Montesilvano Next Gen, dove incontra i ragazzi di Ninety Music e avvia con loro, da dicembre dello stesso anno, una collaborazione orientata a crescere con pazienza, brano dopo brano. Nello stesso periodo porta la sua musica in vari locali della regione con la serata “Nostalgia Indie”, alternando successi it-pop ai propri pezzi, editi e inediti. Ad agosto è finalista al Mecò Fest di Caprara d’Abruzzo; a febbraio 2025 accede alla semifinale del festival I Visionatici e a marzo partecipa alla masterclass sulla forma canzone tenuta da Giuseppe Anastasi. A fine ottobre è previsto il ritorno alle pubblicazioni dopo una pausa lunga ma necessaria, con l’obiettivo condiviso con Ninety di un percorso organico che, passo dopo passo, possa raccogliersi in un EP o un album e, un giorno, in un concerto tutto suo.
