Una serata speciale attende il pubblico del The Space Cinema Roma Moderno: “Il Maestro” arriva in anteprima, con Pierfrancesco Favino e il regista Andrea Di Stefano pronti a salutare la platea prima della proiezione delle 21:00. Un invito a condividere cinema e storie, nel segno di un incontro autentico con chi quel racconto lo ha costruito.
Anteprima e saluto in sala
Martedì 11 novembre, alle ore 21:00, il The Space Cinema Roma Moderno ospita l’anteprima di “Il Maestro”, occasione rara per vivere il film insieme a chi lo ha creato. Prima dell’inizio, Pierfrancesco Favino e il regista Andrea Di Stefano entreranno in sala per un saluto al pubblico. Un gesto semplice e prezioso che costruisce prossimità, accorciando la distanza tra schermo e platea. È il momento in cui si percepisce la temperatura umana del cinema, prima che la luce si spenga e la storia cominci a parlare da sola, con la sua energia e con le sue promesse di emozione.
La serata segna il ritorno della coppia formata da Favino e Di Stefano, già insieme nel successo di “L’ultima notte di Amore”. Con “Il Maestro” rilanciano un dialogo artistico che sceglie un registro diverso: una storia di formazione ambientata nell’Italia degli anni Ottanta, intima e tesa, costruita nel confronto tra adulti e adolescenti, ambizione e paura. Incontri così permettono di respirare il film prima ancora di guardarlo, di avvicinarsi alle intenzioni, alle domande e alle scintille creative che lo hanno fatto nascere, trasformando la sala del The Space Moderno in un crocevia di attese e sguardi.
Una storia di crescita nella luce dell’estate italiana degli anni Ottanta
Nell’estate di fine anni Ottanta, Felice ha tredici anni e porta sulle spalle il peso di anni di allenamenti severi e di aspettative paterne che non concedono tregua. È il momento dei tornei nazionali di tennis, il banco di prova a cui è stato preparato con disciplina e sacrificio. Per accompagnarlo in questa fase decisiva, il padre lo affida a Raul Gatti, sedicente ex campione che racconta di aver raggiunto un ottavo di finale al Foro Italico. Tra orgoglio e timore, la strada davanti a loro si apre come un campo appena tracciato, dove ogni linea delimita scelte, sogni e responsabilità da reggere.
Di partita in partita, il cammino li conduce lungo la costa del nostro Paese, con panorami che scorrono come un controcampo silenzioso. Lì, tra sconfitte che bruciano, bugie che complicano il gioco e incontri bizzarri che spostano l’orizzonte, Felice impara ad assaporare la libertà, mentre Raul intravede la possibilità di rimettersi in marcia. Nasce un legame inatteso, profondo, irripetibile, capace di cambiare la traiettoria di entrambi. È l’impronta di quelle estati che si affacciano una sola volta e non tornano più, custodendo per sempre la memoria di ciò che abbiamo avuto il coraggio di scegliere.
Produzione e partnership
“Il Maestro” nasce dall’impegno congiunto di Indiana Production, Indigo Film e Vision Distribution, con la collaborazione di Memo Films, Sky e Playtime. Il progetto è stato realizzato con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo del Ministero della Cultura, a testimonianza di un sostegno che alimenta nuovi racconti e nuove visioni. La scrittura porta la firma di Andrea Di Stefano e Ludovica Rampoldi, un impianto narrativo che sceglie la strada della crescita personale e del confronto generazionale per far emergere tensioni, fragilità e possibilità.
La produzione porta la firma di un team di lungo corso: per Indigo Film figurano Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri; per Indiana Production sono coinvolti Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib e Daniel Campos Pavoncelli. A loro si deve il coordinamento produttivo, con una visione comune che accompagna il percorso del film verso il pubblico. È nella cura di questi passaggi che il progetto trova un’ossatura solida, capace di sostenere la forza del racconto.
Le firme tecniche che danno forma al racconto
Dietro la messa in scena, scelte tecniche e artistiche definiscono ritmo e sguardo. La fotografia è affidata a Matteo Cocco, chiamato a incidere con la luce il paesaggio emotivo dei personaggi; il montaggio porta la firma di Giogiò Franchini, che organizza tempi e respiri del racconto; le musiche originali sono di Bartosz Szpak, una partitura pensata per accompagnare slanci e battute d’arresto. Immagini, tagli e suoni dialogano, intrecciando la tensione della competizione con le vibrazioni più intime di un percorso di crescita, tra cadute e ripartenze.
La costruzione dell’ambiente passa per la scenografia di Carmine Guarino e per i costumi firmati da Mariano Tufano, elementi che restituiscono consistenza a un’Italia di fine anni Ottanta, tra campi da tennis, strade di provincia e stanze che custodiscono ambizioni e paure. Ogni oggetto, ogni tessuto, contribuisce a definire la verità dei personaggi, facendo affiorare gesti e dettagli che contano. Il mondo del film diventa così uno spazio in cui riconoscersi, dove i protagonisti avanzano tra regole e trasgressioni, cercando una linea propria su cui appoggiarsi quando tutto sembra sfuggire.
Biglietti e informazioni
I posti in sala per l’anteprima possono essere acquistati attraverso il sito ufficiale di The Space Cinema oppure utilizzando l’App ufficiale The Space Cinema. Una procedura semplice per assicurarsi con anticipo la poltrona al The Space Cinema Roma Moderno e vivere la serata senza pensieri. La scelta di esserci passa anche da un clic, un gesto minimo che apre alla condivisione di un racconto e alla possibilità di assistere al saluto dell’attore e del regista prima che le luci si abbassino.
Chi sceglierà l’anteprima troverà non solo una proiezione, ma un incontro, un passaggio condiviso tra palco e platea che prepara allo sguardo del film. L’energia di Pierfrancesco Favino e di Andrea Di Stefano in sala, prima dell’opera, è parte dell’esperienza. Ci sono serate in cui il cinema sembra parlarci più da vicino: quando l’autore si presenta, quando un volto familiare ci ricorda perché entriamo in una sala, per ritrovare storie che illuminano chi siamo e chi potremmo diventare, e ci spingono a guardare avanti.
