Milano, 22 ottobre 2025 — La sanità privata italiana accelera sul digitale: cittadini informati scelgono online e il Google Business Profile diventa decisivo. La ricerca di Local Strategy, presentata ad About Health, svela un grande potenziale ancora inutilizzato e un divario tra le aspettative degli utenti e la comunicazione delle strutture.
Pazienti connessi e scelte di prossimità
L’esperienza del paziente oggi inizia dallo schermo: la prima selezione di un medico o di una struttura avviene sul web, con ricerche orientate alla prossimità, nei luoghi in cui si vive. In questo scenario il Google Business Profile è diventato un crocevia imprescindibile tra professionisti e cittadini. È lì che si misura la capacità di essere trovati, compresi e preferiti. Eppure, una parte consistente del settore non sta ancora sfruttando in modo consapevole e continuo le leve digitali per governare visibilità, reputazione e conversioni.
Il quadro è stato delineato nel corso della seconda edizione di About Health, appuntamento dedicato a comunicazione e marketing digitale in ambito sanitario. La fotografia restituita dall’analisi evidenzia un ecosistema in trasformazione, ma non ancora maturo: le strutture private si confrontano con utenti più esigenti, informati e connessi, mentre strumenti e processi interni risultano spesso incompleti o frammentati. Presidiare i punti di contatto locali è diventato essenziale per competere laddove il paziente compie la sua scelta.
Dati chiave dell’indagine e margini di miglioramento
La ricerca ha considerato 101.985 schede distribuite in 212 categorie del comparto sanitario italiano. Il dato più sorprendente è che il 43% dei profili, pari a 43.459 schede, non risulta ancora rivendicato dai legittimi proprietari. Questo significa che informazioni cruciali come orari, recapiti e aggiornamenti potrebbero non essere sotto controllo diretto delle strutture. Un’enorme occasione, ad oggi, resta sospesa: senza una gestione ufficiale e organizzata, diventa più difficile garantire coerenza, affidabilità e risposta rapida alle esigenze degli utenti.
Non meno significativo è l’utilizzo del sito web collegato al profilo: la connessione è presente solo nel 39% delle schede (40.239) e, fra queste, appena l’8% inserisce parametri UTM per misurare il traffico e l’efficacia delle azioni. Inoltre, circa un quarto dei collegamenti punta a piattaforme di settore, con conseguente dispersione di branding e di potenziali conversioni dirette. La misurabilità dei risultati e il presidio dei propri asset digitali restano dunque aree di miglioramento concrete e immediate.
Recensioni, contenuti e interazioni
Sul fronte reputazionale emergono luci e ombre. Il 63% dei profili Google ha almeno una recensione, ma solo il 19% supera quota dieci e appena il 2% oltrepassa le cento. Il punteggio medio è elevato, 4,46, segno di un’esperienza generalmente positiva; tuttavia, soltanto una recensione su quattro riceve risposta. Manca spesso quella cura dialogica che alimenta fiducia, gestisce le criticità e valorizza le testimonianze dei pazienti come patrimonio informativo e relazionale.
Tra le funzionalità, la sezione Domande & Risposte è utilizzata nel 21,9% dei profili, indice di un primo livello di confronto con gli utenti. I post proprietari, invece, si fermano al 2,7%, una percentuale che segnala quanto contenuti e aggiornamenti nativi siano ancora poco impiegati. Raccontare servizi, competenze e novità in modo costante può incidere sulle scelte dei cittadini e sostenere il percorso verso la prenotazione, ma richiede metodo, costanza e una regia editoriale chiara.
La visione di Luca Bove e l’impatto operativo
Per Luca Bove, fondatore di Local Strategy, il presidio digitale del comparto è ancora parziale, ma proprio per questo rappresenta un vantaggio competitivo a portata di chi saprà muoversi con metodo. La gestione professionale dei profili Google può fare la differenza per ambulatori, cliniche e studi medici, soprattutto in presenza di gruppi multisede o con decine di professionisti: senza una strategia centralizzata si creano disallineamenti, si indebolisce l’immagine coordinata e si perdono opportunità di visibilità locale.
Bove indica una rotta concreta: rivendicare i profili, mantenerli aggiornati, curare correttamente le location page e adottare una strategia proattiva di raccolta e risposta alle recensioni. In casi reali, un lavoro mirato sui profili Google ha portato a incrementi delle prenotazioni fino a quattro volte. La reputazione online è ormai parte della reputazione professionale: un profilo curato rafforza la visibilità e costruisce fiducia tra medico e paziente, accompagnando la digitalizzazione della sanità privata verso esiti tangibili e misurabili.
Local Strategy: profilo e competenze
Nata nel 2017, Local Strategy è il risultato dell’esperienza pluridecennale di Luca Bove, che studia l’ecosistema delle mappe di Google dal 2008. Oggi è tra le realtà italiane di riferimento nella gestione e nell’ottimizzazione dei profili Google, con un team che annovera esperti di prodotto della community ufficiale. L’azienda è partner di Apple e Bing ed è ideatrice di Local Strategy Live, evento di riferimento nazionale dedicato alla Local SEO.
Sotto la guida di Bove, relatore accreditato in contesti come About Health, We Make Future, Search Marketing Connect, Digital Strategy, BTM, TTG e molti altri, la società gestisce migliaia di profili Google e affianca alcune tra le realtà più significative del panorama sanitario e imprenditoriale italiano, come testimonia il proprio portfolio. Competenza, continuità e visione si traducono così in metodologie operative capaci di unire performance, coerenza d’immagine e relazione di fiducia con i pazienti.
