Un risultato che profuma di territorio e cura artigianale: lo Spirits Special 2025 di Falstaff ha assegnato 93/100 all’Amaro Don Carlo, nato a Eboli. La valutazione, maturata nella sessione del 24 ottobre, conferma la statura internazionale di un’etichetta capace di parlare al palato con precisione e carattere.
Un verdetto che vale 93/100
La degustazione del 24 ottobre, inserita nello Spirits Special 2025, ha visto la giuria di Falstaff attribuire 93/100 all’Amaro Don Carlo, firmato da Carlo Gargiulo e Angela Caliendo. Un riconoscimento che pesa, perché nasce in una cornice considerata tra le più autorevoli nel mondo degli spirits. È il tipo di punteggio che non concede alibi: arriva quando precisione tecnica, coerenza stilistica ed espressività trovano una sintesi compiuta. Per il liquore alle erbe artigianale di Eboli, la conferma di una credibilità che travalica i confini regionali e parla a un pubblico di addetti ai lavori e appassionati esigenti.
Nell’analisi sensoriale, il profilo appare scolpito con chiarezza: il colore vira su una tonalità di ambra profonda e compatta; al naso emergono con decisione il mallo di noce, l’arancia, una trama di spezie, accenti di legno tostato e una morbida eco di caramello. Il sorso tiene insieme dolcezza e amaricatura con naturalezza, sostenuto da una vena fresca che rende il gusto misurato e armonico. La chiusura si allunga, persistente e pulita, segno di una materia prima ben gestita e di un equilibrio costruito con mano sicura, senza cedere a eccessi o scorciatoie aromatiche.
Falstaff, una voce autorevole
Nata nel 1980 in Austria, la casa editrice Falstaff è oggi la più ampia realtà del lifestyle culinario nell’area di lingua tedesca. Racconta vini e cibi d’eccellenza, insieme a itinerari di viaggio che valorizzano culture e territori. La sua autorevolezza si misura nella costanza con cui seleziona e valuta prodotti di alto profilo, costruendo un dialogo credibile con professionisti e pubblico. Chi riceve un giudizio da Falstaff dialoga con una platea informata, abituata a standard rigorosi e a criteri di valutazione trasparenti, in cui qualità, tipicità e coerenza stilistica sono parametri irrinunciabili.
Ogni anno Falstaff presenta a operatori e appassionati una panoramica dei migliori prodotti al mondo, con una degustazione che tocca all’incirca 900 referenze. Si spazia dai gin ai whisky, dalla vodka alla grappa, fino a rum, cognac, vermouth, vini fortificati e liquori come gli amari. A ciascun campione viene attribuito un punteggio e una scheda descrittiva che sintetizza l’assaggio. Una metodologia che non lascia zone d’ombra: griglia chiara, confronto tra pari, e un lessico professionale capace di restituire al lettore le sfumature che definiscono stile, equilibrio e profondità.
Le radici di Amaro Don Carlo
L’Amaro Don Carlo nasce nel 1994, da un’intuizione di Angela Caliendo che ha saputo trasformare una ricetta in un racconto di territorio. La formula mette al centro il mallo di noce, presente al 60%, affiancato da un insieme di erbe e spezie selezionate. Le materie prime provengono esclusivamente dalla Campania, scelta che imprime al profilo organolettico una riconoscibilità precisa. In questa fedeltà alla propria terra c’è l’idea di un gusto che non rincorre mode, ma custodisce un’identità, traducendola in una bevuta nitida e capace di ricordare, al naso e al palato, la forza delle sue origini.
Oggi l’etichetta è il fiore all’occhiello della storica attività Gargiulo Coloniali di Eboli, riferimento che intreccia mestiere e famiglia. Il nome di Carlo Gargiulo al fianco di quello di Angela Caliendo suggella un percorso condiviso in cui la cura artigianale è rimasta centrale. L’attenzione alla filiera, la costanza qualitativa e la selezione di botaniche campane hanno consolidato uno stile riconoscibile. È un modo di fare liquore che parla di tempo, di scelte ponderate, di ricette rispettate, e che trova nella bottiglia una sintesi elegante: carattere deciso, ma mai gridato, e una versatilità che sorprende.
Versatilità e carattere a tavola
Raffinato fine pasto e autentico liquore da meditazione, l’Amaro Don Carlo ha saputo convincere anche le platee più severe, confermandosi capace di incontrare il gusto della critica internazionale più esigente. Nel bicchiere, la dialettica tra dolce e amaro si distende con misura, mentre la freschezza mantiene il ritmo del sorso e prepara a una chiusura lunga. È una bevuta che invita alla calma, che non teme il silenzio dopo la conversazione, perché lì trova lo spazio per esprimere strati aromatici puliti, leggibili, profondi, senza cedimenti né dissonanze.
La sua personalità si traduce inoltre in una spiccata attitudine gastronomica: in contesti di fine dining offre agli chef uno strumento d’autore per dare respiro ai piatti, aggiungendo sentori aromatici accurati e maggiore profondità al gusto. Le note di mallo di noce, insieme agli accenti speziati e al richiamo del legno tostato, trovano posto tanto nelle preparazioni dolci quanto in abbinamenti più sapidi, quando la tecnica lo consente. Il risultato è una presenza discreta ma incisiva, capace di arricchire senza coprire, come fanno le firme solide che non hanno bisogno di alzare la voce.
