Il cantiere simbolo che dovrebbe unire Sicilia e Calabria si ferma su un punto decisivo: la Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti non ha ammesso al visto e alla registrazione la delibera Cipess n. 41/2025 dedicata al collegamento stabile sullo Stretto. Le motivazioni saranno rese note con deliberazione entro 30 giorni, come si legge nella nota diffusa dai magistrati contabili. Non è un dettaglio formale: senza visto e registrazione l’atto non produce effetti giuridici.
Per voi che seguite il dossier da mesi, il quadro si chiarisce in fretta: l’atto “bocciato” conteneva l’approvazione del progetto definitivo e l’assegnazione di risorse per l’opera attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione. Il governo ha difeso la scelta e la premier ha parlato di “invasione” dei giudici, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha annunciato che si andrà avanti. Ma avanti come? Qui entra in gioco la tecnica: la legge offre alcune strade, diverse per tempi e rischi.
Che cosa ha deciso la Corte, in termini semplici
La decisione riguarda la delibera Cipess n. 41 del 6 agosto 2025, quella che approvava il progetto definitivo e il piano economico-finanziario del ponte. Il visto di legittimità non è stato concesso: significa che la delibera non viene registrata e non è eseguibile; non può, quindi, essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale come atto efficace. È un passaggio del tutto ordinario nel controllo preventivo sugli atti del Governo, ma con conseguenze molto concrete.
Il comunicato dei magistrati contabili precisa che le motivazioni saranno pubblicate entro 30 giorni. Nel frattempo, nessun via libera operativo: finché l’atto non ottiene visto e registrazione, resta privo di efficacia. Il progetto, quindi, non può avanzare sul binario amministrativo indicato dalla delibera 41/2025. Per evitare ambiguità: non è una “sentenza” sul ponte, è lo stop a quell’atto specifico per ragioni di legittimità che saranno argomentate.
Cosa comporta “no al visto” per il ponte e per le risorse
Sul piano giuridico è tutto scritto: le delibere Cipess sono sottoposte al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti e, una volta registrate, vengono pubblicate in Gazzetta. Senza registrazione non scattano gli effetti. Qui si apre una finestra di manovra per l’esecutivo: integrare i documenti richiesti, correggere i profili contestati e ripresentare un nuovo atto.
Esiste anche l’istituto del visto con riserva, disciplinato dal R.D. 1214/1934 come riformato: il Consiglio dei ministri può deliberare di far “avere corso” all’atto e chiedere alla Corte, a Sezioni riunite, la registrazione con riserva. È una via eccezionale e politicamente pesante: l’atto sarebbe efficace, ma con annotazione e responsabilità politica di chi se ne assume il rischio. Nelle prossime 24 ore capiremo se il governo aprirà questa strada o se preferirà il percorso più lineare della nuova delibera.
Le mosse possibili entro domani: il ventaglio realistico
Prima opzione: riunione politica, presa d’atto del diniego e istruttoria accelerata per superare i rilievi, con la prospettiva di una nuova delibera Cipess. Tempi più lunghi, ma minore esposizione a contenziosi. Seconda opzione: richiesta del visto con riserva, che comporta un passaggio in Sezioni riunite e l’efficacia dell’atto, pur “segnato” dalla riserva. Terza opzione: una combinazione delle due, con correzioni e nuova trasmissione. In ogni caso, la palla rimbalza subito tra Palazzo Chigi, Mit e Mef.
Voi ci chiedete: i cantieri possono partire lo stesso? No. Senza un atto valido, non si aprono impegni e non si attivano pagamenti. Il controllo preventivo non entra nel merito politico dell’opera, ma sulla legittimità dell’atto e delle coperture. Per questo, anche chi tifa per il ponte ha interesse ad atti inattaccabili.
Chi sono i soggetti e quali carte sono sul tavolo
Nel perimetro dell’opera rientrano Stretto di Messina S.p.A., il consorzio Eurolink guidato da Webuild, con partner internazionali, e la macchina tecnico‑amministrativa di ministeri e Cipess. Il contratto con Eurolink è stato firmato nei mesi scorsi, dopo l’aggiornamento del progetto e il via libera politico all’opera; oggi lo snodo non è contrattuale, ma amministrativo-contabile.
Sul fronte finanziario, la delibera contestata faceva riferimento a 13,5 miliardi di euro per il collegamento stabile. Il valore è entrato anche nelle cronache economiche odierne, insieme ai dubbi già segnalati dagli organi di controllo sulla procedura e sull’aggiornamento degli studi tecnici. La decisione di stasera mette in pausa la “macchina” che avrebbe dovuto trasformare quegli stanziamenti in azioni esecutive.
Le reazioni politiche e il messaggio agli utenti e ai territori
La premier ha denunciato un’“invasione” nell’alveo delle scelte del governo e del Parlamento; il Mit ha parlato di danno per il Paese e ribadito l’intenzione di procedere. Sono toni destinati a salire, perché lo Stretto non è solo un’opera: è identità, sviluppo, trasporti, lavoro. Voi che vivete l’area sapete bene cosa significherebbero tempi certi e servizi affidabili, ma sapete anche quanto costi ogni errore procedurale.
Altra domanda che riceviamo: che cosa succede alle imprese coinvolte? Nulla si muove senza un atto valido. Gli operatori possono aggiornare progetti, piani di cantierizzazione, impegni con fornitori; ma gli step vincolanti richiedono una base giuridica solida. In questo senso, il messaggio delle ultime ore è chiarissimo: prima la legittimità, poi i cantieri.
Le prossime ore: come leggere gli scenari senza farsi travolgere
Se nelle 24 ore successive il governo scegliesse la via del visto con riserva, i riflettori si sposterebbero sulle Sezioni riunite della Corte e sul contenuto dei rilievi. In alternativa, una nuova delibera richiederà il lavoro tecnico per cucire le risposte puntuali chieste dai giudici contabili. Voi avrete bisogno di due cose: chiarezza sugli atti e date certe sul calendario procedurale, non slogan. A quello servono i controlli.
Infine, un promemoria utile: il visto di legittimità non è un parere “politico”. È un controllo previsto dalla legge per proteggere denaro pubblico e correttezza dei passaggi amministrativi. Vale per tutti gli atti che passano dal Cipess e non solo per il ponte. Pretendere carte in ordine non frena la crescita; la rende sostenibile e difendibile. È l’unico modo perché un’opera così grande non si areni di nuovo, tra ricorsi e carte da rifare.
