Pochi segnali parlano chiaro come il ritorno di fiducia delle famiglie italiane sul credito casa. Nei primi sei mesi del 2025, il mercato dei mutui ha ritrovato slancio, sostenuto da un quadro macro in miglioramento e da scelte più consapevoli su durata, importo e tasso. Una dinamica che merita attenzione.
Un contesto favorevole e una domanda che riparte
Il messaggio che arriva dagli operatori è netto: la ripresa non è episodica. Come sottolinea Oscar Cosentini, presidente di Kìron Partner SpA, il primo semestre 2025 ha ribadito l’andamento già osservato nella seconda parte del 2024. Una crescita solida, in un’economia che procede a passo contenuto ma stabile, con un mercato del lavoro in espansione e una inflazione in graduale attenuazione. È in questo clima più sereno che le famiglie tornano a pianificare, puntando alla casa con convinzione rinnovata oggi.
Questo cambio di passo si riflette nella composizione della domanda e nell’operatività del sistema. Le richieste legate all’acquisto di abitazioni trovano maggiore sostegno, mentre surroghe e sostituzioni hanno accelerato dopo gli aggiustamenti sui tassi, intercettando i mutuatari che in passato avevano scelto soluzioni variabili. La percezione del rischio si è fatta più concreta e la protezione del bilancio familiare è tornata centrale. Da elaborazioni interne di Kìron (Gruppo Tecnocasa) emergono segnali coerenti con un ciclo di fiducia in risalita graduale.
Volumi, consistenze, tassi e profili di domanda
Nel secondo trimestre 2025 le famiglie hanno ottenuto finanziamenti per l’acquisto della casa pari a 14.787 milioni di euro, con un incremento del +31,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, ossia oltre 3.531 milioni in più. Guardando all’intero semestre, le erogazioni raggiungono 27.819 miliardi, in aumento del +40,5% sul 2024. Crescono le operazioni di supporto agli acquisti (+21,3%) e, con maggiore impeto, sostituzione e surroga (+66,6%), che nel trimestre pesano per circa il 12,2% delle operazioni totali. Una quota che raccoglie le rinegoziazioni di chi aveva avviato il finanziamento a tasso variabile e ha preferito mettersi al riparo con il fisso.
Alle dinamiche dei flussi si affianca la crescita dello stock: secondo Banca d’Italia, nel secondo trimestre 2025 le consistenze dei mutui alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione avanzano dell’1,15% fino a 387.873 milioni di euro, con un +3,2% su base annua. Sui tassi, l’ultima rilevazione di luglio 2025 indica un livello medio in calo al 3,61%. La scelta del fisso rimane dominante: 94 mutuatari su 100 lo preferiscono; l’opzione variabile sfiora 1 su 100, il variabile con CAP vale quasi 1 su 100, mentre il tasso misto sale a 5 su 100.
Le condizioni contrattuali e i profili della clientela mostrano un assetto più definito. La durata media nazionale sale da 26,6 a 26,8 anni; l’82,3% dei contratti è tra 21 e 30 anni, il 17,7% tra 10 e 20, mentre le scadenze sotto i 10 anni restano sotto l’1%. L’importo medio erogato è di 127.234 euro. L’età media scende a 38,9 anni: la fascia 18-34 vale il 39,4% (33,5% nel 2024), quella 35-44 il 33% (35,7% un anno fa). Quanto alle finalità: prima casa 91,1% (93,1% nel 2024), seconda casa 1,9% (2,1%), sostituzione e surroga 5,4% (3,1%). Costruzione e ristrutturazione 0,7%; consolidamento e liquidità 0,8%.
Prospettive fino a fine 2025
Il percorso non è privo di incognite globali. Le tensioni in Medio Oriente e nell’Est Europa continuano a pesare sulle aspettative, mentre l’andamento dei mercati energetici e la transizione nella politica della BCE richiedono monitoraggio. I tassi sui mutui stanno scendendo, ma più lentamente rispetto al 2024: l’Istituto centrale ha avviato nella prima parte dell’anno un ciclo di tagli prudente, con un’impostazione accomodante pensata per sostenere l’economia senza riaccendere pressioni sui prezzi. La traiettoria resta ordinata, ma non lineare, e impone scelte misurate.
In questo quadro la politica monetaria appare in una fase “neutrale”, con margini per un’ulteriore riduzione dei tassi fino a 25 punti base entro fine anno. Gli istituti mantengono criteri prudenti ma inclusivi, con crescente attenzione a giovani nuclei e first-time buyers, anche grazie a strumenti come il Fondo di Garanzia Prima Casa. Le previsioni per la chiusura del 2025 restano positive: le erogazioni potrebbero attestarsi tra 52 e 54 miliardi, un progresso tangibile rispetto al 2024, a conferma di un ciclo che, passo dopo passo, sta ritrovando fiducia.
