Il coordinatore infermieristico napoletano debutta con un’autobiografia intensa, pubblicata da Graus Edizioni. Abbiamo incontrato Giovanni Ruggiero, coordinatore infermieristico presso l’Hospice e SUAP di una struttura privata a Napoli, per parlare del suo esordio letterario: Cuori in trincea – Viaggio tra consapevolezza e scoperta, un libro autobiografico che racconta l’anima e la professione in camice bianco.
Ruggiero non è nuovo all’ambiente culturale: ha curato l’edizione italiana del primo libro di Grecia Colmenares – l’iconica attrice delle telenovelas – contribuendo al suo ritorno nel nostro Paese dopo anni di assenza. Oggi, però, i riflettori sono puntati su di lui: con il cuore in mano e la penna come strumento di verità, Giovanni si racconta in un libro che promette di emozionare.

È un piacere incontrare Giovanni: ad accoglierci, un sorriso disarmante e una gentilezza rara, che rivelano la sua natura empatica e la capacità di prendersi cura non solo del corpo, ma anche dell’anima.
Che significato ha per lei la scrittura?
«Scrivere per me è sempre stato un atto liberatorio. Fin da piccolo trovavo rifugio nella carta: ogni parola che metto su un foglio mi fa sentire più leggero, ma anche più pieno dentro. È come se le emozioni trovassero finalmente un canale per uscire.»
Quanto c’è della sua vita vera in questo libro?
«Tutto. È un viaggio sincero nel mio percorso professionale. Ho voluto raccontare le mie esperienze anno per anno, tra corsia e pazienti. Ci sono storie vere, fatte di cura, dolore, amore, empatia e resilienza. Aprirmi non è stato semplice, ma era un desiderio che portavo con me fin dall’adolescenza.»
Che significato ha avuto per lei scrivere Cuori in trincea?
«È stato come mettere le ali. Un nuovo inizio. Un modo per costruire un ponte tra chi ero e chi sono oggi. Un viaggio di consapevolezza nato da una scrittura spontanea, genuina, senza filtri.»
Com’è nato il titolo del libro?
«Ci ho riflettuto a lungo. Solo all’ultimo, con l’editore, abbiamo scelto Cuori in trincea – Viaggio tra consapevolezza e scoperta. Racchiude perfettamente lo spirito del libro: il cuore, sempre in prima linea.»
Quando sarà disponibile?
«Se tutto va come previsto, Cuori in trincea arriverà in libreria entro fine novembre, pubblicato da Graus Edizioni. Sarà distribuito su tutto il territorio nazionale. Organizzerò anche degli eventi con firmacopie, che comunicherò tramite i miei canali social.»
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Quando ha deciso di iniziare a scrivere questo libro?
«Non l’ho mai vissuto come un progetto ambizioso. È nato quasi per gioco. Da quasi vent’anni lavoro in ambito sanitario e, nel tempo, ho sempre scritto un diario delle esperienze vissute in reparto. Quelle pagine, conservate gelosamente, sono diventate oggi il cuore di questo libro.»
Perché ha sentito il bisogno di raccontarsi proprio ora?
«Lavorare in cure palliative significa vivere emozioni fortissime, ogni giorno. Volevo dare voce a tutto questo, mostrando il punto di vista dell’infermiere. Con sincerità, senza retorica.»
Cosa si prova a vedere il proprio vissuto trasformarsi in un libro?
«È una sensazione che non si può spiegare a parole. È come aggiungere un tassello alla propria anima. Ti fa crescere, ti dà forza. È un atto d’amore verso sé stessi.»
Chi sarà la prima persona a leggerlo?
«Mia madre. È lei il mio punto di riferimento. Mi ha trasmesso i valori in cui credo e che oggi, purtroppo, si vedono sempre meno. Se oggi sono un uomo disponibile e attento agli altri, è merito suo.»
© Sbircia la Notizia Magazine / Massmedia Comunicazione / Sante Cossentino
