All’Hotel Club Dante di Cervia si è chiusa oggi l’11ª Assemblea Nazionale di ANCeSCAO: tre giornate intense con oltre 700 delegati per ripensare i Centri Sociali come motori di comunità. Al centro, coesione intergenerazionale e risposte concrete alle nuove fragilità, tra progettazione condivisa e rinnovamento dell’associazione.
Una rete civica che ripensa se stessa
Con 300.000 iscritti attivi, 1.302 Centri Sociali, 94 aree ortive e oltre 575.000 metri quadrati di orti sociali, ANCeSCAO si conferma tra le più vaste reti civiche del Paese. Una realtà capace di promuovere partecipazione, benessere e prossimità in un contesto che invecchia rapidamente, ma continua a generare valore. L’assemblea ha messo al centro la coesione tra generazioni come risposta concreta a fragilità vecchie e nuove, e ha scelto di ridefinire ruolo e funzioni dei Centri, aprendo spazi e linguaggi a comunità diverse e a bisogni che cambiano.
Il documento programmatico 2025–2028, approvato all’unanimità, segna un cambio di paradigma: i Centri Sociali diventano Centri di Comunità, luoghi aperti e co-progettati con cittadini, enti locali, volontari e associazioni. Accanto al bilancio di mandato 2022–2025 – che ha valorizzato laboratori di memoria, orti condivisi, corsi di alfabetizzazione digitale e iniziative culturali – si è insediato il nuovo Consiglio Nazionale, che il 20 novembre designerà la nuova presidenza per i prossimi tre anni, in un contesto sociale sempre più esigente e frammentato.
Le priorità del triennio: inclusione, competenze, territorio
Il piano presentato dal consigliere nazionale Luigi Dovesi si articola in sei priorità intrecciate. Al centro c’è la trasformazione dei Centri Sociali in luoghi inclusivi e intergenerazionali; l’apertura ai giovani, anche nei ruoli organizzativi e decisionali; il riconoscimento della leadership femminile nel volontariato; un rafforzamento nel Mezzogiorno e nelle aree fragili con progetti su misura; il potenziamento delle strutture territoriali tramite formazione, strumenti digitali e reti di scambio; il rilancio degli orti sociali come spazi di cura, sostenibilità e relazione. Un’agenda concreta, immaginata per tenere insieme vicinanza, competenze e sostenibilità sociale.
Dovesi ha richiamato la portata di obiettivi “ambiziosi” ma pragmatici, pensati per dare risposte ai bisogni emergenti della società e dell’associazione. I centri, se ben gestiti, possono diventare antenne dei bisogni locali e, lavorando con le amministrazioni, veri presìdi civici di socialità e democrazia. Da qui un percorso formativo strutturato per dirigenti e volontari, per accompagnare un salto di qualità operativo e relazionale, consolidare competenze, costruire una relazione matura con le istituzioni e moltiplicare quell’impatto sociale, fondato sulle relazioni, che da sempre sostiene il valore pubblico dei Centri ANCeSCAO dentro i territori. L’Assemblea ha inoltre abbracciato un modello di welfare culturale e generativo, in cui orti, laboratori, corsi e iniziative artistiche diventano strumenti contro l’isolamento e per rigenerare legami e memorie.
Le voci e il confronto
Nel suo intervento, il presidente nazionale Esarmo Righini ha ribadito che l’invecchiamento non è un semplice dato: è l’occasione per ripensare la comunità. La solitudine, ha ammonito, non è un destino, ma l’esito di scelte; e una rete come ANCeSCAO può contrastarla puntando su relazioni, partecipazione attiva e solidarietà. Gli anziani di oggi vivono percorsi lavorativi più lunghi e priorità diverse: servono Centri capaci di riaccendere l’interesse, rafforzare lo scambio tra generazioni e valorizzare le donne anche nei ruoli direzionali, in raccordo stabile con società civile e amministrazioni.
Il confronto ha ospitato la tavola rotonda “Nuove povertà e nuove emergenze”, moderata da Patrizio Roversi, con Elena Mazzoni, Dario Paoletti (AGE Platform Europe), Andrea Volterrani (Università di Tor Vergata) e Luigi Dovesi: il Terzo Settore è risultato decisivo per comunità più eque, digitali e inclusive, anche alla luce di dati e modelli europei. In rappresentanza del presidente Michele de Pascale, la consigliera regionale Eleonora Proni ha ribadito il sostegno dell’Emilia-Romagna ad ANCeSCAO, nata nel 1990: una rete di oltre 1.300 centri che intercetta fragilità, nuove povertà e solitudini, e che, con centri e orti, promuove partecipazione, prevenzione, alimentazione sana e scambio intergenerazionale, in un contesto di precarietà e calo dei pensionati attivi. Le istanze dell’Assemblea saranno portate ai tavoli istituzionali.
