Alle Regionali in Campania, Enrico Ditto sceglie un ritiro consapevole: un “passo di lato” maturato dopo mesi di confronto sterile. Denuncia una politica ripiegata su sé stessa e lontana dai temi concreti, e indica la necessità di un progetto più ampio che rimetta competenze e cittadini al centro.
Una campagna che dimentica i cittadini
Per Enrico Ditto la corsa elettorale in Campania ha rappresentato un punto di non ritorno. La diagnosi è netta: una politica che dovrebbe servire i cittadini ha preferito occuparsi di sé, esibendo, spesso senza pudore, calcoli e tatticismi. Da imprenditore, da napoletano e da padre, Ditto non accetta che i temi scompaiano dall’agenda: si parla di sanità solo a ridosso del voto e senza un’idea concreta di miglioramento; di mobilità sostenibile non c’è stata traccia per mesi, mentre accordi e gossip hanno occupato la scena. E ancora: silenzio su istruzione, eventi, turismo, decentralizzazione dei flussi e aree interne. Un vuoto che pesa e allontana la politica dalla vita reale.
La frustrazione nasce dal fatto che, mentre si accumulavano titoli e retroscena, i temi veri restavano i grandi assenti. Ditto rivendica di aver provato con ostinazione a rimetterli al centro, ma basta scorrere le cronache politiche per capire cosa abbia contato davvero per molti candidati in queste lunghe settimane. Il risultato, agli occhi dell’imprenditore, è una competizione che ha ignorato le priorità dei cittadini, tradendo l’occasione di parlare di soluzioni e di futuro. Una distanza che, sottolinea, non può essere normalizzata né accettata come prassi.
Dal disincanto al progetto: il passo di lato di Enrico Ditto e ciò che immagina per domani
All’inizio, Enrico Ditto aveva un obiettivo semplice e ambizioso: portare in primo piano formazione, occupazione e turismo, con la competenza di chi viene dall’altra parte del tavolo, quella del mondo reale. Molti lo avevano spinto a provarci e lui ci ha messo energia e tempo. Poi lo schiaffo della realtà: dove proponeva contenuti, riceveva il bilancino dei “voti”, delle “liste” e dei “seggi”. Si riconosce, con onestà, forse ingenuo, forse persino un sognatore; ma non è la politica che aveva immaginato, e questa consapevolezza apre una ferita che invita a cambiare rotta.
Da qui la scelta: niente corsa alla composizione del prossimo Consiglio Regionale della Campania. Non un arretramento, ma un passo di lato, pronunciato con dispiacere sincero e gratitudine per chi ha creduto in un progetto moderato fondato sulle competenze — parole che vanno oltre il “senza rammarico” scritto sui suoi profili social. Ditto non intende competere per una poltrona: resterà fedele al lavoro e alla famiglia, continuerà a servire la comunità e lascia che la passione evolva. Per riprendere l’impegno, servirà un disegno più ampio: alternativo ai partiti tradizionali ma capace di dialogo su basi nuove, con una società civile vera, non utile solo a riempire liste, bensì in grado di offrire un’alternativa concreta per una gestione pubblica orientata alla crescita collettiva.
