La comunità si è riunita con intensità e rispetto per onorare Maestro Lucio Salini, in una celebrazione che ha intrecciato memoria, gratitudine e fede. Un appuntamento di preghiera che ha rinsaldato legami e ricordi, offrendo conforto a chi lo ha amato e stimato, e fissando nel presente un’eredità che continua a toccare il cuore di molti.
Una comunità raccolta nel ricordo
Nel cuore di Licciano, frazione di Cellino Attanasio, la Chiesa di San Gabriele ha accolto la celebrazione in suffragio di Maestro Lucio Salini. Non è un luogo qualunque: quell’edificio sacro, eretto da lui nel 1968 e benedetto dal Servo di Dio Monsignor Stanislao Battistelli, custodisce ancora oggi la sua profonda devozione a San Gabriele dell’Addolorata. Proprio qui, sabato 25 ottobre, in occasione del secondo anniversario della sua scomparsa avvenuta ad Atri il 28 ottobre 2023, si sono ritrovati famiglia, amici e vicini. Un rito vissuto con discrezione e calore, nel segno di un legame che continua a unire una comunità al suo cittadino più amato.
La Santa Messa, concelebrata da padre Vincenzo Fabri e padre Ciro Benedettini, passionisti del Santuario di San Gabriele, ha dato voce a una partecipazione composta e sincera. Attorno all’altare si sono stretti i suoi cari, gli amici di sempre e i vicini del luogo, nel paese natale del Maestro, Cellino Attanasio. Ogni sguardo, ogni silenzio raccontava un ricordo e una gratitudine condivisa, quella di chi ha conosciuto da vicino l’uomo e la sua opera, e ne ha apprezzato l’umanità. La liturgia, intensa e semplice, ha lasciato spazio a una memoria viva, capace di unire generazioni diverse.
Parole che illuminano il presente e una promessa che guarda a ogni anniversario
Nelle parole di padre Ciro Benedettini è emersa una riflessione intensa: per lui, Lucio Salini resta vivo non solo nel Mistero del Cielo, accanto all’amico San Gabriele e al Venerabile Pasqualino Canzii, ma anche quaggiù. La cappella dedicata al Santo, ha spiegato, continua a raccontarne la storia: come se l’energia e la forza accumulate in vita non si fossero esaurite, ma proseguissero a diffondere ciò che ha testimoniato sempre, in termini di devozione e di fede, parlando ancora a chi varca quella soglia.
Un messaggio inciso sulla tomba, nel cimitero di Cellino Attanasio, restituisce la misura di questo legame: la vita del Maestro è stata segnata dalla presenza del Santo dei Giovani, sentito come un familiare, quasi un figlio in più. Da questa certezza nasce anche l’impegno condiviso: ogni anno, nell’anniversario della sua salita al Cielo, verrà celebrata una Santa Messa nella chiesetta che lui stesso eresse 57 anni fa in onore del Santo dei Giovani, perché la memoria diventi tradizione e continui a generare speranza.
