Alla Festa del Cinema di Roma, Carlo Verdone unisce memoria e impegno: il 17 novembre sarà “sindaco per un giorno”, mentre dal 28 novembre approda l’ultima stagione di Vita da Carlo su Paramount+. Intanto lavora al film Scuola di seduzione, tenendo stretta Roma con uno sguardo che non smette di cercare.
Un compleanno che diventa impegno
Il prossimo 17 novembre, nel giorno dei suoi 75 anni, Carlo Verdone indosserà la fascia tricolore e, accanto al sindaco Roberto Gualtieri, partirà dal Campidoglio per un giro tra quartieri della Capitale. L’annuncio richiama un precedente illustre: nel 2000 Alberto Sordi fu simbolicamente “sindaco per un giorno” con Francesco Rutelli (voce biografica enciclopedica). L’invito a Verdone è stato raccontato da La Repubblica e ripreso dal Corriere e da Vanity Fair, nel pieno dell’autunno della cultura romana.
Verdone ha già tracciato la sua rotta: visitare le periferie, dove trasporti carenti e abbandono pesano più che nel centro. Ha raccontato con la sua ironia di una traversa di via Cavour – dove vive l’amico Sergio Rubini – rimasta al buio, e di un gusto estetico cittadino da rimettere in carreggiata, contro colori e volumi incoerenti, come riportato da Adnkronos. Per lui conta il segnale: quando i lavori partono, la cura dei residenti cresce. Un gesto concreto vale più di mille discorsi oggi.
La stagione dell’addio: cattedra, allievi e memoria
Nella quarta stagione di Vita da Carlo, Verdone sceglie il Centro Sperimentale di Cinematografia come teatro del racconto: interpreta un professore di regia, tra dialettiche generazionali e piccoli conflitti creativi (comunicazione ufficiale del CSC). È un ritorno alle origini e un tributo familiare: suo padre Mario Verdone fu a lungo dirigente del Centro, e lo stesso Carlo si diplomò con Roberto Rossellini, ricoprendo poi incarichi nel consiglio, come ha raccontato in interviste. La cornice è parte integrante del senso dell’ultima stagione di Verdone, davvero.
L’ultimo capitolo della serie arriverà dal 28 novembre in esclusiva su Paramount+ (annuncio e palinsesti televisivi). È la chiusura del ciclo: niente quinta stagione, spazio ai ragazzi e a un finale che, nella finzione, porta il saggio degli studenti fino a Cannes (resoconti dalla presentazione e interviste). Tra gli ospiti torna Sergio Rubini e c’è Francesca Fagnani con un passaggio a Belve, dettaglio raccontato dalla stampa. La regia è condivisa con Valerio Vestoso, altro tassello significativo.
Domande al volo
Cosa farà davvero in quelle ventiquattro ore da “sindaco per un giorno”? Ha detto che partirà con Gualtieri dal Campidoglio e che andrà soprattutto in periferia: mezzi pubblici, decoro e piccole opere che diano il segnale che la città non è abbandonata. Ha scherzato persino su una traversa di via Cavour rimasta al buio, promettendo di segnalare disservizi e storture con spirito costruttivo e zero sconti, come spiegato a La Repubblica e ribadito dalle agenzie. Senza passerelle, con ascolto e qualche decisione pratica.
Finita la serie, su cosa sta lavorando per il grande schermo? È tornato sul set con Scuola di seduzione: riprese iniziate il 16 settembre 2025, produzione Filmauro, scrittura con Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni, uscita prevista nel 2026 in esclusiva su Paramount+ (comunicato e notizie ANSA). Nel cast compaiono, tra gli altri, Karla Sofía Gascón, Vittoria Puccini e Lino Guanciale. È il passo naturale dopo l’ultima stagione di Vita da Carlo, una casa che si chiude per riaprire la sala, con nuove storie da condividere.
Una città che pretende cura, non scorciatoie
In controluce resta il rapporto viscerale con Roma: Verdone ammette di non tollerare volgarità, rumori sguaiati e traffico, eppure sente di non potersene separare. Dice che senza quell’amore non avrebbe mai girato il suo esordio, e che molte storie sono nate nelle piazze che hanno forgiato il suo sguardo: Testaccio, San Cosimato, Campo de’ Fiori. Quando l’aria gli pesa, si ritira nella Sabina, per ricaricare energie e tornare alla città con occhi nuovi, in silenzio, senza riconoscimenti, solo respiro, pieno.
Noi vediamo in questo compleanno un messaggio semplice: prendersi carico dei luoghi che chiedono attenzione, a partire dai margini. La capitale ha bisogno di gesti concreti e di una cultura che non arretri. Le cifre della prossima manovra, con il ridimensionamento del Fondo per il cinema e l’audiovisivo, spiegano perché il tema è urgente: a rischio sono perlopiù i progetti indipendenti e migliaia di posti di lavoro, come ricordano analisi e associazioni. In quelle periferie, il cinema ha ancora senso.
